"Più passa il tempo più gli studenti italiani scoprono di essere affetti da un qualche disturbo dell’apprendimento. Basti pensare che le diagnosi di discalculia, dislessia o deficit dell’attenzione sono addirittura quintuplicate negli ultimi sei anni. Fioccano quindi i certificati medici, le visite specialistiche e in molti casi si arriva persino alla somministrazione di farmaci.
Tuttavia, un noto pedagogista ha affermato nel suo ultimo libro che la più gran parte dei “problemi” di cui soffrirebbero gli alunni delle scuole italiane - come, ad esempio, l’iperattività o i disturbi dell’attenzione - sarebbero, in realtà, “difficoltà naturali della crescita”. Insomma, non è vero che i bambini sono improvvisamente diventati tutti “speciali” e bisognosi di un particolare “sostegno”, ma la nostra società starebbe “sostituendo la psichiatria all’educazione”.
Se solo penso che ai nostri tempi bastavano due scappellotti ben dati e ti passavano tutti i deficit dell'attenzione del mondo!
Abbiamo non mai di queste cose avuto bisogno? Ma cresciuti benissimo mi sembra.
Siamo.
SPIEGAZIONE DEL POST
La prima parte cita testualmente le parole di Daniele Novara - uno dei massimi esperti in materia. Mi dispiace apprendere che la sua autorevole opinione offenda qualcuno. La seconda parte è invece una battuta che ironizza sui luoghi comuni e quindi - dal mio punto di vista - solidarizza con tutte le persone che soffrono davvero di questi problemi. Per qualsiasi chiarimento ulteriore potete passare a trovarmi durante l’orario di ricevimento.
Uno. La psichiatria non è una scienza esatta ed in fondo tutta la scienza è così. Però della stessa cosa si possono avere pareri diametralmente opposti mentre ad esempio, un analisi di un DNA è certo. Vero è che vi possono essere corrispondenze dello stesso DNA anche al di fuori di gemelli monozigoti ma rimane il quanto. Così quest'articolo rivela qualcosa che mi pare non sia stato colto.
In prima analisi l'incapacità dei genitori di dare una sana educazione o di non considerarsi adeguati a ciò. La mancanza di autorità (lo scappellotto), in grado di "imporre" o meglio, di far pervenire il messaggio educativo ai figli. In seconda analisi, la possibile e reale manifestazione di questi fenomeni.
C'è inoltre un dato non "reale" perché francamente non mi ricordo dove venne prelevato ma ricordo chi me lo fornì (per cause di forza maggiore, non posso proprio andare a richiedere), di cui mi si parlava di una incapacità a livello universitario, di molti studenti di confrontarsi con le problematiche, di avere scarse capacità di analisi e di collegare le diverse materie ad un un unico problema. Parlo di agraria per non coinvolegere altro.
Abbiamo un terreno, bisogna lavorarlo e metterlo a frutto.
Primo punto: dov'è questo terreno da un punto di vista geografico?
Com'è orientato?
Che tipo di climatologia ha quella zona ed in particolare quel terreno? Macroclima e microclima.
Che tipo granulometria ha quel terreno? Da che tipo di suolo è composto.
E' un terreno basico, neutro o acido?
C'è della sostanza organica?
In che luogo è e che inclinazione ha? Es. Pianura, collina, montagna, gradi di inclinazione.
Che tipo di piante vogliamo mettere a dimora in quel terreno e che si adattano al suolo ed al clima?
Vi sono dei parassiti micotici, batteriologici o entomofili o ancora, vi è della fauna locale che può danneggiare la produzione che vorremmo iniziare?
Mi fermo qui per non risultare noioso ma rimane il quanto. Si tratta di diverse materie che compongono la comprensione e la risoluzione del problema. Agronomia, coltivazioni, chimica, meteorologia, geologia e formazione del terreno agrario, ect. ect..
Ecco, è come se ognuna di queste materie fosse una branca a se stante e che non vi fosse mentalmente la capacità di collegare il quanto. E' possibile di sicuro passare una serie di esami per singole materie e pure di ottenere dei bei voti ma alla fine con una laurea di 110, non aver capito una benché minima minchia.
Quindi cosa è una relazione tra due persone in sostanza?
"..la motivazione può essere data dal ricercare una persona che possa trovarsi in sintonia rispetto alle menti ed al pensare della vita quotidiana o idealizzata ma anche nel dare e ricevere semplici attenzioni, nel prendersi cura dell’altro, nell’essere attento all’altro come modo di scambiarsi piccoli aiuti reciproci e sentire, sperimentare la presenza dell’altro e la presenza di se stessi per l’altro. Qualcosa di diverso rispetto alla relazione con l’altro dello stesso sesso che si riduce a volte nel semplice vedersi, incontrarsi parlarsi, ma limitarsi all’essenziale, al formale, al non dire tutto, al non scoprirsi. L’incontro di un uomo con la donna è una ricerca di scoperte di un altro mondo, altre visioni, altri modi di fare, altri corpi. È un confondersi con l’altro ma restando se stessi, è un percepire l’altro, è un prendere dall’altro ma allo stesso tempo è anche farsi scoprire, dare all’altro proprie conoscenze, propri punti di vista." http://www.italiasalute.it
Ecco, questa è la base di ogni singola relazione di qualsiasi essa si tratti e che conduca al letto. Se non capisci chi hai davanti, è letteralmente impossibile riuscire a dare piacere (quello a cui l'altro aspira per sentirsi felice e, nella fattispecie, pure godere).
Vogliamo analizzare il problema da un punto di vista biologico? Bene, il genoma umano, l'ho già detto, è di circa 23000 coppie di geni. Il più complesso animale che si conosca è, mi pare una specie di medusa che non capisce un cazzo e che ne ha circa 450000 di queste coppie. Il che significa che nella specie umana, piccoli cambiamenti danno grandi differenze e rende ogni persona decisamente unica e rara da incontrare anche come partner ideale.
Ciò che forma il carattere poi, è determinato dall'educazione ricevuta, dal tipo di genitori che si hanno, da come si socializza ed il tutto completa l'opera. Detto questo allo stesso problema due persone geneticamente diverse, probabilmente reagiranno in modo diverso alla stessa problematica sociale. C'è chi davanti ad un abuso si indegna e chi no. C'è chi dice che deve fare qualcosa e chi invece se ne sbatte.
Quando scegliete una persona dalla comodità, non vi tirate la zappa sui piedi ma chiedete al primo TIR che passa di passarvi di sopra e far pure retromarcia. Questo è un drammatico fatto incontestabile come il DNA. Vero è che situazioni oggettive possono per forza far soprassedere ad una distanza anche ridotta ma prima di valutare il tutto, la prima domanda da porsi è: possiamo incontrarci e seguitare a farlo?
Che sia brutto/a o bello/a o quel che volete, che si riveli un/a emerito/a coglione/a, poco importa. Se non ci si può vedere, inutile andare avanti anche con le presentazioni.
Ecco, poi tutto il resto qualsiasi esso sia. Diventa quantomai idiota sentirsi dire oggi che non ci sono problemi a vedersi e rivedersi se lei arriva da "nosodovecazzosto" a qui e il giorno dopo o la sera stessa che il luogo "nosodovecazzosto" sia talmente lontano da non permettersi di spostarsi. Poi c'è l'idea di averne trovato "un/a" vicino vi faccia pensare che si tratti di una "facilitazione". Che mi frega, insomma, ho tizio/a qui accanto di rompermi le scatole con un/a di "nosodovecazzosto". Ebbene, è esattamente il chiedere al secondo TIR di finire l'opera o di passar sopra ai pezzi interi ancora restanti. Poi magari scassate pure i maroni con l'unicità o che poi non vi sentite realizzati/e. Il terzo TIR casomai passaste di qui per sbaglio, lo guido io. :))))) Concludo che mi auguro che vi riesca di collegare le diverse cose che ho esposto e che raggruppo in un nuovo ashtag, Relazioni umane.
In fondo è tutto così semplice. Non importa se uno/a è alto/a, basso/a, magro/a, rotondo/a, atletico/a bello/a o brutto/a. L'importante è che ci sia intesa e piacere di stare assieme. Per dirla papale, papale, che al solo pensiero di lei a lui gli tiri il cazzo, che a lei pulsi la fica e che entrambi possano trovare soddisfazione. Basta e avanza per avere una storia SM. Non c'è niente altro qualunque cosa si faccia nel pratico che fa parte dell'intesa quando ci si conosce.
Quando trovi qualcun/a con cui ti trovi, non è saggio né logico, né intelligente, né pratico e neppure conveniente, farselo/a scappare. Però c'è la distanza. Inutile stare a chiacchierare con persone con cui non ci si incontrerà MAI. Manco avere nessuna nozione di geografia, di orario di treni e toh, pure di possibilità per andare a far chiacchiere intime con gente che proprio non potrete mai vedere nemmeno per un caffè. Le cose non cambiano ma le persone si ed invecchiando cercano le comodità ed è più facile a discapito di intesa e qualcos'altro, cercare qualcuno vicino. Quindi l'idea del "ho trovato qualcuno/a con qui apparentemente ho una bellissima intesa e vado a vedere", viene saltata di pari passo.
Il un rapporto SM non è corrotto da giramenti di palle della vita, da bollette, lavoro, figli e ogni possibile cazzo che ci vogliate mettere dentro. Ogni discorso dovrebbe a seconda dell'onestà e della lealtà individuale, essere puro, quindi disinteressato. Non vi sono interessi materiali in gioco, ci si vede quando è possibile, quando si ha voglia, quando ci si manca.
Preso atto di questo, è una specie di bolla all'interno della vita in cui molto è quasi perfetto. E' sintesi e sostanza, praticamente essenza di ogni rapporto. Non importa se ci si lega o si va a fare una passeggiata.
Detto questo, mi viene così spontaneo da chiedere il perché siete nella maggior parte dei casi, così idioti da riuscire a rovinare anche questo. Ci vuole coraggio e una grande capacità autodistruttiva. Ho scritto poco e ho detto molto. Grazie per l'attenzione.
Nelle arti marziali, soprattutto nel karate shotokan, vi è sempre uno stato di rilassamento mentale e fisico. E’ tutto molto fluido, naturale, senza “sforzo”. In un attimo bam, viene portato il colpo o una serie ci colpi come un’esplosione e l’avversario se fatto bene, nella teoria muore. Come già detto più volte arrivare a questo stato non è solo una parte fisica ma anche una parte mentale. Liberare la mente, Mushin, assorbire il tutto con una visione d’insieme, quasi di distacco. Magari fare una finta e portare il colpo decisivo con la filosofia dell’ikken issatsu (一拳必殺?) “è un termine comune nella scuola di karate tradizionale che tenta di definire l'efficienza cFomplessiva delle tecniche per colpire, che significa "battere un colpo solo". Questo, tuttavia, non significa che qualsiasi scontro deve essere risolto con l'uso di un colpo solo, ma significa che il karateka dovrebbe avere il coraggio di risolvere rapidamente lo scontro, dovrebbe essere cioè talmente concentrato da rendere mortale o quasi qualsiasi suo colpo”. Fonte wikipedia. E così non vi dovrebbe venire in mente che sono uno psicopatico omicida, sperem! ). Avete mai visto gente morta dopo una lezione di karate? No , pare ovvio ma se la preparazione è stata fatta nel modo giusto, una volta che non deciderete di fermare quel colpo, l’avversario cadrà. Questa è una delle ragioni che spesso ci fa stare lontani dalle risse o robe del genere. Sappiamo e ci viene istintivo dopo qualche anno di studio di portare quel colpo fatale e per non farlo si evita. Non si sa mai cosa può succedere. Resta comunque un fatto compiuto che la calma e la dolcezza e la meditazione, non sono sempre sintomo di essere flaccidi ed indecisi. Passare mentalmente dalla calma, al colpo portato magari dove si può affondare per farlo sentire e tornare alla calma assoluta mentre l’altro è per terra che cerca aria, è una cosa del tutto normale. Calma e tempesta, questo è lo stato. Un interruttore mentale. Rilassamento -> visione dell’avversario -> decisione sul colpo -> portare i colpo -> l’avversario cade -> rilassamento.
Di seguito i 21 principi del Dōkkōdō, la via del camminare da solo, di Myamoto Musashi. Quattro precetti aggiunti una settimana prima della sua morte, gli altri elencati tutti nel “Gorin no sho”, il libro dai cinque anelli. Cosa sono i cinque anelli? No, non le olimpiadi: Terra, Acqua, Fuoco, Vento, Vuoto. Vuoto, vuoto, vuoto… Vuoto ovunque. Il vuoto è qualcosa da riempire nell’anima non da robe. Non si possono togliere le viscere e sostituirle con altre cose di possesso. Si può vuotare la testa e riempirla di altro. Rimane il fatto che se in quella testa c’è qualcosa di sbagliato, sarà difficile metterci dentro qualcosa di giusto. Come scrisse Einstein e di cui qualcun/a se n’è fatto/a spesso faro, “La mente che riesce ad allargarsi non torna mai alla dimensione precedente ma... la mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre.” Strano, questo E’ zazen ;)
E’ quasi scontato che ogni mente piena di odio, di rancore, di prevaricazione, di competizione può solo aprirsi in due modi: il primo è quello di aggiungere altri modi di odiare, di portare rancore, di prevaricare, di competere, etc., ect., oppure il secondo, ed è quello di dimenticarsi quello che c’è dentro ed istruirla in un altro modo. Qual’è secondo voi il vuoto da fare? ;)
Vi presento quindi la teoria della felicità di Albert Einstein, battuta all’asta per $1, 36m appena ieri: “Una vita calma e modesta porta più felicità rispetto alla ricerca del successo combinata con la costante inquietudine.”
Appunto:
Accettate tutto nel modo in cui esso è.
Non cercate il piacere in sé e per sé.
In nessun caso dipendete da una parziale sensazione.
Pensate leggermente di voi e profondamente del mondo.
Siatene staccati dal desiderio per tutta la durata della vostra vita.
Non rammaricatevi di ciò che avete fatto.
Non siate gelosi.
Non fatevi rattristare da una separazione.
Il risentimento ed il rimpianto non sono mai appropriati né per se stessi né per gli altri.
Non lasciatevi guidare da un sentimento di amore o di lussuria.
In tutte le cose non abbiate preferenze.
Siate indifferenti a dove vivete.
Non ricercate il gusto della buona cucina.
Non mantenete il possesso più di quanto sia necessario.
Non agite seguendo le credenze comuni.
Non collezionate armi né fate pratica con le armi al di là di ciò che è utile.
Non temete la morte.
Non cercate di possedere i beni o feudi in ragione della vostra vecchiaia.
Rispettate il Buddha e gli dei senza contare sul loro aiuto.
Si può abbandonare il proprio corpo, ma è necessario preservare l'onore.
Mai smarrire la Via.
Pertanto.
Cerchiamo l’essenza delle cose e quella va accettata. Non c’è modo di cambiare l’essenza delle cose ma solo il loro aspetto. Prendiamone atto.
Il piacere deve essere accompagnato da altro, che non sia solo materialità. Un buon cibo ad esempio esalta il gusto ma il gusto esalta lo spirito. Senza l’ultima parte il piacere è niente.
Come dico spesso, le sensazioni o sono intere o non lo sono. Non si può amare a metà, non si può sognare a metà, non si può sentire a metà. Se lo fate, qualcosa non quadra.
Siamo piccoli, il giochino del “vincitore prende tutto”, non funziona. Va per un po’ poi ci sgamano e sono cazzi amari. Il non c’è nessun vincitore, solo noi, piccoli ed il mondo a cui dobbiamo rispetto.
Il desidero spinge ma il desiderio non può condizionarci. Non siamo schiavi di niente.
Quello che avete fatto, è fatto. Fine, punto. Però se avete sbagliato, rimediate.
Non siate gelosi, come al punto 5.
Le cose finiscono. Le separazioni ci sono. Il punto è sempre il come.
La lealtà è altro. Il risentimento qua è un concetto diverso. Myamoto, girò il Giappone in cerca di qualcuno che vincesse un duello con lui alla spada. Insomma, alla ricerca di qualcuno in grado di ucciderlo. Il samurai è già morto per certi versi. Vendetta è un concetto che in quel Giappone funzionava bene. Vendetta = fare giustizia non vendetta a casaccio.
Fate in modo che non vi accechi.
Provate tutto, senza paura.
La vostra casa è dove è il cuore, non dove ci sono quattro mura.
Non diventate schiavi del buon cibo.
Noi non possediamo cose. Possediamo anime o meglio, la nostra. Il resto va e viene.
Le credenze comuni sono sbagliate perché condizionate dalle credenze.
Tenete quello che serve e che funziona meglio, il resto può andarsene e venire.
La morte è un passaggio, temerla è solo vivere schiavi della paura.
Non vi rende più grandi, vi rende solo più in vista. Più vuoti siete, più vi vedranno.
Il rispetto a prescindere. Buddha, non ci ha fatto niente di male, le persone spesso si.
L’onore è anche memoria. Si vero, ci ricordiamo di psicopatici negativi per esempio a ciò che non si ha da fare e le persone positive come esempio per quello che si dovrebbe fare. Disonore o onore, da quale parte state?
Molti la conoscono, pochi la percorrono.
Così ho deciso di complicare il mushin. Vero, l’esempio del vaso è come dire, il basilare e lo scontato. Proviamo un po’ a metterci un cucciolo di animale. Un cane, un gatto o quello che vi pare purché abbia un impatto forte sulla vostra vita quotidiana. Il vaso si butta via, il cucciolo che ha bisogno di poppate, e di cure no. Visto che non si può poggiare il cucciolo come il vaso, è un esercizio che va fatto dopo. A cosa serve?
Secondo uno studio pubblicato sullo scientific american e dietro alcuni pareri più o meno scientifici (1, 2, 3, 4), zazen ha degli effetti positivi su chi è vuoto come una zucca. Oddio, mi fa pensare di doverlo mettere obbligatorio visto il nr delle zucche ma non ne ho la possibilità. Migliora comunque la personale capacità di analisi. Il rifiuto di un cucciolo da “salvare” è un buon interruttore per capire se c’è qualcosa che non va nella nostra testa. Come un dire, un test per noi stessi. Vediamoci per quello che siamo. Cerchiamo di migliorarci. C’è inoltre una roba che è collegata anche a questo. Il video che vi propongo era in chiave Rugby, poi non pubblicato. Il valore dell’esperienza. Passare attraverso qualcosa alle volte è molto pesante. Ognuno ha le sue problematiche, lo sappiamo. Ognuno le sue esperienze e questa è la vita. Però, mi è capitato spesso e leggo tutt’ora sul valore dell’esperienza per cui molte ragazzine semplicemente non sentono. Hanno le loro idee e questo basta ma non funziona. Non si impara.
Ora il quanto non significa che tizio anziano ed esperto abbia sempre ragione. E’ un po’ come il sopra, ascolto -> valuto da che pulpito arriva -> affronto una possibile discussione con mente aperta -> eventualmente provo -> cambio la mia opinione. Evidente pure in questo blog, che i primi scritti erano altro. Adesso mi rendo conto che la parte più rischiosa non è quella di prendere una vergata o di trovarsi in una situazione poco piacevole. In genere gli appuntamenti ci si danno in luoghi pubblici, in camere o appartamenti e quindi se succede un qualche casino fisico, basta urlare e la certezza che il o la tipa, non la faranno franca. E’ un buon freno. La parte peggiore sono i danni all’interiorità.
Ieri qualcuna mi dice che ce l’ho con il mondo. Assolutamente falso. Ripeto il concetto, non ce l’ho con nessuno ma l’esperienza mi ha insegnato che è meglio prendere il tutto con le dovute molle soprattutto sulle parole non seguite dai fatti da quelli che ho davanti. Non ci sono più cambiali in bianco.
Mi è stato insegnato che quando siamo amici, si cammina assieme anche a distanza. Mi è stato insegnato che se il tuo amico è nella merda più profonda, tu ti fai in quattro per tirarlo fuori. Mi è stato insegnato che ad un amico si danno i migliori consigli che si hanno a disposizione ma poi sta a lui seguirli. Sono le sue mutande, non le nostre. Mi è stato insegnato che se è un amico si sta sempre dalla sua parte anche se sbaglia ma dipende che sbaglio fa ed è strano ma parecchio strano.
C'è stata gente che stava qua ad un tiro di schioppo e che dopo anni di essere passata di qui, non si è fermata manco per un caffè o un the o un cappuccino. Però eri il miglior amico.
Ci sono stati e ci sono amici che non si preoccupano mai di chiederti per come stai. Perché in genere da cosa pubblichi, si legge uno stato emotivo.
Ci sono amici che si reputano così preziosi che ti parlano dall'alto in basso, alle volte pure in latino.
Ci sono amici che raccontano solo la loro storia ed ovviamente hanno sempre ragione perché così l'espongono.
Ci sono "amici" ma così "amici" che quando uno/a gli fa del male, non si alzano mai dicendo: E' lui/ei il mio amico, lascialo stare o te la vedi con me.
Ci sono "amici" che non non si sporcano perché loro sono diversi, superiori anche all'amicizia ma quando hanno bisogno che qualcuno si sporchi per loro, ti pongono il problema contando su ti comporti per vedere un risultato.
Ci sono stati "amici" che avevano cominciato a drogarsi e che a dire loro, se non c'eri tu, chissà dove sarei finito e poi sono spariti.
Ci sono "amici" che non hanno soldi per venire a trovarsi ma hanno soldi per comprarsi le corde, il bambù, l'attrezzatura o un gatto ma poi si dimenticano di chiederti anche come stai. Qualcuno si dimentica pure dei loro figli.
Ci sono "amici" a cui esponi le tue ragioni o un'opinione su qualcosa e invece di apprezzare il contraddittorio, seguitano a dirti che non sono come te scoprendo l'acqua calda. Così si aspettano che tu gli risponda come piace a loro solo per sentirsi di aver ragione. Si sa, la ragione serve ad un cazzo, l'importante dovrebbe essere il riuscire a trovare soluzioni ma a quanto conta di più l'ego.
Il guaio di tutta sta roba è che sono gli atteggiamenti base di ogni "sano" narcisista. Si perché qualcuno crede che la "signora" X (che è solo il caso più clamoroso), mi avesse chiesto un mi dai una mano che non ci trovano? No. Lei come molti "amici" sapevano che ero bravo con questo coso e quando chiedi dove sta il problema e quell@ ti risponde che è cambiata la viabilità. Lo sa che tu andrai a vedere se sei sui navigatori, se hai una scheda G+ aziendale, se sei sulle mappe di bing, se il luogo è segnalato su entrambi i sistemi in modo che chiunque abbia il navigatore poi ci arrivi senza problemi (vuoi farti fare anche una pagina su Google My Business per la tua attività, la quale a meno di 150€ non ho visto nessuno che la propone tra chi la propone “di mestiere”), Così in tre ore tra il reperimento di dati e l'inserimento, il gioco è fatto. E questa è una cosa che posso raccontare perché le richieste illegali no. Ah il bordello di cui sopra tutto assieme costa diverse centinaia di euro.
Arrivai al punto che una tipa mi chiese di metterla a casa sua in una foto. In effetti poi lei era con un altro ma poté dimostrare di essere a casa. Saputo dopo. Si arriva a questo si e se gli dici che sei un po' stronza, ti manda pure a fanculo. Quindi no, non ce l'ho con il mondo ma con chiunque abbia questo genere di atteggiamenti che non voglio nella mia vita è sufficientemente chiaro?
Ah, ci fu un'altra tipa che un giorno scrisse un pezzo sm fatto di molti trattini "..." senza usare la punteggiatura e si prese con uno "scrittore", noto master perché avevano scritto lo stesso prezzo. Mi chiese aiuto, sapete gli "amici". Così dopo l'apertura di un contraddittorio pubblico sul blog, parve evidente che era più un fatto di punteggiatura e troppa semplicità grammaticale a renderli simili. Mi misi d'accordo con questo "signore", di rimuovere tutto e lo feci ma lui no in vena di sputtanamento. Così se andate nel suo blog, ci trovate di sicuro ancora un bel pezzo che senza contesto, diventa semplicemente diffamazione. L' "amica", in vena di cazzate che stava con un master ma che era invece un crossdresser sottomesso, scoperto l'arcano, spari dalla vista. Così dal fratellino dammi una mano, allo sparire fu uno sputo.
C'è stato chi, dopo il casino, si è trovato davanti qualche "conto" dell'azienda introvabile sopracitata e nonostante che la conoscesse (anche se per telefono), l'unica cosa che ha fatto è stato quella di informarmi del quanto. Sai ho le sue...xxx E allora che ci fai, gli telefoni per dirle io con te non voglio niente a che fare? Difendo il mio amico? Trovati un'altro che faccia questa roba per te? Qualsiasi cosa che poi come si vede, le parole costano un cazzo, è che sono i gesti alla fine che fanno la differenza.
Poi c'è quella che voleva lo psicologo, quella che da vegana si pappava da slave la ciccia, ma la propoli no, fa venire i denti neri. Ma da dove cavolo escono ste botte? Ah beh, dimenticavo. Ho un master, anzi no e domattina un altro. Li vendono in tre per due al supermercato o nei negozi di fiori che sono pure profumati. Timo, lavanda, loto, pino silvestre e pure il sandalo che per peccato non è quello di legno che va sotto i piedi che scagliato funziona benissimo.
Sembro arrabbiato? No, non lo sono. C'è quell'altra che ti tocca scoparla per qualche ora per farla venire ed è convinta che o tutto e subito o nulla. Beh, il problema non è nella fica è nella testa e pure nel culo che è stretto però ci passano 4 dita delle mie zampe. Ragà, oooooooooohhh ragà ma che è sta roba il baraccone del circo o qui fa buca e capitano solo a me?
"Ma uno normale che mi scrive cose normali no?" Scrive un'amica dom di vecchia data. Ci aggiungo anche che faccia cose normali.
Le metti in contraddizione e si, il denominatore comune è SEMPRE che tra quello che si dice e quello che è, passa per una linea retta che interseca il nord ed il sud ma testa e gesti vanno in direzioni opposte.
Mi sono stancato della gente che si presenta per come non è ma solo per come gli piacerebbe che fosse. Non ce l'ho con nessuno e lo riscrivo. Ognuno è libero di comportarsi come meglio crede ma pure io per la miseria, di circondarmi da persone che non siano così. Gli dici di prendere un plug, dilatazione 3,5-4,5 cm. Vedi tu ma nel mezzo ci sta bene. E' troppo grosso, mi slargo! Sveglia, sveglia, sveglissima. Mettetevelo nel culo dopo averci preso il cazzo per una mezz'ora per vedere come passa liscio. Però così si evitano rischi di strappi riparabili solo con la chirurgia e non gliene fotte una beata minchia chi ascoltare. Non vi ci vuole un master, vi ci vuole uno che vi aduli, un narcisista appunto. Che vi scopi come gli pare e quando si è rotto il cazzo, ciao. Poi o diventate come lui oppure son lacrime ma seguitate sulla stessa strada. Cosa diavolo scrissi una volta? Dietro un nonmiricordocosa, c'è solo un altro nomiricordocosa. Gli stessi errori, la stessa fine. Punto.
Nella vita non so quante donne ho incontrato che hanno subito violenza, che sono dovute venire a patti con qualche porco e oggi che si legge su tutti i giornali e sulle notizie in rete gli scandali di questa roba, mi viene ancora di più il voltastomaco. Il denominatore comune è sempre stato che poi è difficile credere che non tutti gli uomini siano così e fai di tutto per farglielo capire ma è un'idea che non passa. Ecco, con questi figli di puttana è la stessa roba. Non siete uguali ma alla fine si perché il pericolo è raro che arrivi mentre cammini per strada. Arriva da persone di casa, da gente che non ti aspetteresti mai e ti senti tradit@ e sporc@ di un lerciume che non se ne va.
Avevo cominciato scherzandoci così, come nel primo film considerando il fatto che fossero poche le persone del genere e mi son dovuto ricredere.
E invece alla fine è questo e quasi solo questo. Sono pochi quelli che capiscono. Sono quegli idioti che si picchiano per avere l'ultimo modello di Iphone davanti ad un negozio. Sono quelli che alla mia epoca andavano in giro con i vestiti firmati. I "giusti" li chiamavamo. Tolto il vestito non rimaneva niente. Adesso vivono di telefonia, di maschere, di ipocrisia e di falsità tanto nessuno gli fa un cazzo.
E sono di nuovo agli "amici". Qualcuno da di matto alle volte e sale su un furgone e se ne va in giro ad arrotare persone. E beh, amico un cazzo soprattutto se è cosciente di quello che fa soprattutto non se la merita nel caso. Domani potrebbe di sicuro arrotare me. Prima la mia salute, la prima regola del soccorso, poi il resto. Può capitare che soccorrendo qualcuno ci rimetti la pelle ma anche questo è parte del “gioco”. E invece il pulpito da cui proviene è leggermente strano dichiarando pure che legge sto cazzo di blog. Mai sentito chiamare e chiedere che cosa fosse successo, cosa potesse fare, come potrebbe aiutare. Ho sentito solo chiamare per raccontare di se. Che cosa me ne fotte di te in un momento in cui non mi fotte di me e non capisco cosa succede? Gli racconti qualcosa e ti interrompono con un sai anche io! Cambi argomento e ... pure io! E seguitano raccontandoti la loro storia in cui in quel momento non te ne fotte proprio nulla e appena finito il discorso ti tacciano pure di egocentrismo. Il/la prossima l@ registro, ocio!
Dice che la testa non è preparata al tradimento di qualcuno che ami. Semplicemente non se lo aspetta. Ribadisco il concetto che non è una giustificazione ma uno stato ma spiega a me perché mi sono comportato così. C’è qualcuno che per molto meno c’è rimasto male e pure parecchio. Io che ero li e non capivo per quale ragione si fosse passati dal tutto al non esistere. A non avere manco spiegazioni. Io che non avevo guardato troppo bene e va a finire che visto che il fenomeno lo conoscevo, non pensavo minimamente che fosse “lei” così, una donna così cattiva ed infima che mi dicono che sono peggiori degli uomini. Forse è vero o per lo meno mi devo fidare. Ho visto gli effetti di una che dietro alle false promesse di un fiore lercio, si mise la canna del fucile in bocca e in una frazione di secondo il suo cervello era spappolato per mezza casa. Non sono incriminabili questi qua e seguitano a fare il bello ed il cattivo tempo fino a che qualcuno non dirà basta.
Di lei ho pensato che fosse stata ricattata, ho pensato di tutto di più e non era altro che il balocco buttato via. Che stupido mi son detto ma non è da stupidi trattare il prossimo da persona viva, che ama, che sente e non un ladro sempre in competizione per dimostrare a se stessa quanto è furba. Non è da deboli sentire è il niente in non sentire.
Dissonanza cognitiva: “…la vittima si trova di fronte a due cognizioni dissonanti: la prima sarebbe quest’apparenza di “brava persona, bella relazione, di una persona che mi ama, di persona amante, sexy, con cui posso avere un’intimità”, mentre dall’altro lato ci sono una serie di fatti e comportamenti completamente diversi che la porta a pensare: “Il mio partner mi inganna, non mi ama, mi maltratta, mi manipola, mi tradisce, flirta con altri, fa triangolazione”, ecc..
“La dissonanza cognitiva dura anche dopo la fine della relazione con lo psicopatico o la psicopatica, perché spesso, dopo la rottura, la fase di abbandono, la vittima resta sottomessa a questo doppio vincolo psicopatico: da un lato le dichiarazioni d’amore e i ricordi positivi della fase d’idealizzazione, e dall’altro tutto quello che ha subìto durante la fase di disgusto, nella quale è stata sistematicamente trattata con disgusto, disprezzata, umiliata, abusata. Pertanto non sa a cosa attenersi, nemmeno con i ricordi: non sa se pensare che tutto quel che ha vissuto col suo psicopatico personale in quella relazione sia stato vero, e per tanto affrontare un lutto per la perdita di una persona meravigliosa che non è più nella sua vita, o se deve finalmente rallegrarsi per essere infine uscita da una relazione tossica e nociva che non aveva visto fino all’ultimo.”
Bugie, solo bugie per mantenere per lo meno quello che uno ha e non essere presa a calci nel culo dal mondo. Nessuno sano di mente, vuole a priori uno psicopatico attaccato ai suoi coglioni il cui unico scopo non è vivere ma rubare. Rubare dignità, sincerità, sentimenti, robe varie nel tentativo di dimostrare a se stesso quanto è più bravo. Il mondo per loro è il loro campo di gioco in cui sognano di essere re e regine incontrastate. Sembrano fatti ccon lo stampo sbagliato. Non importa che vengano da Milano o da Reggio Calabria. Una volta raccontata una storia e un modus operandi, li hai raccontati tutti. Incredibile ma è così. Leggi e dici “ma io non ti ho raccontato niente di me!” eppure è tutto li. Uguale a tutti gli altri. Quindi anche le menzogne. Beh, sempre per quello che mi riguarda, quando il loro campo di gioco interseca nel mio, diventa immediatamente il loro incubo peggiore. Un po’ come i 300 è. Fecero passare la voglia di conquistare e combattere a due milioni di persiani. Ecco. Finiranno i piedi si? Poi ci sono le mani e via così. Finiscono alla fine o girano alla larga. Morale: sta a attento a quale zampa pesti. Se è quella di un ranocchio probabilmente lo spappoli. Se pesti la zampa della solita tigre, probabilmente ti sbrana.
E poi mi viene detto che sono il portatore delle verità e mi dispiace ribadire che visto che in quella testolina vuota non ci entra più niente, che io di verità non ne ho nessuna. Non sono qua per competere al contrario di molti che seguitano ad esporre le loro prede e a fare le solite "porcate". 1982, una modella danese mi fece il filo per poi, in contrasto con i modi di pensare, decise di uscire con un mio amico. Come al solito non mi sono incazzato. Vuoi andare? Vai! E chi ti ferma. Non entro in competizione con qualcun altro. Non è una gara. Se tu pensi che tizio sia per te, esci con lui. Beh tornò dalle ferie. Mi piomba in casa e quasi mi salta addosso dicendo: avevi ragione! Ecco il caso i cui la ragione si da alla famosa famiglia e luca le rispose una roba del genere. Tardi, ci avevi a pensare prima. Sei una bella donna ma li mi fermo. Sei ancorata al tuo modo di vedere, se qualcuno ti dice qualcosa di diverso a quello che pensi, credi che sia tuo nemico o che non sia per te per poi contraddirti al primo momento comodo. Se ti fanno una cosa di merda oggi, te la rifanno domani, è caratteriale. Ah, dimenticavo. Non li volete i MDF ma quando ne trovate uno così poi non vi sta bene. Non ce l'avete solo voi. Di fica è pieno e strano a dirsi, alle volte sono più oneste quelle a pago e che chiamarle puttane è un onore, di quelle che fanno le signore e valgono meno di una pantegana con l'Alzhaimer.
Ho solo la mia esperienza di vita e punto e basta e non riduco l’amicizia ad un click di facebook.
Però l'esperienza è questo:
Non faccio storie in merito, non sono quello forte. Sono stanco di essere forte per voi e mi sono rotto troppe volte il culo per troppa gente. Basta e avanza. Volete la vostra sicurezza, volete il mondo più pulito e dove stare meglio? Beh, alzate il culo, datevi da fare e vedete quanto cazzo “costa”. Voi siete liberi di vivere la vostra vita come meglio credete. Non mi sogno manco lontanamente di imporre il mio punto di vista. Ci sono le mie cose qui e molti strumenti per approfondire da soli, per farvi un’opinione. Per provare a capire le cose. Adesso c’è il link ad un blog per imparare ad uscirne, a riconoscerli, a difendersi. Non capite me, leggete quello. Non capite me e il che ci sta per come scrivo ma se non comprendete manco l’altro allora o siete scemi o non volete capire o peggio, siete fatti della stessa pasta e capire significa ammettere di essere come loro. Ecco, vedete di rispettare me come cerco di fare con voi. Di cacca, per dio, nel mio giardino non ce ne portate più. Cammino da solo più volentieri.
La parte più bella della mia vita oramai è andata. Da qui in avanti è tutto in rapida e veloce discesa, natura docet. Non cercate di farmi chiudere in bellezza con un muoia Sansone e tutti i filistei. Tenete un atteggiamento umano e qui è sempre aperto qualsiasi religione voi preghiate, di qualsiasi colore sia la vostra pelle o che siate alte, basse, magre o rotonde, oppure andatevene a fanculo. Ecco :)
Stavo cercando come al solito tutt'altro ma ultimamente reinciampo sempre in qualcosa di inaspettato e che mi riconduce ad uno stesso argomento. Una volta è un caso, due volte dicono i buddisti, non lo è. Io mi son sempre attestato al III caso ma sposta di poco il punto. Ho trovato il pezzo che segue e dopo averne parlato con la doc, l'ho tradotto. Ho preso anche un paio di pezzi del doc Hare che capitano a fagiolo. In effetti da ieri posso annunciare che non conosco più nessuno/a che non si sia imbattuto/a e scornato/a con uno/a psicopatico/a. Sembra che questo blog in qualche modo debba quasi cambiare tiro o per lo meno concentrarsi sulla difesa dalle teste di cazzo senz'anima aiutandovi a riconoscerli/e ovunque si nascondano. In famiglia, tra gli amici e gli amanti. Effettivamente è un bel pensiero, confortante e alle volte molto esaltante riuscire a fare in modo che non vi siano più posti dove possano nascondersi e seguitare a far del male al prossimo. Oddio, una soluzione più pratica ce l'avrei ma non mi sembra il caso di esprimerla o va a finire che mi denunciano per istigazione alla violenza. La mia divisa è da qualche parte nell'armadio e non portandola più, manco avendo nessuna autorizzazione a fare, diventerei peggio di loro. Così mi limito a stare nel seminato.
"Nel corso degli anni ho fatto l’abitudine a esperienze come quella che segue. Durante un pranzo, in risposta a una cortese domanda sul mio lavoro da parte di un commensale, descrivo brevemente le caratteristiche distintive dello psicopatico. Inevitabilmente qualcuno a tavola diventa pensieroso e poi esclama: “Buon Dio, penso che Tizio lo sia...”, oppure “Non me ne ero reso conto prima, ma la persona che lei descrive è mio cognato”. Queste risposte preoccupate e turbate non si limitano alla sfera sociale. È molto frequente che persone che hanno letto del mio lavoro chiamino il nostro laboratorio per descrivere un marito, un figlio, un datore di lavoro o un conoscente il cui comportamento incomprensibile gli provoca dolore e sofferenza da anni. Ti sceglierà, ti disarmerà con le sue parole e ti controllerà con la sua presenza. Ti delizierà con la sua intelligenza e i suoi progetti. Ti farà stare bene, ma dovrai sempre pagare il conto. Ti sorriderà e ti ingannerà e ti spaventerà con i suoi occhi. E quando avrà finito con te, ti abbandonerà e porterà con sé la tua innocenza e il tuo orgoglio. Ti ritroverai più triste, ma non più saggio, e ti chiederai a lungo cosa è accaduto e dove hai sbagliato. E se un altro come lui busserà alla tua porta, gli aprirai?" Robert Hare
Beh io si. Le aprirò la porta diretta verso l'inferno in cui il diavolo, riconoscente per avergli incendiato l'ambiente, m'ha fatto una promessa: di tenerli con la testa sotto nel III girone che la cacca per lo meno è un buon concime, le/ui e quelli come le/ui, no.
Di quello che sto per rivelare non è una cosa che non ti avrei mai detto o ammesso, perché farlo, farebbe finire il gioco del “vincitore-prende-tutto” che è la mia principale fonte di piacere nella vita. Qualcosa una che effettivamente ti obbliga a portare tutto il mio peso nella nostra relazione.
E questo è l’intero punto.
Quando dico "ti amo" intendo dire che amo quanto lavori duramente per farmi sentire come il tuo tutto, che mi vuoi fare felice e che io non possa sentirmi in obbligo di fare lo stesso.
Amo il potere che ho, quello di approfittarmi della tua gentilezza e delle tue intenzioni di essere cortese, il piacere che ne deriva quando mi sento enorme comparata a te, e colgo ogni occasione per farti sentire piccolo ed insignificante.
Amo la sensazione di pensarti debole, vulnerabile, emozionalmente soffice (tenero), e mi piace guardarti dall’alto per la tua infantile innocenza e ingenuità, come debolezza.
Mi piace il modo in cui so che attraverso l'uso della manipolazione, ciò che vuoi discutere o affrontare non avverrà mai. Mi piace questo "potere" per allenarti a farti sentire "pazzo" anche per quello che chiedi o sollevi su questioni che proprio non mi interessano effettivamente. Riduco così ogni tua aspettativa su di me ed in quello che sono in grado di darti mentre io non rinuncio al mio (che prendo) da a te.
Amo quanto sia facile farti mantenere la tua sola attenzione nell’alleviare il mio dolore e (mai tuo!), e che, a prescindere da quello che fai, non mi farai mai sentire abbastanza buona, abbastanza cara, abbastanza rispettata, abbastanza apprezzata e così do seguito. (La miseria ama la compagnia.)
(Non riguarda la vicinanza, l'empatia, la connessione emotiva che tu vuoi o quello che ti urta o che ti imbarazza o quanto poco tempo trascorro con te coi figli, ecc. È sul mio status e faccio il mio lavoro per tenerti al tuo posto nel dolore. Concentrato nel sentire il mio dolore, impedendoti di sentirti valorizzato in relazione a me stessa. Sono superiore e ho il diritto a tutto il piacere, l'ammirazione e il conforto tra di noi, ricordi?)
"Ti amo" significa che amo il modo in cui mi sento quando sei con me, più specificamente, per te come un pezzo di proprietà che possiedo, il mio possesso. Come guidare una macchina rubata, amo la misura in cui potrai migliorare il mio status agli occhi di altri, facendo loro sapere che sono la dominante e così via. Amo pensare che gli altri sono gelosi dei miei beni.
Io amo il potere che ho di farti lavorare sodo per dimostrare il tuo amore e la tua devozione, chiedendoti cosa altro puoi fare per "dimostrare" la tua fedeltà.
"Ti amo" significa che amo il modo in cui mi sento quando sono con te. A causa di quanto frequentemente mi odio e guardo negli altri in generale i neuroni-specchio nel mio cervello mi costringono a sperimentare costantemente i sentimenti di autodifesa; così adoro il fatto che posso amare me stessa attraverso te. Che anche l'amore l’amore stesso ti odia per la mia "necessità" di dover affidarmi a te o a chiunque per qualsiasi cosa.
Mi piace che tu sia lì per incolparti ogni volta che sento questa "necessità"; la sensazione di disprezzo per te sembra proteggermi da qualcosa che odio ammettere, che mi sento totalmente dipendente da te per "nutrire" il mio senso di superiorità e diritto. Per mantenere viva la mia illusione di potere nella mia mente.
(Niente mi fa sentire più fragile e vulnerabile di non avere il controllo su qualcosa che avrebbe rovinato la mia immagine e mio status superiore, come quando tu mi domandi per "come" mi tratti, come se ancora tu non capisca che devi accettarti come un oggetto per il mio piacere, felicemente riconoscente per come ti tratto, o come tratto i bambini - è la prova fondamentale della mia superiorità, al mondo. quelle cose "pazzesche" che solo le "deboli" persone hanno bisogno, come "vicinanza" e "roba emotiva"; a proposito, so che questo "funziona" perché la mia infanzia mi ha insegnato a farlo nella mia interiorità.)
Adesso, dopo trentasette anni, ha un senso porca paletta. Si che ha un senso che non avrei mai immaginato ma la vita come si dice, prima ti da la prova, poi ti impartisce la lezione. Adesso la vedo anche con altri occhi e ho ricominciato a studiare come la mia ex. Lei darà l'esame, io no ma non mi importa di avere un dottorato. Ora, c'è da dire che in questa canzone decretata come la più bella degli ABBA, non ci sono similitudini o accenni al narcisismo, anzi. E' molto sentimentale e addirittura nel 2009 superò concorrenti come i Queen, i R.E.M., Celine Dion, e George Michael (fonte, wikipedia).
Magari, tra le tante persone che mi seguono, la roba davvero ben descritta dall'articolo sopra, si chiederà il perché, Mastro scrive e ne parla ancora di te e di tutti/e quelli/e come te. Mastro fa la sua vita felice ma sa che.. non te lo dico, ti attacchi al cazzo che ti riesce pure bene. S'attaccheranno al cazzo tutti/e quelli/e che hanno preso per il culo amici ed amiche fintanto che non si sono scoperti ma la cosa mi piglia parecchio anche se in senso virtuale. Costringere questi puzzoni a nascondersi e star ben sotto, pregando che nessuno li riconosca nei loro atteggiamenti, i furbi, quelli più bravi di tutti e che non hanno mai fatto i conti con l'empatia ed i sentimenti. Tornando ad Hitler, il primo bombardamento di Londra fu uno sbaglio. Calcolarono male la rotta di notte le sganciarono li. Fecero talmente tanto incazzare i britannici che qualche notte dopo toccò a Berlino, poi a Lubecca, Dresda, Padebon, Minden, Peenemunde, Münster, Hannover e via così, fintanto che non ci fu quasi più un fabbricato in piedi. Non fate incazzare il prossimo soprattutto quando vi ritenete più furbi, più intelligenti e superiori con il diritto di poter disporre e fare tutto quello che vi pare, sempre incolpevoli.
Riprendendo un discorso fatto su un altro blog in merito al dolore narcisista, ribadisco il concetto: il vostro sangue è uguale a quello di tutti gli altri. Se vi sparano o vi danno una martellata su un piede, urlate pure voi magari con una diversa percezione del medesimo ma o lo capite "veloce o finiranno i piedi". Ah, sono responsabile di quello che scrivo non di quello che ci leggete. Rimangono metafore e modi di dire. Nessuna minaccia. Fare informazione su il prima li riconosci, prima li eviti e li isoli, meglio è per tutti. A prescindere. A firenze diciamo: "L'acqua cheta la rovina i ponti", Lao Tzu, in altro modo: "In tutto l’universo non vi è nulla di più morbido e debole dell’acqua. Ma nulla le è pari nel suo modo di opporsi a ciò che è duro. Nulla può modificare l’acqua. Che la debolezza vinca la forza, che la morbidezza vinca la durezza ognuno sulla terra lo sa, ma nessuno è in grado di fare altrettanto".
Volevo scrivere di Weinstein e lo farò ma oggi ho letto questo e mi ha colpito profondamente. Ecco:
"Non c’è nessuna formula per definire il rischio. Per ciascuno di noi le aree di rischio, in qualsiasi momento della vita, sono differenti; il rischio di una persona può essere l’assuefazione di un’altra. Ma ci sono tre aree in cui il rischio può cambiare la qualità della nostra vita:
1. La volontà di essere più vulnerabili – di aprirsi, di esplorare i nostri meccanismi di difesa e di protezione, esponendo i nostri lati oscuri e segreti.
2. La volontà di vivere con un livello di onestà più alto – di onorare i nostri impegni e le nostre promesse e di condividere anche quando abbiamo paura.
3. La volontà di essere vivi – di affermare la nostra creatività e attraversare le paure, la vergogna, gli scoraggiamenti e le delusioni che si affacciano inevitabilmente ogni volta che corriamo il rischio di essere vivi e creativi.
In tutte queste aree non sono i risultati a essere importanti ma la volontà di mettere alla prova i nostri limiti, perché è questo che segnala alla nostra coscienza superiore che siamo pronti a entrare in un nuovo livello di consapevolezza. In tutte queste tre aree c’è inevitabilmente la paura[1].
Quando sopprimiamo ciò che conta decidiamo di restare a un livello leggermente diverso dal primitivo e dall’animalesco. Se ne vanno, quindi, la gioia, l’amor proprio, la gratitudine, la solidarietà, il buon senso e quella cosa un po’ fuori moda chiamata felicità." [2]
Bello perché leggo ancora che in psicologia si professano valori di buona educazione mentale proprio del buddismo. E' un intreccio che si insegue fino dalla notte dei tempi alla fine.
"Il miglior rapporto? Quello in cui ci si ama più di quanto si abbia bisogno l’uno dell’altro». No, non è la teoria di uno psicoanalista. È uno dei 18 precetti per la felicità del Dalai Lama. Che è arrivato – per via spirituale – alle stesse conclusioni di Freud & co. «Una relazione sana è quella in cui i partner non si compensano a vicenda gli “squilibri”, ma sono entrambi consapevoli delle proprie necessità ed emozioni. Capaci di auto-nutrirsi. Non stanno nella coppia per “prendere” bensì per dare, ..."
Però bisogna volerlo. Bisogna essere gli artefici del proprio cambiamento. Non è una roba da poco, è prendere coscienza di quello che siamo. CHI siamo e da li crescere. Rimane il fatto che il buon sesso si fa con l'istinto. A letto conta quello ma senza evoluzione interiore tutto si perderà al di fuori delle mura di quella stanza. La candela senza fiamma è solo cera, la fiamma senza candela non può esistere. E' cosi semplice in fondo.
Così richiamo alla mente questa bellissima canzone che sentivo da ragazzino con il primo mangianastri a cassette. E' pura poesia. Chiudete gli occhi e immaginatevela in ambiente SM. Non ci avevo mai fatto troppo caso fino ad oggi ma mi rendo conto che alla fine tutto quello che mi ha spinto a fare e dare è davvero questo.
E ti prendo piano piano
Fino al punto dove muore
La tua voglia d'impazzire
(tu stasera mia)
E nel buio e nel silenzio
Le radici del tuo mondo
Danno origine al mio mondo
(tu e così sia)
Se adesso tutto mi crollasse addosso
Non me ne accorgerei.
Il gioco impazzito più dolce riprende.
I tuoi occhi mi sorridono stanchi
Luminosi mentre cerco i tuoi fianchi.
Le parole si fan quasi preghiera...
[1]AMANA, Thomas Trobe. A tu per tu con la paura. Vincere le proprie paure per imparare ad amare. Feltrinelli, 2006, p. 195.
[2] L’accettazione della propria vulnerabilità come rito di passaggio nel superamento dei traumi relazionali. L'arte di salvarsi.
Mettiamola così senza dover per forza ripetersi un miliardo di volte. Lo scrivo qua e poi lo metto nei principianti e nuovi arrivi, cambiando titolo va.
Quelle...
Che ti dicono una cosa adesso e dopo cinque minuti l'esatto contrario.
Che fanno la stessa cosa la mattina e la sera, il giorno prima ed il giorno dopo.
Che credono che sia un problema di classe sociale.
Che credono che vi sia un problema di istruzione
Che hanno un padrone, soprattutto da poche ore o pochi giorni.
Che ti fanno la lista della spesa e credono che questa roba sia lo stesso.
Che hanno trovato un master in un sito a tema.
Che l'hanno trovato per strada.
Che invece ne hanno trovato uno fai da te.
Che il master era in un pacchetto di detersivo come omaggio.
Che pensano che toccarsi faccia perdere la vista.
Che mi piacerebbe, devo trovare una scusa ma che poi non hanno nessuna intenzione di trovarla.
Che hanno tempo da perdere e lo dedicano tutto a rompere il cazzo agli altri.
Che non si fanno toccare.
Che ti devi adattare a come vogliono loro e non se ne parli più.
Che credono che il dolore sia la soluzione.
Che fanno sempre quello che vogliono.
Che pensano che la loro topa sia la più preziosa del mondo.
Che visto che te la do, fanno come gli pare.
Che valutano le persone in base alla distanza.
Che decidono se uscire con qualcuno solo se è libero.
Che pensano che la falsità sia un caso raro.
Che l'SM sia un ruolo, quello del TOP e quello della BOTTOM.
Che credono e vogliono portarsi in casa un gioco divertente.
Che se non è più fornito di un sexy shop, non ne vale la pena.
Che la lealtà sia un optional.
Che se non ha l'albo dei trofei, non ne valga la pena.
Che se vi da un collare, scodinzolate come una cagnolina idiota.
Che lui è il mio tutto, io sono il suo oggetto. Fare quello che desidera, mi rende felice.
Che dovete stare dietro a lui che se parlate poi dite solo cazzate.
Che se non vi addestrano ad essere così, non è un master.
Che se non siete così, non siete una brava slave.
Che se non vi dice come vestire, cosa mettere e cosa fare non è bravo ma solo un pressappochista.
Che se non vi lega e non vi espone esaltando la vostra bellezza, non è degno di voi.
Che credono che qualsiasi cosa vi si debba dire, è quella che vi aspettate di sentire, altrimenti non vi sentite apprezzate.
Che i vibratori mordono.
Che i "ti amo" siano un modo per rendere più piacevole l'intimità.
Che le promesse e giuramenti, siano legati ad uno stato di eccitazione permanente, quindi da non prendersi sul serio.
Che decidono di uscire con qualcuno, solo se è figo.
Che arrivano e non si presentano.
Che vogliono le spiegazioni sintetiche e/o se non sono il loro sintonia, non va bene e se ne vanno senza salutare.
Che credono che la gentilezza sia un optional.
Che pensano che per essere amica di qualcuno, sia sufficiente farci due chiacchiere in chat.
Che credono che l'amicizia sia non prestare aiuto, conforto, presenza all'altr@ perché non la pensa come loro.
Che se siete così, la colpa non è vostra ma di quelli che ve lo fanno notare.
Beh...
AVETE SBAGLIATO BLOG E PERSONA :)Consiglio a tutte un blog di uno psichiatra ma dubito che ce ne sia uno in grado di poter fare qualcosa per voi. :)
Ecco, si. L'altro giorno su un altro blog parlavamo di imparare dagli animali e dalla natura e oggi l'autrice e per altri versi, porta un esempio della saggezza animale. Oggi vorrei parlare di lealtà, fedeltà e amore che gli animali (tutti), ci danno. Prenderò l'esempio di un cane anche se potrei mettermi qua a raccontarvi storie talmente strane tra gli umani e gli animali selvatici che forse solo adesso la gente comincia a credere come vere. Fino a qualche anno fa, ti prendevano semplicemente per pazzo.
Hachiko (Hachikō ハチ公), il cui nome vero era Hachi ("Otto", numero tradizionalmente fortunato), e Ko, come vezzeggiativo, era un cane di razza Akita, nato il 10 novembre 1923 in una fattoria del Giappone e venne adottato dal professor Hidesaburō Ueno, titolare della cattedra di agronomia nell'università Imperiale di Tokyo. Nacque così un bel rapporto tra i due ma il destino volle che il professore, due anni dopo, venisse stroncato da un ictus durante una lezione all'università. Il cane che era solito accompagnare il suo "padrone" al treno della stazione di Shibuya la mattina ed aspettarlo al ritorno la sera, non ebbe mai pace e non smise mai di andare ad aspettare Hidesaburō per i successivi dieci anni. Io che non conoscevo questa storia e nemmeno dell'esistenza di un film, mi sono appassionato perché ho vissuto delle similitudini profonde. Una lupa adottata che mi ha accompagnato all'autobus tutti i giorni e tutti i giorni era li ad aspettarmi. Tutti i santi giorni, mai e dico mai mancato un giorno. Mi chiedevo come facesse a sentire il mio ritorno. Era semplice in fondo, andava a controllare a tutti gli autobus fintanto che non conosceva i miei orari che cambiavano di anno in anno. Se n'è andata prima lei, dolcissima, indimenticabile, unica cucciola. Mi manca da morire. darei non so cosa per averla ancora qui, per una carezza, una coccola o uno dei suoi baci. Avevamo molti cani ma questa era davvero speciale ma non sono qui per raccontarvi di me quindi, torno volentieri alla storia.
Dalai Lama e Richard Gere
Di quello che faceva Hachi, se ne erano accorti tutti. La voce si sparse e cominciarono ad arrivare da tutto il Giappone per vedere il cane, per portargli una carezza o una coccola. Hachi, indisturbato, rimase li, tutte le sere fino a tardi ad aspettare, aspettare ed ancora aspettare. Fino a che la sera dell'8 marzo 1935 inevitabilmente si spense in una strada della città ma che consegnò con la sua vita il valore dell'amore più puro all'eternità. Ogni anno, in questa ricorrenza, si celebra una cerimonia presso la loro tomba in ricordo suo amore.
La notizia fece rapidamente il giro di tutto il Giappone. Venne proclamato un giorno di lutto nazionale per ricordarlo. Fu commissionata una statua perché rimanesse a perenne ricordo e posta una statua bronzea a perenne ricordo posta li dove, Hachi aspettava nel 1934. Per le vicende belliche, fu poi fusa ma nel 1948, ne venne realizzata una copia dallo scultore Takeshi Ando e rimessa dove è tutt'ora. Hachiko è tutt'oggi impagliato e conservato al museo Nazionale delle scienze di Tokyo ma le sue ossa vennero sepolte accanto alla tomba del suo amato. In Giappone questo significa farli stare per sempre assieme.
C'è da noi il Fido italiano a Borgo San Lorenzo che fece qualcosa di simile. Hachiko però sapeva della morte del suo padrone e non era un cane stupido. Seguitò comunque a sognare, a desiderare oltre ogni possibile ragionevole speranza, di poterlo reincontrare comunque. Per questo la sua storia è così importante. Ricordate questa data che è pure la festa della donna, un cane sconosciuto a molti il cui esempio ci fa sperare in un mondo migliore.
Recentemente è stata ritrovata una foto di Hachiko alla stazione di Shibuya che mi sono permesso di ripulire un po' visti i buchi che c'erano. Peccato di non avere una scansione decente e riportare quella foto ad oggi, come se fosse fatta un attimo fa.
L'università di Tokio decise di far fondere un'altra statua per gli 80 anni della morte di Hachiko e per i 90 del loro incontro. E' l'augurio che da qualche parte, forse in un'altra vita o in un altro stadio, i due si possano di nuovo incontrare. La statua è visitabile dal pubblico. La posizione è vicino al cancello universitario, che si trova a pochi minuti a piedi dalla stazione Todai-mae sulla metropolitana Nanboku della metropolitana di Tokyo. Qualche anno fa c'è stato un remake del primo film giapponese sulla loro storia ambientato negli U.S.A. con Richard Gere facente il corrispettivo nel professor Ueno, dal titolo: "Hachiko, una storia d'amore"
La scena finale del film.
E la foto del ritrovamento del cane, con persone in preghiera. Voi sapete vero che noi buddisti crediamo nella reincarnazione e nella presenza di un'anima si? Ecco, da questo punto di vista non sappiamo di chi sia quell'anima ma di sicuro è un'anima buona e dolce che ci ha insegnato qualcosa, che ci ha dato qualcosa!
Così se davvero vogliamo imparare dagli animali, impariamo questo. Loro non si sentono stupidi ad andare ad aspettare chi non tornerà. Loro non pensano di essere giudicati perché amano. A loro non importa cosa pensano gli altri del loro amore. Loro semplicemente amano, punto e basta, senza ma, senza perché e senza alcuna condizione. Ci insegnano che stare assieme è una cosa semplice. Loro non hanno niente, non hanno una casa, non hanno un frigo, una dispensa. Non usano cappotti o sciarpe. Non hanno soldi e non possiedono altro che loro stessi e quello che possono dare. La fame punge alle volte, così come il freddo nelle notti fuori ma a loro non importa. Una carezza, vicini-vicini, è semplicemente il tutto.
一日一生 - Ichi nichi isshou
Un giorno, una vita
E si vede che ancora oggi è un bel posto dove andare a farsi fare una coccola.