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sabato 6 agosto 2016

Una cosa così

Nonostante tutto quanto, cercar di capirmi è come voler comprendere il mare da una singola onda che si infrange sulla battigia.

Vergogna

E' da qualche giorno che parlo con un'amica di situazioni vissute e qualcuna tutt'ora in vita. Non se riuscirò a scrivere sto post in modo asettico ed in modo comprensibile da tutti visto l'andazzo generale.

La domanda che mi è stata posta è "Tu ti vuoi bene"?

Risposta: Non sempre. Più che altro non amo quello che mi succede intorno. Trovo incomprensibile andare ad elemosinare attenzione ed amore verso qualcun* che non ha intenzione di dartelo. Puoi mandare messaggi, pubblici, privati per un po'. Poi basta perché ti umili anche verso i tuoi stessi bisogni che dovrebbero essere uno standard non una ricerca o una pretesa. L'umiliazione qua è ricchezza, come la dominazione e la sottomissione. così diventa solo qualcosa di sciatto e di basso, vuoto, insulso.

Lo so che provi, ognuno di noi lo sa per chi ci è passato o lo sta facendo adesso. L'anno scorso feci pure dei video e credevo e tutt'ora credo che non riuscirei a fare qualcosa di meglio per esprimermi. Nulla, vuoto. Strilli ti incazzi per cosa? Aveva ragione "La grande anima": "Se urli tutti ti sentono, se bisbigli solo chi ti è vicino, ma se stai in silenzio solo chi ti ama ti ascolta."

Così se ti chiedono di sparire, allora sparisce tutto ma proprio tutto anche quello che stato dedicato, scritto magari da una discussione privata e messo a disposizione dei lettori perché ne facessero buon uso. Sono spariti i ricordi, sparito il tempo, sparito tutto quello che è stato. Pufff con tre effe :).
Ho pubblicato tante volte le frasi dell'ultimo samurai visto che quel film è pieno di zen e di filosofia orientale. Si lo so che non è vero, che è un'idealizzazione di figure storiche ma non sposta il punto di una virgola. Per citare i valori occidentali che non sono molto diversi in teoria ma poi nella pratica  tutti e due sono  antitetici. 

"Il signore diceva: " In nome di Dio, di San Michele e di San Giorgio io ti faccio cavaliere. Sii leale, forte, generoso." Un cavallo veniva subito dato al nuovo cavaliere e pure il ceffone per farlo traballare e risvegliare.
  1. Tu crederai a tutto ciò che la Chiesa insegna ed osserverai i suoi comandamenti. 忠義, Chugi: Dovere e Lealtà
  2. Tu proteggerai la Chiesa.
  3. Tu difenderai tutti i deboli仁, Jin: Compassione
  4. Tu amerai il paese dove sei nato. 名誉, Meiyo: Onore
  5. Tu non ti ritirerai mai davanti al nemico. 勇, Yu: Eroico Coraggio
  6. Tu farai la guerra ad oltranza contro gli Infedeli.
  7. Tu adempierai i tuoi doveri feudali, se non sono contrari alla legge di Dio. 名誉, Meiyo: Onore
  8. Tu non mentirai mai, e sarai fedele alla parola data.  誠, Makoto: Completa Sincerità
  9. Tu sarai liberato e generoso con tutti. 仁, Jin: Compassione
  10. Tu sarai il campione del diritto e del bene, contro l'ingiustizia e il male. 義, Gi: Onestà e Giustizia; 礼, Rei: Gentile Cortesia.
Il risultato era che poi faceva letteralmente gli affari suoi nel peggiore dei modi. Un samurai ci avrebbe messo un batter di ciglia a fare una strage semplicemente perché guardato male alla faccia della protezione di donne e bambini.

Non v'è molto di diverso tra questi ed i principi del Bushi-do, solo che in quest'ultimo la chiesa non v'è. Da buon "non credente", non vi sono alternative, parrebbe logico e quasi pacchiano spiegare. Noi non crediamo nelle favole ma se parliamo di magia IL mago è MERLINO, LA strega è MORGANA ed il Re, ARTU'. Già, Merlino risvegliò l'alito del DRAGO per farlo nascere. Oh che strano, un drago buono in occidente.
Così se vuoi sparire ed è un diritto di tutti, per il mio personale e contestabilissimo punto di vista è "...perché ti vergogni di quello che hai fatto.
PERCHE' TI VERGOGNI DI QUELLO CHE HAI FATTO
PERCHE' TI VERGOGNI DI QUELLO CHE HAI FATTO".

No, non è strillata  è che ha l'eco :). Oh, dove l'ho sentita? Boh! ;)

Siccome faccio sempre conto di parlare con gente che ha la cultura di un paracarro e non me ne vogliate, spesso è così. Da http://www.treccani.it/vocabolario/vergogna/
vergógna s. f. [lat. verecŭndia; cfr. verecondia]. – 1. a. Sentimento più o meno profondo di turbamento e di disagio suscitato dalla coscienza o dal timore della riprovazione e della condanna (morale o sociale) di altri per un’azione, un comportamento o una situazione, che siano o possano essere oggetto di un giudizio sfavorevole, di disprezzo o di discredito: sentire, avere, provare v. di qualche cosa; avrei v. di comportarmi vigliaccamente come ha fatto lui; non hai v. delle bugie che hai detto?; aveva sempre nascosto, per v., il suo passato; non hai v. di andare in giro così (mezza nuda, o vestito come un pezzente, ecc.)?; gente che non ha, che non sente v., spudorata; e in genere, non avere v., non avere pudore. b. Con sign. meno grave, riguardo, ritegno suggerito da senso di discrezione o da timidezza: non bisogna avere v. di chiedere ciò a cui si ha diritto; il bambino sa tante poesie, ma ha v. di recitarle quando c’è qualche estraneo (più com., in questo senso, si vergogna). c. La manifestazione esterna del turbamento prodotto dalla vergogna, e soprattutto il rossore del volto: si fece avanti pieno di v.; arrossire di v. (o per la v.), essere rosso di v.; E di trista v. si dipinse (Dante); la donna, che assai onesta persona era, udendo così dire al marito, tutta di v. arrossò (Boccaccio); Tutto avvampato di v. in faccia (Ariosto). 2. a. Fatto o situazione che costituisce o che reca disonore e discredito, e il disonore stesso o discredito che ne è la conseguenza: meglio la morte che la v.; cose che fanno v., che tornano a v. di chi le fa; povertà non fa v. (prov.); rimanere in v., rimanere disonorati, e nell’uso ant. anche come equivalente di tornare a v., essere di disonore: li falli d’Edippo ... paiono rimanere in v. del figlio (Dante); come esclam., vergogna!, che vergogna!, con tono di forte biasimo: rispondere così ai genitori, vergogna! b. Molto frequente con sign. concreto, fatto, comportamento o persona che è causa di discredito o che merita condanna e riprovazione: è una v. quello che hai fatto; che v. questa sporcizia per le strade!; è una vera v., questo disservizio postale; quando è necessario, non è v. chiedere un favore; quel ragazzo è la v. di tutta la famiglia. c. Al plur., le vergogne, le parti genitali (come sinon. più fam. e solo scherz. dell’ormai raro pudenda): andava in giro per casa mezzo nudo, o mezza nuda, senza neanche curarsi di nascondere le vergogne. ◆ Dim., non com., vergognétta, vergognùccia (più com. il plur. vergognétte, nel sign. 2 c di vergogna, con riferimento a bambini); pegg., non com., vergognàccia..
Ebbene la vergogna non è altro che la PAURA di essere giudicati per aver fatto qualcosa in piena libertà di coscienza e capacità di intendere e di volere. Ognuno è e rimane libero di cambiare idea ma nessuno si esime dalle responsabilità prese nei confronti del prossimo senza costrizione. Non la prendete come una minaccia verso nessuno ma rimane il quanto. Infatti non in tutti gli stati e le nazioni del mondo vi è lo stesso criterio legislativo. C'è chi parte dal principio che se vai in giro a metter foto e poi tornano indietro e beh, son cavoli tuoi. Insomma è un po' come dire che se fai acrobazie con una tavola su un corrimano, non è colpa del corrimano e di chi ce l'ha messo ma tua che ci salti su. Foto e film non sono corrimano, non è un uso "improprio" così la vedo e nonostante quello che possiate pensare, non le chiedo, non le faccio. Una sola volta ho detto, se ti va filma e fotografa, le mettiamo su youtube così che tra qualche anno possiamo rivederle e riderci su. Vedere come siamo cambiati" ma stavo credendo a delle false promesse e beh, chi le riguarderà? Non importa, erano false pure quelle.

Se vai in giro a fare porcellate e la tua partner, il tuo partner si accorge e si sente offes*, e beh prova a chiedere scusa. In genere la prima la passano così aspettiamo la seconda con bibite e noccioline come ho detto spesso all'amico Shink, poi arrivano le legnate che "il lupo perde il pelo ma non il vizio". C'è chi fa un passettino in avanti e personalmente la trovo una più equidistante posizione, come quella del Texas che dice che puoi mettere in rete quello che ti pare ma se causi un danno, ne rispondi con un indennizzo. Ovvio che il danno è da dimostrare e l'indennizzo pure ma succede.

Un ciccio biriccio nel corso degli ultimi quattro anni è diventato cicco spezzatino, ciccio formaggio, poi è sparito il ciccio ed è diventato vegetariano. E' apparsa una pagina anonima e dai che si continua a far danni. Sapete come funziona qua in Italia vero? Se qualcuno vi mette davanti un problema, prima l'attaccate poi l'evitate. Quindi evitate anche l'argomento fintanto che a giri larghi non ci cadete pure voi e allora andate a cercare un gruppo di persone finiti nello stesso guaio e fate casino perché vi ascoltino. Insomma, non c'è niente meglio per capire che ricevere "un calcio diretto nei testicoli".

Quindi, come per me e te e purtroppo troppi altri. Inutile andare a elemosinare attenzione, amore, rispetto, lealtà, riconoscenza verso qualcuno che della vergogna ne ha fatto l'ennesima difesa della propria nullità o di una vita trascorsa solo a riscuotere egoistiche opportunità fregandosene di tutto e tutti. Non dimenticare il male che ti ha fatto e se c'è ancora, guarda prima il male che il poco o il falso bene che ottieni.
Non me ne vogliate se qualcun* qua ci si riconosce. E' purtroppo diventato davvero un modo di fare troppo comune perché i casi siano solo personali.

YOU ARE NOT OBLIGATED TO FORGIVE YOUR ABUSER IN ORDER TO RECOVER.
YOU ARE NOT OBLIGATED TO FORGIVE YOUR ABUSER IN ORDER TO RECOVER.
YOU ARE NOT OBLIGATED TO FORGIVE YOUR ABUSER IN ORDER TO RECOVER.
YOU ARE NOT OBLIGATED TO FORGIVE YOUR ABUSER IN ORDER TO RECOVER.
YOU ARE NOT OBLIGATED TO FORGIVE YOUR ABUSER IN ORDER TO RECOVER.
Fuck what you’ve been told, forgiving and forgetting doesn’t always work"
Servisse a qualcosa, a tenerti stretto qualcuno che davvero ti ama. Qualcuno per cui la "tua" assenza è un buco profondo nella sua esistenza. Qualcuno per cui il non esserci l'altra (te), fosse semplicemente la mancanza dell'aria che respira per essere vivo. Qualcuno che ti ricambia con la stessa dedizione, rispetto e amore che "tu" gli dai, posso capire. Anzi si, avanti così. Se è una persona vera, capirà. E' che TU devi comprendere quando stai solo cercando di tirar fuori del sangue da una rapa. Devi cambiare ortaggio. E' un po' come quello che metti dentro nello stomaco. Mettici le cose giuste e vedrai che stai meglio. Questo è "l' ordine" nella vita".

Come disse la mia psicologa preferita,
(maestra): "Niente è peggiore e
devastante come mettere qualcuno
davanti a se stesso ed il suo modo
di fare. Così si va avanti, a indifferenza,
indifferenza. A inutili tentativi di
ottenere "guadagno", a immensi buchi

nell'acqua. 
C'è qualcos'altro su cui meditare però. La voglia di farti fess* a tutti i costi e con ogni mezzo. Mentono e si aspettano che tu non menta loro. Pretendono a tutti i costi ma non sono disposti a dare. Mi fanno l'idea di uno stupido ladro che con in mano una pistola minaccino i proprietari di casa e prendano talmente tanta roba, anche inutile da non poterla portare e quando se ne vanno, dicono cose del tipo: "Grazie è",  come se consapevolmente gli avessi dato tu il quanto. Giorni di vita, paure, sogni, felicità, sicurezze e perché no, regali anche piccoli di ogni forma e natura, anche quelli con cui si gioca. Tempo.
Qui dovrebbe quasi essere la perfezione.  Nessuno ti obbliga, anche i comandi sono "inganni" perché il piacere di stare assieme sia ancora più intenso. Non dovrebbe esserci fine all'amore. Non credo davvero si possa smettere di amare qualcuno. Semmai ci sono interessi che alle fine ti portano "a litigare". È stupido ma è così.  Ci portiamo qui dentro il cuore di tutti i giorni e questo è lo sbaglio. Prendo ad esempio il tuo desiderio di provare con un'altra donna che è stato ed è il desiderio di molte e che poi fa ai cozzi con la paura di perdere qualcuno o qualcosa. Il partner o l'intensità. Fare e vivere l'uno per l'altra in reciprocità che questa è la vera chiave del piacere. Fidarsi non è non aver paura a spogliare il corpo. Fidarsi è dare la propria anima a chi ne ha rispetto e la custodirà con cura. Anche questo è volersi bene in un certo qual modo. Dare il giusto a chi se lo merita perché E' giusto così e gli altri, quelli che ti usano ed abusano, metterli dove meglio stanno. Nel nulla da dove provengono e dove credono di vivere.

Non elemosinare una presenza, non chiedere di essere a chi non è e mai sarà. Non siamo sbagliati amica mia, siamo LIBERI, siamo VERI.

martedì 2 agosto 2016

Fiammiferi

Ci sono delle persone che incontri che si accendono subito di una fiamma vivida, intensa,  lucente e calda ma bruciano come fiammiferi. In pochi secondi diventano dei carboncini contorti e spenti, inutili, insignificanti come quello che hanno dentro. Il nulla.

domenica 31 luglio 2016

Zoccoleggiamento

La mia collaboratrice dice che bisognerebbe ricominciare a zoccoleggiare. Così per farla contenta oggi mi posto un set di apporcellamenti di varia natura. Voi fate come cavolo vi pare (come al solito), e pure io :) .


 
 


 


 



Per caso

La buddista Thailandia e i suoi spot.
Molto ma molto belli trovati per caso.
Soprattutto il secondo. :)



sabato 30 luglio 2016

Cadute

Differenze
Adesso parlerei volentieri di SM che il BD non c'entra niente o meglio c'entra parzialmente. Nel sado-maso vi sono minimo due persone, un* sadic* che per sua stessa natura e definizione è dominante, ed un* altr* che invece è masochista e che per le medesime ragioni,  è sottomess*. La dominazione e la sottomissione sono due cose indissolubili ed intrinseche in ogni relazione SM. E' praticamente impossibile fare SM senza queste due cose. Per praticare il SM non sono necessarie le corde come non è necessaria la frusta o il cane ed in effetti non vi è la lettera "W" (whip), o "C" (cane). Non c'è il "G" di Ginger,  non c'è la sigla "CP" per Clothespin e nemmeno l"H" di handcuffs. Usare uno o più di questi oggetti nella vita di tutti i giorni, non rende le persone dei sado-masochisti. No, non è una contraddizione in termini.  Da quello che ho visto e vissuto qua, di persone sane che vogliano vivere ed anzi ampliare i sensi ed i sentimenti di una "normale" relazione entrando in una SM, sono veramente poche. Sono molto di più i soggetti che che hanno prima un serio bisogno di uno bravo psicologo piuttosto che di un* brav* master/mistress. Hanno seri - e sottolineo seri - problemi relazionali accompagnati da un'autostima del tutto esagerata per cui tutto è dovuto. Nessun obbligo, nessun dovere, solo ed esclusivamente pretese. Non hanno nemmeno la minima considerazione  delle persone con cui vanno a  letto. Anche questo ormai è purtroppo risaputo.

Riletture
Detto questo e anche per riscrivere quello che ho cancellato soprattutto quei post scritti in modo molto veloce ed approssimativo, la stessa parola maestro dovrebbe dirvi qualcosa. Per tornare al buddismo ed alle filosofie orientali, dom sta a master come "Jutsu" (tecnica), sta a "Do", via.
Per fare SM non si ha bisogno di un master, è sufficiente qualcuno che controlli e che appunto, domini. Non vi è alcuna necessità che vi insegni qualcosa che sia diverso dalla tecnica e dal piacere legato alle, pratiche. In fondo è molto semplice.  La gerarchia di comando esiste in ogni aspetto delle società.  L'unico esempio che conosco in cui vi fu un tentativo di abolirla, è dopo la rivoluzione di ottobre russa quando vennero rimossi i gradi dell'esercito e tutto piombò nel caos. Cosi vennero prontamente reintrodotti ma associati alla parola "Tovarish", compagno.  Con queste premesse, può fare Sm, chiunque può far sesso e così tutto è diventato un carnaio. 
Qui si usa dire che se sei un guscio vuoto, c'è poco da fare. In effetti è così.  Nella mia cultura, fare il vuoto nella testa di qualcun*, è la base per cominciare a "insegnargli" qualcosa. Se dentro già non c'era niente, è come versare acqua in un colino alla bene meglio incerottato. Prima o poi anche quello si stacca e ritorna ad essere un colino a tutti gli effetti. Difficile da comprendere? Suvvia, no! :)
Il master dominante è colui che viene riconosciuto come maestro di "via" da col*i a cui si affida. Per trombare e divertirvi non avete bisogno di questo. Non siete migliori o più grandi se dite chi siete davvero e che giocate e basta. Solo che spesso siamo davanti a "cose" da poco in cui apparire è più importante che essere e ottenere, è più pariteticamente importante che mantenere e tutto diventa solo un immane casino. Senza nessuna pretesa di fare lavori psicologici seri e da professionisti,  ho, abbiamo visto ragazzi e ragazze con seri problemi di autostima, timidezza ed insicurezza diventare campioni di arti marziali e di vedere miglioramenti a vista d'occhio. Abbiamo insegnato loro la via, il sapere che se serve, poter combattere la violenza con la violenza in modo rapido e risolutivo ma gli abbiamo anche insegnato che la conoscenza e l'abilità di saper uccidere, comporta un'altrettanta profondità di coscienza e responsabilità nei confronti degli altri e di se stessi. Non mi si tacci per cortesia di fare affermazioni troppo spinte. L'arte marziale è quel che è. A chi fa karate-do viene insegnato come abbattere qualcuno a mani nude, a chi fa ken-do  come affettarlo con una spada.
Premesso ciò, qui è pressappoco uguale. Ho visto donne aver paura a spogliarsi per il non piacersi a non farci più caso ed anzi, a trovare dei punti di forza in quello che sono. Ho visto donne avere altri problemi psicologici: dall'avversione ai fluidi (cosa abbastanza comune), a varie forme di situazioni nervose superate brillantemente e ho visto tutto buttato nel cesso, con la stessa velocità con cui si battono le ciglia. Ho imparato che a molti pseudomaster, importa poco chi ci sia dietro, che non hanno e sentono nessuna responsabilità verso chi hanno sotto le loro ali. Ho visto un numero esagerato di pulzelle mentire e tradire ogni possibile onesta persona per il loro interesse e comodo. Adesso attirerò di sicuro le ire di molte donne ma c'e una ragione per cui gli uomini vanno a prostitute e la risposta è drammaticamente scontata. Innegabilmente non  mi riferisco a chi è stata ridotta in schiavitù per fare il mestiere ma a tutto il resto.  Rimane comunque un gatto che si morde la coda o per dirla nel famoso quiz, se sia nato prima l'uovo o la gallina.
Di sicuro ed anche in periodi in cui i "bombarda" o "magnacci" erano poco influenti o inesistenti, la prostituzione femminile è sempre stata più diffusa di quella maschile. Per chi mi legge e da adesso, deve sapere che non nessuna avversione o repulsione per chi pratica il mestiere. Ho avuto il privilegio di uscire molti anni fa con qualcuna di loro e devo dire che nonostante tutto, ho trovato tanta ma tanta di più sincerità e lealtà in loro che in molte "femmine" che si trovano in giro e che si nascondono dietro un'apparente maschera di pulizia ed onestà. Pariteticamente nessuno voglia paragonare al sesso che si fa con una di loro quando la paghi o quando invece esce con te. Sarebbe semplicemente da folli ma son sicuro che molti non capiranno comunque. Ogni più piccola scelta è determinata dalla profondità e dalla sensibilità dei singoli, è un fatto indiscutibile. Ognuno vive il sesso, il SM se lo fa, come meglio può, crede e sente ma è anche vero che ognuno si sceglie i propri partners per gli stessi, identici motivi. C'è chi è sufficientemente contento di avere un orgasmo e li finisce e chi ha bisogno di unire alla pratica materiale "i moti dell'anima".
Fidarsi, pariteticamente può essere solo dell'atto pratico o di quello che ci si porta dentro. Delle paure, di quello che angoscia e rende felici. Di quello che nonostante tutto "non va" e che in qualche modo deve essere affrontato e risolto perché ogni stato di serenità non può, oggettivamente parlando, prescindere da questo. La difficoltà di ogni psicologo spesso è proprio questa. E' molto arduo affrontare se stessi e rivelare le proprie difficoltà ad uno sconosciuto e niente funziona senza fiducia. Tale sentimento è la base per ogni sano e profondo dialogo che ci fa conoscere l'un l'altra. Conseguentemente è e rimane il primo, imprescindibile passo verso la serenità.
Questo è stato e rimane il "mio" SM o per meglio dire, la visione perfetta in cui due persone si incontrano e si fondono in un'unica cosa superando il proprio stato di umana difficoltà per essere qualcosa di nuovo, unico e irripetibile. 1+1=1. Qualcuno ricorda? Si, beh sorvoliamo il fatto che molte l'hanno usato come la carta igienica, ognuno ovviamente mette nelle cose ciò che ha dentro. 
Credo già di averne parlato ma a me piacque molto il film "Secretary". Non è una visione irrealistica quella. E' quello che cerco e provo a costruire. Cambiare l'autodistruzione in qualcosa di felice. Modificare il senso delle cose semplicemente offrendo prospettive diverse. Si, nel film capita  caso ma tornando ai miei vikinghi, queste cose la mia "fetta di limone" me le disse 31 anni fa quando voi qua a malapena sapevate cosa fosse un vibratore fatto a forma di vero pene. Affronta le persone tentando di risolverle, di dare loro la pace interiore, di distribuire quell'armonia che è così rara e vedrai che questo non è solo piacere fisico è semplicemente il rifugio dell'anima. Scusate se è poco.

Cadute

Anche di questo ho scritto. Albert Einstein, la più grande mente del secolo scorso, tra i suoi tanti aforismi scrisse questo: "La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente" ed è assolutamente vero, in parte. Parlare di relatività affrontando il mio idolo, è parecchio difficile ma la sua parzialità sta proprio nella sua relatività. La mente fa passi da gigante se e quando ci sono le condizioni per farlo e rimarrà li fintanto che quelle condizioni saranno mantenute. Per parlare con una metafora, voi sarete degli scalatori anche provetti in presenza di una montagna ed in particolar modo, di quella montagna che fa al caso vostro e per le vostre qualità, altrimenti voi con i passi avanti ci potete fare solo un bell'impacco. Oddio, mi viene in mente una considerazione. Magari siete talmente piccoli che non vi importa di dove siete, anche perché pieni di egocentrismo patologico, di dove veramente state non ve ne può fregar di meno. E' una seria, terrificante e molto comune possibilità.  Infatti, un'altra sua nota è: "Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido". Il punto è che lo sarà nonostante tutto! Fintanto che il pesce vorrà arrampicarsi sugli alberi o senza acqua in cui nuotare, sarà destinato a morire.

Solitudini
Qualche giorno fa pubblicai un post sul mio ritratto. Sono stato tanto da solo ed anzi, la mia vita è stata spesso in questo modo.  Quando ho fatto qualche progetto mi sono scontrato con molti colleghi che mi dicevano che non fosse possibile nemmeno quando dimostrato sulla carta e poi a lavoro finito. Mi son trovato a fare analisi di alimenti abilmente sofisticati e poi, nati i pc, mi sono divertito a far fare ai primi olivetti M20 cose che gli altri non riuscivano a fargli fare. La prima sfida vinta fu un evidente errore di programmazione da parte del ministero delle finanze sui suoi programmi.  Quindi lo so che è difficile farsi capire da chi semplicemente non puo'. Alle volte è pure divertente vedere professionisti laureati fregati al loro stesso gioco con una semplicità disarmante quasi da non riuscire a capire come cavolo possano essere così "stupidi". Eppure la gran parte del mondo è così.  Dal mio punto di vista, ho provato molte volte a scrivere cose in merito ma siccome la tigre che sia in montagna o al mare rimane una tigre, anche una formichina fa lo stesso e quindi che sia qui o a quattr'occhi, cambia nulla. Provate a fare un giochino a casa. Per 3 gg, con i vostri cari, invece di pronunciar parole, fate solo suoni inconsulti e disimparate a far segni, a saper scrivere. Ecco, la mia vita è sempre stata questa. La mia solitudine è la mia vita. Ho cercato di mollare pretese di essere capito e di fare al posto di chi non sa fare, in "cambio" ma in realtà un dovuto di ogni qualsiasi, normale, comune relazione: lealtà e sincerità.
Non è andata. Ebbene,  credo che con questo post abbiate capito che mastro sa scrivere anche in un  modo diverso rispetto a quello che ha fatto fino ad adesso. Che preferisco mille e mille volte la mia solitudine al vuoto che mi portate quando inevitabilmente e dopo dato il meglio, non vi resta solo che rivelare chi siete veramente.

Tutt'oggi, dopo ogni incontro mi domando se il mio comportamento a letto sia dovuto ad un odio inconscio per il genere femminile e non sono sicuro che sia del tutto pulito ma cerco di controllarmi. Di dare umanità, lealtà, rispetto e protezione a chi, nuda con me, gode come non hai mai fatto prima.

Stamane mentre finivo questo post, mi sono imbattuto in una storia che non so se sia vera onestamente e ve la riporto pari, pari. Da http://www.perdavvero.com/corsa-contro-il-tempo/
"Rumiko Kawaguchi è originaria di Kawagoe, in Giappone. Ha 15 anni e spera di realizzare il suo più grande sogno: diventare una pilota. Nel 2010 presenta dunque la domanda per essere ammessa nella prestigiosa scuola di Wajima, dove potrebbe contemporaneamente imparare il mestiere di pilota e proseguire anche il normale corso di studi. Esattamente un giorno prima che si tenga l'importante prova di valutazione, capace di cambiare per sempre il corso della sua vita, l'adolescente, assieme alla madre Susana,  arriva dunque alla stazione di Niigata. È mezzanotte. Le due avevano pianificato di prendere da lì il treno notturno per raggiungere  Wajima, distante ancora 300 km. Ma questo non accade. Il treno, a causa di un'ingente massa di neve crollata sui binari, viene cancellato fino a nuovo avviso. 


Fuori di sé per la disperazione, Rumiko comincia a piangere. Come farà ora a raggiungere in tempo la scuola per fare il suo test? La prova comincia alle nove del mattino a Wajima... Ma sua madre non vuole arrendersi. "Facciamo l'autostop", le dice. Madre e figlia si mettono così in cammino in mezzo alla tormenta  per raggiungere l'autostrada più vicina, agitando freneticamente le mani nella speranza che qualche auto di passaggio si fermi. Finalmente una macchina si accosta, il conducente le fa salire e le porta nella vicina stazione, trasportandole per 20 km. Ma i treni ancora non possono circolare e, non sapendo come fare, Rumiko e Susana si mettono di nuovo in cammino, affrontando quel freddo terribile. Sono le 5 del mattino. Mancano solo 4 ore all'inizio del test quando le due arrivano in una stazione di servizio e notano un grande camion per il trasporto merci. 



L'autista accetta di portarle fino alla città di Kanazawa; da lì possono prendere un autobus di 2 ore e giungere a destinazione. L'autista si presenta come Yokoyama e ascolta la storia della loro incredibile odissea, che ancora non è finita. Dice alle due donne che dovrebbero riposarsi mentre lui guida. Quando giunge al bivio per Kanazawa, dove dovrebbe lasciarle, il camionista prende un'inaspettata decisione: vira verso un'altra strada, si volta verso Rumiko e Susana e dice:  "Vi porterò fino a Wajima".



Madre e figlia sono senza parole ed estremamente grate! Yokoyama telefona al suo cliente e lo avverte che arriverà 4 ore più tardi. Poi si precipita verso la nuova destinazione.  Esattamente alle 8.50, dieci minuti prima dell'inizio del test, i tre arrivano in città. A scuola sono tutti sorpresi di vedere un grosso camion portare a destinazione una studentessa che credevano non si sarebbe mai presentata. Rumiko e Susana ringraziano infinitamente il loro salvatore, chiedendo il suo nome completo e l'indirizzo, così che possano in seguito ringraziarlo in una maniera più adeguata. Ma il camionista si limita a rispondere: "Va bene così. Anche io ho una figlia della tua età e capisco come ti senti". Poi riprende il suo cammino. 



Appena la quindicenne si siede al banco per affrontare la sua prova, non può quasi credere a ciò che le viene richiesto come primo esercizio: "Racconta un'esperienza che ti ha toccato". Senza esitazioni, Rumiko descrive quello che le è successo nelle ultime 24 ore, senza tralasciare di descrivere l'affetto e la cortesia dello sconosciuto che ha scortato lei e sua madre fino a scuola, permettendole di non rinunciare al suo sogno. La parte migliore? Rumiko viene accettata alla scuola per piloti! La scuola ha inoltre rintracciato il camionista per ringraziarlo personalmente e la prima cosa che Yokoyama ha chiesto al telefono è stata: "Allora, come è andata?". Era molto contento che gli fosse comunicato il successo di Rumiko e, a chi ripeteva che era anche merito suo, ha semplicemente risposto:  "non ho fatto nulla di speciale".



Rumiko è entrata poco più tardi nel college giapponese per aviatori. Ha continuato a inseguire il suo sogno grazie anche a sua madre che si rifiutò di arrendersi e a quel camionista che le confessò solo il nome".


Ebbene in Giappone non chiedete informazioni alla polizia perché magari non trovate un indirizzo. Questi con tutta probabilità vi faranno salire sull'auto e vi ci porteranno commettendo un reato perché si sentono in dovere di aiutare qualcuno in difficoltà. Il dovere non è un imposizione che si può scrivere con le leggi, nemmeno la responsabilità. E' qualcosa legato solo all'empatia e al rispetto per chi hai davanti. Mi piace pensare che qualcun* incontrato si possa guardare davanti allo specchio e vedere quello che è, il niente. Si, in quello specchio c'è un'immagine riflessa ma è solo frutto dell'illusione che si ha di se.

giovedì 28 luglio 2016

Sono buddista e allora?

Art. 19 della costituzione italiana.
"Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume."

Bene. Sono buddista shintoista quale cazzo di problema avete? Nel mio testamento e nella dichiarazione che feci a cavallo della morte di papà per la mia compagna in cui si parla anche di diritto di accesso alla privacy, ai diritti sui beni materiali e ogni mio "lavoro", digitale o meno che sia, c'è scritto cosa fare di me quando me ne sarò ito. Il fuocherello, nessun giramento di scatole, etc. etc. etc.. Nel bene o nel male so fare un sacco di cose e se lo scrivo per voi è lodarsi e se non lo scrivo è pure meglio. Così mi chiese di "mettere a frutto" quello che facevo anche solo per dimostrazione di capacità. Un buon consiglio.
Sono quelle cose che dici che farai e poi non farai mai. Ebbene la lezione sulla mia pelle mi fece fare il passo. Un minuto ci sei, un minuto dopo sei sull'ascensore per l'inferno e nessuno ti riprende. Così è la vita e mi misi al pc mentre aspettavo il fattaccio e scrissi il quanto. Lo dissi anche a chi vedevo. Non tutto ovviamente ma quello che stavo facendo e perché. No, non c'è niente da ridere né da farci polemiche e considerazioni inutili, superficiali o personali. Tutto il post è e rimane generalista.

E' chiaro che alcuni concetti non sono portati all'assurdo come in alcune visioni e modi di vita tradizionalisti. Il mio concetto di "rispetto" non è estremizzato come in quello giapponese in cui "gratitudine, rispetto e, a volte (in certi ambiti) lealtà e fedeltà personale assoluta, al limite dell'idolatria". Questo si ferma e si intrinseca fortemente nel concetto di merito delle culture nordeuropee dove sono cresciuto sentimentalmente e non solo.

Il merito è qualcosa che acquisti per il modo di comportarti in relazione agli altri e alle cose che fai. Al lavoro che svolgi, all'aiuto che dai a chi ne ha bisogno, a come consideri chi hai davanti chiunque esso sia: povero o ricco, bello o brutto, di qualsiasi razza, sesso o religione che sia. Questo è il principio e da buon "vikingo", il principio non si discute.

La verità: anche in questo caso il valore culturale giapponese non mi tange. Il Giappone la verità non esiste, è solo individuale. Questa è la storiella:
Yabu no naka (Nella boscaglia).
"In un bosco è stato trovato il cadavere di un samurai, e per il delitto sono processati il bandito Tajomaru e la moglie del samurai. Essi sono interrogati. Il bandito dice di aver aggredito la coppia e di aver legato il samurai. Dopo aver avuto un amplesso con la donna, fu ella a suggerirgli di uccidere l'uomo e di scappare insieme. La moglie del samurai afferma invece che dopo essere stata violata, il marito la guardava con disprezzo. Ella lo uccise per punirlo. Ma attraverso una sciamana viene interrogato anche lo spirito del samurai. Il samurai dice di essersi ucciso per disperazione e per riscattare l'onore perso dopo aver visto la donna mettersi d'accordo con il bandito. Chi mente? Dov'è la verità nei tre racconti? La morale di questa vicenda è che "ricordiamo solo quello che ci fa comodo, e ci abbellisce agli occhi degli altri".
Questa storiella nel nord europa senza rigor di dubbio e pure qui, ci farebbe sicuramente dire che per lo meno uno dei tre, mente. Chi ha ragione forse, lo stabilirà prima un indagine e un eventuale processo dopo in cui viene fuori una verità "processuale" che non è necessariamente quella reale ma se le due coincidono, si può sicuramente dire che la legge ha funzionato. La pena eventuale invece dipende dalla qualità della giustizia. Dove ho vissuto il no è no, il si è si, il forse è forse e se ci sono problemi per l'inizio, la durata o la fine di una relazione anche solo lavorativa, vengono date spiegazioni e discussa la cosa. Negli USA ad esempio, licenziare è facilissimo. Chiami un dipendente e gli dici: "Sei fuori", "You are fired", bruciato. Resta il fatto che nessuno se non persone che hanno veramente bisogno, andrebbero mai a lavorare per un principale così oppure per il tempo in cui non "trovi di meglio". Poi si licenziano da soli. Licenziarsi spesso è un buon modo per trovare comunque un lavoro migliore. Me ne vado perché ho di meglio e merito di meglio.

Rapporti interpersonali
Ogni persona ha un microcosmo. Magari ha la sua famiglia, i suoi affetti, le sue storie, i suoi averi, tutto quello che fa vita. Quando due persone si incontrano rimane fondamentale la filosofia o etica della reciprocità di cui ho già parlato riportando integralmente i concetti, pure quello buddista.
"Mettendosi al posto di un altro, non si uccide né si spinge qualcuno a uccidere."
"Colui che mentre cerca la felicità, opprime con la violenza altri esseri che pure desiderano la felicità, non raggiungerà la felicità per questo."
"Se vuoi che gli altri siano felici, pratica la compassione. Se vuoi essere felice, pratica la compassione".
"Ciò che non vuoi sia fatta a te, non farlo agli altri" (Confucio),  e la violenza è anche quella morale. Per il mio modo di vedere è più importante questa che la violenza fisica. Il SM è ricco di forme di violenza passatemi il termine ma è una forma di piacere molto al di sopra di tante pratiche comuni. Le ragioni sono anche scientifiche e non mi pare il caso qui di ripetere per l'ennesima volta la famosa frase "Eppur si muove". Se avete una testa che funziona, usatela.  In fondo è semplice. Se semini amore, raccogli amore. Se semini bugie, raccogli bugie. Fintanto che si tratta solo di sentimenti poco male. Chi non ti ama, non ti merita diceva qualcuno. Ecco, io sparisco fino alla notte dei tempi. Se qualcuno si avvicina a me per "prendere" il mio lavoro, le mie cose anche le più semplici e di tutti i giorni, ebbene questa si chiama truffa. Papà ci cascava purtroppo spesso. L'ho detto e ripetuto più volte, troppe: senza verità ("che è una e si difende da se", buddismo cinese), senza lealtà e rispetto ogni azione è destinata a fallire. Non è questione di persone. Anche nella scienza è così. Inventi un bel sacchetto di plastica per fare la spesa e la verità è che è comodo, è leale nei confronti di chi lo usa. Fa il suo lavoro per come è stato progettato ma non ha rispetto per la natura e quando lo butti si disfa. Finisce a piccoli pezzi ovunque, uccide i pesci, gli animali che noi mangiamo e ci ritroviamo con i mari morti. Non bisogna essere dei geni no?

La conseguenza è semplice. Se hai rispetto, lealtà e dai verità a chi hai accanto, puoi anche essere distante sotto tanti aspetti ma di sicuro sarai in armonia con chi non la pensa come te. Il che non è poco. Il buddismo ha un senso perché l'uomo è il centro della vita. Il valore della vita. Namaste, ne? L'effetto del non rispetto lo vediamo in questi ultimi anni nei vari attentati. 362 cristiani muoiono al giorno semplicemente perché son tali mentre qualcuno che si crede al di sopra di tutto, impone il suo concetto di religione e rispetto del tutto univoco. Sono figli dello stesso principio, non c'è niente da fare o poter obiettare. Ebbene. Raramente sono andato a rompere le palle a destra e a manca e ho aspettato con calma che qualcun* si facesse vivo. Il mio mondo è diverso dal vostro e in fondo tutti i mondi personali lo sono. Questi concetti erano e sono ben scritti su questo blog e quando questo non c'era, era ampiamente pubblicato e diffuso sui social network. Quando siete arrivati tutto questo vi è stato spiegato e rispiegato e qualcuna è rimasta. Qualcun* mentendo spudoratamente su tutto pur di ottenere quello che aveva in mente. Magari si era avvicinato a me per fare la "caccia" a qualcuna che era tra le mie amicizie. Il mio concetto di stare assieme e di vita rimane quello "giapponese" un: "paese dove si vive tranquilli, circondati da persone oneste ed educate, dove difficilmente si viene aggrediti o derubati e dove le donne possono camminare tranquillamente per le strade, anche in piena notte, senza alcun timore.
...
Un'etica di gruppo in base al quale chi sbaglia e/o delinque infanga e danneggia l’intera famiglia /azienda/comunità cui appartiene, e che, almeno finora (ma la situazione sta peggiorando) non ci siano sacche di povertà, degrado sociale, emarginazione e conflitti etnici/religiosi paragonabili ad altri paesi industrializzati". Da: "Il fatto quotidiano"
Provate a fare li quello che fate allegramente qui per vedere quanto reggete. Vi "taglieranno la testa", nei modi moderni magari facendo il vuoto ed isolandovi totalmente fino ad offendervi modo pesante: "Gaijin". Si, si provate. :) Oddio, che vi importa, mica avete davvero da spostarvi da qualche parte. E' una delle ragioni per cui l'Italia è il paese dei furbetti che tenta ancora di inchiappettare letteralmente il mondo, senza averne la forza.



Il concetto di libertà sessuale. Era il 1979 l'anno in cui andai al nord. Era il periodo dei punk e andavi per le strade e vedevi tranquillamente uno al collare dell'altra o vice-versa. No, non è il paradiso come magari qualcuno leggendomi potrebbe estrapolare. Ogni società ha i suoi alti ed i suoi bassi e questi ultimi in genere non hanno limite. Per chi vuole avere una lettura di quello che non va agli occhi di un italiano che probabilmente conosce (pure), poco di quel mondo, ecco: http://www.uccronline.it. Non volendo commentare l'articolo che è anche molto ma molto superficiale privo di conoscenza e di vissuto, ve lo lascio in lettura. Aggiungo solo che l'hanno fatto per secoli e che è il bene ed il male di quel paese. Sta di fatto che li a nessuno gli fotte la solita "Beata Mi.." di quello che fate a letto. Se siete dei Kinkster, se fottete con il vicino di casa, se scopate con tre pulzelle o quello che vi pare. Nessuno si vergogna di quello che è. E' dalla vergogna, dal timore del giudizio che qua andate a rompere le scatole al prossimo perché non si sappia. Oddio, la moglie di tizio ha un master, la figlia di caia ha un daddy e un'altra kitten con cui va a letto. Psss. Ci va lo stesso. Vero, paese che vai, usanza che trovi, quindi qui sono io il fuori posto ma non cambia mica nulla. Oggi io, voi, sono e siamo qui e domani magari apro una pizzeria a Pechino dove a nessuno gli frega quello che posti. Non sono minacce per nessuno, ribadisco il discorso molto generalista incentrato sui preconcetti e sulla chiusura culturale. Il mondo è globalizzato. Ho un amico di infanzia di paese che spesso in Cina ci lavora. Qualche mese fa mi disse che aveva mangiato anche il cane ma l'aveva saputo dopo e che non l'avrebbe altrimenti fatto. Nelle Faeroer ammazzano le balene da secoli e adesso c'è un casino micidiale sulla mattanza dei cetacei. Ogni paese ha le sue usanze ci sta poco da fare. Credo che pariteticamente sia difficile anche per chi è nato qui ma proviene da famiglie di altri paesi, adeguarsi totalmente al modo di vita di dove vive. Una certa influenza i genitori e con chi vivi, ce l'hanno anche a non volere. In Giappone secoli addietro già esistevano i falli finti di legno, le palline cinesi si usano ancora e a letto e beh dateci dentro.

E adesso il concetto del tempo. Il tempo è e rimane vita. Nella fattispecie, il tempo che concedo a qualcuno ci deve essere un merito anche solo cortesia e rispetto. Non mi offendo fintanto che attaccate la persona anche con toni duri ma rispondo con i toni che mi dedicano. Non attaccate i sentimenti perché questo è privato. questa è INTIMITA' e non la concedo a nessuno se non per merito. Se il merito cessa o viene "tradito" anche con una sola bugia, li c'è l'uscio e spesso lo prendo da solo. Sempre legato alla cultura giapponese. Se sparisco non sto in contatto con qualcuno che non mi piace ed evito a col*ui, la vergogna (se mai ce l'ha), di seguitare a svelarsi per quel poco che è.
Ad ogni "offesa pesante però" paritetica risposta. Detto questo e più volte ribadito, non me ne frega niente di foto, di film, di stare on line, di dire e di fare vedere. Sto bene in una baita con la pulzella a farmi i cavoli miei e suoi e volentieri spengo il mondo. Nonostante tutto internet a me non piace per nulla. Il tempo è l'unica cosa che non può essere resa indietro. Il tempo è legato allo spazio e segue un solo percorso: avanti. Il tempo rubato è vita rubata, sono sentimenti rubati indipendentemente da quello che c'è nel mezzo. E' vero, questa è la vita ma questa dipende da noi. Un secondo è uguale per tutti, quello che facciamo in quel secondo e come, dipende di nuovo ed esclusivamente da noi. Fino a che siamo soli non c'è nessun problema. Quando le vite di altri si intrecciano con quella di qualcun altr*, li comincia la nostra responsabilità civile e morale nei confronti di chi si coinvolge. Mi alzo la mattina  e dico a me stesso di non fare il furbo perché prima o poi qualcuno più furbo di me lo incrocio e mi fa un culo così. Fate altrettanto perché sono convinto che per i furbetti prima o poi ci sarà un furbetto più furbetto di loro che li frega (e spero male).

Gli animali, gli oggetti e i kami.
Da buddista credo nella reincarnazione. Credo nell'anima anche come sola fonte di energia. Penso che arrivino non per caso perché quel caso sarebbe troppo fuori dal caso per essere un caso. Ovviamente il gioco di parole è voluto. Alle volte ti nascono in casa, alle volte li trovi per strada o semplicemente arrivano. Ma il loro carattere ed il loro modo. Loro si legano alle persone in un modo strano ed univoco. Non voglio dir molto ma ti capitano nascite difficili o animali da salvare e la scelta che fai pare quasi una prova alle volte. Loro sono creature innocenti. non conoscono il bene o il male ma amano senza compromessi. Credo che gli oggetti assumano l'energia di chi li tocca e che anche negli oggetti vi sia un legame con le persone. Secoli fa, durante un post cancellato, mi fu data una catenina. In quella catenina c'era una ragazza dai capelli neri, lunghi, una giornata di vento che li colpisce e li fa volare. C'era il mare d'inverno e le onde e poi era vero. Tante, troppe "prove" perché sia un caso. Lo so che fa ai cozzi con la mentalità scientifica che ho ma confido che un giorno si possa spiegare magari con delle equazioni di universo quantistico.

Così concludo con una riflessione inutile. Da molto tempo ho letto dei non commenti o altrettanto superficiali meno uno e non dico quale ma ogni volta che posto c'è la ressa. Quasi come se aspettaste un che cavolo andrà a scrivere. Stesse cose, solo riordinate spesso e volentieri. Cose che vi fanno credere di potermi capire o di poter comprendere cosa sia il passaggio. No, inutile. Se ve lo spiego sono i soliti fischi per fiaschi. Se non ve lo spiego a sto punto è pure meglio. Perché tentare di tirar fuori da una rosetta chi di quella ne ha fatto uno stile di vita? No, meglio di no. Aiuto chi mi dimostra di volerne uscire. Libero arbitrio e qui finisco.