"L'erba voglio non cresce neanche nel giardino del Re", mi dicevano le nonne quando da piccolino "volevo" e non chiedevo. Era quasi una risposta automatica fino a che un giorno chiesi: "Nonna ma come, nemmeno il Re può chiedere di volere?"
"No", mi rispondevano "perché la cortesia deve averla soprattutto un Re". Mi sembrava così assurdo che il Re non potesse semplicemente ordinare eppure loro che il Re l'avevano avuto davvero, dicevano così. Si chiamava educazione. Una volta.
Oggi tutti vogliono ed hanno delle pretese che davvero non sono disposte a dare se non quando gli comoda o hanno un interesse, che sia amoroso o professionale non importa. Loro semplicemente pretendono. Eppure ancora oggi quando per modo di parlare mi viene da dire voglio, mi torna alla mente la filastrocca e mi correggo. Non voglio manco quando siamo in session e cerco mentalmente di far capire che quell'ordine è quello che cercano e che si, a me fa pure piacere che per qualche ora mi fa sentire dio, ma che è pure il più bel modo per crescere e viversi profondamente assieme.
È un attimo di fusione, di intesa prima mentale, poi fisica e si, pure sentimentale altrimenti rimane solo quel sesso sciatto di cui troppo ho parlato.
Le cose finiscono, la vita finisce ed anche su questo ho già detto che la fine da un senso a quello che è stato prima sopratutto se è stato bello. La fine fisica però è anche la fine delle opportunità. Penso a papà con cui non ho mai avuto un bel rapporto. Lui che parlava bene e faceva poco a me che toccava fare e poco parlare. Anche per questo non sono al primo approccio uno che sembra un compagnone, anzi sono parecchio orso. No, drago. In genere sono i genitori ad avere la testa per i figli, a me è capitato spesso il contrario ed era un esempio da non seguire. Eppure adesso manca e ci litigavo quasi tutti i giorni. Manca perché quando finisce qualcosa, con essa cessa anche l'opportunità di confrontarsi e di imparare e di migliorarsi. Quando finisce una relazione anche per causa di forza maggiore, è lo stesso. Se una storia è stata negativa, allora magari c'è pure un senso di sollievo ma se è stata positiva allora ti ha dato, ti ha cambiato comunque in meglio, ti ha fatto crescere e un pezzo dell'altra ti rimane dentro per forza. Nel bene e nel male.
Se hai amato (davvero), non puoi smettere di amare. Quando ti alzi la mattina e vai davanti allo specchio a lavarti i denti, vedi una persona che è quel che è, quello che ha vissuto, passato, condiviso. Rinnegare gli altri è rinnegare se stessi ma ribadisco, per capire questo bisogna avere dei sentimenti ed una morale e a quanto pare è rimasta cosa per pochi. Organismi in estinzione che non servono più ad un cazzo e si buttano via come roba sporca, infetta.
Ecco, questo è diventato il peggior nemico di noi stessi. Così come nel bdsm, nella vita per apprezzare le belle cose, bisogna rimanere un po bambini. Il piacere di scappare e di andare a fare una session (leggasi, incontrare la persona che più ti piace), è come riuscire a mettere le mani sul lecca-leccone visto in vetrina in pasticceria. Riuscire a vedersi anche solo per stringersi, è come poter sognare di volare con il Pan, contro il Capitan Uncino, invincibili e liberi. Persa la storia, la favola finisce. Si ritorna grandi ma i grandi senza sogni, sono come i fiori di plastica. Ci sono ma non sono vivi e non hanno profumo.
Poi tornano. Alle volte tornano, richiamano, ricercano te che hai dato il tuo profumo e ti sei ammaliato del loro. La loro pelle, il loro piacere, i loro sogni e paure, la loro gioia, i pianti e le vittorie. Si, perché anche questo è profumo. Lo cercano ancora ma hanno tagliato le, radici, la forza con cui la pianta cresceva, lenta ma decisa e robusta.
Ecco, questa è la loro peggior condanna per il male, la superficialità che distribuiscono. Non esiste un fiore uguale. Non esisterà MAI più, in nessun luogo.
La forza senza dolcezza è abuso.
I gesti senza rispetto sono solo egoismo.
Le parole senza sincerità sono solo frodi.
Il piacere senza sentimento è solo illusione e insoddisfazione.