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martedì 24 novembre 2015

Fiducia una sega

"Se saprai sorridere con chi sorride, piangere con chi soffre, allora, figlio mio, chi potrà contestarti il diritto di esigere una società migliore? Nessuno, perché tu stesso, con le tue mani, l’avrai creata!" Tommaso da Kempis

Che diavolo ha a che vedere l'empatia con il bdsm? Guardatevi il video va.





Legame. Senza legame non c'è appartenenza,  senza appartenenza e legame non esiste relazione. Ergo, non c'è manco bdsm. Semplice in fondo. Ho dedicato anni a cercare di spiegare e di capire dove, nei rapporti SM vi sia patologia e dove invece vi sia un sano rapporto.  Avevo sempre considerato come marginali le persone borderline  veramente tali qui, come rari casi e mi sono dovuto ricredere.

Do pure la colpa al mezzo. Questo coso esalta la bugia e la menzogna, fa si che non sia possibile vedere, soprattutto nei rapporti a distanza ma bisogna prima di tutto credere e dare fiducia. Questo è un paese dove tanto si regge sulla solidarietà per via di uno stato incapace a dare servizi e perché alla fine ci piace e ci rende tutti più umani.
Questo coso rende possibili reperire informazioni ed imparare nel peggio quello che c'è di peggio. Facile. È stato facile dire una cosa e farne un'altra perché se ne stava pensando un'altra con uno scopo opposto. Si certo, se te accorgi subito,  rimedi subito ma quando il tempo passa quello che succede è perdere la fiducia nel prossimo. Senza fiducia guardate non si fa niente, proprio niente. Manco un idraulico chiami o porti l'auto dal gommista. La fiducia è la base, proprio il primo passo di una società, come cazzo fai a vivere senza fiducia?
Oddio magari sta cosa ci voleva, in fondo impari ma a quale cazzo di costo?  Una pulzella sana cerca fiducia. Anche uno/a stronzo/a cerca fiducia pur essendo freddamente deciso/a però a tradirla in partenza.
Il prossimo giro se mai ce ne sarà uno, devo per forza non dare per scontato niente ed i segnali sono tanti da tenere in considerazione. Adesso, di nuovo, che cazzo te le fai della verità? Quando danno è fatto e non si torna indietro. C'è una cosa fondamentale sul riconoscimento di questi individui, gli rendi difficile seguitare a mascherarsi e fare i loro porcacci comodi con i loro "bersagli".

domenica 22 novembre 2015

I miei gatti

I miei gatti. Solo dei piccoli, insulsi gatti.
Il piccolino, gamba di legno che si strappò un dito nel termosifone, dopo averlo cresciuto come mamma, lo chiamo e gli dico: "amore", lui si avvicina, mi da le testate (sono le coccole intime dei gatti), poi si alza sulle zampe, mi afferra le guance con quelle anteriori e accarezzandomi, mi da un morsetto in faccia. Polpetta, qualsiasi cosa faccia, viene a vedere ed aiutare. Birillo non mangia se non rientro, aspetta le coccole fatte e rese e poi, forse mangia. Forse. In genere prende un fermino ma aspetta. La piccola scodinzola appena ti vede, ti viene in contro con le coccole e sono tutti, ma tutti cosi, proprio tutti. Portano le cose come i calzini e le mutande che lasci in giro. L'altro giorno la mammona ha sfilato una rosa di plastica da un vaso e l'ha portata tra i denti ad uno di noi. Sono gatti, sono dei semplici, piccoli, insulsi gatti ma sono sinceri e hanno una anima così grande che qualche cazzo di essere umano ci si perderebbe tanto è falso e vuoto. È dura da dire ma è il quanto.



Riconoscere un partner narcisista.

Da: https://it-it.facebook.com/notes/narcisismo-patologico/come-evitare-una-relazione-con-ununa-narcisista/389355211083398
come evitare una relazione con un/una narcisista.
28 marzo 2012 alle ore 15:33
Uno dei modi migliori per gestire la relazione con un narcisista è NON AVERNE AFFATTO!
Ecco come fare per evitare di rimanere impantanati in una relazione con un narcisista.
Occorre:
- LA CAPACITA' DI EDUCARE SE STESSI A RICONOSCERE QUESTO TIPO DI PERSONE;
- AUTOCONSAPEVOLEZZA;
- AUTOSTIMA.

1. Innanzi tutto i narcisisti sono spesso attratti da persone che servono ai loro interessi e che danno loro la massima attenzione. Quindi, se sei una persona con la sindrome della crocerossina (io ti salverò) ATTENZIONE! Sei il/la compagn* ideale per un narcisista. 

2. Se sentiamo che non possiamo fare a meno di salvare qualcuno o di dedicare il nostro tempo a qualcosa, evitiamo di indirizzarci verso una persona! Gli animali randagi, i senzatetto, le opere di carità...  ci sono tantissimi modi per aiutare il mondo. L'unico da evitare e di dedicare tutte le energie mentali ed emozionali a qualcuno che ha un vuoto enorme e che perdi più non potrà mai essere colmato!

3. Impariamo a distinguere le persone che hanno una reale esigenza da quelle che ci stanno manipolando per il loro tornaconto personale. Non si dovrebbe MAI entrare in relazione con una persona che sostiene di avere bisogno di noi solo per ottenere qualcosa!  Dovremmo intrecciare relazioni sono con persone emotivamente stabili che ci piacciono e che vogliono stare con noi, che non affermano di avere bisogno di noi per sopravvivere. questo porta solo a modelli relazionali emotivi non sani. 

4. Se ci troviamo spesso con dei "perché" qualcuno sta facendo qualcosa, o pensiamo "io proprio non riesco a capire", prendiamolo come una BANDIERA ROSSA GIGANTE! I narcisisti hanno una vita e dei modelli di pensiero che sono come dei labirinti. Fanno di tutto per il loro guadagno, e solitamente operano al di fuori della normale linea di pensiero razionale. Essi non possono comunicare come una persona normale perchè se fossero onesti ammetterebbero che stanno facendo tutto da soli. Farebbero saltare la loro copertura.

5. ATTENZIONE A CHIUNQUE CERCHI DI FARTI SENTIRE IN COLPA! Anche questa è una BANDIERA ROSSA che si dovrebbe prendere molto sul serio. La colpa non è amore, ma è lo strumento principale del narcisista. Useranno il senso di colpa per avere la nostra attenzione, per tenerci in gioco, tenerci lontano da persone che non vogliono vicino a noi, per arrivare a fare ciò che vogliono che noi facciamo. Anche per le cose più piccole come decisioni su cosa fare in una data. Chi ci ama non cercherebbe MAI di manipolarci, vorrebbe solo dire la verità su ciò che vuole, prendere in considerazione ciò che noi vogliamo, e prendere una decisione.

6. ATTENZIONE alle persone che cercano di dirci che i loro problemi sono giganti, e che hanno bisogno di più tempo per capire i problemi delle altre persone. Questo è uno degli strumenti principali di un narcisista . Essi cercano di mantenere una mistica di se stessi, come se essi fossero profondi e misteriosi. Pensano che questo vi terrà vicini o vi impressionerà e non vi farà porre altre domande. E' menzogna ed è manipolazione. Non abboccate. In un rapporto reale, il nostro partner non ci tratterà come se lui/lei fosse il più grande, più importante, o più magnanimo di te. 

7. Proprio come le persone che operano altre forme di abuso, UN NARCISISTA NON E' REALMENTE IN CERCA DI AMORE. Sta cercando di riempire un vuoto grande quanto la sua propria disfunzione. Ricordati di questo, è la dolorosa verità. Se non sei stato tu, sarebbe qualcun altro. E ' tipico di un narcisista spostarsi rapidamente da un rapporto all'altro. Perché non si tratta di amore o di prendersi cura di qualcuno, si tratta di avere qualcuno che appaghi i suoi bisogni.

8. Per favore, fate attenzione a coinvolgervi sentimentalmente con un narcisista, o anche conviverci anche solo come compagno di stanza. Può essere un'esasperante e triste esperienza che che può lasciare delle cicatrici.  E ' solo un'altra forma di un rapporto violento.

9. Se ci sembra di essere costantemente attratto da egoisti, persone instabili o persone con comportamenti narcisistici, è necessario fare un po' di auto-esplorazione. Considerare una terapia per se stessi, al fine di rompere il ciclo di rapporti malsani. MERITIAMO DI MEGLIO! .

Come riconoscere un partner narcisista

Su narcisismo e narcisisti ho scritto più volte ma è un argomento che trovo talmente interessante e degno di attenzione che mi piace tornarci sopra, stavolta per parlare di com’è un partner narcisista, cambia poco se uomo o donna.
Il narcisismo può essere semplicemente quella passione per la vita che ci spinge ad avere fiducia e affetto verso noi stessi, la speranza che le cose andranno bene. Come tante altre cose, a dosi moderate, il narcisismo è utile.
Diversamente, quando assume dimensioni estreme, il narcisismo rischia di diventare un modo di essere che allontana da un contatto intimo e di mutuo scambio con le altre persone. Certo, i narcisisti hanno una patina di sicurezza che li rende affascinanti e di fatto hanno spesso molte qualità e un gruppo di ammiratori. Ipocriti, egoisti e sprezzanti, hanno bisogno di un pubblico che battano loro le mani e apparire splendidi: le critiche li mandano in bestia. Sono presuntuosi, sopravvalutano le qualità che hanno e sono convinti di avere il diritto di essere trattati in modo particolare.
Sotto la patina della sicurezza e del carisma c’è però un’incolmabile sensazione di essere niente, di essere senza un ombrello mentre piove a dirotto. L’arroganza, la critica, la superiorità servono alla persona narcisista per non entrare in contatto con queste parti di se stessa che generano una sofferenza intollerabile: sono delle difese che la salvano dalla depressione.

Quando il narcisismo è troppo

Il narcisismo può configurarsi come un vero e proprio disturbo di personalità caratterizzato da:
  • bisogno costante di essere ammirati;
  • sensazione esagerata di essere importanti;
  • assenza di un autentico interesse per le altre persone;
  • invidia nascosta sotto la convinzione di essere invidiati;
  • scarsa capacità di provare empatia.
Racamier, psicoanalista francese, ha parlato di perversioni narcisistiche e un altro psicoanalista, Kernberg, ha descritto il narcisismo maligno, che è un mix di aggressività, crudeltà e sadismo con cui certe persone cercano di avere la meglio su chi sta loro accanto. Chi è appassionato di fumetti potrà rintracciare un esempio di narcisismo maligno in Bane, l’uomo che spezzò la schiena a Batman.

Riconoscere un partner narcisista

Nella vita vera, perversione narcisistica e narcisismo maligno li troviamo, ad esempio, nelle relazioni di coppia in cui un partner eccessivamente amato e con un’autostima che, al di là delle apparenze, è un colabrodo si adopera (a volte senza averne consapevolezza) per far sentire l’altro un inetto, lo manipola tanto da spingerlo a tagliare i ponti con gli amici, isolarlo e renderlo un suo schiavo.
Un partner narcisista trova sempre motivi per aggredire l’altra persona, per criticarla e farla sentire sempre più insicura e al tempo stesso fortunata, perché ha lui accanto. Pian piano questa persona diventa dipendente dal partner narcisista e incapace di fare qualcosa da sola o senza il parere di lui.
riconoscere un partner narcisista
Il partner narcisista è un mago della colpevolizzazione: è sempre pronto a dire che la colpa è dell’altra persona, mai che la colpa è di entrambi o tutta sua. I meriti sì, quelli sono esclusivamente suoi.
Infedele e bugiardo, il partner narcisista ha costantemente bisogno di prede con cui nutrire la sua autostima e da abbandonare dopo che ha succhiato loro ogni energia. L’interesse per gli altri è solo strumentale e di come stiano o cosa vogliano non gli importa nulla: non se lo chiede neanche. E non dà niente o dà molto meno di quello che prende da partner e amanti.
Certo, all’inizio sembra tutto splendido. Il partner narcisista riesce a costruire l’illusione di un mondo incantato in cui tutto è possibile, per lui e per chi è al suo fianco. Sembra spesso una storia d’amore da romanzo, in cui l’altra persona si sente la prescelta dal principe o dalla principessa e anche agli occhi del narcisista questa persona ha qualità uniche. A questa idealizzazione segue però la drammatica svalutazione che si esprime nelle critiche di cui dicevo prima.
A questo punto possiamo chiederci se un narcisista può innamorarsi. Direi che è abbastanza raro che un narcisista (uomo o donna che sia) si innamori ed è ancora più raro che, sceso da quell’otto volante che è la fase di innamoramento, sia capace di amare qualcuno. Per amare bisogna essere in grado di riconoscere che l’altra persona non è un nostro prolungamento, ma ha una sua identità e suoi desideri, ha pregi e difetti, e bisogna essere capaci di rispetto e cure: capacità che chi è narcisista fa fatica ad avere.
Al di là degli splendidi fuochi iniziali, è raro che la persona che sta a fianco di un partner narcisista si senta amata, capita, supportata: un partner narcisista userà la persona con cui sta per dar forza a se stesso. E se questa persona pensa che, se riuscisse a capire come prenderlo o di cosa ha bisogno, lui cambierebbe, beh, questa persona si sbaglia. Un partner narcisista, come del resto tutti noi, cambia solo se avverte che nella sua vita qualcosa non va,solo se sente lui stesso la necessità di cambiare.

Narcisismo femminile



“L'amore autentico è sempre compassione; e ogni amore che non sia compassione è egoismo.”  A. Schopenhauer

Una diceva spesso di essere masochista per "fatica" di fare, poi per un po' di sano egoismo che alla fine si è rivelato il più totale egoismo. Collegati a queste considerazioni, vengono le mie. Perché è facile così scrivere frasi d'amore così spinte e profonde e a faccia a faccia invece, una profonda difficoltà ad esprimerle mascherate da un non lo so fare pur affermando con forza di preferire di fare e non di parlare. Contraddizione in termini ed ennesimo filo comune che le porta a negare anche la profondità più volte espressa anche con messaggi e scritti, come se fossero cose e pensieri di qualcun altro. Io non negherò mai come nessun altra persona onesta con se stesso e con gli altri, di aver provato ed aver detto ed aver fatto. Non fino a negare così palesemente l'evidenza.
Vero, ci sono dei limiti umani in cui esprimersi e fare ordine diventano una seria difficoltà che deriva dal coinvolgimento. E' facile come si dice, "fare il finocchio con il culo degli altri", molto difficile trovare obbiettività per noi e trasformare in scritti coerenti da pensieri di per se stesso confusi anche perché pieni di altrettanti sentimenti forti. Questa ad esempio è stata la ragione per cui ho riscritto diverse pagine riaffrontando gli stessi argomenti con più "freddezza" anche se con la stessa determinazione. Cercherò a sto punto di imparare a riconoscerne i sintomi e di "testarli" prima di dare fiducia in carta bianca come mi è (purtroppo, viste poi le conseguenze), solito fare proprio perché considero tutte le persone come detenenti valori assoluti di individualità, sentimenti e con le stesse potenzialità positive.

Generalmente si tende ad associare la personalità narcisistica al sesso maschile, più che altro sulla base dei racconti delle molte donne che lamentano la freddezza e l'incostanza in amore dei loro partner. L'apparente maggiore frequenza di tratti narcisistici negli uomini si spiega proprio a partire dalla maggiore disponibilità del sesso femminile nel raccontare e denunciare le sofferenze patite all'interno delle relazioni di coppia.

E' infatti più raro incontrare, sia nella vita che in terapia, maschi disposti ad aprirsi rispetto a ciò che non va nel comportamento delle loro compagne.

Ma chi è la donna narcisista? Come si comporta in amore? Di solito si tratta di donne dotate di un certo fascino, fisicamente attraenti ed intellettualmente vivaci. Durante i primi tempi della relazione mostrano una spiccata sensibilità, sono capaci di slanci e di una generosità fuori dal comune. Appaiono estremamente coinvolgenti, anche grazie alle loro dichiarazioni d'amore appassionate e all'esaltazione delle qualità dell'amato. Il partner si sente così messo al centro del loro mondo, si percepisce riconosciuto, visto ed apprezzato nella sua unicità. Tutto ciò lo porta ad allentare rapidamente i freni inibitori, a lasciarsi andare ai sentimenti e ad una correlativa idealizzazione della donna.

I problemi nascono però dopo non molto tempo. Bruscamente, senza preavviso, il mondo in cui lui viveva come in un sogno va in frantumi. Improvvisamente tutte le qualità che la partner gli riconosceva non esistono più. Iniziano a piovere critiche, rimproveri che coinvolgono tutta la sua sfera personale: il lavoro, la famiglia di origine, gli amici, il modo di vestire, il carattere. La demolizione è totale. Dall'esaltazione senza riserve dei primi tempi si passa alla svalutazione più feroce. Questa tuttavia non esita in un'interruzione del rapporto bensì in una rivendicazione aggressiva finalizzata a far sentire l'altro profondamente inadeguato e dunque dipendente. Se seguirà i dettami della donna, il partner avrà forse la possibilità di non perderla, potrà continuare a godere il privilegio di averla accanto. Il ricatto del ritiro dell'affetto e del susseguente abbandono lo tiene avvinto in un regime soffocante e via via sempre più dittatoriale. Questo lo lascio ad altri, ovviamente.

Il narcisismo di questa tipologia di donne lo vediamo nella loro grandiosità, nel bisogno di ottenere ammirazione e riconoscimento, nella presunzione di possedere la verità. L' egocentrismo che le permea le porta a continue richieste di prove d'amore e a leggere in maniera distorta e pregiudizievole i comportamenti altrui. La mancanza di empatia impedisce loro di tenere in considerazione i reali bisogni dell'altro, che viene così disumanizzato e ridotto ad un mero strumento di gratificazione e supporto.

Di solito l' appiattimento del partner alle esigenze imperiose della compagna determina una tenuta del rapporto. C'è chi comanda e chi subisce e la relazione si tiene in piedi proprio su questa distribuzione malata di ruoli. Non mancano nemmeno liti sull'onda dell'esasperazione e abbandoni. Questi ultimi però non sono quasi mai definitivi perché seguono poi ricongiungimenti e riappacificazioni. Lui si costringe ad un "mea culpa" mentre lei generosamente gli consente una seconda possibilità, non venendo mai sfiorata dall'idea di una propria colpa.

Un uomo sufficientemente forte e sicuro di sé, se sulle prime può rimanere vittima di dinamiche simili non capendone a pieno la pericolosità, di solito dopo un tempo ragionevolmente breve trova il modo di sottrarvisi. Pur nella delusione e nella sofferenza della perdita non va incontro a sentimenti di disperazione ma mantiene un equilibrio e una sostanziale stima di sé.

La bambina crescerà così nel rapporto esclusivo, e più o meno simbiotico con la madre (mentre il maschio potrà fare riferimento a entrambi i genitori); e il rapporto con la madre, accompagnato alla frustrazione del desiderio di essere accettata anche nel mondo paterno. Resterà inevitabilmente connotato di caratteri regressivi, preedipici, narcistici. Tutto ciò comporta una situazione di dipendenza orale, caratterizzata dal bisogno di ricevere dall’esterno conferma e approvazione, di conformarsi alle aspettative, di adeguarsi alle regole della società, di farsi portatrice di valori stabiliti, e di trarre da questa subordinazione le sue ragioni di autostima e autocompiacimento narcisistico. Spesso questo desiderio regressivo, sentito come pericoloso
per l'Ego, viene negato o mascherato da difese di tipo intellettualistico, o fallico: abbiamo i comportamenti iperattivi, decisi, autonomi, efficienti, aggressivi, anticonformisti, ribelli. Il carattere difensivo di questi atteggiamenti risulta però chiaro dal fatto che essi sono troppo accentuati, troppo rigidi, troppo privi di gioia, di creatività, di Eros, per poter essere considerati genuine espressioni della personalità. Sono invece nient'altro che tentativi di reazione alla simbiosi con l'oggetto d'amore, e quindi all'annullamento di sé; d'altra parte questo « agire contro » è pur sempre un «agire in funzione di ». Quindi anche questo genere di difesa ci riporta al problema del narcisismo di base, della difficoltà a differenziarsi come individui autonomi; e la ribellione ha in questi casi la connotazione inconfondibile della sfida perdente. Questo narcisismo di base sarà a sua volta, come dicevamo. il terreno favorevole all'instaurarsi di una patologia difensiva di impronta masochistica.

Masochismo.
Quali sono le vicende della storia di un individuo, che provocano in lui il ricorso al masochismo?
Secondo Lówenstein il meccanismo della propiziazione dell'aggressore, palesemente presente in tutti i bambini. contiene in luce le possibilità di un futuro sviluppo masochistico. Va infatti tenuto presente che la struttura masochista si presenta con delle caratteristiche inizialmente adattanti; il bambino avverte inconsciamente che il comportamento masochista è un mezzo per placare i genitori, con i quali egli intrattiene nei primi anni di vita un rapporto di necessaria dipendenza e sottomissione, che rappresenta la possibilità stessa della sopravvivenza, anche quando l'atteggiamento dei genitori può essere negativo. La maggior parte degli autori sono quindi d'accordo sul fatto che una certa quantità di masochismo ha funzioni adattative, si presenta con le modalità di una richiesta d'affetto e rientra nei limiti della normalità. Si tratta poi di vedere a che punto l'interscambio masochistico genitori-bambino assume un'impronta patologica, non più al servizio dell'adattamento, ma di una deformazione del carattere.




sabato 21 novembre 2015

Em-patia e Norimberga

“Un cuore comprensivo è tutto, è un insegnante, e non può essere mai abbastanza stimato. Si guarda indietro apprezzando gli insegnanti brillanti, ma la gratitudine va a coloro che hanno toccato la nostra sensibilità umana"
C.G. Yung

Vi avevo parlato di Norimberga. Ebbene l'argomento non era il processo di per se per quale bisognerebbe fare delle considerazioni a parte. Il centro della questione è il nazismo ed i suoi effetti, l'applicazione del medesimo da parte dei suoi principali attori. Cosa pensavano, perché tanto cinismo nel praticare lo sterminio di massa. Perché tanta disumana leggerezza.
Ci furono diversi psicologi che seguirono la cosa, il primo fra tutti il Gilbert  che  con il suo libro "nelle tenebre di Norimberga" riporta gli stati d'animo dei prigionieri tedeschi. Da quel libro e dalle cronache fu tratto l'ultimo film.
La conclusione a cui il Gilbert arriva è che i gerarchi non erano più intelligenti, più dotati, ma individui nella norma come me e come voi. Eppure furono capaci di concepire macchine per lo sfruttamento e l'eliminazione di milioni di persone come se queste fossero che ne so, palline da tennis. Una persona, un un'unità,  un numero. Fine dell'immane, assurda frittata. Ebbene, Gilbert affermò che l'elemento comune era la totale assenza di empatia.
Guardate che questa "cosa" è stranamente presente nelle pantegane topesche mentre ci sono delle pantegane e dei pantegani umani che con sta roba ci si puliscono letteralmente il culo.
Com'è sto fatto e cosa è davvero questa dannata empatia?

Così, se qualcuno avesse dei dubbi.




""Empatia", secondo la definizione iniziale di Edith Stein, designa "una genere di atti, nei quali si coglie l'esperienza vissuta altrui". Usa inoltre questo concetto per determinati atti percettivi particolarmente in relazione ad altre persone. (Edith Stein chiama con Max Scheler l'atto dell'empatia nella propria esperienza  "percezione interiore". A differenza del giudizio (Ein-Sicht), che è rivolto ad afferrare e comprendere argomenti, idee e concetti mentali di un altro (o le conseguenze causali di un fatto nella natura e nella storia), l'em-patia (Ein-Fühlung) indica un atto conoscitivo ­ oppure la somma di atti percettivi -, che è rivolto alla percezione soggettiva  dell'altro, alla sua "esperienza" interiore e perciò anche alla sua stessa personalità. "Sentire (fühlen), e in particolare  em-patizzare ein-fühlen), è un altro particolare penetrare nel mondo che la persona si rappresenta come tale", dice un conoscitore della sua filosofia." Da http://www.ocd.pcn.net/edsi_kor.htm

In parole più semplici potremmo definire l'uomo in due aspetti: quello materiale e quello emozionale. Nella prima metà l'uomo percepisce la realtà ed il valore materiale di certe cose. Caldo, freddo. Il valore e la bellezza di un gioiello. La bellezza dell'arte come realizzazione  materiale e via così.  I sentimenti in questo caso sono legati alla sola sfera personale. Amo, ma non sento il tuo amore. Piango, ma non sento il tuo pianto. Rido, ma non sento il tuo riso. Mi importa solo di quello che mi importa. Senza sentimenti non si può stare ma sono sommersi di egoismo smisurato. Lo chiamano anche narcisismo, "l’espressione del mancato soddisfacimento del loro desiderio primario di essere riconosciuti per il proprio valore speciale." A loro tutto è dovuto, le loro decisioni sono insindacabili. Non hanno nessun rispetto se non per quello che gli fa comodo o li esalta, fintanto che lo fa. 
Credo che dire non ti perdono,  sia un altro modo per dire voglio giustizia o vendetta. Così come se tutto ti è dovuto, innegabilmente non devi niente a chi non gli fa comodo. Insomma, necessariamente dire una cosa significa anche accettare o significare il contrario solo con un'esagerata dose di ipocrisia. Le monete hanno sempre due facce. È un dato di fatto.   Sta di fatto che un narciso può dire tutto quello che gli viene ala bocca con assoluta naturalezza e l'esatto contrario dopo poco che ha cambiato idea e la sua idea non tiene semplicemente conto di chi ha intorno.  Questi esistono fintanto che i narcisi gli vedono, poi no.
Così che si che è possibile gestire queste persone. Basta che si sappia chi sono e come sono. Ah, mentre son qua a scrivere, sento Renzi che dice che bisogna taggare le teste di cazzo a scanso della privacy. Bene, occhio che però l'altra faccia della medaglia è quella di creare il grande fratello e per di più con le caste reali e virtuali. Ci vuole equilibrio. SEMPRE. Articolo complesso stasera è.  :)
Meditate. :)

Vi lascio con un pensiero di Emily Dickison e con una canzone. Molto bella, molto empatica, pure molto bdsm e con una nota. Cercate, per me una slave è prima di tutto una partner ed una donna. Cercate, non ho mai parlato di bdsm come un coso, un divertimento, un passatempo, una cosa degradante o comodo. Non è che mi importi troppo ma siccome molti si scordano... ecco. :)


“Se potrò impedire a un cuore di spezzarsi,
non avrò vissuto invano.
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena,
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido,
non avrò vissuto invano.”

 

venerdì 20 novembre 2015

Ma come fanno

Vorrei sapere come cazzo fanno. Schemo girato. Post scritti e postati, bozze inviate e pure dal tablet. Son gatti... con gli stivali. Mah!!!!!

giovedì 19 novembre 2015

Il non dialogo

A cosa può arrivare il non dialogo. Prima dell'11/9 gli usa erano così (pressappoco), strutturati. Polizia comunale, polizia statale, Fbi per i reati federali. CIA, per lo spionaggio ed il controspionaggio fuori degli USA. Nessuno di loro praticamente si parlava. Se uno aveva una info su un tizio aerobomba, non lo diceva agli altri. Il risultato era che la testa non sapeva cosa facevano mani e piedi. In effetti poi gli aerei sono caduti e con dei bei botti pure. Per Francia e Belgio avete ancora dei dubbi?
All'inizio del, cinema andavano di moda i "cappelloni", gli western. Trovatemene uno che sia dalla parte dei nativi. Siamo cresciuti,  noi, con l'idea che i cattivi fossero loro. Poi arrivò "Balla coi lupi". No. Non è vero, il primo fu "Piccolo, grande uomo" con Dustin Hoffman. Beh, guardatevelo. Negli anni 70 quelli turbolenti erano i neri. Martin Luther King? Un casinista reazionario. Malcom X? N'altra testa di cazzo poi tutti abbiamo capito chi erano le teste di cazzo no? :)
L'assenza di dialogo distrugge prima le nostre teste che sentiamo solo una campana anche se solo prodotta dalla nostra mente. In secondo luogo crea dei danni a chi e intorno a noi, comunque sia, comunque vada. Capire è la parte fondamentale per la convivenza.  Poi chiaro che subito dopo c'è il rispetto per la diversità.
Dipende a chi si crede e anzi, a chi e cosa in legame indissolubile, si vuol credere e questo fa un'abnorme differenza.
Beh per le teste di cazzo storiche e non ci vuole poi tanto ad informarsi. Basta andare a fine IIGM e magari qualcuno sa cosa sia successo a Norimberga. Magari è ma non ci conto mica tanto. Una su tutte la dico: come cavolo fece Speer a diventare quello che fu nonostante la sua cultura. L'ennesima dimostrazione che la stronzaggine non dipende dal livello di studio.

È notte, sono le 00:14 e ho sonno ma anche no. Mi piacerebbe tanto che la testa potesse andare su tumblr a postare qualche foto porcella o qualche altra semplicemente bella o dolce o selvaggia anche magari sono di un bel piatto infarcito. Ci penso e ho quasi paura perché oramai so che se ci vado, poi mi si contorce lo stomaco. Se scrivo, per lo meno penso a quello che scrivo e mi rifuto di sentire e di pensare. Evito di tornare a quello che ho creduto e magari evito di fare una strage virtuale. Di quelle che prendi un fucile e spari ai mostri, tipo doom. Avevo scritto della fata turchina e dei troll. Forse è pure peggio. È tipo la Circe che trasforma tutto in porci o porcheria. Lo sappiamo che i maiali sono intelligenti e sensibili e pure affettuosi ma sono pure di uno sporco unico e ineguagliabile. Ecco.
Ah, devo pure ringraziare alcuni blog femminili  che nonostante il bordello successo in Francia non hanno fatto una piega. Seguitano a postare culi, cosce, cazzi e quant'altro fa sesso e  nessuna ma nessuna parola per i poveri cristi crepati o feriti a Parigi. Quasi fosse un altro mondo. Forse lo è ma devo smettere di seguirli. Se vedete la lista a sx diminuire, questa è la ragione. Certo, il mondo è bello perché vario ma alle volte è parecchio, ma parecchio brutto. Penso che dopo millenni che hanno trattato le donne come niente, oggetti da usare, violentate, uccise ed abusate in così malo modo da farle sparire pure dai testi sacri che è doppiamente assurdo che alle fine, proprio loro possano comportarsi peggio di noi e se questo è vero allora... ve lo meritate.

"La gente falsa non parla, insinua. Non conversa, spettegola. Non elogia, adula. Non desidera, brama. Non chiede, esige. Non sorride, mostra i denti. La gente falsa è povera di spirito, poiché non cammina, striscia nella vita, sabotando la felicità altrui. La gente falsa ignora la bellezza e la nobiltà d’animo perché non ama, e così finisce per non vivere, esiste appena". Marisina Vescio

Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. La vittima d’una ingiustizia che non t’aspettavi, d’un fallimento che non meritavi. Ti senti anche offeso, ridicolo, sicché a volte cerchi la vendetta. Scelta che può dare un po’ di sollievo, ammettiamolo, ma che di rado s’accompagna alla gioia e che spesso costa più del perdono. UN CAPPELLO PIENO DI CILIEGE,  Oriana Fallaci
Bello no? Tra ieri e oggi hanno ammazzato altri 2-3 ostaggi. Le teste di cazzo le perdona Dio. Se c'è. Cara Oriana (visto che eravamo quasi paesani), non esiste soddisfazione più bella che "condividere" il dolore anche con chi l'ha causato. Aĺle volte ti devi abbassare al loro livello ma se non fosse così, nessun criminale mai sarebbe preso. Due piccioni con una fava. Psicologia e giustizia. Anche questo è un dato di fatto.