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giovedì 12 novembre 2015

Feed e divento verde bis!!!

It doesn't work! They had to say it before!
The absurd thing is: making a NEW feed with feedburner, it works now!
I get crazy. Sorry folks, do it again.

Non funziona più! Potevano dirlo prima no?
La cosa assurda è che creando un feed con feedburner adesso va!

Tutto da rifare. Mi spiace un casino!

http://feeds.feedburner.com/BdsmEZenIlBlogDiMastrodesadeIMieiPensieriSenzaFiltriIlMioDiario

mercoledì 11 novembre 2015

Comunicazione di servizio II dominio

Contrordine, uffa, devo aspettare..

Blogger ha disabilitato la navigazione sicura in https per i domini personalizzati. Ho rimosso pertanto  il dominio mastrodesade.org ed è ritornato blogspot in attesa di spazio web per passare a wordpress. Per chi non ha capito, cerco di non fare andar fuori in mutande voi e me, vedi post sull'hackeraggio e la tracciabilità.
Questa è la schermata.


In cerca di spazio web fuori da blogger... :)

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martedì 10 novembre 2015

Sveglia!!!

Bene, CARLOTTA. Te lo spiego qua visto che sono in ferie e non sta crepando nessuno per ora, un po' di tempo ce l'ho è.
Ognuno ha il diritto di cambiare idea ma ognuno non solo tu, lei, pinco panco e o panco pinco e tutti gli altri si devono adeguare. Vero voi dovete essere rispettate ma anche voi dovete rispettare gli altri. Su questo principio non discuto. Da come cambi idea, è probabile che anche l'altro/a cambi idea su di te. Ergo se mentre lo fai gli tiri qualche palata è molto probabile che uno te la renda. Mi pare quasi come dire, un ragionamento talmente idiota da non riuscire a capirlo.
Non importa che si tratti di relazioni umane ma possono essere semplici affari. Non si sposta il punto di una virgola. Io e te abbiamo una ditta assieme e vendiamo cazzo ne so, angurie. Ti alzi una mattina e mentre stiamo parlando di come organizzare la prossima vendita tu mi dici: "ho cambiato idea, rispettami, ciao".
Si come no, ti daranno un premio per il tuo cazzo di comportamento. Eh! Adesso, posso andare a dire in giro che Carlotta è una stronza? Se ha un nick si. Se è una persona reale no. Credo di poterlo dire come te vieni qua a dire di me. Mica mi offendo. Se domattina Mastro avesse incontrato Genoveffa e invece di farla godere le avesse fatto male e pure parecchio, sarebbe sbagliato dire che Mastro è uno che fa male? Non credo, anzi. Non so che dice la legge, ma se mastro fa male, secondo me è bene che gli altri sappiano e che lo evitino.

Se vuoi fare un casino, ci vuole tanto?  No. Vai su google e scrivi: "come entrare in un pc altrui." Saranno giuste? Non lo so. Prova, magari con un'aggiustatina ti riesce.



Vuoi pubblicare delle foto di qualcuno?
Idem. Magari lo scrivi in inglese su google, lo trovi il modo eccome se lo trovi. Bene, se domattina mi sveglio incazzato come una scimmia e dico: "Va a finire che uno di sti giorni faccio una strage" che ho fatto un reato? Saremmo tutti in galera da un pezzo. Pensa un po' che sono talmente nella vena di fare una strage che ho salutato tutti e cancellato tutti i nr di telefono, cancellati gli hd da impedire il recupero del materiale sensibile e ancora non ho finito perché non ho mica paura di me adesso, ho paura se do giù di testa. Analogia? Non salgo sull'auto se sono ubriaco, in genere non mi ubriaco, non bevo ma se un giorno decido di bere e salgo sull'auto che sono appunto, ubricaco... no, non voglio fare una strage e poi andare in giro a dire che no, non volevo. NON VOGLIO FARE UNA STRAGE PUNTO. Le giustificazioni da bimbi le tieni a casa tua come io tengo le mie. Chiaro o ancora no?

Ti riscrivo pure questo, chissà se nei commenti poi lo leggono. Il tablet me l'hanno fottuto l'8. Non c'era una sim e aveva pochi giorni (10 circa), che dall'acquisto alla consegna, qualche gg passa. Non me ne sono accorto subito. Ero uscito per pisciare e telefonare per sapere se... Ho avvertito subito chi di conseguenza. Dopo la "chiacchierata" di l'altro gg, ho anche cercato di fare mente locale cosa ci fosse dentro. C'era pure roba mia. A che serviva la denuncia? Avrebbero bloccato il contenuto? Come? Abbiamo anche guardato se invece l'avessi lasciato da qualche parte buttando all'aria ogni cosa tre volte. Pareva pure impossibile che fosse successa una cosa del genere. Con la mente che avevo e che ho ora, duro fatica ricordarmi dove appoggio la lente. Che cavolo gli faccio? Ho cambiato subito tutte le password, google, hotmail e via così per evitare che da li risalissero a cosa ci fosse on line e all'epoca c'era, consenziente. Che cosa, veramente cazzo volete da me. E' stato sufficiente? NON LO SO. Sono stato abbastanza rapido? Non lo so. Da li le password non le vede se non le decripta ma avrebbe potuto entrare negli account. Di sicuro ho fatto quello che era possibile fare, credo. Magari andavo dai cc davvero invece che ad andare a mettere sotto terra papà. Eccome no!

Pensi che se usi un Iphone o un apple sei al sicuro in rete? No.

Ribadisco, no fare incazzare nessuno perché quel nessuno non è come me e se ne va chiedendo solo una spiegazione magari facendo casino. Il resto del mondo, vista la capacità  di reperire informazioni e di aggiustarle, il modo di rendere pariglia lo trova.
Nessuno qua è non bucabile, nessuno, nemmeno i grandi sono non bucabili.
http://www.lettera43.it/tecnologia/informatica/hacking-team-come-funziona-il-software-galileo_43675178342.htm e questo è un link che c'era con le stesse informazioni del post cancellato. Bucare galileo significa fottergli i dati prima di tutto e trovare ripari per non essere spiati. La rete funziona così. Io spio te, io mi difendo. Io supero il tuo sistema di difesa, io mi difendo in un altro modo, se mi fai girare le palle, io ti entro dentro e ti fotto i dati così mi difendo meglio.

Detto e fatto:
(tutte cose che avevo già detto, in un altro modo ma la sostanza è porco, mondo la stessa).
A forza di io, sono io che lo faccio? No. E' il mio modo di parlare ma questa è internet, questi sono i pc, i telefoni e quant'altro. Io sono di una generazione che è nata con i big Jim, quelli novi sono nati con i telefoni ed i pc in mano. Maneggiano sta roba così come noi maneggiavamo i sassi della fionda. A trovare te, la tua famiglia ci mettono un attimo e inculano pure me. Non è che sono sopra le righe. 
Fate due più due sveglia. Un conto è sapere che il telefono di quella X persona va messa sotto controllo, niente di più facile. Un conto è cercare terroristi nella rete. Avete una mezza idea di quanti telefoni, pc, tablet e quant'altro viene violato prima di raggiungere il bersaglio? Siete sicuri che alla fine questi programmi di hackeraggio rimangano sui vostri sistemi senza che voi sappiate niente? No non ce l'avete, no. E' terrorismo psicologico? No, è ancora un dato di fatto.

Ribadisco quanto ho scritto nelle risposte, autorizzami a testare il tuo sistema e vediamo quanto reggi. Autorizzami però perché io non ho le tue password.

Vi è chiaro il senso adesso? No? Ho sbagliato nel modo e in come l'ho scritto? SI! Son dovuto arrivare al morso per farglielo capire? SI ma la sostanza no. Ribadito questo sta storia ha da finire in tutti i sensi. Visto che comunque una spiegazione non c'è modo di averla, non mi rovino di certo l'esistenza per una così e manco per la tua cara Carlotta. Però evitate di rompere i coglioni e di tirare palate di merda al prossimo sia con le strilla che con i silenzi.
Lo ridico che in genere una non basta: 2, 3, 4.. non ancora sufficiente, 5! Non ancora capito? 6, 7. Poi "sparo e basta", l'ampollina dell'acqua santa è in chiesa e io li non ci vado. Smettetela di considerare il prossimo come una merda di poter imporre i vostri giusti inalienabili diritti anche sulle vostre scelte senza considerare quelli che sono i diritti dell'altro perchè oltre a un certo punto o quell'altro se ne va o si incazza sul serio. Dici che pure questa è una minaccia o una semplice, umana considerazione? 
Io, e sono io, con xxx se avessi voluto fargli male, tanto male, sarebbe bastato niente. Un esempio, sito con cockie abilitati di terze parti, parecchi cockie disclaimer non a norma (lo correggo adesso che vi svegliate con l'idea che glielo avevo messo apposta. No, era provvisorio, stavo cercando di capire come mettere tutto a posto quando è successo il resto). Anche gli altri li ho modificati dopo, il suo no. Ovviamente! Sito performante strutturato che possa essere letto e trovato. Lasciavo tutto li invece di avvertire e togliere quello che loro poi non fanno. Non l'hanno mai fatto, non si erano manco resi conto cosa avrebbero dovuto fare, cosa potevano fare con questo mezzo per migliorare. Bastava aspettare il momento giusto che gli spider passassero e vedergli piangere il tutto nella piena legalità. Ho sparato tutta sta roba con il mio nick, ho fatto tutto con il mio nick, bastava prenderne un altro e invece di dire (sottinteso): "Sono io, we, sono, io ascoltami", fare una decina di pure merdate senza che poteste manco dire "oh"? Poco legale forse, non so ma se avessi pensato di voler fare male sul serio, avrei fatto pure questo. La rete è piena di nick. E' di nuovo una minaccia?
Questa è una certezza, ho smesso di proteggere anche chi non se lo merita dai sui stessi comportamenti. Non ci tiri fuori mai un ragno da un buco.

Quindi state zitti per piacere, quando mi sveglio e mi guardo allo specchio voglio vedere luca non un bastardo ma dico che alle volte tali reazioni fate di tutto per meritarvele. Si può andare sopra le righe, ma ad un certo punto BISOGNA FERMARSI. Se non ci arrivate, prendete una scala o un ascensore.
E adesso non rompete più le palle, che la settima l'abbiamo superata da un pezzo.

Buon giorno è.

Pensierini della sera.

Si e adesso guardo avanti, cosa vedo? Vuoto. Il che andrebbe pure bene ma di cosa riempirlo è il problema. Oh chiacchiero e pure parecchio con una persona molto piacevole ed impegnata quindi manco senza ideuzze strane ma è difficile non pensare ai fili conduttori dell'abuso. Nell'abuso c'è sempre uno che si adatta all'altro. Uno deve fare per forza quello che decide e come vuole l'altro. Discutere non si può.  L'abusatore ha sempre i diritti l'altro no, mentre in tv suonano "sei bellissima". Vaffanculo va. Meno male che per lo meno mi è arrivata la batteria del tablet e con lente, mini cacciaviti e un po di nastro, sono riuscito a cambiarla. Per lo meno adesso scrivo. Shit happens disse Forrest Gump. Un film che rappresenta la storia dell'America e in certi lati pure la mia.  La vita va avanti, segue cambia un cazzo. Jenny è sotto terra, chiunque sia Jenny (o anche Mario), e non c'è un piccolo Forrest a cui dedicarti.  Alle volte la cosa che ti spezza i sogni lo fa anche con le prospettive. Quindi si che scrivo ma guardare avanti a cosa? A cosa devo fare domani magari. Il resto non c'è. Ogni persona ha i suoi limiti, le sue paure e via così. Io ho paura del dolore gratuito. Credo nell'eutanasia, nel suicidio e in una morte meritevole che sia il giusto compimento di una vita che sia valsa la pena di essere vissuta. Credo nel karma, nei kami, nella reincarnazione.  Ho pochi bisogni alla fine, non togliermi quelli o sparisco o sbrano a seconda dei casi. Credo che ci si possa divertire senza troppi casini ma di donne che vogliono questo ce ne sono poche in itaglia. Al nord sono cuiorse di vedere che c'è oltre l'apparenza e in genere capiscono in base a quello che gli fai vedere cosa farti vedere e rispettare (l'anima o come la volete chiamare voi, sensibilità).  L'altra sera mi hanno chiesto se non volessi rinascere donna per provare a cambiare le donne qua.  Non ci sono riuscito da amante, da persona a cui giuravano di tutto, figuriamoci se fosse possibile migliorare un po l'altro sesso dall'altro sesso.. Meglio rinascere lucertola che se ne dica alcuni rettili sono dolcissimi alcune rughe si fanno le carezze sul viso ad esempio. Pure i cocchi di mare lo sono mentre si amano e lo fanno capire prima se è il caso o meno di avvicinarsi e non si sbranano mentre sono li. Gli uomini si.

Di cosa devo parlare che mi sarei volentieri ritirato da un pezzo se non fosse per le cose che incontri durante la vita. Altre rimangono tue amiche, poche. Il resto sparisce ed è pure giusto cosi. Fare male basta poco. Qualsiasi forma di violenza sia oppure no? Nella guerra di secessione si accorsero che i soldati non sparavano. Nella I GM, tentarono di fare finta di spararsi mettendosi d'accordo. Nella II, capirono che andavano addestrati, disumanizzando il nemico rendendolo niente o qualcosa da odiare. Facile la cultura dell'indifferenza alla fine. Dal coso della sigaretta alla cosa dei pompini c'è un filo conduttore che è sempre lo stesso e non cambia perché sono contenti così. Fanno quello che gli pare. Mentre tu sei li che cerchi di curare una ragazza, quell'altro ne sta già legando un'altra. Mentre sei qui a parlare di rispetto, di cura, di serenità,  di armonia,  di trovare una dimensione,  di quello che è sbagliato per non ripetere le stesse cose, l'altra cosa ha già un altro cazzo da succhiare e ne apprezza le dimensioni.  Hanno pure il coraggio e la sfrontatezza di venire a dirmi:
TU MI DEVI RISPETTARE. Tze, io vi devo lo stesso rispetto che voi avete dato a me se sono in vena. Nel momento che vi rimangiate  senza una spiegazione ma pur conservando il diritto di farlo,   perdete tutto non solo quello che vi fa comodo perdere per una semplice, ovvia e intrinseca ragione: pure io ho il diritto di cambiare idea e molto, tutto dipende dal modo che usate voi. Come ho SEMPRE affermato, non sarò io a cominciare una guerra ma se mi ci tirare per le recchie, capelli e palle, cazzo  volete da me:"à la guerre comme à la guerre." Una merda per lo meno fa concime,  chi tradisce avvelena e basta quindi.

Morale: guarda avanti bis? Guardo chi ho davanti e per quello che vedo mi impaurisco. Quindi, visto che non riesco a fare capire ai così che è sbagliato come fanno l'unica soluzione è abbassarsi al loro livello. No, non mi lobotomizzo cuore e testa per 30 frustate o per un culo nudo nel letto, non ci siamo capiti ma mi abbasso al livello in cui hanno messo me anche solo quando ho difeso qualcuna che non era in grado di farlo da sola. La morale è: non si fa una guerra in modo pulito, i morti rimangono morti è bene non arrivarci mai perché alle fine rimaniamo tutti sporchi anche chi è nel giusto,
Non mi sono vergognato di quello che ho fatto, pensato, sentito. Oggi si. Mi vergogno e mi pento di aver fatto, creato, sentito e mica nei vostri confronti. Non so chi mi legge, non vi conosco,  qualcuno si ma la maggior parte, no. Un porco è intelligente,  affettuoso, pure gentile nonostante che sia cosi buono assalamato che in genere non sopravvive ai pregi in vita. C'è veramente qualche maiala che non vale nulla manco da viva. No, non mi riferisco ad una in particolare, in certi momenti ti vengono in mente tutte quelle del genere, nessuna esclusa anche se poi ci sono le campionesse.
E ribadisco di avere detto e ripetuto le stesse cose in tempi non sospetti, non mi scassate il cazzo adesso. Adesso è tardi anche per quello. Dovrà placarsi la delusione,  certo, la giustizia mai. Mi è capitato di sbagliare. Non usavo la sw e quella per abitudine diceva sempre no. Le piaceva così e un giorno fu davvero no. Non ci ho dormito per sei mesi. Non successe niente di grave ma rimane il quanto. Se sbaglio la mia dignità ed il mio rispetto crolla prima verso di me perché qualcuna ha creduto in me e si è fidata.
Si signori, tutto sto blog è pieno di questo e nonostante tutto vengono a frotte, promettono giurano su quello che hanno di più caro. Esigono promesse, impegni ti rubano la vita e poi ti uccidono. No, le donne non cambiano e non si innamorano se non del loro ego o dei loro desideri e basta. Una, una mezza ragana, brutta, fatta male che pensi e si comporti in modo diverso dal nulla delle parole vuote. Su, dai.
Forza, chi si crede diverso/a faccia un passo avanti ma vedrai che sarà il solito silenzio o un frastuono di parole urlate con le dita incrociate dietro la schiena. Non dico le stesse cose, anzi sono anni che dico le stesse cose e voi siete talmente sordi da non sentirlo. 
Non ho mai messo in giro una foto, un film che non volesse essere stato messo in giro eppure vi ho dimostrato quanto sia facile farlo anche in malo modo. Vi ho spiegato che qui la sicurezza non esiste e si può entrare ovunque eppure me ne sono andato anche quando già ero dentro senza far casini. Vi ho dimostrato che qui siete tutti prede, me compreso, eppure non ho mai azzannato nessuno anche se ho dato qualche morso di avvertimento. Una volta, due, tre, poi basta. Traduco: "Altolà, chi va là. Fermo o sparo". 1, 2, 3, 4... non hai capito? 5! Ancora no? 6, 7....  poi sparo e basta senza cattiveria ma cerco di centrare il bersaglio.. Il brutto è che mi avete reso voi così e a me non piace manco un po essere cosi, che per sopravvivere qui bisogna essere cosi ma poi vi lamentate che sono così.  Follia, oltre la follia e semplice autodifesa non minaccia. Chissà se un giorno recupererò mai il mio buon umore e la voglia di scherzare. Bah.
Buona notte a tutti. :)

lunedì 9 novembre 2015

Il dissociativismo, il negazionismo e la cultura dell'invisibilità.

Leggetevi sto post perché di sicuro io non avrei potuto scriverlo così.

"Carissimi. 

Ricordo, tempo fa, un episodio della bella serie “Ai Confini della Realtà”. 
Si parlava di una persona che, per avere un comportamento gretto ed insensibile, subisce una condanna. 
La condanna non era la detenzione, la privazione di qualche libertà o simili. 
La sua libertà di azione era totale. Soltanto, era condannato all’invisibilità. 
Cosa è, qualcuno si chiederà? Molto semplice: alla persona veniva applicato un marchio indelebile in fronte, che poteva essere rimosso solo da un’apposita macchina, dopo il tempo stabilito. Questo faceva della persona un “Invisibile”. 
Vale a dire che nessuno poteva in alcun modo comunicare con lui, né rivolgergli la parola. Si doveva trattare, insomma, come se davvero “non esistesse” o “non si vedesse”. 

È una delle forme di sofferenza più grosse che si possa infliggere ad una persona. Infatti, come ricordava lo stesso Fromm, la paura più grande dell’Uomo, animale sociale per antonomasia, non è quella di restare soli, vale a dire quell’atavica paura di non avere nessuno vicino. 
Uno dei nostri bisogni principali, infatti, è sentire l’altra persona, in qualsiasi modo. 
C’è chi cerca il conflitto, chi può godere, in certe situazioni, anche dei maltrattamenti (esiste il masochismo, anche a livello psicologico e psicanalitico). 
Ma l’essere trattati male è un segnale che l’altro ci dà per dirci che esistiamo, che per lui siamo una presenza tangibile. In fondo, il maltrattamento è una forma di considerazione. 
Anche il fatto di osservare una persona e poi ignorarlo è una forma di considerazione. Anche se molto triste e deludente. Ma una forma di considerazione. È un modo per sentire che “l’altro c’è”, che “l’altro esiste”. 

La più grande sofferenza che si possa infliggere ad una persona è l’invisibilità. Vale a dire, trattarlo come se non esistesse. È la forma più terribile di indifferenza. 
È il vero modo con cui una persona viene “sottratta al Mondo”. Per il Mondo, lui non esiste più. 

La persona, disperata, nel Film “bramava” il contatto umano, e non lo poteva avere. Gridava il suo bisogno di “esistere”, e non lo poteva ottenere. 

Qualche tempo fa, ad un incontro dei Testimoni di Geova, ho visto in fondo un ragazzo disassociato. Era presente, ascoltava. 
Solo una differenza: era completamente ignorato. Ma non trattato male, semplicemente era trattato come se non ci fosse. 
Il suo volto denotava tristezza, forse anche un po’ di sgomento. 
Alla fine dell’incontro, ha atteso la fine del canto, al quale ha partecipato, e poi si è allontanato. Per gli altri, era come un fantasma. 

Quando ho visto la scena, ammetto che mi si è stretto il cuore. Sono stato male per lui. 
Il mio desiderio è stato quello di parlargli, di dirgli che tutti abbiamo il diritto di essere considerati, bene o male, ma di esistere. 

Di esistere, appunto. Infatti, la cosa peggiore che possa capitare ad una persona è proprio questa: non esistere per il Mondo. Di fatto, è “fuori dal Mondo”. 

Almeno dal Mondo che lui si è costruito. Almeno, da quello che lui ha sentito come tale. 

Ho poi, il giorno dopo, chiesto spiegazioni ad un Anziano della Congregazione. Mi ha detto che questa persona, figlio di testimoni di Geova, aveva fatto una cosa piuttosto grave, e per questo era stato disassociato. Ho chiesto cosa fosse la cosa così grave commessa. E non ho ricevuto alcuna risposta in merito. 

Ma mi chiedo: cosa può essere così grave da condannare una persona a “non esistere”? Mi sembra davvero una cosa terribile! Cosa può essere così grave da considerare una persona come se non ci fosse, come se davanti a sé ci fosse il nulla? 
Credo che nessuno potrebbe mai pensare davvero cosa questo significhi! E che se amiamo non possiamo condannare una persona al non essere! 

L’immagine del ragazzo, dallo sguardo triste e spento, che si allontana, è ancora in me. E credo che nulla può giustificare una cosa simile! 

Se la cosa, in un Gruppo, capitasse a me, tutto sommato ci rimarrei un po’ male ma soltanto questo. null’altro potrebbe essere la mia sensazione! Infatti, se un Gruppo mi isolasse in questo modo, ho comunque altri Amici che invece sono lieti della mia presenza! 
Ma per un testimone di Geova la Congregazione è il tutto. Per molte persone che seguono questa Via Spirituale, non vi sono altri rapporti di amicizia al di fuori dell’Organizzazione dei Testimoni di Geova. 
Quindi, condannare la persona a essere ignorata è come condannarla a non esistere. È come dire che, per gli altri: “lui è morto”. 

Se ci penso, direi che potrebbero venirmi i brividi! E posso immaginare la sensazione di questo ragazzo. 

Il mio desiderio è quello di parlargli, dirgli che io non sono un Testimone di Geova, e che posso parlare con chi voglio. Che non accetto questo modo di pensare e di sentire. 
Ma soprattutto, dirgli, come dice anche la Programmazione Neuro Linguistica (che diversi conoscono e chiamano con la sigla PNL), che al Mondo c’è abbondanza. Abbondanza di cose, di persone, di situazioni. Che, per un Gruppo di persone che lo ignora, ci sono molte altre persone che sarebbero felici di avere la sua presenza, di parlare con lui, di donargli quel calore umano che l’Organizzazione gli ha tolto. 

Forse chi attua questi atteggiamenti, chi li avalla, non si rende conto davvero cosa sta provocando nell’altra persona, quando li attua. Non si rende conto dei traumi che può provocare. 
Vale la scena del film di cui parlavo. La persona che grida: “Guardate che ci sono, non sono invisibile!”. Il suo grido è quello che posso attribuire a coloro che subiscono questo trattamento. 
E lo sento dentro di me! 

Con il desiderio di dire che questo non è vero, e non può esserlo! 

Per me che sono legato ad una cultura che considera Karma e Vite Passate, l’affermazione è che, chi comunque si rende complice di queste situazioni, pagherà per quello che ha fatto. La Legge del Karma non fa sconti di nessun genere. E chi avalla questi atteggiamenti, comunque ne è complice. 

Il film di cui parlavo finiva in maniera bellissima: una donna, anche lei condannata all’invisibilità, urla. L’uomo che ha scontato la sua condanna, ed è tornato accettato dal Mondo, l’abbraccia, e gli dice “Io ti vedo, tu non sei invisibile!”. E l’abbraccia, mentre delle sfere volanti di controllo gli dicono, in maniera meccanica e metallica: “E’ vietato parlare con gli invisibili”. Ma la persona le ignora, e continua ad abbracciare la persona, che ora risente di nuovo il calore umano. 
Si lascia pensare che questa persona verrà, per quello che ha fatto, condannata ancora all’invisibilità. Ma la voce narrante dice che “Ora porterà quel marchio come un vanto”. 

Nei Testimoni di Geova vige la stessa cosa: è vietato parlare con gli “invisibili”, quindi con i disassociati, che l’Organizzazione ha “Condannato all’invisibilità”. 
Chiunque lo fa, “rischia a sua volta l’invisibilità”, vale a dire di essere disassociato. E di subire quindi lo stesso trattamento. 

Come vedete, l’analogia è molto forte. E, siccome la paura di rimanere soli è, come dicevo, la più grande dell’Uomo (è, come dicevo, come “non esistere”) allora tutti “accettano” questo comportamento. 
Ma come ho detto, se lo fanno sono complici. 

Davvero, sogno che qualcuno possa dire a persone di questo tipo, abbracciandole: “No, tu non sei invisibile!”. Possa far loro sentire che esistono, che sono vive, che sono degne di essere considerate almeno come persone! 

Poi, se a loro volta saranno “condannate all’invisibilità”, la porteranno come un vanto. Per essere stati Uomini davvero, ed avere capito che le persone vanno considerate come tali. Che sono vive, e non possono essere considerate a livello di non esistenza. 
E poi, se molti lo facessero, sarebbe un oggetto di riflessione. Come spesso dico, se si è compatti nell’agire, nel dire no a qualcosa di ingiusto, allora non si è più punibili. 
Se una persona lo fa viene disassociato. Ma se lo fanno in 10, in 20…. Allora anch’essi verranno disassociati. Ma saranno tanti. E se lo fanno in 1000, in 10.000, nessuno potrà far loro più nulla. 
La solitudine crea i problemi, l’essere isolati li amplifica (quindi, non sapete che male si all’altra persona ad isolarla in questo modo!), ma l’essere uniti li annulla. Quando si è davvero “come uno”, tutto svanisce. 

Quindi, spero davvero che qualcuno decida di “rompere” questo muro di isolamento attorno alle persone disassociate. E che decida di abbracciarle, dicendo: “No, tu non sei invisibile!”. 
Poi, sia un vanto l’invisibilità alla quale si è condannati! 
Ma se lo si fa in molti, nessuno verrà più condannato! E semplicemente si sarà persone che trattano loro simili come Uomini. 

Per quanto mi riguarda, il mio invito è anche a tutti coloro che frequentano le Adunanze e vedono disassociati ignorati. Se potete, avvicinateli e parlate loro. 
Io mi riprometto di farlo, quando tornerò ancora a qualche Adunanza. Naturalmente, se questa persona non “sparirà” subito. Gli “invisibili” spariscono come il vento, perché comunque sarebbe ancora peggio rimanere a lungo invisibili! 
Comunque, se potete, rincorreteli. E se in qualche modo vi viene detto che nella Sala non si può parlare loro (in fondo, è un diritto dell’Organizzazione farlo: in Casa propria ognuno impone le sue regole!) 

E a tutti coloro che possono leggere questo, ricordate che può essere bello abbracciare la persona, dicendo: “No, tu non sei invisibile!”. E portare “l’Invisibilità” come un marchio di orgoglio, e non di certo di infamia. 
E poi, nel Mondo c’è abbondanza, come dicevo. Se qualcuno ti evita, altri ti vogliono e cercano la tua compagnia. 
Quindi, il problema potrebbe essere meno rilevante di quello che si possa pensare. 

Ma, come dicevo, se si accetta quello che, in questo caso, viene indicato dall’Organizzazione, si è complici di qualcosa di davvero triste e brutto. E, in qualunque modo, si è complici della sofferenza che si sta infliggendo all’altro. 
Quindi, secondo me, è bello immaginare che molta gente possa “spezzare” questa situazione, davvero triste. E ridare alle persone condannate alla “Non esistenza” il sorriso, che decisamente meritano. 

Vi auguro un cammino di consapevolezza e gioia, che sia libero dall’infliggere sofferenze agli altri, e che cerchi sempre di donare gioia a tutti quelli che vi sono vicini. 


Panini troppo caldi...
No! http://www.inilossum.com
Cosa è stata la schiavitù cosa è stata la Shoah se non la cancellazione di uomini intesi come esseri umani ed equipararli a cose? Una cosa può buttarla via, una persona no. La rendo una cosa e posso assegnargli che ne so. Una scrivania vuota, in una stanza altrettanto vuota nel posto di lavoro con l'avere niente da fare. Oppure condannarlo a lavorare fino a che non si spenge ridotto ad un rifiuto così come nei campi di concentramento. Quello che non serve si elimina e finivano nelle camere a gas. Questa è stata la Shoah. Gli schiavi lavoravano per i padroni, nessun diritto, tu sei una macchina umana come una pressatrice, una vangatrice o quello che serve per un campo di cotone.
Se "io" mi incazzo con "te" è perché in  qualche modo critico il "tuo" pensiero ed il "tuo" operato. Anche qui ci sono le critiche costruttive e quelle che invece servono solo per offendere. Non so che sia. Siamo di nuovo in Itaglia (Cit.), e qualche mese fa, è stato condannato Beppe Grillo per avere fatto questa affermazione: «Vi invito a non pagare più il canone, io non lo pago più perché - dissi davanti al pubblico del comizio - non puoi permettere ad un ingegnere dei materiali, nemmeno del nucleare, parlo di Battaglia, un consulente delle multinazionali, di andare in televisione e dire, con nonchalance, che a Chernobyl non è morto nessuno. Io ti prendo a calci nel c...o o e ti sbatto fuori dalla televisione, ti denuncio e ti mando in galera». E' stato condannato non per aver invitato le persone a non pagare il canone ma perché ha diffamato il Sig. Battaglia che a quanto pare, dichiarava questo. Ora, io sinceramente non so cosa sarebbe potuto succedere in un altro paese ma in Itaglia (cit.), questo è quello che è successo. Chi ha moralmente ragione prende il torto in un tribunale e lungi
L ‘”OMBRA” DI UNA
 VITTIMA DI HIROSHIMA,
 INCISO IN MODO PERMANENTE
NEI GRADINI DI PIETRA,
DOPO LA BOMBA ATOMICA 1945
da blog 
da me l'idea di fare politica. Non conosco manco le motivazioni della sentenza e se sono già state depositate quindi è tutto molto ma molto aleatorio. Ci fidiamo di un ecoblog? Se si http://www.ecoblog.it/post/12475/quanti-morti-ha-fatto-davvero-il-disastro-nucleare-di-chernobyl.
Sarebbe come dire che a Hiroshima e Nagasaki non sono piovute due bombe nucleari ma due giganteschi panini che sono esplosi per i cavoli loro, che nessuno alla fine si è fatto male e che chiunque dica il contrario, è una tdc.
Dal solito perfetto ignorante ma il negazionismo non era diventato reato? Ok, forse vale solo per la Shoah per il resto si può dire di tutto.
Non stiamo esagerando? C'è un unico filo conduttore che rende gli uomini il nulla e non esiste offesa più grande, cattiveria più cattiva che il negare l'esistenza, l'evidenza e con uno straccio dare un colpo secco alla verità.  Mi sbaglio, di nuovo, sono un coglione ma nella mia piccola testa mi viene da credere che il parlarne, il mettergli in piazza, serva a riflettere perché prima della piazza c'è stato il privato e/o se nel privato, è uscito qualcosa che valga comunque la pena di diffondere che possa fare riflettere nel bene o nel male. Qualsiasi cosa purché stimoli all'azione e alla reazione positiva, che spinga le persone a pensare e a muoversi e migliorarsi o a stabilire un confronto anche duro ma ripeto, costruttivo. Finito un "problema" se ne presenterà un altro di sicuro ma mi piace andare a letto e pensare che dopo il mondo è leggermente migliore di ieri. No, non mettete mai nessuno all'angolo, non fate quello che non vuoi sia fatto a te.

E infatti scrissi: Io non esisto.

Il nocciolo, pubblicità o sputtanamento? Mah!

Com'è che si cambiano le cose nelle società? Mi riferisco a modi di pensare, modi di essere, quello che è giusto e sbagliato, etc ect ect. Facendo casino.
Ci sono tanti sistemi. Il primo è stato lo sciopero, poi ci sono state le manifestazioni associate agli scioperi, poi ancora andare in tv, oggi si cambia il mondo da qua.
Più persone vengono raggiunte dal messaggio, meglio è. Più il messaggio è "forte", più sei visibile. Il mezzo e la "qualità" del messaggio sono pertanto un connubio vitale che portano ad essere "visti" e a far "discutere". Il famoso detto "parla pure male di me ma parlane" è diventata la base della pubblicità. Gli attori e le attrici si sono inventati scandali per anni pur di far parlare di se. Ci sono scandali anche sociali importanti che ci hanno anche fatto aprire gli occhi sulla diversità e sui gusti della gente. Pensiamo all'aids. Senza i vari Rock Hudson, Freddie Mercury il suo amico, Nureiev ci sarebbe stato meno clamore. Meno parlare di AIDS, meno interesse, meno tutto insomma. Con questo abbiamo anche cominciato a parlare di diversità in modo serio. Essere gay non è un reato, non è una malattia. Parlare significa CAPIRE e non si dovrebbe MAI smettere di parlare anche se in modo rude purché non sia sterile. Sono nati i vari "pride" e si sono diffusi e a questi si cerca sia nella natura della manifestazione, sia nella pubblicizzazione, di dargli il massimo risalto.
Adesso di nuovo torniamo alla privacy e allo sputtanamento delle foto. Ve le fate? Bene, fate in modo che non siano pubblicabili oppure mettetele on line tutti. Volontariamente. Se domattina tutti quelli o quelle che si sono fatti delle foto hard le mettessero in rete, fatta passare la curiosità ed il clamore, non ci sarebbe più scandalo. Ne convenite o no? :) Avere il coraggio di farlo, questa è un'altra cosa, non lo do per scontato ma come per tutto, riflettete.
Una cosa è scandalo quando è fuori della morale comune, se la morale comune prevede il: "si sono io e mi piace", saranno gli altri ad adeguarsi. Per forza. Il primo "problema" è che le foto sono divertenti dai, è vero. Il secondo è che quando si smette una relazione, spesso e volentieri non si sa gestire la fine. Non si parla, ci si tirano le cose o si subisce anche delle reazioni strane ed esagerate senza una
Che campioni è! Bleah.
ragione apparente ma che poi fanno incazzare. Oddio, non mi piace come al solito essere generalista perché poi ci sono, come ho già detto anche quelli che reagiscono male anche a situazioni di "normale amministrazione" e non solo mettono in rete le foto ma anche ti ammazzano o ti rovinano l'esistenza con l'acido o la benzina. Ecco, questa roba è fuori di ogni raziocinio.
Adesso i danni, fisici e morali dei comportamenti oltre le righe. Quelli fisici sono evidenti, ingiustificabili. Poi c'è sto famoso "danno morale" dalla pubblicazione di foto personali e che in fondo è più legato alla fifa del giudizio che al contenuto. Non siamo mica stati obbligati. E' vietato fare discriminazioni sui gusti sessuali non pubblicarli o dichiararli per lo meno dalle singole persone "proprietarie" dei gusti e il quanto è rivendicare il diritto di essere quello che si è, senza vergognarsene. Scusate se è poco.

domenica 8 novembre 2015

Filosofia della reciprocità,

Questa ve la riposto. Non ho capito se vi era piaciuta o se il resto del post che avevo scritto a cazzo in tre o quattro volte e non mi piaceva. Facilmente male interpretabile. Scegliete la vostra religione o non ma seguiteli e anche questa è armonia. Da wiki.
Filosofia greca antica
"Non fare al tuo vicino quello che ti offenderebbe se fatto da lui" (Pittaco)
"Evita di fare quello che rimprovereresti agli altri di fare" (Talete)
"Non fare agli altri ciò che ti riempirebbe di ira se fatto a te dagli altri" (Isocrate)
"Ciò che tu eviteresti di sopportare per te, cerca di non imporlo agli altri" (Epitteto)
Un detto analogo si trova anche nelle Sentenze di Sesto, un'opera di epoca e autore sconosciuto
Buddismo
Mettendosi al posto di un altro, non si uccide né si spinge qualcuno a uccidere.
Colui che mentre cerca la felicità, opprime con la violenza altri esseri che pure desiderano la felicità, non raggiungerà la felicità per questo.
Inoltre, il Dalai Lama ha dichiarato: "Se vuoi che gli altri siano felici, pratica la compassione. Se vuoi essere felice, pratica la compassione."
Ebraismo
« amerai il tuo prossimo come te stesso »
(Levitico 19,18)
La regola d'oro è una costante dell'ebraismo. Al celebre rabbino Hillel (nato almeno mezzo secolo prima di Gesù) viene attribuita la massima:
« Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te: questa è tutta la Torah. Il resto è commento. Va’ e studia. »
Cristianesimo
Nei vangeli di Matteo (7,12; 22,36-40) e di Luca (6,31; 10,27) Gesù esorta ripetutamente ad applicare la regola d'oro del Levitico (cioè nella sua formulazione positiva, quella più esigente). Per esempio:
« Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. »
(Gesù nel discorso della Montagna, dal Vangelo secondo Matteo 7,12)
Nel vangelo di Giovanni, però, Gesù invita i cristiani ad andare oltre la regola aurea e ad amare gli altri più di se stessi, non esitando a spendere la propria vita per loro come lui ha fatto per noi (Gv 15,9-17). La misura dell'amore, quindi, non è soltanto l'uomo (fa' agli altri quello che vorresti fosse fatto a te), ma Dio stesso. Nel Nuovo Testamento, inoltre, si chiarisce l'universalità dell'impegno ad amare (Atti 10,34-35), che nell'Antico Testamento sembrava limitato ai membri del proprio popolo (Lev 19,18)..
Il giudeo-cristianesimo mette in evidenza la duplice ragione del valore della regola d'oro: innanzitutto, l'uomo merita di essere amato perché creato ad immagine di Dio e, quindi, già amato da Dio stesso; inoltre, Gesù afferma di valutare ciò che viene fatto agli altri, anche ai nemici, come se venisse fatto a lui stesso (Matteo 25,40) .
Islam
La regola d'oro è implicitamente espressa in alcuni versi del Corano ed è esplicitamente dichiarata nei detti di Maometto. Un translitterazione comune è: ِAheb li akheek ma tuhibu li nafsik, che può essere tradotta come "Desidera per il tuo prossimo ciò che desideri per te stesso" o "Ama il tuo prossimo come ami te stesso".
Confucianesimo
Nell'insegnamento confuciano, altamente importante è la solidarietà.
Chiese Tzu Kung
"C'è una parola in accordo alla quale, agire per tutta la vita?"
Disse Confucio:
"E' perdono. Ciò che non vuoi sia fatta a te, non farlo agli altri" (lun yu 15,23)

E adesso per la decima volta che leggere i post vechi vi fa fatica. Bushi-do, di nuovo. Qui di gente che ammazza altri per strada non ce n'è. Sul logo c'è scritto DRAGO PROTETTORE, non sputtanatore ma come ho scritto che voglio bene a tizia o caia, scriverò anche le cose che non mi tornano e mi offendono di tizia e caia. Se giochi con me on line, io rispondo on line. Sarà pure sbagliato ma questo rimane. I miei errori gli ho appena riconosciuti.  On line. Se hai dei comportamenti di merda on line  o con le persone nella vita reale, chi è che sbaglia, colui che li compie o colui che gli mette in evidenza? Ah, ribadisco, cerco e ho cercato sempre un dialogo civile, fuori da qua. Questo non è il posto giusto. Lo so qualunque cosa si dica non v'è anima in un bit. Ah, non ho scelto a caso un samurai in ginocchio...
Samurai, oggi non è un  guerriero che ammazza a destra e a manca.  Samurai è servitore e questo è il quanto.
義, Gi: Onestà e Giustizia-Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
勇, Yu: Eroico Coraggio-Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.
仁, Jin: Compassione-
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una. La compassione di un samurai va dimostrata soprattutto nei riguardi delle donne e dei fanciulli.
, Rei: Gentile Cortesia-I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini. Il miglior combattimento è quello evitato.
誠, Makoto: Completa Sincerità. Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.
名誉, Meiyo: Onore-Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso. 
忠義, Chugi: Dovere e Lealtà Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.