Adesso mi cimento in una cosa complicata e mi sa che o tiro su un polverone o che non gliene frega un cazzo a nessuno.
Il sesso nella cristianità. Bibbia testualmente dice che bisogna procreare e fare figli. Niente sodomia e il che può anche includere il sesso orale, niente pornografia, niente masturbazione, niente omossessualità, niente bestialità e su questo siamo d'accordo tutti. Se tua moglie schiatta o se schiatta il marito bene, ti puoi risposare altrimenti nisba. Vivi nel peccato.
Detto questo, che rimane ad un cristiano moderno per affrontare la propria sessualità? Poco. Puoi masturbarti davanti alla moglie o masturbare lei? Non credo. Quindi niente ditalini. Masturbazione è masturbazione, punto e basta. Niente leccate o forse si, quindi niente lingua, da nessuna parte ma si può baciare con la lingua? Non si sa.
Ah, non si può manco eccitare qualcuno alla fine se non si procrea perché è nel sesto comandamento. O si arriva in fondo e si procrea, o nisba.
Niente oggettucci, niente abbigliamento che fa turbamento e siamo agli Amish. C'è chi preferisce vivere con la spada di Damocle sulla testa piuttosto che guardare in alto e vedere che Damocle e la sua spada ce l'abbiamo messa noi. Il che non significa disprezzare. Ognuno è libero di pensarla e di credere in quello che vuole. Non scrivo le cose tanto per fare, ci credo.
Il tutto per aver assunto un doppio dogma. Bando alle ciance, sono due: credere in dio e che qualcuno pure ci abbia parlato. Che la terra è al centro dell'universo, che si guarisce pregando quindi niente medicine o medicina in generale (vedi Giovanni Paolo II), ma che contestualmente era in ospedale.
Dunque, Mastro crede in Dio? Si. In un certo qual modo si ma da ragazzo pur non conoscendo Einstein, arrivai alla stessa conclusione:
« Non riesco a concepire un Dio che premi e castighi le sue creature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. E neppure riesco né voglio concepire un individuo che sopravviva alla propria morte fisica; lasciamo ai deboli di spirito, animati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di simili pensieri. Sono appagato dal mistero dell'eternità della vita e dal barlume della meravigliosa struttura del mondo esistente, insieme al tentativo ostinato di comprendere una parte, sia pur minuscola, della Ragione che si manifesta nella Natura. » e ancora: « Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che - nel loro rancore contro le religioni tradizionali come "oppio delle masse" - non possono sentire la musica delle sfere. »
In altre parole il fondamento della ricerca e della scoperta è il dubbio e il medesimo è quello che ci porta a fare scelte. Nel dubbio, prendilo come possibile non in un verso o in un altro. Il bicchiere non è quindi semplicemente mezzo pieno o mezzo vuoto, è mezzo bicchiere e si può spostare rapidamente nell'uno e nell'altro senso.
Cosa mi conforta? Il pensiero di fare cose giuste e non quelle sbagliate. Di evitare di farne di sbagliate e di fare il possibile di farle giuste. Giochi di parole per definire un concetto di base e che la sola moralità non basta come non basta la religione. Ci sono culture che ancora approvano il matrimonio combinato tra adulti e minorenni e lo considerano giusto e tu hai voglia a fargli cambiare idea. Già, perché sempre secondo "Albertino", "E' più facile spezzare un atomo che non un preconcetto." Quindi ci vuole qualcos'altro che ci spinga a poter valutare e questa è la mia soluzione:
1 NON fa male a te stesso o chi è con te? Allora è giusto.
2 Obblighi qualcuno a fare qualcosa che gli arrechi danno, che lo spinga in situazioni che non desidera' Allora è sbagliato.
3 Hai fatto il possibile per sapere se la persona che è con te (o anche la massa), abbia avuto un'istruzione tale da poter decidere in SERENITA' e LIBERTA' e con EQUO GIUDIZIO le cose che andrà a scegliere? Se si, allora quella decisione è giusta fino a ulteriori scoperte o prove che diano elementi tali da poter rimettere in discussione il concetto (o la scelta).
Quindi non esiste il peccato. Esiste quello che è giusto e quello che è sbagliato. Se do piacere e questo piacere non fa male, non arreca danni, non viola l'altrui dignità, non esiste peccato.
Fino a prova contraria la vita è una e me la voglio godere e se posso, faccio pure godere chi è con me. Anzi, sono qui per questo. Sofferenze morali? No. Se provi questa non è piacere ma sempre qualcosa che fa male, pur restando ferma l'idea che alle volte la sofferenza morale è pure piacere e si può anche dare sempre che si rispetti le tre "leggi" di cui sopra.
Questo è il quanto. Divertitevi, la vita è breve non importa quante pipe tirate, purché non siano tirate a casaccio.
Ah, visto che ci siamo, mettete pure al rogo tutti i gay o tutti i pensieri che vanno in quella direzione, a conferma che il "vostro" dio nega anche la validità di quello che lui stesso ha creato.
Fonti: