"Mi piace essere scopata.
Mi piace essere presa per i capelli, immobilizzata, leccata, toccata, inculata. Essere dominata, baciata, mordicchiata, desiderata, sculacciata, penetrata, riempita.
Mi piace anche essere accarezzata.
Mi piace essere sbaciucchiata, solleticata, viziata, abbracciata. Essere coccolata, protetta, amata.
E a proposito, grazie per avermi dato lo spunto, bellissime parole, "La Rossa" :)
Concetto chiaro, alla fine è quello che ho sempre sostenuto ma il "problema" è che è ampliabile. Mi piace che sia "schiava", partner, amica, confidente. Mi piace essere il suo dom ma non stargli sopra come un dio anche se mi piace sentirmi dio quando la domino e la porto in luoghi di piacere estremi ed inaspettati. Mi piace amarla ed usarla ed al contempo rispettarla. Mi piace un rapporto a tutto tondo dove non ci sono fraintendimenti e questo presuppone dialogo, spiegazioni piuttosto che silenzi e approfondimenti piuttosto che un "si padrone".
Padrone di che poi? Del corpo? Fintanto che a quel corpo piacerà quel che le faccio, forse sarà mio ma è un dono non possesso. Dell'anima? Fino a che questa si sente legata ma non c'è legame se non c'è costruzione costruzione di rapporto e dove ci sono fraintendimenti ci sono litigi.
E' difficile riuscire a costruire così già un rapporto normale, figuriamoci uno bdsm.
Il partner ideale spesso è lontano e la distanza rafforza i rapporti che valgono e distrugge quelli che non valgono ma ci vuole costanza e non crearsi aspettative a meno che queste vengano espresse e condivise. Se poi per qualche ragione queste non vengono realizzate, si creano delusioni e di nuovo si incrina il rapporto.
E' difficile ancora dare senso alle parole perché si, è vero: "Io sono quello che preferisce un abbraccio ad un «ti amo» scritto su un muro. Perché in fondo sì, la scritta rimane su un muro, ma l’abbraccio resta sulla pelle." (citazione di autore sconosciuto), ma senza parole quei gesti non avrebbero senso.
E poi c'è il mezzo. Questo è un mezzo di parole, di sole parole che a seconda dell'umore arrivano a chi legge come dirette o come critica. Quante volte è successo? Alle volte anche giornalmente ma il punto è che davvero e lo sottolineo con forza, che scrivi un post pensando a situazioni passate, a rapporti che "x", "y" o "z" hanno avuto, e nessuna di loro ci si ritrova ma ti risponde incazzata, delusa o armata di mazza ferrata, "a", "b" e "c". Ma come cazzo sta sta cosa? Ve lo siete mai chiesti del perché il 99% delle persone alla fine si rivelano farlocchi?
Ultimamente mi viene pure chiesto un esempio calzante che fa la differenza tra un gioco di ruolo ed un rapporto sado maso serio vero e reale. Non ho trovato di meglio che rispondere facendo un paragone tra un videogioco e la vita reale. Non hai tre vite e sei picchi con la moto nel circuito virtuale, risali e ricominci. No, no! Qui se ti stampi ti fai male ed anche parecchio. Se in doom arrivano i mostrilli incacchiati e ti fanno a pezzi, fine, stop, alt. Qua si va in fondo, senza se e senza ma. Non esistono compromessi. Perché questo funzioni intanto tutto quello di cui sopra si deve incastrare, poi c'è lo spoglio e nello spoglio non si finge. Quando cadono i vestiti alla fine ci si rivela per quello che siamo perché non è un videogioco, nemmeno un gioco di ruolo. Qui ci si fa male o parecchio bene e credo che la differenza alla fine tra i casi farlocchi e quelli che poi succedono stia solo in una parola: volontà.
Volontà di capirsi, di arrivare in fondo, volontà di non nascondersi, volontà di darsi e di prendere con un mix di giuste dosi e tanta, tanta, tantissima voglia di vivere.