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sabato 27 aprile 2013

Pace interiore

"Senza la pace interiore è impossibile che nel mondo ci sia pace". Dalai Lama

Ecco, stamattina mi sono alzato con una inspiegabile insofferenza e delusione e questo fa ai cozzi con questo principio. Lo strano è che non arriva da dentro di me ma lo sento arrivare dagli altri. Amici o presunti tali. Persone conosciute qui o semplicemente che conosci da anni. Difficile da sorreggere. 

venerdì 26 aprile 2013

L'amore

"Se urli tutti ti sentono.
Se bisbigli ti sente solo chi ti sta vicino.
Ma se stai in silenzio, solo chi ti ama ti ascolta."
Mahatma Ghandi

giovedì 25 aprile 2013

Libertà

Ci riprovo perché non ho ancora capito se siete "duri" o semplicemente è un limite del mezzo o dell'umanità di per se.
Quindi cerco mentalmente i fattori e gli incastri che si devono verificare prima che una storia parta o che comunque si evolva.

In primo luogo se si tratta di bdsm, l'oggetto è questo ma in quanto personalizzabile, quello che alla fine conta sono i gusti. Inutile cercare un nawashi (un legatore, uno che fa bondage), dove non c'è. Questo genere di storie, pur avendo anche risvolti di sana umanità anche profonda, fors'anche di più di una storia normale, si svolgono nudi e se i gusti ed i modi non si incontrano nun c'è niente da fare.
In secondo luogo c'è l'intesa mentale. L'approccio l'un l'altro, la fiducia, il credersi, il dialogo. Insomma, tutto quanto da profondità ad una relazione.

Queste due sono le basi per cominciare a chiacchierare in modo diretto, approfondendosi l'un l'altra. Non ci incastrano un cazzo i commenti posti su altri blog, su gruppi di discussione, su siti a tema e via così. Mi spiace, sarò cretino, sarò scemo, mi staccherò dalla massa, sarò un anticonformista ma non sono assolutamente il tipo che sfrutta questi metodi per mandare messaggi subliminali a tizia o caia o fare la corte in modo esplicito a pinca e pallina. Non c'è. Non sono semplicemente in grado di farlo.

Per assurdo, capita la storia, ho pure smesso di fare sfiammate da drago in modo diretto proprio per questo che alla fine vengono interpretate in modo sbagliato. Ah, che modi! Adesso siamo all'opposto. Ah che cazzo di storie racconti, con te basta che posti a destra e a manca per dire a me. NO!
Il punto è che non mi passa proprio per l'anticamera del cervello manco a pagarmi o volermi sforzare. Se devo dire qualcosa a qualcuno lo chiamo, ci chatto direttamente e fino a che non si è sviscerato il problema anche incazzandosi purché sia costruttivo, non ci si ferma. L'importante è capirsi semplicemente per l'amicizia che ci deve essere che se non c'è questa, figuriamoci il resto.



Il terzo punto ci deve essere una accettabile attrazione personale. Quindi vedersi, per lo meno in foto se non una chiacchierata in cam anche se quest'ultima non mi piace oppure un incontro (caffè), a breve. Così per darsi il buon giorno. Odore e presenza. Magari la volta successiva i vestiti non ci saranno, quindi è saggio "annusarsi". L'attrazione è un complesso mix di fattori. Se nella vita reale funzionassero solamente i bei culi e le tartarughe, 9/10 della popolazione mondiale non avrebbe un partner. No è questione di bella figa o di bel culo, è qualcosa che appaga i sensi e raramente si manifesta al primo approccio.. Ognuno nasce con una voce diversa, con un odore diverso, con un corpo diverso. Date tempo al tempo che la testa assimili quella presenza e tutto cambia. Non vi deve fregare se siete tondi, magri, se avete poco seno o troppo. Se avete una cicatrice o se avete che cazzo ne so, troppa cellulite. L'importante è che piacciate.


Quarto punto, la sostanza. Bon, adesso che avete messo assieme tutti e tre le cose precedenti, come li verificate sul "campo"? Come verificate se l'attrazione o la curiosità che avete ha un senso? Beh, con il primo slurpo o slurpo di prova. Mettete in pratica quello di cui avete parlato, quello che vi piace e come lo fate l'un l'altra anche perché è inutile che vada in giro a dire che sono un abilissimo linguista e che uso le mani in modo sublime. Passo da spocchioso, posso dirlo comunque semplicemente per darmi arie o per attrarre qualcuna. La verifica di quello che si dice, dell'attrazione è sempre li. Il primo spoglio. La morale è sempre quella, non ci prendiamo per il culo e se lo facciamo nel culo che sia con mutuo, estremo, sublime piacere. Nessuno sa a priori chi abbiamo davanti. Sarebbe troppo facile e ci perderemmo il gusto della scoperta.

Mastro è un puttaniere? No. Se vedo Tizia si mette a fare la corte a Caia? Manco pu' cazz! Mastro lo fa se Tizia adora farlo in tre e a Caia Mastro dirà che esce con Tizia e che la situazione è quella. Non l'avete capito no? Non ci credete che gli uomini sono tutti dei falsi e vedete dietro ogni parola una bugia? CAZZI VOSTRI!
Mi spiace per voi e siccome non è pure mai saggio di fare di tutta un'erba un fascio, nel dubbio vi conviene assolutamente sgombrare la testa da questi pensieri e chiedere spiegazioni. Non ci credete? Via, sciò, raus. Andate a cercarvi il solito uomo nella media ma poi non vi lamentate per quello che trovate. Non mordo se non su richiesta e alle volte manco quello e non perché sono scemo, semplicemente perché i morsi sono pericolosi. Usate la mail, il telefono, un sistema di messaggistica istantanea, quel che vi pare ma le seghe mentali, smettete di farvele.
Per concludere, fino a che non si sono verificati tutti i quattro fattori che per me sono importanti prima che una storia parta, si tratta solo di buone intenzioni. Alle volte pure buonissime ma solo di intenzioni. In 30 anni ho sbattuto per il 99% proprio su queste e non ho intenzione di farmi fregare o di fregare voi. I rapporti non si costruiscono né sull'inganno, né sulle bugie perché poi crollano. Adesso è più chiaro si?
Prima di farvi legare, slurpare o che dir si voglia, liberate la mente o non sarete mai libere dalle vostre paure.
Buon 25 aprile.





martedì 23 aprile 2013

Relazioni a confronto


Ad oggi tra le varie e svariate esperienze in questo vasto mondo ho rivalutato tutto in maniera molto drastica.
Sono entrata in questo mondo credendo nella vera appartenenza, schifando chi cercava sesso e concentrandomi solo su chi cercava una vera appartenenza rendendomi conto però che una vera appartenenza come la vedevo io era troppo impegnativa per il dominante, oltre ad essere troppo devastante per me, mi sono ritrovata troppe volte a soffrire per qualcosa che pensavo di volere, per qualcosa che pensavo mi appagasse, per qualcuno che pensavo che avesse voglia di indicarmi la strada giusta per vivere bene il BDSM, ma a parte una persona, ho trovato solo uomini egoisti, troppo pieni di se e che recitavano una parte come dei commedianti  persone finte, persone che vogliono mostrare un qualcosa di loro che non esiste ma che è solo nel loro immaginario e che per sentircisi hanno bisogno di sentirsi dei dominanti e per farlo sanno usare solo il menefreghismo per farti sentire la loro mancanza, sanno usare solo l'umiliazione per farti sentire in colpa per qualcosa che non hai fatto.
Questa per me non è dominazione, non è questo un gioco consenziente, la chiamo manipolazione, manipolazione di una persona fragile, di una persona che deve ancora capire da cosa è attratta in questo mondo, la chiamo approfittarsi di chi vuole scoprirsi, di chi vuole scoprire parti di se che ancora non conosce e che sente che in questo mondo può aprirsi a 360° .
Oggi dopo qualche anno ho iniziato a capire cosa voglio tra mille peripezie, tra tante parole buttate al vento, tra tanta falsità, tra tanta ipocrisia.... Ho ancora voglia e desiderio di fare BDSM senza coinvolgimenti sentimentali, un sano gioco fatto di consensualità, un sano gioco fatto di conoscenza, quella conoscenza che ti porta a capire cosa piace a l'altro e come arrivare al suo piacere, il mio piacere, il suo piacere, un sano gioco fatto di rispetto tra persone che condividono questa passione, un sano gioco pieno di eccitazione dove il sesso è l'atto finale, dove ci sono due persone affini che vogliono godere del proprio piacere, che può essere fatto da frusta, sculacciate e quant'altro.
Questo oggi per me è un sano rapporto BDSM.

Rossella


Questo è il post di Rossella alla quale ho chiesto l'autorizzazione all'utilizzo sul blog per darle una risposta articolata, ponderata e senza che sia frantumata da 10000 post.
Premetto che credo che vi siano fondamentalmente tre tipi di reazione a questa cosa. La prima è quella del tipo valutatore schietto. Mi piace, non mi piace e quindi decido se approfondire, sempre che sia ricambiato.
Il secondo tipo di persone fa parte dei farlocchi ipocriti a cui la stessa Rossella vuole e giustamente rimanere alla larga. Leggono, si preparano una risposta, assecondano. Non importa quando si scoprirà che sono farlocchi, l'importante è avere messo l'uccello a guazzo.
Il terzo tipo è quello che vuol capire perché e come Rossella è arrivata a questa decisione, cerca un confronto di idee e di esperienze che non necessariamente debbono coincidere ma che aiuteranno l'un l'altra a capirsi. D'altra parte la vita è fatta di opportunità e di momenti e di esperienze che non sono tutte uguali e l'incastro perfetto difficilmente esiste anche se non impossibile. L'importante è accettarsi e rispettarsi.
Detto questo una parte della mia risposta è già stata data nel post "il fuoco e la candela", perché credo che se si tratti semplicemente di un incontro dove si sta bene ed i sentimenti non sono messi in campo, sia solo un atto di piacere sessuale. Qualcuna nel gruppo ha risposto: "io la chiamerei amore, non passione" (non metto nomi perché non so se vuole essere citata). Ma la passione è un sentimento ed anche bello grosso. E' dolore, è frammentazione dell'anima, è piacere perché passione è "forte commozione dell'animo che può anche essere non dolorosa". Allora se coinvolge l'anima è sentimento.
Io credo che alla fine il problema non sia il sentimento che ci metti ma la paura che sia ridotto a pezzettini dalle persone del secondo tipo che sono la maggioranza. Purtroppo non c'è modo di sapere che persone siano prima di provarle ma anche questo è il bello della vita. Non importa vincere sempre, basta vincere una volta sola perché il premio per la vittoria e cioè di avere trovato la persona giusta, supera di gran lunga ogni magagna subita prima. E' la chiave stessa della vita che è spesso piena di lavoro, di sofferenza, di fatica e di dolore. I momenti di vera felicità e di vera gioia sono rari ma è la ricompensa più ambita.
E' altrettanto chiaro che "il come lo volevo io", pur non sapendo cosa sia effettivamente non va. L'incontro è sempre la fusione di due modi di vita diversi. Questo modo di volere, probabilmente può essere sbagliato e fonte di un desiderio personale che non trova poi corrispondenze in realtà, In una relazione conta di più l'incontrarsi che l'esigere perché esigere è egoismo, dare è amare e costruire.
Per concludere, quelli che ti fanno sentire in colpa, fanno già parte degli abusivi, già trattati a suo tempo. Per quel che mi riguarda andrebbero semplicemente isolati e finita li. Ti invito pertanto a leggere i post sull'abuso e a imparare a saper riconoscere l'opinione seppur diversa dal tentativo di controllo che non si fonda sulla consensualità ma sull'imposizione vera e propria.
Ecco, credo che sia sufficientemente valida e completa come risposta, senza per questo mancarti di rispetto o di voler imporre il mio di modo. E' e rimane solamente un'opinione e spero che ti sia utile, anche solo per riflettere. :)


Con cortesia.



lunedì 22 aprile 2013

Se in un altro modo


Cerchiamo bene di capirsi una volta per tutte il che è spiegare il post di ieri in modo che possiate leggerlo in altra ottica.

A me non è mai interessato avere molti "amici" che amici non sono. Non interessa parlare col mondo. Non cerco proseliti, non cerco manco questo famoso harem. Non mi interessa avere un numero di conoscenti tra gli amici di facebucchiana memoria. Non salgo su palchi, non vendo scene come fanno molti che ne so: lezioni di bondage, esibizioni varie in vari ambienti. Non ho un sexy shop che vi spedisco attrezzi per giocare dietro scontrino fiscale o fattura. Non è il mio modo né il mio mondo.
Un conto è qui e chi ti segue perché magari vi interessa quel che scrivo nel bene e nel male, un conto è chiedere questa famosa amicizia o un contatto più approfondito su un social network o tramite mail. Il che non significa assolutamente che questo porti a qualcosa di più che una conoscenza ma è il quanto. Conoscenza significa apprendimento anche solo modi di pensare. Punti di vista, confronto e quindi crescita. Il numero non serve a niente.
Quindi, bando alle ciance. Evitate per cortesia di contattarmi se subito dopo mi viene risposto frasi del tipo: "Sai su fb ci sto poco". Che diavolo m'hai amicato a fare? Io non

chiedo. Non vado in giro a rompere i maroni a chi non è interessato semplicemente ad una discussione che coinvolge argomenti e stili di vita moooolto particolari.
Non usi fb? Bene, usa il telefono, usa qualcosa anche un piccione viaggiatore ma quel "tizio/a ti ha chiesto l'amicizia", deve avere uno scopo e che non è un verbo! ;)

Poi chiaro che la vita ti porta a non avere contatti non assidui con tutti. Ci sono magari persone che ti piacciono e che stanno semplicemente in culo al mondo e non c'è manco la possibilità di prenderci un caffè e lo ripeto, non ci leggete di più di quello che scrivo. Non uso le parole per secondi fini. Scrivo quello che penso senza pensare che possa essere interpretato in modo diverso da come l'ho sentito e pensato. Se c'è qualcosa che non vi torna, usate i commenti, usate la mail e chiedete spiegazioni come si fa in un qualsiasi rapporto civile tra persone e per farvi capire quanto siano interpretabili le parole, appena vedete un gruppo di persone che chiacchierano del più e del meno, avvicinatevi ed immaginatevi che stiano parlando durante un'orgia. V'ammazzerete dalle risate! :D

A me non serve promettere. Se dico una parola è perché la penso e pertanto è di per se una promessa e non mi va che venga fraintesa o manipolata anche solo per l'umore mattutino. Sono un master, offro solo questo e anche se non è poco, che nessuna cerchi in questo un marito o un rapporto simile o sostituibile ad una normale relazione. Prima di dire un semplice ciao, sono qui, pensateci bene. Chiarificate cosa cercate, cosa volete, chi siete e dove volete andare perché non è in me che troverete uno psicologo. Non è il mio compito, né il mio scopo.
Non mi interessa trombare. Per trombare si fa in altro modo e se volessi questo basterebbe illudervi. Ci sarebbe da cambiare pulzella tre volte a settimana per poi dirvi che non siete adatte. Insomma, trovare una scusa plausibile per sostituirvi e passare da un letto all'altro. Non sono qui per risolvere i problemi di una vita passata, se mai mi interessano per avere una relazione serena e pacifica con voi, di qualsiasi tipo si tratti. Mi interessa piuttosto che siate persone pulite, sincere, chiare ed oneste. Tutto il resto.. bah. Verrà di sicuro, non siamo macchine ma persone, quindi con l'aumentare della conoscenza, anche le cose e le problematiche fino a quel momento non dette. Sarebbe da bonobo fissare alle 14,00 e alle 18,00 salutarsi e chi s'è visto, s'è visto. Bleah!
Ecco, questo è il quanto ed in sintesi mi interessano solo relazioni umane, il resto lo lascio volentieri ad altri.
Buon lunedì a chi mi legge.

Ah, dimenticavo. Non mi interessano manco quanti bidoni avete avuto fino ad adesso. Non mi piace fare di tutta l'erba un fascio e per cortesia, date la stessa attenzione che chiedete. Io non sono gli altri e manco voi, fino a che non mi dimostrate il contrario, siete quella massa informe e rompiballe che non sa quel che vuole. Siete solo persone in cerca di qualcosa di bello.

domenica 21 aprile 2013

Se


Se pensate di poter giocare con me.
Se pensate che chieda il telefono per provarci con tutte.
Se pensate che l'amicizia senza sostanza si possa manifestare "solo" qui sopra.
Se credete che sia un'allupato.
Se credete che consideri le persone come dei numeri.
Se pensate che due foto e qualche parolina detta bene possa ammaliarmi.
Se credete che le regole siano state scritte perché ho semplicemente ragione e che nessuno si senta in dovere di rispettarle.
Se credete che potete raccontarmi quel che vi pare senza che vi siano gesti coerenti a quel che dite a dimostrazione che siete persone e pure vere, in ogni senso.
Se pensate che sfrutti i doppi sensi o commenti o post per fare intendere qualcosa che non c'è.
Se pensate che se avete un bel culo questo mi faccia passare sopra i rapporti umani pur di darvi una pigiata.
Se pensate che potete arrivare qui e fare come se foste a casa vostra.
Se pensate che mi potete cercare semplicemente e solo quando vi fa comodo e solo per i vostri porci comodi.
Beh, AVETE DI NUOVO SBAGLIATO BUCO, a FANCULO vi ci mando direttamente senza svicoli. Provare per credere :P

PS: E se pensate che ve lo sto dicendo male, non importa. Statisticamente siete parte del 99% di stronzi che mi contattano. Il resto bisogna meritarselo. Buona Domenica, per quel che ne rimane. :)

venerdì 19 aprile 2013

Sesso, tabù, piacere e buon senso.



Vi propongo questo pezzo riportato in modo integrale a cui per il momento non aggiungo niente e prelevato dal sito http://ilcapoluogo.globalist.it in questa pagina. L'articolo è pubblico e da quel che vedo, non vi sono restrizioni al suo utilizzo. Rimanendo sempre fedele alla mia linea che bisogna rispettare il lavoro degli altri attribuendone tutti i meriti, ecco qua.

Di Tiziana Pasetti

Entro nello studio di Vittorio Sconci* un sabato sera di aprile. Ci guardiamo. Ridiamo. Cominciamo ad avere uno storico tutto nostro fatto di amicizia, litigate furibonde, tanto lavoro svolto con grande passione. Voglio parlare con te di sesso e portarti nella nostra Dark Room, gli avevo detto per telefono. Scema, mi aveva risposto.

Vittorio ha ucciso tutto il romanticismo che muoveva le mie azioni scriteriate e per questo, lui lo sa, pagherà molto caro. «Sentiamo, Maestà, cosa sarebbe la sensualità? Conosci questo termine? Ho sentito dire che sei stato un playboy come nessuno, qui in città». «Piantala e fai la seria, Dottoressa. Il sesso è un discorso pesantissimo del quale la gente non vuole sentir parlare. Hai capito bene, non strabuzzare quegli occhi. La sensualità è uno strumento indispensabile per una sessualità matura. La sessualità serve per raggiungere quanto più piacere possibile nel rispetto della volontà e del piacere dell'altro. La soddisfazione vera c'è se sensualità e sessualità coincidono. Tieni, mangia un cioccolatino». Scarto il prezioso bocconcino e lo divoro: «Ma il piacere cos'è?»

«Il piacere sessuale è il coinvolgimento di tutto il corpo compreso il cervello e quindi l'anima in uno sforzo teso al benessere. Con sforzo intendo ricerca. All'inizio di un rapporto sembra che sia una forza superiore a invadere il nostro corpo e a farlo fremere, esplodere. Non è così. Il piacere è una ricerca personale, un cammino verso e dentro l'altro che ti riporta da te. Non sognare, bella. E' uno dei momenti più alti e civili del dialogo amoroso. Il vero piacere bisogna cercarlo quando questo sembra essersi spento. E' lì che devi pensarlo e condividerlo. E' un affare maledettamente serio»

«A cosa serve il tabù, Vittorio?», domando con la bocca piena. I cioccolatini mi tolgono l'aggressività. Divento docile, mi rassereno. Ascolto, addirittura. «Attenta, il tabù è una forma di controllo sociale, ma non solo di matrice religiosa. Uno degli obiettivi è la conservazione della specie attraverso una riduzione della promiscuità. Senza controllo, senza regole dogmatiche e tuonanti, imperversano malattie ed epidemie; con la genetica non si scherza, questo deve essere chiaro»

«Perché si avverte così tanto la necessità di bypassarlo?». «Il desiderio sessuale allo stato puro non può avere condizionamenti perchè è per definizione ricerca dell'incondizionato. Il sesso come pulsione animale, però, all'interno di una società pensante, fa correre grossi rischi. La necessità di bypassarlo è in realtà una necessità di superficie. Il tabù è comodo. Serve molto all'uomo per superare l'ansia da prestazione e tutti i complessi causatigli dall'emancipazione femminile. Serve anche alla donna, serve a dare una immagine più tranquillizzante e quindi più appetibile in vista di un eventuale sistemazione/matrimonio. Anche per lei diventa uno strumento per vincere eventuali complessi di inferiorità e sensi di inadeguatezza»

Quando parla Vittorio chiude gli occhi. Si prende pause. Batte i pugni sulla scrivania. Ti sfida. «Cos'è il buon sesso e cos'è il buon senso?». Ride, «Questa è bella, brava. Il buon sesso è e ha buon senso. Sentirsi a proprio agio, non giudicato, libero di vivere il sesso in tutte le sue sfaccettature, quelle tue, e raggiungere il piacere vero attraverso la condivisione naturale di tutte le espressioni della reciproca sensualità: non è facile trovarlo, questo. Per vari motivi (non ultimo il fattore culturale) le aspettative sessuali cambiano da persona a persona, se sono le stesse o se dall'incontro di due sessualità ne nasce una comune, lì sessualità e sensualità si incastrano. E' una sintesi rara, inimmaginabile. Chi ha la fortuna di viverla difficilmente potrà farne a meno. Può diventare una condanna, se altri fattori interferiscono. Viviamo in una società che per definizione è sempre critica e in divenire, cambiano i costumi e le forme di associazione, coppia e famiglia soprattutto. Non credo di dover aggiungere altro, Dottoressa. Ci siamo capiti, no?»

Gli lancio la carta del terzo cioccolatino in fronte. Vorrei fosse una freccia avvelenata o incantata. «Vorrei sentirti dire altro, Dottore. Parlami del sentimento, allora. E non ridermi in faccia, non lo sopporto».

«Il sentimento non è liberazione, bella. Può sembrarlo ma non lo è. Grandi intese sessuali, spesso, inventano un sentimento che non esiste. E grandi storie sentimentali, spessissimo, non si riconoscono perché cercano definizioni passionali in vocabolari di altre lingue. Il sentimento non è la farfalla nello stomaco o il desiderio. Il sentimento è un piacere che oggi non sappiamo più riconoscere, non ci emoziona perché richiede grande cultura e grande fatica»

«Il sentimento può sfociare nel bisogno di controllo?». «Non è il sentimento che crea il controllo. E' l'insicurezza. La paura della fuga. Il controllo crea il tabù, che diventa necessità. Il tabù, quindi, può salvare quelle persone che hanno bisogno di essere tranquillizzate. Quando questo si "rompe" la libertà che ne deriva rappresenta un grande pericolo. Si aprono infatti orizzonti e mondi nuovi ingestibili. Il tabù non nasce dalla vergogna o dal sentire religioso ma è un vero e proprio sistema di controllo senza il quale si può arrivare al caos, all'entropia. Caos ed entropia che non sono errati in senso assoluto, sono semplicemente non funzionali al sistema sociale»

«Ma senza tabù il desiderio brucerebbe così intensamente?». «Il tabù esalta la sensorialità e il desiderio, è vero. E' necessario, senza non esisterebbe una dark room. La sessualità per essere espressa non deve superare tutti i tabù, però non deve mettere limiti alle tante possibilità di piacere in un ambito in cui questa ricerca sia accettata e non ci siano rischi di rifiuto sociale, di stigmatizzazioni sociali»

«Se una moglie scopre il marito alle prese con un video porno va nel panico. Perché?». «Se c'è paura della pornografia vuol dire che la paura della propria inadeguatezza prende il sopravvento sulla ricerca del piacere. Sono piccoli borghesi che confondono il perbenismo con la cultura. Tutti i grandi intellettuali sono aperti alle esperienze sessuali nuove senza pregiudizi. Chi preconcettualmente definisce la pornografia in termini negativi ha dei tabù che ne oscurano la crescita e limitano la conoscenza del mondo. Sarebbe preoccupante se si tendesse a confondere o a far coincidere il piacere con la pornografia. Faccio un esempio: le cinquanta sfumature di grigio, nero e rosso, per me, rappresentano un grande romanzo moderno. Molte donne non avevano il coraggio di inventarsi e scoprire nella loro intimità. Molte donne hanno ancora una sessualità e una sensualità ingabbiate. Molte donne hanno paura di parlare liberamente del sesso. Un libro che parla del sesso da non nascondere è un piacere liberato. La liberazione da quella paura ha rappresentato un salto di qualità della cultura sessuale contemporanea. Stessa cosa che ho individuato in un altro libro che ritengo fondamentale per l'acquisizione di una cultura sessuale emancipata: Cento colpi di spazzola di Melissa P»

Vittorio sa che su questo argomento la penso in modo molto diverso. Ma oggi il palcoscenico è suo e quindi mi limito a sospirare sbuffare scuotere la testa alzare gli occhi al cielo.

«E una madre che trova il figlio adolescente che guarda video porno e si masturba davanti ad una web cam? Oltre ad imparare a bussare, cosa deve fare?». «E' una situazione normale, così come è normale trovare il proprio marito che si sta masturbando. La anormalità ci sarebbe se l'adolescente o il marito trovassero nella masturbazione l'unica vera forma di piacere sessuale perché vorrebbe dire che mancano referenti reali. La situazione, però, è tanto più grave nel caso del marito che prova piacere solo nella pratica manuale e solitaria: in questo caso siamo in presenza di una grave crisi di coppia. Nel primo, invece, ci troviamo in presenza di una fase evolutiva in cerca di definizione»

«E l'uomo che torna a casa e trova la moglie che guarda video porno e si masturba? Oltre a imparare che non è che uno torna a casa propria quando vuole che deve fare?». «Deve accettarlo e compiacerla. Anche in questo caso occorre analizzare il fenomeno in relazione allo stato del tipo di rapporto sessuale in essere. Comunque, in entrambi i casi, sia che lui scopra lei o che lei scopra lui, c'è sempre la paura che quell'atto solitario sia espressione di una crisi o di un innamoramento extraconiugale. Non bisogna chiudere gli occhi, bisogna capire e parlarne. Non bisogna temere di scoprire nuovi aspetti della sessualità dell'altro. E adesso io voglio andare a cena, basta. I cioccolatini te li sei finiti tutti, vattene. Non ti voglio più vedere, ti odio, sei insopportabile»

Adoro il modo che Vittorio ha di dirmi che mi vuole tanto tanto bene.

*Psichiatra e direttore del Dipartimento di salute mentale della Asl1 L'Aquila-Avezzano-Sulmona