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giovedì 14 giugno 2012

Lo Shibari la storia e l'evoluzione post ampliato

Originale foto di tre veri samurai
Provate ad immaginarvi in un paese costantemente in guerra dove i soldati, i samurai, facevano il bello ed il cattivo tempo. Il samurai è il guerriero perfetto. Non solo il meglio addestrato ma anche dotato delle armi più micidiali che uomo abbia mai costruito. Tra le tante, la più famosa è la "katana", la spada dotata di una lama in grado di tagliare praticamente qualsiasi cosa. Prove recenti hanno dimostrato di poter tagliare in un colpo solo tre arti inferiori di un uomo in poco meno di 2,32 secondi. Tempo insufficiente per abbozzare una qualsiasi reazione. Questi soldati semplicemente non conoscevano la parola resa. Di fronte a questa possibilità, l'unica soluzione era quella di uccidersi piuttosto che affrontare il disonore della sconfitta o i successivi interrogatori o torture applicate anche per il semplice gusto di farlo. Arrendersi significava anche sopportare il disprezzo di tutti gli altri anche dimostrato con la tortura.
Prendere dei prigionieri era pertanto difficile, bisognava prima di tutto bloccargli le braccia e le mani ed impedire loro di poterle usare. Subito dopo, le gambe ed i piedi che l'arte marziale del jujitsu (柔術), aveva trasformato in armi improprie. In primo luogo venne usato l'obi (帶), la cintura di stoffa che portavano in vita. Vi sono tanti, bloccaggi, leve, strangolamenti venerei e respiratori nel jujitsu prima e nel judo poi da effettuare con questo indumento.
La prima ragione pratica dell'uso della corda era pertanto molto semplice: non levarsi la cintura e rimanere in mutande sul campo di battaglia o venire ucciso mentre una mano si sorreggeva gli abiti! Stupido ma tremendamente reale.
I samurai pertanto cominciarono a portare una corda singola con generalmente un cappio scorsoio a portata di mano ed infilata nell'obi. Con questo afferravano un polso, e avvolgendo, bloccavano il prigioniero.



Nel video, alcune tecniche di hojo-jutsu. Si noti l'uso dalla corda singola piuttosto che la doppia dello "shibari scenico".

La data ufficiale a cui si fa riferimento è quella della battaglia di  Onin (1467), e attraverso il periodi Sengoku ed Edo fino al Meiji, la tortura prese largo campo ed i modi di legare furono utilizzati anche per infliggere dolore o per tenere fermi i prigionieri durante delle pure sessioni di terrore.

Di nuovo pensate al guerriero, ogni cosa che aveva addosso era un'arma. Ogni cosa che rimediava in giro si trasformava in un'arma, da un pezzo di bambù, ad una corda al ventaglio. Non volendo però scrivere un trattato sull'arte della guerra, vi metto un link e magari in altri post successivi, delle recensioni su come approfondire l'argomento. Per forza anche il modo di legare venne studiato e ritualizzato diventando una vera e propria arte marziale da tenere segreta anche ai clan rivali.
I "torimoro" erano gli ufficiali addetti proprio al trasporto dei prigionieri. In genere accompagnati da altri 3 o 4 persone. Al momento della legatura circondavano in prigioniero in modo da garantirsi sicurezza e di non far vedere a nessuno come questo veniva legato. Se consegnavano un prigioniero ad un altro clan, questo veniva slegato in segreto, consegnato e rilegato altrettanto in segreto da chi lo prendeva in consegna. Il Giappone era un paese complesso, pieno di regole e rituali. Solo persone di un certo rango potevano portare le armi ed erano i samurai. L'unico modo per diventarlo era per nascita e l'unico modo per uscirne era morire. Pertanto vi erano degli uomini preposti alle legature di rango inferiore a cui era consentito portare corde ma non armi preposti alla bisogna. Anche nelle legature vi era un codice che rispettava il rango del legato e quattro regole fondamentali valide in assoluto:

1.Non permettere che il prigioniero fugga dai suoi legami.
2.Non causare danno fisico né mentale.
3.Non permettere che gli altri vedano le tecniche.
4.Che i risultati siano di aspetto gradevole.

Addirittura si era arrivati a legare secondo le stagioni. Tutte queste regole vennero racchiuse nell'arte dell' "hojo jutsu", l'arte di legare appunto. Specificatamente Ho (捕), "afferrare, arrestare" + jo (縄), "una corda" = "arrestare con una corda". Tuttavia il termine è recente, quello antico e più corrispondente è "torinawa-jutsu". Ok, non voglio farvi impazzire ma se non trovate i kanji giusti "捕" e "縄", e contestualmente provate a cercare il kanji per "Ho" e "Jo", vi usciranno 30 diversi significati meno che quelli che effettivamente cercate. Capito il problema?

Preso di sana pianta dall'accademia di arti marziali (2019 pagina rimossa) visto che davvero non necessita di riscritture, queste sono le caratteristiche generali delle corde:

  • Shinobi nawa (忍び縄 - corda segreta): sono i cordoni o funi utilizzati dai ninja: variano di dimensioni a seconda della necessità e delle preferenze del guerriero. In alcuni casi si impiegano i sageo. Nelle tecniche di nage nawa si aggiungeva un anello di metallo ad ogni estremo della corda per rinforzare, tirare con forza, e così stringere la presa e anche per bilanciare la corda, proiettarla e avvolgere l’avversario. 
  • Honnawa 本 縄: corda principale 
  • Torinawa 捕り縄: corda tipica del hojo jutsu o per legare i criminali . In alcuni casi venivano trasportate all'interno della giacca e perfino dentro le maniche. Si era soliti fare un piccolo cappio ad un’estremità chiamato jakuguchi. 
  • Torihimo : corda a forma di 8, da 1,80 a 2,70 m unita da una cucitura o nodo. In questo modo rimanevano due lacci che in alcuni casi includevano un gancio (kagi) metallico ad uno di essi. 
  • Hayanawa 早縄: fune veloce - fune corta per iniziare il controllo. 
  • Konawa 小縄:  fune corta, di circa 14 pollici. Era utilizzata per legare i pollici e anche gli alluci."
  • Legare è andato pertanto di pari passo con guerra e tortura per molto tempo ed il periodo Sengoku fu classificato come un vero inferno sulla terra. I prigionieri venivano bolliti vivi, buttati in acqua appesantiti da blocchi di pietra, trascinati per le vie dietro ai cavalli, squartati, decapitati, spellati e chi più ne ha, più ne metta. Tutto questo allo scopo di fare vedere a tutti cosa sarebbero andati incontro nel caso di reati più o meno gravi. A tale scopo, piccole amputazioni tipo nasi, dita o parti di arti erano decisamente perfetti.
Nel 1742 il governo di Togugawa (shogunato), descrisse sei tipi di punizione: morte, esilio, schiavitù, lavori forzati e così via (Masahima Haita), 
e quattro tipi di tortura: fustigazione (mutchiuchi), pietre schiaccianti (ishidaki), piegato con le corde (ebizeme) ed appeso con le corde  (tsurizeme).
Dallo stesso periodo quando si parla di "joshu", ci si riferisce a prigionieri legati di sesso femminile. Il sadismo è stato così per tanto tempo diffuso che fino all'ante II guerra vi sono stati episodi anacronistici. 
Un ufficiale che lega una ragazza semplicemente perché l'aveva guardato in modo ammiccante o un'altro che si era allegramente messo a giocare con oggettucci (vibro), con una studente che aveva rapinato un negozio (furto di oggetti).
Per capire meglio la cultura sado masochistica spinta del popolo del sol levante, vi rimando alla visione delle illustrazioni: 28 famosi omicidi con poema a cui si raccomandava agli illustratori (Tsukioka Yoshitoshi / Ochiai Yoshiiku), che il colore del sangue fosse il più reale possibile QUI. (link rimossi del 2012 qui e qui). Sul secondo link troverete pure una più profonda storiografia delle illustrazioni (in inglese).

In ambito domestico è invece un'altra storia e la domanda fondamentale è: com'è finita un'arte marziale a letto?
Intanto il contadino giapponese avrebbe potuto legare la propria moglie ad una trave di casa semplicemente per dirle: "adesso discutiamo". Le donne, sempre impegnate, contavano poco nella società giapponese. Lavoravano e praticamente l'unico ruolo importante era l'economia domestica, il bilancio familiare. Per il resto, sesso poco, alzarsi, lavorare, obbedire, lavorare, dormire e via così. Quindi in una legatura c'era anche un: "Alt, fermati. Prestami attenzione."
Da li alle legature del sesso femminile, alla stimolazione clitoridea del sukaranbo o dell'hishi, il passo è stato breve. Ora, fino a che voi vi divertite a legare i polsi e le caviglie alla vostra compagna per un gioco particolare, poco male. Resta però una pratica pericolosa che una manetta troppo stretta o legata male rende il  tutto molto pericoloso. Insomma state portando un'arte marziale a letto. In un post precedente avevo fatto riferimento al sito tokio bound e le differenze tra lo shibari più tradizionale e lo western bondage e vedo che nel corso del tempo si cerca di dare un ordine più preciso al vero e proprio "bordello" che c'era in precedenza. Anche questo post nella sua prima edizione era mirato a regolamentare lo shibari attraverso gli shibari-kata. In effetti questo e quello dell'amico Shinken Hayanawa, sono effettivamente i primi usciti in Italia con questo scopo e fu davvero un lavoraccio. Io scelsi di rappresentare gli shibari-kata attraverso i disegni di Ozuma Yoko, così da poter anche rappresentare l'arte figurativa giapponese e quella dei tatoo. Ovviamente i disegni non li hanno coperti tutti e nemmeno posso dire che sia completo. Dietro l'incidente di Roma, evitammo accuratamente di postare ogni possibile kata per non invogliare nessuno a provarci ed evitare ulteriori danni alle persone.

Ecco comunque il set pubblicato ed in sintesi lo eastern shibari o shibari o kinbaku ortodosso è una forma d'arte visiva incentrata sulla bellezza e sull'esaltazione del corpo (tradizionalmente), femminile mentre lo western bondage è quello praticato nelle più intimi rapporti sado maso o sessuali dove "non importa come ti lego", purché sia efficace e sia utile a quello che stiamo facendo: godere. Sottolineo: godere, non farsi male!!!

Quello che segue è il primo shibarido-kata che sia mai stato scritto con la supervisione di Shinken Hayanawa Sensei. Gli splendidi disegni sono di Ozuma Kaname (小妻要, 1939 - 2011).

  • Ebi (海老), o Kuri (繰), o legatura a gamberetto (海老責め), mani detro la schiena, gambe incrociate o in posizione fetale. Al centro: Ebi tsuri shibari: sospensione a gamberetto e Agura, più morbido a dx. Il primo disegno è di una vera e propria tortura, il terzo è un gambero dolce sdraiato su un lato
Ebi (海老), o Kuri (繰)
海老責め
Ebi (海老), o Kuri (繰)
胡座 縛り
Ebi (海老), o Kuri (繰)
海老責め吊り

  • Sakasa ebi shibari: gamberetto rovesciato.
Sakasa ebi shibari
逆さ海老縛り
  • 1 Kataashi age tsuri shibari: Un piede alzato in sospensione parziale. 
1 Kataashi age tsuri shibari
片足上げ吊り縛り
  • Agura shibari: legata nella classica posizione Yoga con le gambe incrociate.
Agura shibari 胡座 縛り
胡座 縛り
  • Chokuritsu fudou ippon shibari: legata, vincolata in piedi.
Chokuritsu fudou ippon shibari  直立不動一本縛り
直立不動一本縛り
  • Gyaku ebi tsuri shibari: Appesa a gamberetto rovesciato. Varianti.
Gyaku ebi tsuri shibari  逆海老吊り縛り
逆海老吊り縛り


Gyaku ebi tsuri shibari  逆海老吊り縛り
逆海老吊り縛り

  • Katate kubi shibari: singolo polso legato. Oddio, questo polso ha una solo  giro quindi più vicino allo shibari da guerra ma il concetto è chiaro.


Nodo prusik mastrodesade
  • Kikkou shibari: legatura del corpo che termina con un disegno a dorso di tartaruga.
Kikkou shibari 亀甲縛り
亀甲縛り
    • Koutou ushiro te shibari: mani legate dietro la testa.
    Koutou ushiro te shibari 後頭後ろ手縛り
    後頭後ろ手縛り
      • Hashira ushirodaki: shibari al bamboo.
      Hashira ushirodaki 竹縛り
      縛り
      • Hishi ( hishi nawa shibari): quello che noi chiamiamo karada. Disegno a diamanti.
      Hishi 菱縄縛り
      菱縄縛り
      Immagine disponibile gratuitamente
      per condivisione ed uso da
      http://kboukn.blog.fc2.com
        • M ji kaikyaku tsuri shibari : Appesa a lettera M in sospensione. In questo caso laterale.
        M ji kaikyaku tsuri shibari M字開脚吊り縛り
        M字開脚吊り縛り
        • Mata nawa shibari (また縄縛り): quello che noi chiamiamo sukaranbo.

        Mata nawa shibari また縄縛り
        また縄縛り
        • Renkou tejou shibari: legatura  a manetta vincolata in cintura
        Renkou tejou shibari 連行手錠縛り
        連行手錠縛り
        Renkou tejou shibari 連行手錠縛り
        連行手錠縛り
        • Ryoute kubi shibari: entrambi i polsi legati
        Ryoute kubi shibari 両手首縛り
        両手首縛り
        • Tachi tsuri shibari: sospensione parziale.
        Tachi tsuri shibari 立ち吊り縛り
        立ち吊り縛り
        • Tanuki: procione, appesa mani e piedi, pancia sopra o sotto.
        Tanuki タヌキ縛り
        タヌキ縛り
        • Tasuki: legatura a cintura di kimono (anche ushiro tasuki: legatura posteriore).
        Tasuki 襷縛り
        襷縛り
        • Tejou shibari: legatura a manetta.
        Tejou shibari 手錠縛り
        手錠縛り
        • Tsuri: sospensione (1, un po' forzata ma...), Gyaku ebi tsuri shibari (2), gamberetto in sospensione.

        Tsuri 逆海老吊り縛り
        逆海老吊り縛り
        Tsuri 逆海老吊り縛り
        逆海老吊り縛り
        • Ushiro takate kote shibari: Mani alte legate dietro la schiena.
        Ushiro takate kote shibari ろ高手小手縛り(簡易型)
        ろ高手小手縛り(簡易型)
        • Ushiro te shibari: legatura delle mani dietro la schiena
        Ushiro te shibari 後ろ手縛り
        後ろ手縛り
          Inoltre:



        • Karada. Parola giapponese che significa corpo. Vestito di corde
        • Kinbaku  (緊縛). Nome, significa, legatura stretta, Kinbaku-bi (緊縛美) letteralmente “la bellezza della legatura stretta (serrata)”
        • Nawa shibari  (縄縛): nome, legatura con le corde. E’un termine coniato ma non esiste in giapponese.
        • Nawajutsu. L'arte di legare con le corde. Considerate i seguenti esempi dove il kanji 縄 sta per "nawa".
        • 責め縄 (semenawa): modo di legare adatto alla tortura.
        • 首斬縄 (kubikirinawa): modo di legare adatto alla decapitazione.
        • 火焙縄 (hiaburinawa): modo di legare adatto per il rogo.
        • 早縄 (hayanawa): modo di legare per un un iniziale arresto (veloce, haya= veloce, nawa=corda), e rapido bloccaggio a "terra".
        • 本縄 (honnawa): l'attuale modo complicato di legare una volta che la persona è stata arrestata.
        • Nawashi  (縄師): nome composto da Nawa, corda, e shi, maestro. Letteralmente "mastro di corde" e per estensione, "colui che lega". Nell'ambiente SM, l’artista delle corde. N.B.: come già vi dicevo il termine “Bondager” non esiste, è una parola del tutto inventata in ambiente italiano. (1 2).
        • Shibari  (縛り): nome, il legare o il legarsi con una corda.
        • Shibaru  (縛る): verbo, legare con una corda.
        • Western Bondage: legare non per costringere ma per stimolare gli organi sessuali, comunque per dare piacere.

        • Per una visione dei termini più ampi, siete pregati di seguire questo link. Vi dico che però è scritto in giapponese-inglese. In conclusione c'è pure da aggiungere che il giapponese è come il cinese. Lo stesso ideogramma può significare cose diverse. Una traduzione letterale è difficile da fare. Il punto è questo: lo shibari che vedete NON è un'arte marziale, non è manco un'arte codificata. E' tutta una storia recente e si può trovare l'esatto contrario nello stesso pezzo. Lo shibari tradizionale, quello da guerra, non prevede alcuna legatura ai bastoni, prevalentemente bamboo, quello attuale, si. Se guardiamo su un dizionario, il risultato kinbaku 
          (緊縛), ci da:/span>
          1. legare stretto,
          2. bondage sessuale (da http://jisho.org/words) E kinbaku-bi, 緊縛美, la bellezza della legatura stretta o la bellezza del bondage sessuale il che ci porta di nuovo ad un diverso aspetto. Si tratta della legatura di per se o la bellezza della situazione che la legatura a scopo sessuale ci conduce? 

          Fonti:
          http://realropebondage.com/about-japanese-rope-bondage-2/
          http://www.lastfm.it/user/jroots/journal/2008/09/01/255k9k_punishment_and_the_beauty_of_japanese_bondage
          http://www.bondageproject.com/public/history_e1.htm
          http://en.wikipedia.org/wiki/Japanese_bondage
          http://www.ropemarks.com/en/workshops/public/level2/index.php
          http://www.ask.com/wiki/Kinbaku http://www.japaneseropeart.com/RopeArt/History.html http://www.keibunsha.com/hst_jt.html
          http://tokyobound.com/blog/?m=201107
          http://www.ds-arts.com/RopeArt/History.html
          http://en.wikipedia.org/wiki/Japanese_bondage
          http://shinseidojo.wordpress.com/2009/10/06/roles-and-techniques-of-the-police-during-the-edo-period-1603-1867-by-dr-kacem-zoughari/
          http://www.e-budo.com/forum/archive/index.php/t-1996.html
          http://en.wikipedia.org/wiki/Hoj%C5%8Djutsu
          ed altre

          mercoledì 13 giugno 2012

          Conoscere il Giappone i 47 rōnin 四十七士 Shi-ju Shichi-shi

          Bon, vi siete letti Shōgun? :)
          Ecco, subito dopo passate ad una storia vera quella dei 47 rōnin e che poi rōnin non erano ma lo diventarono.
          Innanzi tutto chi sono i rōnin? Letteralmente r ō nin (浪人), significa "uomini che imparano a diventare samurai" o più comunemente "uomini alla deriva". State molto attenti alle definizioni linguistiche perché un uomo alla deriva è un "uomo senza padrone" in italiano.
          La storia comincia così. Due uomini molto diversi vennero incaricati dallo Shōgun Tokugawa Tsunayoshi di un compito. Il primo Kira Kozukenosuke Yoshinaka, maestro di protocollo e uomo avido e privo di senso del dovere, avrebbe dovuto insegnare al Daimyo Asano Takumi Naganori il "bon ton" per poi essere inviato presso la corte Imperiale dello Shōgun stesso.
          Assalto al castello di Kira
          Mentre Asano faceva questo per dovere, l'altro pretendeva denaro e ricompense ed in breve tempo tra i due sorsero dei profondi attriti che degenerarono in vere e proprie offese. Asano un giorno scoppiò, sfoderò la spada e ferì Kira. A seguito dell'inchiesta Asano, dichiarò che avrebbe preferito ucciderlo e in virtù della legge che vietava a tutti l'uso delle armi nel palazzo. Così gli venne imposto di fare "seppuku", di suicidarsi insomma e prontamente Asano obbedì. Alla notizia i suoi samurai decisero di non ingaggiare battaglia e difendere il castello e nemmeno di seguire il loro padrone nell'aldilà. Quarantasette di loro presero la decisione di una astuta vendetta che pianificarono nel giro di un anno. Nascosero le loro armi e le loro armature in un luogo segreto. Uno di loro si mise a fare strumenti di legno in un negozio davanti al castello per poterne controllare ingressi, turni di guardia, difese e quant'altro gli servisse. Oishi, l'ideatore del piano. si diede al bere frequentando locali malfamati,. Insomma le studiarono di tutte per far capire di non essere un pericolo, che erano uomini persi e che non avrebbero MAI meditato "vendetta" (giustizia).
          La notte nevosa del 14 dicembre 1702 diedero il via all'azione. I 61 samurai che difendevano il castello di Kira vennero travolti dai 46 rōnin. No, non ho sbagliato numero. In effetti uno di loro per non entrare in conflitto di "interessi" si suicidò ed era con i suoi compagni solamente di spirito. Tutt'oggi è conteggiato tra gli assaltatori.

          Il 14 febbraio successivo e a seguito della relativa inchiesta, venne ordinato anche a loro di uccidersi e Oishi ed i suoi, obbedirono immediatamente. I loro corpi cremati e seppelliti assieme, sono nel Sengaku-ji (泉岳寺) a Tokio, il tempio dei guerrieri e le loro tombe ancora molto rispettate.
          Alcune delle tombe dei ronin
          La storia ci insegna molte cose. Dall'ingiustizia può nascere un risentimento che spinge qualcuno a ripristinare la giustizia che è mancata. Che il costo dell'azione ha un prezzo e può arrivare fino a quello più estremo, quello della vita. Che nonostante tutto sono queste le azioni che in qualche modo cambiano il mondo in meglio e fanno riflettere tutte le generazioni future sul senso del dovere, dell'onore e della giustizia.
          La storia fu disegnata e tramandata da Kuniyoshi Utagawa con delle bellissime stampe del mondo fluttuante. Grazie all'attenzione di alcuni cultori, possono essere visionate qui o leggere la storia in modo più completo, qui e qui.


          domenica 10 giugno 2012

          Il guerriero e lo zen


          Vinci pure mille volte mille uomini in battaglia: solo chi vince se stesso è il guerriero più grande.

          Buddha

          venerdì 8 giugno 2012

          Lo scrigno del tempo

          Piccoli meccanismi lentamente si incastrano scandendo il suono del tempo. Si muovono magici al ritmo del tuo respiro. Finalmente la chiave, quella che apre tutte le porte è nelle mie mani. Tu sei il mio scrigno prezioso, il mio gioiello perfetto. Sintesi, universo, sogno e viaggio. Dove sei?
          MDS

          Mushin non mente


          “Il pensiero ostacola la natura e ostruisce la vera funzione. Non pensare, non agire; segui i movimenti della natura e il sé scomparirà. In assenza di sé non avrai avversari né in cielo né in terra. Non appena si manifesta anche un minimo pensiero cosciente, volontà e progetto ti separano dalla Via naturale. Vedi te stesso e gli altri come entità separate, come avversari. Mi chiedete quale sia la mia tecnica: la risposta è mushin (non mente). Mushin è agire in accordo con la natura, nient’altro.”


          Neko No Myojutsu (Le meravigliose tecniche del Vecchio Gatto)




          da: http://www.youkosoitalia.net/2009/01/23/aforismi-zen-mushin-non-mente/