Kinbaku, shibari, D/S, relazioni, pericoli stati d'animo, relazioni, pericoli, relazione e zen nel mondo BDSM o meglio, SM, sado-maso. blog I.
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venerdì 23 settembre 2011
Le foto che amo - Norio Sugiura
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Il bondage è come l'alpinismo - di Xandra
Intervista rilasciata al settimanale "Gioia"
Martedì, 20 settembre 2011 13:03
Può essere pericoloso, o del tutto innocuo: dipende da come lo si fa. In un’intervista esclusiva a Gioia una “domina” molto nota nell’ambiente rivela le regole del gioco erotico che ha portato alla tragica fine della ragazza romana. Lei, che conosceva vittima e carnefice, consiglia “alle ventenni come Paola di aspettare”. E ai più maturi di sperimentare “con raziocinio e un po’ per volta. E alla fine viverla come un’esperienza sentimentale”
di Alessandra Di Pietro - Foto Zoe Vincenti
"Sì, ho conosciuto sia Paola che Soter", ammette pensosa Xandra, 37 anni, una “domina” molto nota nell’ambiente BDSM, acronimo che sta per Bondage, Dominazione, Sadismo/Sottomissione, Masochismo. È anche la sola animatrice di manettematte.org, la più grande community on line, coi suoi 35mila contatti, fonte attendibile di contenuti sadomaso.
Xandra allude a Paola Caputo, la ventiquattrenne leccese morta lo scorso 9 settembre durante un gioco erotico in un garage vicino Roma. E a Soter Mulè, l’uomo agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio colposo. Questa è una delle rarissime interviste che la domina milanese rilascia, la prima, e unica, su questa vicenda. Su cui ha molte cose da dire.
Perché ha deciso di parlare di questa storia solo ora?
Era il caso di tacere per rispetto: è morta una ragazza, un uomo si è rovinato la vita e un’altra persona sta ancora molto male. Ma, soprattutto, non nutro alcun interesse nel giustificare, promuovere o rendere accettabile il sadomaso.
Come spiega ciò che è accaduto dentro a quel garage?
Ciò che facevano quelle tre persone non si chiama né BDSM né bondage. È una bravata finita in tragedia. Per imperizia, incoscienza, leggerezza. Avevano bevuto e fumato: avrebbero potuto terminare la serata ben prima, magari schiantandosi in macchina. Resta però una vicenda diversa da qualsiasi altra.
Che cosa la rende diversa?
Tutto il tempo che la vittima aveva trascorso di recente con persone che non le hanno giovato, in una grande città alienante. E l’incoscienza di Soter Mulè, che tra l’altro aveva anche raggiunto una certa fama come responsabile regionale dell’Associazione BDSM Italia.
Un’organizzazione nata nel 2008, che si propone di dare garanzie di qualità e sicurezza alla pratica.
Personalmente non condivido né le intenzioni né i mezzi di questa associazione e, come molti praticanti di sadomaso, ne ho preso le distanze.
Si propongono di decriminalizzare certe preferenze sessuali. Al momento considero anche il solo fatto di parlarne un insulto inaudito nei confronti di chi piange una ragazza scomparsa, peraltro in circostanze di difficile comprensione per il piccolo paese da cui Paola proveniva. Non mi risulta, comunque, che il sadomaso ludico sia un reato. È una pratica, non un’identità sessuale. L’omosessualità, al contrario, si è trovata a contrastare una discriminazione reale, che il sadomaso non conosce. Queste lobby sono prive di senso.
Che ne pensa della richiesta di rendere più visibili e “pubbliche” queste pratiche?
Sono fermamente contraria. Gli appassionati di BDSM praticano con serenità e discrezione in locali particolari oppure a casa. Finito il gioco, non vi è l’obbligo né la necessità di portarsi la frusta in ufficio o dichiarare ad altri quel che si fa. Ci sono troppe persone impreparate, che invece vengono attirate da una diffusione sempre più mercificata, esagerata.
Ci chiarisca una cosa: le pratiche BDSM sono effettivamente pericolose?
Tanto quanto l’alpinismo o un corso di uncinetto. Dipende da come lo si fa. Alcol e droghe possono essere fatali anche solo per chi, sotto il loro effetto, decida di farsi una doccia. Certo, sarei ipocrita se dicessi che non ci sono rischi. È un canale comunicativo preferenziale, profondo, tra due o più individui. Implica maturità, buonsenso, integrità. Non vedo quale particolare godimento se ne possa trarre se si è privi di lucidità.
L’esercizio del potere e il rispetto dei limiti concordati richiedono molta consapevolezza?
Richiedono una consapevolezza assoluta. Nel gioco di ruolo ci sono regole che vanno tassativamente rispettate e lasciano poco spazio al caso. Dalla parola di sicurezza per interrompere l’azione, alla precisazione, punto per punto, dei propri limiti.
Sta dicendo che vige un rapporto di parità anche nel gioco tra il sottomesso e il dominante?
In teoria, il gioco di ruolo non contempla parità: io comando, tu esegui. Ma la pratica è altro, il sottomesso, per esempio, può fermare una mistress inesperta che lo colpisce sulle reni oppure il dominante può costringere il sottomesso a lavare i piatti anche se quello non ne va matto.
I corsi aiutano davvero ad acquisire le tecniche giuste?
La commercializzazione può avere una sua utilità: è più sicuro farsi dominare da una professionista esperta che chieda 200 euro all’ora, piuttosto che dare la metà a una furbetta improvvisata, decisa a guadagnare molto denaro in poco tempo.
Nel caso del bondage però è necessario saper legare.
È fondamentale imparare come si fa, ma non attribuisco alcuna affidabilità a corsi aperti a chiunque e pubblicizzati di continuo. Il denaro snatura la genuinità di qualsiasi pratica sessuale: preferirei che tutto fosse fatto per passione, requisito essenziale per trasmettere agli altri la vera anima del sadomaso ludico e del bondage.
Internet ha moltiplicato la diffusione dei contenuti e dei contatti tra chi segue il BDSM: che cosa è cambiato?
Quando non c’era Internet, la paura di venire giudicati si trasformava in auto-tutela: c’era molta più prudenza. La rete ha dato l’opportunità di confrontarsi, ma ha moltiplicato di molto i numeri, abbassando la qualità umana e intellettuale delle persone coinvolte. Con l’ovvio aumento dei rischi.
È vero che sono interessati anche personaggi famosi?
(Sorride, ndr): qualcuno c’è, ma non sono migliaia e neanche centinaia. E nessuno è così fesso da rivelare con leggerezza la propria identità.
A una ventenne che ha inclinazioni sadomaso che cosa consiglierebbe?
In linea di massima di starne alla larga e di aspettare. Avere una buona sessualità è un requisito necessario ed è al tempo stesso un’ottima difesa. A vent’anni non hai di solito un’esperienza che ti permetta, per esempio, di riconoscere i tanti praticanti sessualmente inesperti, o quelli che nascondono carenze e frustrazioni dietro pratiche o feticci. A quelli più maturi, che hanno invece raggiunto una sessualità equilibrata e sono davvero interessati, consiglio di prendere il sadomasochismo ludico come un’avvincente, complessa e seria esperienza emotiva o sentimentale. Il cui fine sia anche conoscere meglio se stessi.
Volendo cominciare, come si fa?
Con calma. Non è l’unica forma di sesso possibile o godibile, è solo una delle tante varianti. E non è nemmeno merce di scambio o di competizione. C’è molto da leggere, per documentarsi e confrontarsi, solo così si capisce: magari l’idea di prendersi qualche sculacciata può eccitare qualcuno in teoria, ma risultare fastidiosa nella pratica. Quando si è veramente convinti, allora si può cominciare a sperimentare, ma con raziocinio e a piccole dosi. E soprattutto con persone affidabili e conosciute.
Altrimenti è molto meglio rimanere tranquilli sul divano a guardare la televisione.
http://www.manettematte.org/index.php/contenuti/39-news-ed-articoli/9527-il-bondage-e-come-lalpinismo.html
Martedì, 20 settembre 2011 13:03
Può essere pericoloso, o del tutto innocuo: dipende da come lo si fa. In un’intervista esclusiva a Gioia una “domina” molto nota nell’ambiente rivela le regole del gioco erotico che ha portato alla tragica fine della ragazza romana. Lei, che conosceva vittima e carnefice, consiglia “alle ventenni come Paola di aspettare”. E ai più maturi di sperimentare “con raziocinio e un po’ per volta. E alla fine viverla come un’esperienza sentimentale”
di Alessandra Di Pietro - Foto Zoe Vincenti
"Sì, ho conosciuto sia Paola che Soter", ammette pensosa Xandra, 37 anni, una “domina” molto nota nell’ambiente BDSM, acronimo che sta per Bondage, Dominazione, Sadismo/Sottomissione, Masochismo. È anche la sola animatrice di manettematte.org, la più grande community on line, coi suoi 35mila contatti, fonte attendibile di contenuti sadomaso.
Xandra allude a Paola Caputo, la ventiquattrenne leccese morta lo scorso 9 settembre durante un gioco erotico in un garage vicino Roma. E a Soter Mulè, l’uomo agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio colposo. Questa è una delle rarissime interviste che la domina milanese rilascia, la prima, e unica, su questa vicenda. Su cui ha molte cose da dire.
Perché ha deciso di parlare di questa storia solo ora?
Era il caso di tacere per rispetto: è morta una ragazza, un uomo si è rovinato la vita e un’altra persona sta ancora molto male. Ma, soprattutto, non nutro alcun interesse nel giustificare, promuovere o rendere accettabile il sadomaso.
Come spiega ciò che è accaduto dentro a quel garage?
Ciò che facevano quelle tre persone non si chiama né BDSM né bondage. È una bravata finita in tragedia. Per imperizia, incoscienza, leggerezza. Avevano bevuto e fumato: avrebbero potuto terminare la serata ben prima, magari schiantandosi in macchina. Resta però una vicenda diversa da qualsiasi altra.
Che cosa la rende diversa?
Tutto il tempo che la vittima aveva trascorso di recente con persone che non le hanno giovato, in una grande città alienante. E l’incoscienza di Soter Mulè, che tra l’altro aveva anche raggiunto una certa fama come responsabile regionale dell’Associazione BDSM Italia.
Un’organizzazione nata nel 2008, che si propone di dare garanzie di qualità e sicurezza alla pratica.
Personalmente non condivido né le intenzioni né i mezzi di questa associazione e, come molti praticanti di sadomaso, ne ho preso le distanze.
Si propongono di decriminalizzare certe preferenze sessuali. Al momento considero anche il solo fatto di parlarne un insulto inaudito nei confronti di chi piange una ragazza scomparsa, peraltro in circostanze di difficile comprensione per il piccolo paese da cui Paola proveniva. Non mi risulta, comunque, che il sadomaso ludico sia un reato. È una pratica, non un’identità sessuale. L’omosessualità, al contrario, si è trovata a contrastare una discriminazione reale, che il sadomaso non conosce. Queste lobby sono prive di senso.
Che ne pensa della richiesta di rendere più visibili e “pubbliche” queste pratiche?
Sono fermamente contraria. Gli appassionati di BDSM praticano con serenità e discrezione in locali particolari oppure a casa. Finito il gioco, non vi è l’obbligo né la necessità di portarsi la frusta in ufficio o dichiarare ad altri quel che si fa. Ci sono troppe persone impreparate, che invece vengono attirate da una diffusione sempre più mercificata, esagerata.
Ci chiarisca una cosa: le pratiche BDSM sono effettivamente pericolose?
Tanto quanto l’alpinismo o un corso di uncinetto. Dipende da come lo si fa. Alcol e droghe possono essere fatali anche solo per chi, sotto il loro effetto, decida di farsi una doccia. Certo, sarei ipocrita se dicessi che non ci sono rischi. È un canale comunicativo preferenziale, profondo, tra due o più individui. Implica maturità, buonsenso, integrità. Non vedo quale particolare godimento se ne possa trarre se si è privi di lucidità.
L’esercizio del potere e il rispetto dei limiti concordati richiedono molta consapevolezza?
Richiedono una consapevolezza assoluta. Nel gioco di ruolo ci sono regole che vanno tassativamente rispettate e lasciano poco spazio al caso. Dalla parola di sicurezza per interrompere l’azione, alla precisazione, punto per punto, dei propri limiti.
Sta dicendo che vige un rapporto di parità anche nel gioco tra il sottomesso e il dominante?
In teoria, il gioco di ruolo non contempla parità: io comando, tu esegui. Ma la pratica è altro, il sottomesso, per esempio, può fermare una mistress inesperta che lo colpisce sulle reni oppure il dominante può costringere il sottomesso a lavare i piatti anche se quello non ne va matto.
I corsi aiutano davvero ad acquisire le tecniche giuste?
La commercializzazione può avere una sua utilità: è più sicuro farsi dominare da una professionista esperta che chieda 200 euro all’ora, piuttosto che dare la metà a una furbetta improvvisata, decisa a guadagnare molto denaro in poco tempo.
Nel caso del bondage però è necessario saper legare.
È fondamentale imparare come si fa, ma non attribuisco alcuna affidabilità a corsi aperti a chiunque e pubblicizzati di continuo. Il denaro snatura la genuinità di qualsiasi pratica sessuale: preferirei che tutto fosse fatto per passione, requisito essenziale per trasmettere agli altri la vera anima del sadomaso ludico e del bondage.
Internet ha moltiplicato la diffusione dei contenuti e dei contatti tra chi segue il BDSM: che cosa è cambiato?
Quando non c’era Internet, la paura di venire giudicati si trasformava in auto-tutela: c’era molta più prudenza. La rete ha dato l’opportunità di confrontarsi, ma ha moltiplicato di molto i numeri, abbassando la qualità umana e intellettuale delle persone coinvolte. Con l’ovvio aumento dei rischi.
È vero che sono interessati anche personaggi famosi?
(Sorride, ndr): qualcuno c’è, ma non sono migliaia e neanche centinaia. E nessuno è così fesso da rivelare con leggerezza la propria identità.
A una ventenne che ha inclinazioni sadomaso che cosa consiglierebbe?
In linea di massima di starne alla larga e di aspettare. Avere una buona sessualità è un requisito necessario ed è al tempo stesso un’ottima difesa. A vent’anni non hai di solito un’esperienza che ti permetta, per esempio, di riconoscere i tanti praticanti sessualmente inesperti, o quelli che nascondono carenze e frustrazioni dietro pratiche o feticci. A quelli più maturi, che hanno invece raggiunto una sessualità equilibrata e sono davvero interessati, consiglio di prendere il sadomasochismo ludico come un’avvincente, complessa e seria esperienza emotiva o sentimentale. Il cui fine sia anche conoscere meglio se stessi.
Volendo cominciare, come si fa?
Con calma. Non è l’unica forma di sesso possibile o godibile, è solo una delle tante varianti. E non è nemmeno merce di scambio o di competizione. C’è molto da leggere, per documentarsi e confrontarsi, solo così si capisce: magari l’idea di prendersi qualche sculacciata può eccitare qualcuno in teoria, ma risultare fastidiosa nella pratica. Quando si è veramente convinti, allora si può cominciare a sperimentare, ma con raziocinio e a piccole dosi. E soprattutto con persone affidabili e conosciute.
Altrimenti è molto meglio rimanere tranquilli sul divano a guardare la televisione.
http://www.manettematte.org/index.php/contenuti/39-news-ed-articoli/9527-il-bondage-e-come-lalpinismo.html
mercoledì 21 settembre 2011
Lo Shibari Il BDSM La pulizia dai bischeri.
E' solo una bozza resa pubblica, sarà soggetta a ulteriori modifiche che le scrivo quando ho un minutino di tempo
Il problema della divulgazione e del messaggio.
1) quando tu scegli di fare corsi, di fare divulgazione sei pure responsabile del messaggio che dai. Certo è che non si può essere responsabili delle azioni dell'ultimo scemo che si presenta ma insomma cercare di fare arrivare nel modo giusto quello che si dice e si mostra è importante.
2) Ultimamente si è associata l'idea: nawashibari=bondange=bdsm. Sbagliato! Le corde sono un possibile mezzo e non è IL bdsm. Con le corde alle volte si gratifica la vista ma non più della pelle, del latex, delle catene delle scarpe, degli stivali. Ovviamente per quelli che amano altri generi di "abbigliamento" o di bondage appunto. Per fare un'esempio, posso "io" fare più bdsm guardandoti negli occhi che "tu", bravissimo nawashi (colui che lega, legatore), con 12 km di cordame diverso e colorato.
3) Il limite del legatore come il limite di ogni pratica. Saper legare non significa conoscerne i rischi. Per ogni conoscenza c'è un determinato livello. Se mi butto con il paracadute, prima di farlo l'istruttore mi prepara ad ogni possibile evenienza. Se non si apre fai così, se si annodano le corde fai cosà, quando arrivi a terra fai così. La base per un lancio semplice. Quanto più tu complichi il lancio, tanto più devi avere conoscenze e strumenti adatti a gestirlo. Un altimetro sonoro ad esempio per i lanci di precisione che ti permetta di impostare le virate. Ovvio che alle volte tutto va male, non senti l'altimetro o succede qualcos'altro e fai la triste fine del povero Taricone. Così se non prendi tutte le precauzioni per quello che vai a fare, fai la fine della povera Paola. Colgo di nuovo l'occasione per un pensiero per entrambi. Capitano gli incidenti purtroppo. Non essendo un legatore penso che chi fa divulgazione dovrebbe trovare un modo di dare dei livelli di istruzione e possibilità a chiunque pratichi nawa shibari. Penso che chi frequenti un dojo di hojojutsu/nawajutsu puro, riceverà il kuy in base al suo grado di conoscenza come chiunque faccia qualsiasi altra arte marziale giapponese. E' importante che non vi siano apprendisti stregoni. Il "fai da te" è ammesso nelle arti marziali e ci puoi pure mettere del tuo, apportare novità e modifiche ma non da solo ed in base sempre al tuo grado di esperienza. Quante volte abbiamo valutato per anni magari un entrata di empi con rotazione per migliorarla se non nella forma nell'efficacia? Il maestro il diffusore DEVE poter guardare in faccia gli allievi e allievi alla fine si è tutti sempre.
4) Il bollino del bravo master. Chi è il bravo master? Colui che osa o chi osa senza cervello? E' un modo di dire, qualcuno alle volte si è offeso quando ho detto "usa il cervello", non è personale, è semplicemente: presta attenzione, ragionaci, riflettici.. etc etc. Se non osassimo non saremmo andati sulla luna e vivremmo ancora nelle caverne o nelle praterie dell'Africa. Abbiamo osato e ci siamo evoluti ma questo ha un prezzo. Nell'osare gli incidenti capitano anche quelli non voluti ma non me la sento di condannare a priori chi esperimenta una teoria razionale e ben argomentata con ogni possibile dettaglio valutato a pieno. Condanno invece immediatamente chi osa senza testa. Chi, come diceva Stefano Laforgia, guida senza cinture prima o poi si farà male. Esatto. Quelli sono da escludere, quelli non sono master o mistress sono solo imbecilli. Non tanto perché fanno cose che la gente non apprezza ma perché in genere usano te, coglione/a che ti presti fidandoti di lui/lei. Sei tu che ci rimetti. Si magari quello va dentro ti paga i danni ma poi i segni ed il loro peso li porti tu non loro. Nel dubbio di sicurezza un buon master deve fare SEMPRE un passo indietro. Senza nessun timore per la sicurezza può solo buttarsi giù da un ponte, possibilmente parecchio alto :P. Se uno schiavo o una slave ti chiedono cose che tu non sai gestire devi dire: NO, non lo so fare. Se ti chiedono di fargli qualcosa fuori di testa tu non devi farlo. In altre parola mi sono letteralmente rotto le @@ di sentirmi chiamare per chiedermi: "quello vuole che gli spenga una sigaretta su culo, poi come lo disinfetto? " Non solo me le sono rotte ma mi viene la voglia di infilarla a te la sigaretta accesa su per il culo, pardon, un cubano è più grosso. Sta gente.. VIA! cambino "mestiere". Che siano bellissimi, medi o brutti non importa. ARIA!
5) il bdsm è uno stato d'animo non una situazione. Non è una legatura. Il legame è sempre uno stato d'animo non è il ZI BUANA; BADRONE SONO AI DUOI BIEDI. E' chiara per tutti sta cosa si o no? La vostra partner che voi chiamate schiava è li per divertirsi con voi perché è voi che ha scelto e voi lei. E' una DONNA non un oggetto, diventa un oggetto perché c'è un legame perché c'è qualcosa di magico e più profondo di un amore normale. Se ne abusate, se non capite, se non c'è empatia ma solo piacere di fare allora scusate, il vostro posto è tra le lattine di bibita vuote non tra i sapiens. Quindi rispetto per se stessi, rispetto per il partner, rispetto per le cose che si fanno. SEMPRE, non quando cacchio ci fa comodo!
MDS
domenica 18 settembre 2011
Matrix - Shibari, breath control, bigotti e ignoranti e Stefano La Forgia.
Alessio Vinci, conduttore di Matrix |
Stefano La Forgia, esperto in Kinbaku |
Paola Perego |
Enrico Ruggeri |
Il 15 settembre è andata in onda una puntata di Matrix in cui si è discusso sui "giovani violenti". Visto il clamore dell'incidente di roma c'è stato inserito anche quello facendo così di ogni erba un fascio. Quello in effetti non è violenza. Non s'è trattato di pura violenza ma di inaudità "stupidità", passatemi il termine, riferita alla sottovalutazione dei rischi di un "gioco" di BREATH PLAY che con il bondage non ha niente a che vedere.
Da un paio d'anni mi sono scontrato, alle volte anche in modo duro con qualche collega proprio su alcuni aspetti del bdsm in generale e sul legare in particolare. E' difficile spesso da spiegare a chi magari s'è iscritto ad un corso di bondage o meglio di nawa-shibari come stanno le cose. A me sono voluti anni per comprendere la cultura orientale e altrettanti anni per padroneggiare le arti marziali. Richiede tempo e spesso si fanno i conti con apparenti contraddizioni difficilmente comprensibili nelle loro sfumature.
Qui a confronto non c'è solo il kinbaku ma una serie di problematiche culturali e di conoscenza di una "materia" altamente complessa. Andare a dire frasi del tipo: non capirò mai come si possa trovare piacere da certe situazioni dal dolore. State applicando delle tecniche di combattimento dei samurai, siete dei pazzi. Pur essendo in parte vero, è parallelamente l'opposto di quello che hanno fatto alcuni presunti nawashi quando si sono messi ad insegnare e a fare proseliti. Alla stesa base c'è una conoscenza assente o sbagliata nell'affrontare il tema. Ho cercato un po' di spiegarlo nel post precedente in risposta all'ennesima ignorantona che va su you tube parlando di shibari e facendo analogie con l'incidente di Roma.
Non si dovrebbe andare in tv impreparati, non si dovrebbe fare divulgazione impreparati, non si dovrebbe andare in giro ad offendere e denigrare le culture di altri paesi e d'altri popoli credendo di essere i portatori della verità. Cara Paola e caro enrico: scopate e vi divertite come dei bambini piccoli? Va bene, nessuno vi obbliga a cambiare ma non imponete il vostro credo a nessuno.
Tanto più sei un personaggio pubblico, tanto più i telespettatori o gli studenti o gli adepti o gli interessati, dipendono dai tuoi commenti. Si chiama autorità. Perché se dico una cosa qua sorgono subito dei dubbi mentre se lo faccio in un dojo no? Perché si capisce subito che è l'autorità all'interno del dojo. Mi sono messo una sola volta dalla parte dei Sensei durante il saluto ma è lo stesso. Stai nella fila sulla parte destra dove ci sono i dan. Vedono durante le lezioni chi spiega e chi no. Vedono durante il kumite chi rimane in piedi e chi no. Se c'è il sensei che ha tre o quattro dan, mi affronta e rimane in piedi meno di 30" i ragazzi capiscono senza spiegazioni. Così funzionano le cose. Quindi i ragazzi fanno alle corse per andare ascoltare lui quando ti insegna un kata o una tecnica di combattimento in luoghi stretti e con poco spazio e quello che invece quelle tecniche (meno pulite), le sa applicare.
Tanto più sei un personaggio pubblico, tanto più i telespettatori o gli studenti o gli adepti o gli interessati, dipendono dai tuoi commenti. Si chiama autorità. Perché se dico una cosa qua sorgono subito dei dubbi mentre se lo faccio in un dojo no? Perché si capisce subito che è l'autorità all'interno del dojo. Mi sono messo una sola volta dalla parte dei Sensei durante il saluto ma è lo stesso. Stai nella fila sulla parte destra dove ci sono i dan. Vedono durante le lezioni chi spiega e chi no. Vedono durante il kumite chi rimane in piedi e chi no. Se c'è il sensei che ha tre o quattro dan, mi affronta e rimane in piedi meno di 30" i ragazzi capiscono senza spiegazioni. Così funzionano le cose. Quindi i ragazzi fanno alle corse per andare ascoltare lui quando ti insegna un kata o una tecnica di combattimento in luoghi stretti e con poco spazio e quello che invece quelle tecniche (meno pulite), le sa applicare.
Capendo l'evoluzione da lotta a bellezza è più facile dire no all'incoscienza o saper affrontare e creare nuove e spettacolari legature. Mentre in guerra vige la regola dell' "o tu o io" (quindi si fa come viene purché sia efficace), nel moderno kinbaku si fa solo se ci sono garanzie di sicurezza. Cerchiamo di capirsi una volta per tutte. Mentre in un combattimento è accettabile trasformare un nemico in tetraplegico pur di non averlo più come nemico, qui NO! NO! NO!
Per rendere visivo il tutto, lo scopo delle legature nella figura 1 non hanno lo stesso scopo che in quelle della figura 2 e che devono andare dalla sola bellezza al piacere ma MAI all'offesa, fisica o mentale che sia.
Condivisione della conoscenza che da modo di imparare è invece la divulgazione ma divulgazione "onesta". Io so' questo, mi risulta questo, tu che sai in merito? Certo è che se tu fai divulgazione dici ed affermi che i BONDAGER sono solo scozzesi femmine che lavorano nei campi a cottimo e che i legatori sono nawashi e ti rispondono cose del tipo "abbiamo coniato questo termine e ci va bene così quindi tu adattati o sei un cretino" vuol dire non aver capito nulla.
Il Rispetto e l'ampiezza di vedute.
Che significa "empi?": gomitata. Che significa "Mawashi-geri?": calcio circolare. Perché si dice sempre e comunque in giapponese e non in italiano o nella lingua del paese dove si pratica? Per rispetto delle origini, perché se vado in Islanda e non conosco l'islandese, per lo meno i nomi delle cose sono uguali così come i nomi di animali, piante e funghi sono solo in latino. Rispetto per le origini significa anche rispetto per l'evoluzione dell'arte, per se stessi ed il prossimo. Quello che invece sia la Perego ed il Ruggeri nella trasmissione di Matrix è il dimostrarne poco. Capisco le difficoltà di Stefano. Le capisco assai e non si poteva far di meglio. Poco tempo e tutti contro. Difficile da fare qui, figuriamoci li. Pensano forse che i giapponesi siano tutti degli idioti ad usare le corde (per lo meno chi lo fa)? Forse loro non l'hanno mai fatto sulla lavatrice, in cucina, in auto, in ascensore, in camporella e pariteticamente hanno pensato ai rischi correlati? Sulla lavatrice potresti beccarti una scarica elettrica, sei sicuro che il tuo impianto elettrico sia a norma? In cucina ci potrebbe essere dell'unto sul pavimento, scivoli e batti una musata. In ascensore si potrebbero rompere le corde metalliche che lo sorreggono. Sei sicuro che l'eventuale sistema d'arresto funzioni? In camporella ti sdrai sull'erba, vieni morso da il ragnetto x a cui magari sei allergico e vai in shock anafilattico. Magari mentre ti sdrai c'è una vipera che non hai visto e sono guai che ti morde dove non batte sole. Assurdo? No. Diamo troppe cose per scontato nella quotidianità e non capiscono che anche le corde sono per alcuni quotidianità solo che chi le usa pensa a tutto quello che potrebbe succedere nell'usarle. Chi è l'ottuso? Credono forse che se stanno legati sia una costrizione? Se c'è, l'unico sano modo per realizzarla è che quella costrizione dia piacere, che sia consensuale e che non provochi danni. Se poi a te piacciono le lumache e me la bistecca perché tutti si devono adattare a te? Limitati. Parecchio limitati.
Le comunità inesistenti.
Ce ne sarebbe bisogno tanto. Tanto da levare di mezzo una grossa manica di pressapochisti. Ce ne sarebbe bisogno per dare una voce seria ad una collettività. Avremo delle risposte serie dal governo, qualunque esso sia? Con tutta probabilità no. Non è mia intenzione scendere in campo politico ma visti i risultati di quelli che si sono succeduti dalla "seconda repubblica" poi, ogni speranza pare vana. Sono solo impegnati a mantenere i loro privilegi così che nel caso fossero TUTTI spediti a casa potranno sempre contare con dei diritti acquisiti. Poi c'è la Chiesa Romana, loro che proteggono i loro preti pedofili e scomunicano o quasi chi divorzia. No non avremmo risposte ma cominceremo a fare sentire una voce, unica e collettiva. Potremmo dire con orgoglio: "Noi siamo in grado di far pulizia e siamo in grado di garantire un certo, apprezzabile grado si sicurezza". Per lo meno paritetico a chi magari fa agonistica in arti marziali.
giovedì 15 settembre 2011
Intervista a Chiara Camerani, criminologa e sessuologa - Roma, considerazioni sullo shibari
Facciamo una cosa: immaginiamo che questa cosa sia una delle altre 999 che succedono regolarmente e annualmente nel mondo. Sono circa 1000 i casi annuali di decesso durante pratiche sado maso nel mondo in effetti. Pensiamo un po' che nessuno degli amici, dei conoscenti sia coinvolto in modo da poter fare un'analisi distaccata e senza pregiudizi.
Parti legali che si possono riscontrare in un rapporto sm (e che seguitano a venirmi in mente dall'esperienza, non sono un avvocato). Chi vuole dare un contributo serio e professionale, è davvero invitato a partecipare.
1) Sequestro di persona: se è consensuale, non c'è sequestro. Potete dimostrarlo? In america ci sono i contratti, qui non hanno valore. Una dichiarazione credo di si magari firmata alla presenza di un paio di persone.
2) Lesioni: nella legislazione italiana, provocare una lesione, è comunque reato. Se questa lesione supera i 40 giorni di cura/convalescenza è penale comunque. Quindi una "lesione" deve essere passeggera: un livido è accettabile, un segno permanente no. Modifica il corpo. In altre parole se io a te dico: "uccidimi", tu non lo puoi fare comunque. In altre parole potreste essere accusati di percosse.
3) Consideriamo adesso un rapporto consensuale, dove non ci sono percosse o utilizzo di strumenti o atti in grado di generarle: niente sculaccioni, frustini, paddle, fruste, righelli, cane, mollette, corde e chi più ne ha, più ne metta. L'incidente può capitare, sempre e comunque. Se sei tu preposto al controllo, devi analizzare la situazione in modo "totale", distaccato e freddo e valutare ogni possibile rischio e mentalmente e fisicamente avere pronta la "via di fuga". Non ultimo il caso di una semplice legatura ad un letto in cui al controllore viene un malore e a causa del quale è impossibilitato a liberarsi autonomamente. Potreste quindi causare dei danni assolutamente non voluti per via di un fatto imponderabile. Ne vale la pena? No. Quindi se siete soli ed un rapporto a due, fate una legatura a nodo di facile scioglimento. Es. Legatura ai 4 angoli di un letto: 2 caviglie legate "bene", una mano legata "bene", una con un nodo per cui basta tirare e liberarsi. Questo altera il gioco? No. Nessuno tira quella corda senza un valido motivo altrimenti non ci sarebbe consensualità. Il principio è sempre valido. Un coltellino vicino ad una mano. un telefonino vicino ad una mano che possa essere usato in caso d'emergenza magari chiamando l'amico o l'amica o il 118 in caso di incidente grave. In questo caso, non potete essere accusati di aver sequestrato nessuno ed avrete dimostrato con i gesti di aver perseguito ogni possibile aspetto di sicurezza della vostra pratica. Io che sono da sempre contrario ai corsi, credo che la divulgazione dovrebbe essere presente e sostenuta. L'ho già affrontato in altri post. Esigo "COMUNITA'", associazioni a cui ti affili, in cui con la tua quota annuale hai diritto di poter accedere all'informazione. Così chi te la da ti guarda in faccia e se vede che sei l'ultimo coglione, ti dice di no. Un DOJO in cui non insegnano solo autodidatti ma anche sensei di arti marziali.
4) Alterazioni o modifiche fisiche o chimiche: se provocate una cicatrice, se imponete un tatuaggio, se marchiate qualcuno, praticate una modifica permanente del corpo. Da qui e sotto costrizione, potrete ritrovarvi a dover rifondere danni. Suona strano ma mentre nel momento in cui lo chiedete, il bottom acconsente, nel momento in cui la storia non funziona più ed anche per una semplice rivalsa, potrete ritrovarvi a rifondere i danni. Giusto, non giusto? Non lo so ma sono casi che succedono. Se la vostra sub si vuole fare un tattoo, lasciatela fare ma non imponetelo. Se vi chiede un marchio, evitate.
Ricordate che le alterazioni permanenti avvengono anche a livello ormonale. Quindi ogni volta che voi applicate dolore avrete una produzione di endorfine ed adrenalina che generano assuefazione, che generano la richiesta di ancor più endorfine ed adrenalina, quindi maggior dolore. In altre parole state creando un drogato dei suoi stessi ormoni. No so se questo sia legislalmente condannabile. Moralmente credo che lo sia.
4) Parte morale: il peccato. Il peccato: è prettamente una creazione religiosa. Se non fa male (vedi sopra), se genera piacere, se è consensuale, che peccato è? In altre parole se invece di farti godere con un dito o con la lingua utilizzo una corda, un vibro, una molletta, una "manata" data ad arte sulla topa, uno spazzolino da denti, un elastico, un righello e via così, cosa cambia? Niente! Considerare lo shibari come una pratica negativa è sbagliato. Alla fine, nessuna pratica è negativa se applicata e realizzata con le giuste accortezze. Nessuna pratica è un peccato! Se poi tu sei cristiano, mussulmano, buddista, o quel che ti pare e confidi nella religione per la tua moralità, mi sta pure bene. Per lo meno come io non obbligo te a non vivere come vivo io, tu non obbligare me ad adeguarmi alle tue regole. In altre parole e come Nobel insegna: non è la dinamite che fa un bombarolo ma come una persona usa la dinamite.
CHIAREZZA
Capisco il tentativo di tutti di fare capire alla gente che lo shibari non è una pratica pericolosa in assoluto ma mi sembra che tutto questo generi solo confusione. Lo shibari non è più pericolo che fare roccia o scalare una montagna, direi parecchio meno ma anche qui dipende pure da "che" shibari e da che montagna e da quali precauzioni usi, dalla tua esperienza.
foto 1 |
Andare a fare un bel video ed allo stesso tempo non sapere di cosa si chiacchiera mi pare fuorviante. Se domani arriva uno che vedendo quel video chiede gli strangolamenti o il controllo del respiro? Oppure cercando su internet troverà lo shibari, quello vero. in cui strangolamenti, rottura di vertebre, leve atte a slogare e rompere ossa, sono una pratica comune e le metterà in pratica in un tentativo autodidatta, poi di chi è la responsabilità? Perché vede, se lo shibari, pardon, il kinbaku-bi (il bel modo di legare), è una pratica di bellezza, di stimolazione sessuale, di fantasia e di arte, lo SHIBARI è anche un'arte marziale, dove le prese al collo sono presenti. Se vede la foto 1, questa è una presa a cui il malcapitato esegue una contromossa (capriola), per non diventare tetraplegico. QUESTO E' IL RISCHIO: CONFUSIONE SU CONFUSIONE.
In generale, questa materia si studia nel judo, nel jujitsu, nel nawajutsu/hojojutsu. Nel judo è una serie di tecniche che vengono chiamate Katame Waza.
Dottoressa, come io non parlo di sessuologia perché non ci capisco nulla, Lei eviti di parlare di shibari se non sa cosa sia perché a questo punto me lo domando: è la causa di anni di pressappochismo da cui probabilmente l'incidente o semplicemente l'ennesima inarrestabile smania di protagonismo?
In effetti qua non credo sia in discussione lo shibari di per se, ma come è stata condotta quella session. In altre parole due persone si sono fatte legare per eseguire un "gioco" di cui il Mulè è stato solo spettatore e controllore. Le ha strozzate? no. Le ha messe in condizioni per cui in caso di incidente questo potesse succedere? Si. Ha attutato tutti i sani principi di sicurezza applicabili a quella pratica in quella situazione? No.
Questo credo sia il nocciolo, non lo shibari in generale. Allora se parliamo dell'incidente di Roma, parliamo ne in termini coerenti. Sono drammaticamente triste ed allo stesso tempo parecchio incazzato per quello che è successo alle due ragazze ma così non risolviamo. Se non diamo informazione giusta, vera e seria, sbagliamo di nuovo. Anche ieri sera al TG5 seguitano a parlare di shibari il che vuol dire che non abbiamo comunicato. Che il messaggio non c'è. Che lo shibari qua non c'entra. Che era solo sm. Che occorre preparazione a fare queste pratiche altrimenti si muore. Ci non in rete diversi articoli di Jay Weiseman (scritto giusto sta volta?), in merito. VANNO LETTI!!!!
Ci sono anche in questo blog sul controllo del respiro. VANNO LETTI E COMPRESI!
Ecco, questo credo sia il quanto se non mi sono dimenticato di niente.
Questo credo sia il nocciolo, non lo shibari in generale. Allora se parliamo dell'incidente di Roma, parliamo ne in termini coerenti. Sono drammaticamente triste ed allo stesso tempo parecchio incazzato per quello che è successo alle due ragazze ma così non risolviamo. Se non diamo informazione giusta, vera e seria, sbagliamo di nuovo. Anche ieri sera al TG5 seguitano a parlare di shibari il che vuol dire che non abbiamo comunicato. Che il messaggio non c'è. Che lo shibari qua non c'entra. Che era solo sm. Che occorre preparazione a fare queste pratiche altrimenti si muore. Ci non in rete diversi articoli di Jay Weiseman (scritto giusto sta volta?), in merito. VANNO LETTI!!!!
Ci sono anche in questo blog sul controllo del respiro. VANNO LETTI E COMPRESI!
Ecco, questo credo sia il quanto se non mi sono dimenticato di niente.
MDS
lunedì 12 settembre 2011
Il filo conduttore.
In questa vicenda è chiaramente sotto accusa la comunità romana di bdsm. Per quel che mi riguarda e per i contatti avuti con questa comunità sono questi:
1) una ex, che schiava non era, che andava la sera nei locali a fingersi miss. che m'ha raccontato un sacco di cazzate, che ha tentato di coinvolgere un'amica (di cui non rivelo il nome), in una rivalsa di poco conto verso un "bischero" che le aveva mancato di rispetto.
2) Un'accesa discussione sul significato di BONDAGER, che è e rimane una distorsione dell'inglese. BONDAGE, schiavitù, per cui BONDAGER, quello che pratica la schiavitù o legatore. In realtà BONDAGER è solo una signora scozzese che lavora nei campi a cottimo (qui e qui), che colui che lega se shibari o kimbaku è, è nawashi. Ma siccome il termine coinvolge un libro scritto proprio da qualcuno della comunità romana, allora bondager è un termine accettato da tutti, quindi significa legatore e chiunque dica il contrario ha torto. C'è un articolo in merito, con tanto di ricerca. Siccome è contro al loro modo di pensare, allora sei un coglione, non ti adegui ai modi di dire della comunità. Mi spiace, non son cretino. preferisco adeguarmi alla verità piuttosto che alla comunità.
3) Che l'osare pare via comune: mi si riporta di una musata battuta da una tipa appesa COMUNQUE ad un gancio instabile. Lo spettacolo deve continuare. Risultato: denti spaccati, nessuna denuncia all'assicurazione per via della situazione in cui la ragazza si trovava e che non voleva far sapere a casa. Il legatore in questione che fa i corsi e che rilascia a iosa interviste, non ha tirato fuori di tasca un cent. La responsabilità era comunque sua che ha osato dove prudenza diceva non fare. La ragazza ovviamente non aveva nessuna protezione sotto di se. La fonte: ve la dico in privato in questo caso.
4) Questo di l'altro ieri. Stesso filo conduttore. Osi dove non dovresti, senza le dovute precauzioni, nessuna protezione in caso di caduta, nessun coltello, nessun nodo facilmente risolvibile. Risultato una crepa, una è all'ospedale. Poi c'è anche chi commenta che erano grassocce e che lui, il dio (colui che non sbaglia mai), poteva avere di meglio. Dal carcere si riporta (giornali), che seguita a ripetere: "erano consenzienti". Testa di cazzo! E' il minimo da pretendere altrimenti è un abuso bello è buono. Sei TU che avresti dovuto garantire loro la sicurezza ma tu hai di nuovo sottovalutato. Vedi articoli su come riconoscere gli abusi tratti dalle comunità e da esperti in settore. Non quelli italiani. In italia gli esperti sono solo gli Dei.
Non leggete una cosa sola. Un solo articolo. La conoscenza non è patrimonio degli eletti, va condivisa e non ha prezzo. E' un bene comune non la visione indiscussa di qualcuno. Se controbatti ad un articolo porta prove, documenti e se sbaglio come può essere, allora avrò imparato qualcosa. Ho cambiato tanti articoli per la madonna. Ho scritto ginseng invece di ginger. Ho preso tante di quelle cantonate che se così non fosse non sarei umano. Ma perché solo io mi metto in discussione? Non è accettabile. Nono sono accettabili! Un conto sono gli emulatori, quelli che vedono il Wrestling in tv, poi ci provano e si fanno male. Cavoli loro. Vieni costantemente avvertito: "non provateci a casa". Qui no. Questa è gente che dovrebbe essere esperta, che conosce i rischi, invece azzarda. Che dovrebbe valutare, che dovrebbe proteggere ed insegnare che l'eccesso in tutto è solo eccesso invece di tirarsi e tirarvi indietro ci prova e fa danni.
Poi leggo che dalla prigione (se giornali riportano il vero), il Dottore non fa altro che ripetere: "erano consenzienti."
COGLIONE!
Non è questo il punto. TU dovevi garantire loro sicurezza! Questo è il nocciolo. Il coltello in auto, nessun nodo di facile scioglimento: che ne so, due corde unite con un nodo siberiano. Bastava tirare. Nessun materasso. NIENTE. Che cacchio importa se erano consenzienti di fronte alla morte?
Se mai è un'aggravante. Se l'hai fatto contro la loro volontà hai sequestrato qualcuno è pure peggio! Se eri fumato, drogato ancora di più!
Contromossa di una presa al collo con l'intento di paralizzare l'avversario. Nawajutsu, quello vero. |
La cosa PEGGIORE è che se tu hai davvero frequentato un dojo di judo o di nawajutsu, ad una mossa, ti verrà insegnato una contromossa o come fare a liberarti da quella presa. Non esistono prese definitive. In un combattimento esiste rapidità ed anticipo. Ad ogni presa, mossa, legatura ti viene insegnato il rischio. Questi puzzoni, discreditano me che li prendo sul morbido ma non si sognano mai di andare a contestare queste cose davanti a sensei e dojo qualificati. E' no, casomai che si sapesse che sono nel torto marcio. Shhhhhhhhhhhh silenzio. Discredita presso gli adepti e non fare l'onda.
Ecco perché non ci si piglia. Non c'è modo di ragionare con loro, nel bene e nel male. Sono infallibili. Questo è il messaggio che danno alla fine, questo é il filo conduttore. Tu sbagli, sempre e comunque. Tu dici cazzate e la gente ci crede e crede a loro, non a te, poi muore.
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