Alessio Vinci, conduttore di Matrix |
Stefano La Forgia, esperto in Kinbaku |
Paola Perego |
Enrico Ruggeri |
Il 15 settembre è andata in onda una puntata di Matrix in cui si è discusso sui "giovani violenti". Visto il clamore dell'incidente di roma c'è stato inserito anche quello facendo così di ogni erba un fascio. Quello in effetti non è violenza. Non s'è trattato di pura violenza ma di inaudità "stupidità", passatemi il termine, riferita alla sottovalutazione dei rischi di un "gioco" di BREATH PLAY che con il bondage non ha niente a che vedere.
Da un paio d'anni mi sono scontrato, alle volte anche in modo duro con qualche collega proprio su alcuni aspetti del bdsm in generale e sul legare in particolare. E' difficile spesso da spiegare a chi magari s'è iscritto ad un corso di bondage o meglio di nawa-shibari come stanno le cose. A me sono voluti anni per comprendere la cultura orientale e altrettanti anni per padroneggiare le arti marziali. Richiede tempo e spesso si fanno i conti con apparenti contraddizioni difficilmente comprensibili nelle loro sfumature.
Qui a confronto non c'è solo il kinbaku ma una serie di problematiche culturali e di conoscenza di una "materia" altamente complessa. Andare a dire frasi del tipo: non capirò mai come si possa trovare piacere da certe situazioni dal dolore. State applicando delle tecniche di combattimento dei samurai, siete dei pazzi. Pur essendo in parte vero, è parallelamente l'opposto di quello che hanno fatto alcuni presunti nawashi quando si sono messi ad insegnare e a fare proseliti. Alla stesa base c'è una conoscenza assente o sbagliata nell'affrontare il tema. Ho cercato un po' di spiegarlo nel post precedente in risposta all'ennesima ignorantona che va su you tube parlando di shibari e facendo analogie con l'incidente di Roma.
Non si dovrebbe andare in tv impreparati, non si dovrebbe fare divulgazione impreparati, non si dovrebbe andare in giro ad offendere e denigrare le culture di altri paesi e d'altri popoli credendo di essere i portatori della verità. Cara Paola e caro enrico: scopate e vi divertite come dei bambini piccoli? Va bene, nessuno vi obbliga a cambiare ma non imponete il vostro credo a nessuno.
Tanto più sei un personaggio pubblico, tanto più i telespettatori o gli studenti o gli adepti o gli interessati, dipendono dai tuoi commenti. Si chiama autorità. Perché se dico una cosa qua sorgono subito dei dubbi mentre se lo faccio in un dojo no? Perché si capisce subito che è l'autorità all'interno del dojo. Mi sono messo una sola volta dalla parte dei Sensei durante il saluto ma è lo stesso. Stai nella fila sulla parte destra dove ci sono i dan. Vedono durante le lezioni chi spiega e chi no. Vedono durante il kumite chi rimane in piedi e chi no. Se c'è il sensei che ha tre o quattro dan, mi affronta e rimane in piedi meno di 30" i ragazzi capiscono senza spiegazioni. Così funzionano le cose. Quindi i ragazzi fanno alle corse per andare ascoltare lui quando ti insegna un kata o una tecnica di combattimento in luoghi stretti e con poco spazio e quello che invece quelle tecniche (meno pulite), le sa applicare.
Tanto più sei un personaggio pubblico, tanto più i telespettatori o gli studenti o gli adepti o gli interessati, dipendono dai tuoi commenti. Si chiama autorità. Perché se dico una cosa qua sorgono subito dei dubbi mentre se lo faccio in un dojo no? Perché si capisce subito che è l'autorità all'interno del dojo. Mi sono messo una sola volta dalla parte dei Sensei durante il saluto ma è lo stesso. Stai nella fila sulla parte destra dove ci sono i dan. Vedono durante le lezioni chi spiega e chi no. Vedono durante il kumite chi rimane in piedi e chi no. Se c'è il sensei che ha tre o quattro dan, mi affronta e rimane in piedi meno di 30" i ragazzi capiscono senza spiegazioni. Così funzionano le cose. Quindi i ragazzi fanno alle corse per andare ascoltare lui quando ti insegna un kata o una tecnica di combattimento in luoghi stretti e con poco spazio e quello che invece quelle tecniche (meno pulite), le sa applicare.
Capendo l'evoluzione da lotta a bellezza è più facile dire no all'incoscienza o saper affrontare e creare nuove e spettacolari legature. Mentre in guerra vige la regola dell' "o tu o io" (quindi si fa come viene purché sia efficace), nel moderno kinbaku si fa solo se ci sono garanzie di sicurezza. Cerchiamo di capirsi una volta per tutte. Mentre in un combattimento è accettabile trasformare un nemico in tetraplegico pur di non averlo più come nemico, qui NO! NO! NO!
Per rendere visivo il tutto, lo scopo delle legature nella figura 1 non hanno lo stesso scopo che in quelle della figura 2 e che devono andare dalla sola bellezza al piacere ma MAI all'offesa, fisica o mentale che sia.
Condivisione della conoscenza che da modo di imparare è invece la divulgazione ma divulgazione "onesta". Io so' questo, mi risulta questo, tu che sai in merito? Certo è che se tu fai divulgazione dici ed affermi che i BONDAGER sono solo scozzesi femmine che lavorano nei campi a cottimo e che i legatori sono nawashi e ti rispondono cose del tipo "abbiamo coniato questo termine e ci va bene così quindi tu adattati o sei un cretino" vuol dire non aver capito nulla.
Il Rispetto e l'ampiezza di vedute.
Che significa "empi?": gomitata. Che significa "Mawashi-geri?": calcio circolare. Perché si dice sempre e comunque in giapponese e non in italiano o nella lingua del paese dove si pratica? Per rispetto delle origini, perché se vado in Islanda e non conosco l'islandese, per lo meno i nomi delle cose sono uguali così come i nomi di animali, piante e funghi sono solo in latino. Rispetto per le origini significa anche rispetto per l'evoluzione dell'arte, per se stessi ed il prossimo. Quello che invece sia la Perego ed il Ruggeri nella trasmissione di Matrix è il dimostrarne poco. Capisco le difficoltà di Stefano. Le capisco assai e non si poteva far di meglio. Poco tempo e tutti contro. Difficile da fare qui, figuriamoci li. Pensano forse che i giapponesi siano tutti degli idioti ad usare le corde (per lo meno chi lo fa)? Forse loro non l'hanno mai fatto sulla lavatrice, in cucina, in auto, in ascensore, in camporella e pariteticamente hanno pensato ai rischi correlati? Sulla lavatrice potresti beccarti una scarica elettrica, sei sicuro che il tuo impianto elettrico sia a norma? In cucina ci potrebbe essere dell'unto sul pavimento, scivoli e batti una musata. In ascensore si potrebbero rompere le corde metalliche che lo sorreggono. Sei sicuro che l'eventuale sistema d'arresto funzioni? In camporella ti sdrai sull'erba, vieni morso da il ragnetto x a cui magari sei allergico e vai in shock anafilattico. Magari mentre ti sdrai c'è una vipera che non hai visto e sono guai che ti morde dove non batte sole. Assurdo? No. Diamo troppe cose per scontato nella quotidianità e non capiscono che anche le corde sono per alcuni quotidianità solo che chi le usa pensa a tutto quello che potrebbe succedere nell'usarle. Chi è l'ottuso? Credono forse che se stanno legati sia una costrizione? Se c'è, l'unico sano modo per realizzarla è che quella costrizione dia piacere, che sia consensuale e che non provochi danni. Se poi a te piacciono le lumache e me la bistecca perché tutti si devono adattare a te? Limitati. Parecchio limitati.
Le comunità inesistenti.
Ce ne sarebbe bisogno tanto. Tanto da levare di mezzo una grossa manica di pressapochisti. Ce ne sarebbe bisogno per dare una voce seria ad una collettività. Avremo delle risposte serie dal governo, qualunque esso sia? Con tutta probabilità no. Non è mia intenzione scendere in campo politico ma visti i risultati di quelli che si sono succeduti dalla "seconda repubblica" poi, ogni speranza pare vana. Sono solo impegnati a mantenere i loro privilegi così che nel caso fossero TUTTI spediti a casa potranno sempre contare con dei diritti acquisiti. Poi c'è la Chiesa Romana, loro che proteggono i loro preti pedofili e scomunicano o quasi chi divorzia. No non avremmo risposte ma cominceremo a fare sentire una voce, unica e collettiva. Potremmo dire con orgoglio: "Noi siamo in grado di far pulizia e siamo in grado di garantire un certo, apprezzabile grado si sicurezza". Per lo meno paritetico a chi magari fa agonistica in arti marziali.