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venerdì 25 febbraio 2011
Il Confine tra il BDSM e non - Di Radaaria Rad
Un rapporto complesso anche se appena abbozzato. Non si riusciva a fare niente di buono quella sera, non era tranquillo e i mille dubbi erano tre le pieghe sulla fronte all'ennesimo, piccolo, errore, il dubbio che non avesse chiaro il tutto ce l'avevo io.
Chiesi: "Ma lo scopo qual è?"
Lui rispose: "Fare quello che desideri."
"No," gli dissi: "lo scopo è stare bene."
E non posso che sottoscrivere. MDS
Rack e livello generale d'informazione di alcuni praticanti.
Questo riepilogo non è disponibile.
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giovedì 24 febbraio 2011
BDSM o Bunga-Bunga in Latex?
Innanzi tutto in una qualsiasi coppia c'è sempre un dominante ed un sottomesso. Spesso non ce ne accorgiamo ma è parecchio difficile che un rapporto sia veramente alla pari. Uno dei due, cede più spesso alle richieste dell'altro. Premesso questo, chiamarlo master o mistress a seconda dei casi sarebbe esagerato. Quand'è che un banale essere umano diventa davvero un "TOP" nel BDSM?
Ebbene, abbiamo bisogno di due cose
Cominciare ad esplorare piaceri che non sono "ordinari", che non sono imposti dall'educazione della società e che sono "considerati" persi o degradanti dalla comune morale del tempo.
Iniziare a intraprendere un percorso comune in cui i due opposti completino l'altro in una fusione totale di anime.
Secondo voi è sbagliato? Vi pongo pertanto una domanda. Entrate in una stanza, vi trovate una coppia in cui lei è distesa atterra ed il compagno la sta allegramente fistando. Secondo voi basta questo a dire che è una "coppia" bdsm? No
Stessa situazione, invece che del fisting, l'allegra pulzella sta appiccicata ad una croce di sant' Andrea mentre il compagno con un bel gatto le sta slurpatamente frollando ogni centimetro di pelle esposta. Basta questo per dire che sono una coppia bdsm? No
Alla domanda: ma uno di voi due obbedisce all'altro in modo indissolubile trovando nell'obbedienza un piacere fisico e mentale totale? Alla risposta "Si", probabilmente tanti di voi diranno che siccome fanno tutto quanto sopra e molto altro ancora e si chiamano padrone e schiava, allora fanno bdsm.
SBAGLIATO!
Seguitate a fare sesso strano cercando nell'obbedienza e nel comando volontario pre-deciso il modo di armonizzare i rapporti di coppia e di fare del sano sesso senza limiti nè pregiudizi.
In altre parole siete solo nel mezzo del vostro Bunga-Bunga.
C'è una bella domanda in proposito che sfrutto come base al blog http://amoredipendente.splinder.com che mi segnalano come chiuso (01-2014), e visto che non ricordo penso che sia questo http://amoredipendente.wordpress.com/, in cui si affrontano domande giuste ma a cui bisogna pur dare risposte giuste perché le vere risposte sono nell'approccio.
Se meccanicamente si fa girare il fuso per filare non è detto che se ne comprendano la forma e la fisica. Il bdsm è esattamente questo, comprendere le dinamiche di coppia in cui volutamente e coscientemente se ne affrontano e se ne esasperano i temi. Chi è il dominante? io? tu? bene, io sono il dominante, da questo momento io controllo. Tu ubbidisci e ti abbandoni ma tu ubbidisci e ti abbandoni fintanto che quel percorso comune non ha affrontato tutti i temi nella speranza di non arrivare mai alla conclusione dei medesimi=fine rapporto.
Se "meni" qualcuno con un frustino, lo fai in modo consensuale, lo fai per dargli piacere quindi al minimo lo/a rispetti, se ci fai oral e pratiche correlate, di fidi in modo assoluto, quindi instauri un rapporto di fiducia totale ma per arrivare a queste cose servono: comprensione, rispetto reciproco (l'abuso non può mai venire tollerato - vedi i post sugli abusi), e una sana dose d' "amore", perché nessun bottom starà mai a farsi massacrare per il solo scopo di far divertire il top!
Il altre parole tutto questo non si distacca molto da altre pratiche sessuali. E' possibile tirare un pompino e far godere qualcuno sen'amarlo? si. Solo che è sesso, è bunga-bunga. Si può far godere qualcuno con una frusta? Si, ma rimane sempre il solito bunga-bunga.
SSC - Safe Word
Ieri sera parlando con un'amica discutevamo dell'importanza della parola di sicurezza e sull'affidabilità della stessa durante un rapporto bdsm.
Giustamente Lei mi dice che se uno è matto la safe word non serve perché se è matto che gliela dico a fare? Effettivamente non ha tutti i torti anzi, parecchie ragioni. Sta di fatto che la parola di sicurezza mi sarebbe tornata utile alle volte per evitare di sbagliare a comprendere quando l'abitudine di una slave a dire sempre no, fosse davvero veritiera. Quindi si, anche in una scena blanda, stupida e semplice, la SF può essere utile.
Oggi per la prima volta ho letto il testo sul sito di Ayzad sull'SSC. Ve ne riporto un passo così che mi sento meno solo, un po' meno vecchio visto che con sorpresa ci ho trovato queste parole: "C'era una volta un S/m sano, sicuro e consensuale perché c'erano catene strette e intrecciate composte da gruppi di appassionati che si parlavano l'un l'altro molto attivamente, che ritenevano importante e difendevano la propria reputazione e che testimoniavano accuratamente e con onestà sulla reputazione degli altri. Queste persone stavano lontane da quelle che fra di esse avevano una reputazione rovinata, specie se il "crimine" era stato di superare il consenso. A quei tempi e in quei circoli, l'onore era più importante di dimostrare la propria abilità, l'abilità era più importante di un manuale alto così, e si dedicava più tempo ed energia a mantenere reputazione, amicizia, fraternità, rispetto e conoscenze che a vantarsi di quanto giravi e dove."
Adesso ognuno si fa i cazzi suoi, si superano facilmente i limiti, ci si vanta di più di quello che si sa fare, si gira e si frulla con il solo intento: "sotto un'altra".
Quel che facciamo in fondo è quello di spingerci oltre, cerchiamo piaceri estremi e per definizione Sano è un concetto che va poco d'accordo con questo stato. C'è un esempio però che racchiude la differenza tra il non SSC di come era prima e l'SSC di come dovrebbe essere adesso e lo vedo sopratutto nel fisting. Venti anni fa, dove valeva di più il passaparola che la conoscenza, c'erano più muscoli sfinterei distrutti e sfibrati di quelli che ne vedo adesso. Si arriva all'introduzione di grossi oggetti e relativi piaceri con un "know-how" facilmente reperibile in rete. Ci ha permesso di correggere alcuni errori nelle pratiche e di far si che in tanti "giochi" siano certamente più sicuri e che il bottom, dopo l' "utilizzo" ritorni più facilmente e serenamente allo stato "pre scena". Lo svantaggio è che questo "know-how" ha permesso di imparare tante tecniche di base a "cani e porci" con il risultato che tanti top rimangono tali ma sono ben lontani dalla figura di master o mistress propri del bdsm. Famolostranisti estremi appunto.
In genere mi faccio uno schema mentale, in cui i soft limits sono il centro di un cerchio più grande e gli hard, il perimetro dello stesso cerchio. All'interno del cerchio "faccio come mi pare" quindi il dialogo prima di iniziare è bene che sia ampio ed esaustivo. Non mi piace pensare di fare un percorso ad ostacoli tra i soft e gli hard ma penso comunque che sia importante mantenere una visione d'insieme del tutto. Chiaro puoi sbagliare (mi piace poco quando succede, anzi per nulla), ma se l'azione successiva ti permette di rimediare a quell'errore allora va bene. "Tutto quello che è riparabile non è mai davvero rotto" come concetto di base ed è importante capire reciprocamente con chi ci si rapporta.
C'è a chi piace costantemente essere spinta nel superamento dei limiti, chi invece quei limiti li affronta con un "passo più" lungo. Quindi "TU" ti devi adattare a lei, e lei si deve adattare a "TE".
Alcuni, altrettanto giustamente dicono l'esatto contrario: io faccio come mi pare e tu ti adatti a me perché sono io che controllo e "spingo". Non è sbagliato manco così alla fine purché sia chiaro fin dal principio "come si vuole" e che la safe word sia presente. Che si usi o no.
Già, perché anche se c'è, difficilmente si usa. Perché il bottom vuole vedere fino a quanto resiste, perché ha paura di deludere, perché se si affida si affida punto e basta, perché non vuole interrompere comunque la scena o per un altro centinaio di motivi tutti validi. Però è come l'uscita di sicurezza. Non serve, fintanto che non si presenta la malaugurata occasione che urge uscire di corsa e bisogna fermarsi e che qualcuno, con un "urlo" adatto, possa segnalarti l'esigenza riportandoti alla realtà.
martedì 22 febbraio 2011
Disquisizioni sullo stile di vita Goreano.
Il mio punto di vista sul Gorean cominciando da un articolo su http://www.cooletto.com, con l'intento di chiarificare perché trovo questo stile parecchio "fuori di testa". Oddio, qualche commento è volutamente "sarcastico".
Dal sito:appartenersi.altervista.org
Alcuni simboli Goreani |
"La schiava goreana prende il nome di Kajira, ed il suo comportamento è strettamente codificato dalle regole che sono tratte proprio dai libri di John Norman, benché siano state successivamente adattate alla vita reale, e abbiano dato il via ad uno dei più controversi giochi di ruolo a sfondo sessuale che si ricordi. Basti pensare che la regola fondamentale della schiava Kajira consiste proprio nella rinuncia alla propria libertà in favore dell’assoluta libertà del padrone, a cui va dato sempre ragione, anche quando le sue azioni rivelano un evidente torto." Da cui il detto: "la ragione si da ai bischeri":)
Ecco le regole:
Prima Regola: Tutte le Genti Libere vanno chiamate quali Padrone e Padroni (oppure Master e Mistress). E tra di loro se le danno per stabilire chi è più miss o master dell'altro? Perché poi sopra c'è scritto che gli uomini, non le donne sono libere, quindi le mistress... a cuccia!
Seconda Regola: Servire ogni Padrone o Padrona come se la vostra esistenza dipendesse dal fatto di essere in grado di compiacerli… perché è così. E' si, e se non sei in grado... zzi tuoi.
Terza Regola: Anche se una Persona Libera può non avere ragione, essa per definizione non ha mai torto. Le schiave hanno sempre le ultime parole in una discussione, e queste parole sono “Si Padrone”. … In altre parole chiunque si fregi della qualifica di master o di mistress ha ragione anche se è un perfetto imbecille.
Quarta Regola: Gelosia e Possessività hanno ucciso più schiave che la disobbedienza. Uhhh guarda quanti morti....
Quinta Regola: Le schiave non parlano mai di se stesse in prima persona. Non c’è un “Io” o “Mio” nel vocabolario della schiava. E certo perché le schiave non sono persone ma oggetti.
Sesta Regola: La perfezione nel Servire e Sottomettersi è l’obiettivo. Semplice eccellenza sarà tollerata. Se diventi un lombrico è pure meglio!
Settima Regola: Il tuo collare porta l’onore del tuo Padrone. Il tuo comportamento lo può rendere leggero come una piuma o pesante come una montagna. E se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto. Mettiamola così, quella scappa, il bischero rimane da solo sulla montagna!
Ottava Regola: Se non c’è nessuno a richiedere il vostro servizio usate il tempo libero per pulire, cucinare. E' si è... schiava in tutto :) ma non era abolita la schiavitù? boh ! ;) e... visto che ci sei: "lavami la macchina"! :P
Nona Regola: Una schiava non possiede altro che ciò che il suo Padrone le concede. Ciò che è concesso può venire tolto. Se vieni scelta per portare un nome da un Padrone, o sete o gioielli, ricorda che tutto ciò può venire tolto così come viene dato. Consegnami le chiavi di casa, il salario o lo stipendio e muta. Non vi stupite, visto fare! :)
Decima Regola: Il più futile dei capricci del vostro Padrone è la più alta delle vostre leggi. E chi infrange la legge verrà sempre punito. Questa completa la terza a pennello. Mi correggo, non solo qualsiasi imbecille ma anche paranoico :P
Dal forum femdomuniversity
"GOREAN E IL BDSM
Esistono sicuramente molte concordanze fra il BDSM e lo stile di vita Gorean, in numerosi aspetti, come le relazioni 24/7 ovvero di Dominazione-sottomissione, la concezione dello slave, etc., ma ci sono anche notevoli differenze di approccio.
Molti praticanti il BDSM considerano lo stile di vita Gorean come una sottospecie delle pratiche BDSM, e ne evidenziano le imperfezioni. In tal senso, la maggioranza dei praticanti il BDSM spesso disdegna i Goreani in quanto essi rigettano l'idea di SSC ovvero RACK, ovvero di consensualità nell'espressione della sottomissione, in quanto nella maggior parte dei casi fra Master e slave goreani non è ammesso l'uso della safe word;essi criticano inoltre il fatto che le dinamiche sessuali, previste esclusivamente fra uomo dominante e femmina sottomessa, in ambito goreano sembrano implicare una forma di divieto verso qualsiasi altra pratica sessuale. Una lettura dei racconti del ciclo Gorean mostra che l'autore ritiene infatti le altre pratiche, come ad es la sottomissione maschile o l'omosessualità, perversioni dell'ordine naturale.
I goreani più consapevoli, d'altro canto, generalmente negano di occuparsi di "giochi" o "giochi di ruolo", e non considerano come parte della concezione Gorean la paura estrema o i giochi sessuali e le torture estreme talvolta praticate in ambito BDSM; in questo senso essi giudicano non necessarie le precauzioni tipiche del BDSM e la distinzione BDSM fra ciò che si svolge nell'ambito di una "scena"(ovvero di uno scenario preposto ai giochi BDSM)e fuori dalla "scena"(dove gli individui abbandono i loro ruoli BDSM). Essi ritengono che ciò che compiono come goreani sia per lo più estraneo al BDSM, e non condividono gli standard tipici della comunità BDSM.
Una persona che vive secondo lo stile di vita Gorean ritiene che il BDSM e i suoi praticanti agiscono con lo scopo principale di appagare un bisogno di tipo sessuale. Essere goreani significa invece non separare l'aspetto sessuale di una persona dal resto della sua identità. I goreani vivono secondo un ben preciso codice di onore che riguarda ogni aspetto della relazione in modo completo.
Alcuni goreani praticano comunque il BDSM. Questi goreani possono usare o meno una safeword quando sono coinvolti in giochi di ruolo BDSM; in ogni caso, se non lo fanno, adoperano comunque un qualche sistema di comunicazione fra di loro, ai fini della sicurezza.
Va segnalato che il manuale di sesso "Immaginative sex" di John Norman presenta una serie di scenari fantasiosi elaborati allo scopo di essere immaginati anziché realmente attuati, e raccomanda alcuni sostituti simbolici, come ad es. alcuni suoni, da utilizzare al posto degli attuali mezzi di correzione fisica (come ad es. le fruste). La maggior parte di questi scenari rappresentano femmine sottomesse ad uomini, ma alcuni ritraggono invece uomini come sottomessi di donne, e prefigurano la presenza di uomini sottomessi all'interno di alcuni racconti Gorean."
Mettiamola così. In effetti qualche anno fa avevo preso in considerazione un rapporto goreano ma via, via che ci infilavo la testa e ci ragionavo su, mi sono accorto che "costruivo" una schiava perfetta completamene vuota nella testa. Lo stesso discorso l'ho affrontato in un post precedente (BDSM - Verità ed abuso - Sindrome di stoccolma), e la cosa non mi è piaciuta.
Le domande che mi sono posto sono:
1) per quale ragione devo tentare di vivere nella realtà un mondo fantastico? Voglio invece che la "nostra" realtà diventi fantastica!
2) Per quale ragione dovrei praticare qualcosa che non è SSC (Sano, sicuro, consensuale), per definizione? Voglio fare "porcate" senza troppi limiti ma che siano SSS. Si può fare anche dolore estremo se è SSC, se non è SSC basta l'uso sbagliato di una manetta per fare un casino irreparabile.
3) Non è previsto l'uso della safe word. Quindi, confermo le mie idee, tutto sto "giochino" perchè di questo si tratta, o rimane in limiti parecchio blandi tipo gioco di ruolo o diventa parecchio, ma parecchio pericoloso.
4) Per quale ragione devo trattare la mia "bottom-slave" come una nullità in cui io ho sempre ragione? Io non ho sempre ragione, alle volte sbaglio. Con la "bottom-slave" voglio un dialogo, che sia intelligente, costruttivo e reattivo. Poi chiaro faccio come mi pare che sono il master. Se sbaglio a fare come mi pare che mi fanculizzi che non sono un master.
5) per quale altra seconda ragione devo di nuovo considerare la "bottom-slave" come appartenente ad una classe inferiore quando posso invece seguitarla a trattare e tenere come una "bottom-slave" ma legarla a tutte le cose vive e non, a tutto l'universo attraverso lo Zen?
6) Essendo un racconto parecchio estremo in cui i ruoli, i modi sono così definiti e indiscutibili, è facile che si annidino paranoici e motivati solo dal desiderio di rivalsa nei confronti delle donne. Già è difficile trovare qualcuno che davvero fa bdsm. Il 70% delle persone che ho sul profilo, pensa di farlo ma non lo fa. Ha solo atteggiamenti, modi di vita in cui si cercano "guide". Il bdsm è un'altra cosa.
7) voglio una DONNA e non un oggetto, che si sappia vestire e svestire anche di niente, per trasformala nel più splendido oggetto-DONNA dell'universo. Questo voglio ma sopratutto voglio renderla LIBERA, non una schiava. Chi fa bdsm sa cosa voglio dire. Chi non lo sa.. beh scusate.. si attacchi al tram, sopratutto i pro-dom, le pro-domme dell'ultima ora.
lunedì 21 febbraio 2011
I workshops bdsm - l'inutilità più totale.
In questi giorni si è svolto a Roma il secondo workshop sul bdsm. Il programma è elencato al sito de "la rosa nera" insieme ai relativi costi.
Niente di più assurdo ed inutle. Ho già affrontato parzialmente il problema nel post "bdsm-verità ed abuso - sindrome di stoccolma" quando parlo del sito "all expers com", su cui vengono date risposte a lettori interessati. Già li viene descritta una comunità di masters con il proprio curriculum vitae, a quale club o comunity appartengono e quant'altro serva al lettore per "qualificare" la risposta che gli viene data. Quello che c'è invece, è una scheda personale approssimativa in cui sono presenti tre dichiarate professioniste del mestiere. Alcuni li conosco, altri no. Di sicuro non andrò MAI a farmi insegnare qualcosa da un professionista che certamente pratica a menadito alcune tecniche ma il suo cuore è tutto nel portafoglio ed io ho intenzione di relazionarmi con un musicista non con un virtuoso di uno strumento.
Qualcuno dirà: ma se è un professionista che male c'è?
Nessuno in effetti. Un qualsiasi musicista può essere anche un professionista o diventarlo in futuro. Solo che seguito a chiedermi perché un professionista dovrebbe rivelarmi davvero i suoi "segreti". C'è il mio idraulico che spesso mi dice: "non guardare, altrimenti impari". In effetti funziona così, guardo, provo, leggo, faccio da solo, lo chiamo sempre meno (ma non so fare l'idraulico !!!;))
Avete dei dubbi su un flogger? Ok, andate su www.google.it inserite la query: "bdsm, come usare un flogger", premere invio.
Risposte:
- cooletto
- comunity girl power con un rifermimento a maestro bd e l'esilarante risposta di una neofita (a dimostrazione di quel che vi dico: ocio a quello che andate ad imparare)
- forum di la gabbia
a pagina 2 trovate pure un imbecille che vuole usare un bullwhip su qualcuno. Costo del "corso", euro 0.00.
Adesso qualcuno mi dirà (come ha già fatto), ma se arriva uno e vuole fustigare con una frusta una che porta le mollette ai capezzoli, gli strappa i capezzoli. Vero. La frusta schiocca perché la cima della frusta supera la velocità del suono (circa 1200/kmh a livello del terreno/mach 1).
Ritorno su www.google.it, inserisco la query: "perché la frusta schiocca?"
Risposta:
- yahoo answers esattamente come vi avevo detto sopra.
Se poi siete comunque abbastanza saggi, e ve lo consiglio, di non colpire il vostro partner con il punto di massima forza della frusta, quando tirerete indietro applicherete una LEVA e strapperete comunque capezzoli e mollette dalla pelle. "Datemi una leva e vi solleverò il mondo". Archimede.
Nella maggior parte dei casi, quel che davvero avete bisogno non è di uno workshop ma di porvi le domande giuste che in genere sono:
- Che tipo di strumento voglio usare?
- Che caratteristiche ha lo strumento che voglio usare?
- Che cosa fa lo strumento quando lo uso?
- Se uso quello strumento su una persona, quali sono i rischi impliciti nel suo stesso utilizzo?
- Se sbaglio a usare quello strumento quali danni posso arrecare?
- Se creo dei danni come posso porvi rimedio? Perché comunque la responsabilità è vostra!
Infine:
- Provate lo strumento su voi stessi. Sulle, mani, sulle cosce, dove vi pare. Certo non dovete farvi colare la cera negli occhi, mi sembra palese, ma sempre usare accortezza, prudenza e responsabilità.
- Informate la vostra compagna o compagno dell'inesperienza nell'uso di quello strumento e valutatene la disponibilità a fare da "cavia".
- Usate prudenza e progressione nell'intensificare una pratica o l'uso di un oggetto perché ogni essere umano reagisce in modo diverso e comunque questi sono passi che DOVETE FARE anche se vi siete consultati con DIO i merito.
In altre parole, quando volete usare un nuovo strumento, immaginate di essere voi quello strumento e mentalmente mimate ogni azione che andrà a fare in ogni singolo dettaglio e valutatene gli effetti.
Però io mi domando in modo davvero convinto perché cazzo volete avere 12.514 tipi di fruste, imparare la differenza tra Flogger e gatto a nove code che poi ce ne può pure aver di più, per andare a fustigare la vostra tipa ogni 2 settimane con una frusta nova. Boh, forse avere 12.514 fruste appese al muro del dungeon fa più figo, che ne so. Forse sapere ogni singola differenza fa più master ma seguito a domandarmi:
IN TUTTO STO CASINO, L'UMANITA', DOVE CAZZO STA?
Pigliati un cucchiaio di legno, costa meno, funziona spesso meglio e va a finire che ti diverti pure di più e cerca di fare meno il pottone con il frustone di pelle umana appositamente preparato per la "schiava" di turno che così si sente davvero unica: ha una frusta tutta sua.
Ecco, alla fine di tutto questo percorso di domande che dovete porvi e risposte da trovare, dovrebbe entrare in campo la comunità. "Ti" sei informato/a sul quello che vuoi fare, domandi consigli ad un master della comunità su eventuali rischi che tu non puoi aver considerato. Così mentre "tu" ti leverai gli ultimi dubbi, "lui" magari riceverà da te informazioni su un articolo in merito che gli era sfuggito così nascono i confronti costruttivi. Peccato però che non c'è nessuna comunità, ci sono solo dei clubs dove in ordine gerarchico dei "semidei" fanno il bello ed il cattivo tempo. Per l'amor di Dio, nessuna pretesa, io non ci andrei mai a fare lezioni per denaro ma è quello che succede.
Il altre parole, doveste imparare ad imparare e a confrontarvi non ad assistere consigli di uno che si eleva a maestro. Non esistono qui i "maestri", sono solo discorsi, abbiamo sempre tutti qualcosa da imparare, io per primo.
In conclusione. Questo è il bello ed il brutto della rete. Prima per imparare bisognava cercare un/a top e mettersi a disposizione come bottom. Adesso è sufficiente entrare in rete, scegliersi un ruolo ed imparare tecniche anche avanzate. Con una buona tecnica ci si può "spacciare" per master o mistress. Nessun percorso, nessun viaggio, nessuna scuola di vita, nessuna anima. Si lega così. Ocio alla frusta. Tutto e subito. Che peccato.
domenica 20 febbraio 2011
L'impero dei sensi, di Nagisa Oshima
愛のコリーダ - Ai no Korīda
Mi auguro che chi legge, capisca che questo post è un altro tassello che s'incastra con gli altri per dare un'idea completa di chi sono, di come penso e di quello che sono.
Capisco pure che la scena di un pompino possa attrarre di più che una riflessione ma siccome questo blog non ha carattere pornografico anche se vi sono alle volte scene esplicite di sesso, vi prego di non avviare la clip prima di aver letto la recensione dal sito originale dove è stata scritta.
Il film riprende un vero fatto di cronaca avvenuto nel 1936 e viene sceneggiato da Oshima ricostruendo i set ispirandosi ai disegni erotici Giapponesi. Su Wikipedia se attribuisce l'ispirazione alle idee filosofiche di Georges Bataille,
il che, potrebbe pure essere vero ma dal basso della mia semplicità voglio limitarmi a credere che tutto il film non sia altro che la condanna di piaceri estremi quando questi sono solo affini a se stessi. Il piacere si esaurisce nonostante tutto perché è solo perversione e la perversione pura, il desiderio puro, può spingerti fino a commettere errori non voluti.
Abe Sada uccide Aki durante una tecnica di breath control per poi evirarlo, mettere il suo pene in borsa ed andare a sdraiarsi in un prato.
La scena qua sotto è la più difficile del film dove il sesso è vero sesso e se ne mostra tutta la materialità. Lui comodamente fuma, distaccato senza lasciare trasparire segni del piacere che arriva mentre lei compie la sua magnifica opera. A dire il vero è stato pur difficile trovarla visto i tagli e le modifiche che il film ha avuto all'arrivo in Italia nel 1976.
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