Cerca nel sito per parole chiave: inserisci argomento e cerca

Visualizzazione post con etichetta bdsm regole tra me e te. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta bdsm regole tra me e te. Mostra tutti i post

lunedì 13 novembre 2017

In fondo è solo semplicità e purezza.

In fondo è tutto così semplice. Non importa se uno/a è alto/a, basso/a, magro/a, rotondo/a, atletico/a bello/a o brutto/a. L'importante è che ci sia intesa e piacere di stare assieme. Per dirla papale, papale, che al solo pensiero di lei a lui gli tiri il cazzo, che a lei pulsi la fica e che entrambi possano trovare soddisfazione. Basta e avanza per avere una storia SM. Non c'è niente altro qualunque cosa si faccia nel pratico che fa parte dell'intesa quando ci si conosce.

Quando trovi qualcun/a con cui ti trovi, non è saggio né logico, né intelligente, né pratico e neppure conveniente, farselo/a scappare. Però c'è la distanza. Inutile stare a chiacchierare con persone con cui non ci si incontrerà MAI. Manco avere nessuna nozione di geografia, di orario di treni e toh, pure di possibilità per andare a far chiacchiere intime con gente che proprio non potrete mai vedere nemmeno per un caffè. Le cose non cambiano ma le persone si ed invecchiando cercano le comodità ed è più facile a discapito di intesa e qualcos'altro, cercare qualcuno vicino. Quindi l'idea del "ho trovato qualcuno/a con qui apparentemente ho una bellissima intesa e vado a vedere", viene saltata di pari passo.

Il un rapporto SM non è corrotto da giramenti di palle della vita, da bollette, lavoro, figli e ogni possibile cazzo che ci vogliate mettere dentro. Ogni discorso dovrebbe a seconda dell'onestà e della lealtà individuale, essere puro, quindi disinteressato. Non vi sono interessi materiali in gioco, ci si vede quando è possibile, quando si ha voglia, quando ci si manca.


Preso atto di questo, è una specie di bolla all'interno della vita in cui molto è quasi perfetto. E' sintesi e sostanza, praticamente essenza di ogni rapporto. Non importa se ci si lega o si va a fare una passeggiata.

Detto questo, mi viene così spontaneo da chiedere il perché siete nella maggior parte dei casi, così idioti da riuscire a rovinare anche questo. Ci vuole coraggio e una grande capacità autodistruttiva. Ho scritto poco e ho detto molto. Grazie per l'attenzione.

sabato 22 luglio 2017

Dove stiamo andando


Mi sono sbagliato, di nuovo. A qualcun@ qua non manca l'ABC del SM, manca proprio l'ABC dell'educazione.

Mi chiedevo come spiegarlo poi stasera passano su dei canali sky un vecchio film, codice d'onore. Non è che ne andai pazzo quando uscì perché francamente è difficile davvero dire chi ha ragione. perché la vita è già difficile per conto suo, figuriamoci nell'ambiente militare ma fa riflettere proprio sui limiti. Dov'è che si comincia a sbagliare?
Da un lato abbiamo l'ufficiale comandante dell base che tutti i giorni fa i conti con le perdite sul campo e che mette nel conto uno sfortunato "incidente" e quelli per cui non si può  fare altrimenti che evitare ogni possibile perdita.
La vita non fa sconti, se qualcosa deve andare storto, ci va. Per errore, per un gesto mal valutato spesso in pochi secondi, le tue braccia volano via e tu ti metti li a raccoglierne i resti nella speranza che un medico possa fare un bricolage. Non è simpatico ma è nel conto. Non mi schiero. Davvero non so anche  se vorrei che non capitasse mai niente  di male a nessuno.
So solo che essere se stessi o "uomini d'onore" è pesante. Significa dormire poco, significa stanchezza ed un sonno da poterlo rivendere  fette. Significa paura e doverla vincere e tanti omoni addestrati poi sul più bello o sono scappati o si sono bloccati come statue. Shock, la paura fa dei brutti scherzi.. Significa essere cortese con i superiori e pure con quelli sotto anche se alle volte si dicono le cose in modo duro. Significa rispettare i patti e le parole date anche se ha un prezzo sconveniente per chi l'ha data. Non ci sono scadenze, questo è il fatto.

Mi fa un po ridere pensare al lei o alla forma in azione ed al limite basta un si o un signorsi detto con rispetto. Fortunati gli amici triestini che dicono "comandi" a tutti e alle volte un comando, un ordine, è qualcosa che è giusto fare e non comodo fare. Alle volte è pure stupido fare perché ti obbliga a mettere in gioco la pelle. Comparato alla vita di tutti i giorni quando qualcuno ti cerca per chiederti come stai, è una bazzecola al confronto. Eppure c'è qualcuno che trova più interessante non interrompere una lettura che rispondere.


Ho già sperimentato l'indifferenza. Basta e avanza così. Se non si ha tempo da dedicare ad una persona, non andiamola a cercare. Se la persona è sgradita per il suo comportamento o per le sue forse troppe o scomode attenzioni lasciamola andare con la dovuta cortesia o semplicemente facciamoglielo notare. Inoltre, ci sono diversi modi per approcciare qui e credo che il più semplice sia quello di dare sfogo ad ogni possibile perversione (chiamiamola così, ma non è appropriato), senza rendere conto a nessuno. Esaltare i propri "difetti" e le proprie mancanze tanto è "solo bdsm" e qui si gode e si tromba e che ti frega. E' il posto sbagliato questo. Stabiliamo un patto tra chi legge, chi si approccia e me. Questo è il posto dove prima si ritrova stabilità e poi si spinge o per meglio dire e fare, quella stabilità si trova divertendosi e si cresce. Se questo non è chiaro o c'è un dubbio girare i tacchi grazie, anche se sono tacco dodici sotto al più bel culo del mondo.


Eppure ci sono è vengono pure a cercarti poi fanno così. Nella vita non puoi mai sapere chi incontri, quanti dolori ha vissuto nella sua vita e cosa si porta dentro e per principio ogni persona si merita rispetto sopratutto se è prima disposto ad ascoltare i tuoi di problemi, piuttosto che raccontarti i suoi. Eppure anche in questo caso, loro sono sopra a tutto, loro sono ingiudicabili, a loro è dovuto tutto.
Il semplice concetto per cui: "io sono la donna e tutto o molto (troppo), mi è dovuto", qua non attacca. Sei una persona, meritati quello che chiedi, dopo sei una donna o un uomo.


Una nota sul giudizio devo farla. Giudizio inteso come riflessione. Se qualcuno sbaglia chiaro che o è scemo o ha commesso uno o più  errori che l'hanno portato a sbagliare. Succede a tutti. Qualsiasi  cosa sia accaduta, fa di tutto per rimediare sopratutto  se coinvolge altri. Quindi no, non giudico la vita di nessuno ma il comportamento che si ha nei confronti della stessa e degli altri si. La vita è come l'amore, non sai cosa ti da. Un minuto ci sei, due minuti dopo no. La vita alle volte non ti da una scelta ma quando lo fa, sta a te e a me chiaro, fare la scelta "giusta". La costituzione italiana recita all'art. 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso  di razza, di lingua, di religioni, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali." Ebbene si, ho scritto qualcosa di simile ma non è "davanti alle legge" ma come diritto assoluto. Ogni essere lo ha ma siccome si tratta di rapporti personali, ad una disugualità, rispondo nello stesso modo. Non è molto buddista ma in genere è il miglior modo per fare capire dove si sbaglia provandolo sulla propria pelle. Se arriva come "urto" personale, pace. Invece di essere occasione di riflessione vorrà dire che sarà questione di andare ognuno per la sua strada senza farsi male.


Prima di aver capito questi concetti di base che sono le fondamenta di ogni sana relazione tra individui, inutile che vi spogliate, che spedite foto, che cercate contatti, che veniate qua a rompere la mia armonia. Non sono solo ma ci riesco a stare da solo. Non voglio più persone negative intorno a me e le ultime esperienze importanti, mi hanno cambiato parecchio dentro. Non ho più pazienza. Anche questa bisogna meritarsela. Il che non significa essere drastici ma ridurre di parecchio l'elasticità della pazienza. E' chiaro che deve andare in entrambi i sensi altrimenti è una scusa o una pretesa e non voglio girarci intorno.


Le storie finite e la nostalgia.
Se un giorno esci con tizia e hai una storia che dura, o uno dei due o entrambi sono falsi come i soldi del monopoli, oppure ci sono delle ragioni valide per cui hanno condiviso un percorso di vita. E' vero che le storie si chiudono, che non si torna al passato e che se si tornasse assieme, probabilmente si litigherebbe di nuovo o non si andrebbe d'accordo ma è anche vero che se qualcuno si porta l'altr@ nel cuore, con qualche ora assieme  alle volte si fanno scintille in senso positivo. Chi l'ha scritto: "Una notte d'amore può riempire una vita?" Beh, non lo so ma ci ha ragione. Perché con me tutte tornano meno che alcune? La mia risposta è semplice. Perché molte sono state bene e si sono accorte che mastro in qualche modo le porta ancora nel cuore. Poi ci sono quelle che hanno creduto di venire qua e poter afferrare e prendere tutto senza "responsabilità" e lo sanno ma si vergognano. Così non tornano anche se alle volte vorrebbero tanto farlo. Sarà sbagliato ma così la sento. L'omino dentro di me, mi dice così e ancora per la miseria non ha mai sbagliato e adesso mi dice che c'è una a cui piacerebbe tanto alzare il telefono e (per caso), chiedere come stai. Francamente a quella "qualcuna" non saprei proprio come rispondere, davvero non so. So però che alle volte sono io che non l'ho ascoltato e ho commesso un errore ancora più grande per me stesso e per chi mi sta intorno.
Una ex una volta aveva due pappagalli bellissimi, non ricordo di che specie erano ma non erano piccoli. Un giorno le aprì la gabbia e uno andò allo sportello e lo richiuse. Lei insistè, riaprendo la gabbia. Dopo tre gg uscirono dalla gabbia e di casa e non tornarono mai più. La libertà di essere è una bellissima cosa ma fa fare scelte dure. La libertà da soli è solitudine e dover decidere. La libertà ha un senso reale se trovi e proteggi e mantieni il tuo incastro perfetto. Oltre a quello è solo un sogno che non si ripete più: "E' uno strano dolore morire di nostalgia per qualcosa che non avrai mai (più)". Alessandro Baricco.

martedì 12 gennaio 2016

Simbiosi - sempre da legami

In questi giorni ho conosciuto Mrs 8:31. Una tipa su Legami che in tal tempo ha tirato le somme. :)
Non è mica male visto che in genere ci metto qualche mese prima di incontrare dal vivo una persona. Col tempo viene fuori il vero io in qualche modo a meno che non ci si trovi davanti a dei professionisti della falsificazione e si sa di chi chiacchiero.

Ieri sera discutevo con XXX, la solita XXX su quale sia il punto della cessione della propria libertà in funzione dell'altro/a ed è venuto fuori la questione della simbiosi e del parassitismo. Discorso molto interessante perché la pulzella diceva appunto che per lei l'idea che qualcuno dipendesse da lei, semplicemente la terrorizzava. A mio modesto avviso questa è un'ammissione di responsabilità seria e cosciente e in qualche modo le da parecchio merito. Io non ho paura di persone così ma ne ho parecchia e adesso di più che ci ho sbattuto il muso, di quelle che invece dicono e spandono parole senza averne nessuna coscienza e responsabilità.
Un sano rapporto umano è fatto di simbiosi (def. per chi non lo vuole cercare: "1 biol. Associazione fra due o più individui appartenenti a specie vegetali o animali diverse, in modo che dalla vita in comune traggano vantaggio entrambi, ovvero uno solo ma senza danneggiare l'altro
2 fig. Sintonia, intima associazione: coniugi in perfetta s.; compenetrazione, fusione: s. tra svariate forme artistiche. Da http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/S/simbiosi.shtml). E' vero che l'amore è un concetto astratto e che si può amare anche un semplice ideale e pure così forte da farci annebbiare la vista e la concezione della realtà. Però il concetto stesso di amare una persona è fatto di mutualismo stretto-stretto. Ogni persona ha bisogno l'uno dell'altra nel completarsi. Non è possibile fare all'amore da soli, non è possibile scopare da soli anche quando i due punti congiungono. Non è possibile accarezzarsi, non è possibile vivere un amore da soli. Ogni azione ha un esatto contrario ed è appunto conosciuta come simbiosi. Puoi toccarti davanti all'altro/a e farlo per te ma lo fai con lui o lei e l'altro/a per forza ne riceve piacere anche solo di vista. Da pulzella ti puoi far bella per te ma se è lui che ti spoglia devi in qualche modo indossare qualcosa che faccia piacere (anche), a lui altrimenti otterrai l'effetto contrario ed invece di essere una simbiosi diverrà solo parassitismo e così le persone scappano. Lo stesso concetto mutualistico è fatto quasi di un dialogo muto. Io ho questo da offrirti tu che hai da offrire a me? Anche al contrario funziona è. Io ho qualcosa che può interessare a qualcuno? E magari esce un "io, io", così si entra in simbiosi.
I rapporti umani alla fine seguono questo principio ed è facile pensare alle api ed il polline, alle leguminose ed il clostridium,  ai pesci pagliaccio e le attinie e via così. Tanto più la relazione simbiotica sarà ampia, tanto più l'uno trarrà dall'altra un rapporto appagante e completo ma anche tanto più l'uno dipenderà dall'altra. La parola magica rimane sempre e comunque equilibrio.  Troppa dipendenza crea parassitismo e poca dipendenza crea indifferenza. L'equilibrio da il punto d'incontro sul come donarsi e come ricevere, cosa donare, cosa ricevere tenendo sempre ben presente che deve rimanere sintonia.
Ecco, ci tenevo a scriverlo in modo corretto e non come in una chat che le parole non si pesano e vengono peggio di quanto vengono a me qui, semplicemente come le pensi e caotiche.
Inutile cercare di aggrovigliarsi in cosa sia personale o cosa sia divisibile perché è difficile in un legame fare pezzettini precisi di se e dell'altro/a. Vengono così, come l'uno si appaga nell'altra. Magari lei ha bisogno del caffè a letto e lui la coccola di una carezza magari dopo una notte di forte SM.
Le piccole cose sono quelle importanti, non le grandi. Le grandi sanno darle quasi tutte perché non richiedono attenzione. Semplicemente arrivano e ti dicono un mo che fai mettendoti ad un bivio. Certo è che se stai attento/a alle piccole cose dell'altro/a difficilmente farai male anche in queste.
Non sposta il punto di una virgola però.

domenica 13 dicembre 2015

I babbani

Ci sono tre tipi di persone ma anche di questo ne avevo già parlato.  Frugare nei post. Questa è molto più sintetica e direi, pratica.
I realisti, detti anche babbani  che son quelli che vivono la quotidianità con monotonia difendendo quello che hanno ha tutti i costi quasi che la loro vita dipendesse dal possesso.
I sognatori  che son quelli che studiano a Hogwarts, quelli che vivono in un mondo fantastico fatto di illusioni che alle volte loro stessi si creano.
I Senzatempo che son quelli che si capiscono solo tra di loro, quelli che riescono a vedere oltre l'orizzonte dei primi due e ti ci portano pure.
Il vero problema dei realisti è che questi sono convinti che i sognatori siano dei folli illusi.  Che i sognatori credono che i senzatempo siano degli orologi rotti. Pensano che sia impossibile guardare un orologio che l'ora non da ma non perché non c'è. Sono loro che non sono in grado di vederla. Le fette di prosciutto vanno nel piatto, non sugli occhi. Poi glielo fanno vedere e tutti dicono: "Ohhhhhhhhhhhhh, anche io". Così vogliono i cellulari ultimo modello, i glasses, i tablets, il robot che pulisce la casa e loro vanno a premere mi piace sui social network ma non li sanno mica usare. 
Tra le tre grandi categorie,  ce ne sono due grandi interdisciplinari: i piglianculi e i mettinculi. Non ci vuole molto a spiegare che cosa fanno. Ecco, così va il mondo. I sognatori sono quelli più pericolosi perché vivono in un mondo tutto loro. Alle volte parlano anche con dio. Gli telefonano tutti i giorni e se trovano uno che dice di avere avuto la ricezione migliore, gli credono. Sono pericolosi perché per i loro sogni, uccidono o fanno male senza guardare in faccia nessuno. Alle volte sognano il denaro, alle volte dei regni o alle volte ancora,  hanno solo voglia di avventure particolari a letto. Quando si incazzano i realisti, in genere fanno le cose a mezzo che vorrebbero ma non sanno. Quando si incazzano i senzatempo però fanno dei bordelli assoluti, Hiroshima e Nagasaki insegnano.
A proposito di questo, era il 1977, avevo 14 anni e sulle nelle cinematografiche era uscito qualcosa che ti faceva veramente rimanere a bocca aperta. Tutti i cinema erano pieni. Nessuno aveva mai visto i titoli di inizio che si spiegavano nello spazio come una nave stellare. 
Il mondo conosceva Star Trek, noioso, mentale e con poche scene perché gli effetti speciali facevano cagare. Ci fu uno che ebbe un colpo di genio e che decise di fare volare le macchine da presa in moto contrario riprese su sfondo nero (oggi è diventato verde grazie alla CGI), e tutto cambiò.
Ma questa saga ha molti pregi oltre che tante analogie con il post. Il primo, assoluto, eccolo qua.
La presa di coscienza di un ragazzo che era pronto per partire per le stelle, un luogo sconosciuto. Vero che nel film è stato quasi "costretto" ma la scelta rimane sempre quella. Rimani con i piedi per terra o scegli di sviluppare chi sei, di passare oltre la fantasia e di vivere nella terza categoria.

Così la "forza" che tiene unito tutto l'universo (o lo separa), perché c'è eccome. Si chiama materia oscura e nessuno ancora sa cosa sia e nemmeno l'ha mai vista. Eppure c'è anche se non si vede. I cavalieri Jedi non sono altro che samurai giapponesi con doti "migliorate", katana inclusa e non importa cercare su google, bastava capire e si capì da subito. Questo senso di onore, pace e giustizia, ammaliò molti ma la vita non è un film e pochi si rilessero il bushido. Per andare nello spazio, bisogna alzare il culo dalla poltrona e i babbani mica hanno sto coraggio. Nemmeno i sognatori, che li non si rischia la pelle e nella vita i buoni non vincono sempre. La morale è che non importa come cazzo ti mascheri: se sei pieno/a di tecnologia, se vuoi provare sensazioni estreme senza stare alle "regole" di quelle azioni, queste stesse ti rivelano per quello che sei e ti si rivoltano contro.
Beh, non mi resta che augurarvi che vi piaccia il nuovo episodio se andrete a vederlo. Per la cronaca, gli episodi pensati da George Lucas all'inizio erano 12. Ne mancano ancora 3.

Fette di limone

31-32 anni fa, ebbi la seconda esperienza in questo mondo.  Non ricordo il suo nome ma aveva la mia stessa età.  No, non c'era l'aids ed una sera fuori, la tipa si trovò un ragazzo con problemi di mobilità in una disco. Si c'ero anche io, chiaro. Tra un bacio e l'altro il ragazzo, non da solo, per attaccar bottone, gli chiese se il limone nel bicchiere l'avrebbe buttato (io tradussi). Lei gli chiese se lo voleva e lui rispose di si.
Lei non fece una piega, prese il bicchiere con la fetta di limone rimasta, se lo mise in bocca bevendo l'ultimo sorso e glielo passò con un bacio lingua a lingua come se fosse l'ultimo. In faccia di questo ragazzo si disegnò un'espressione di stupore e di piacere. Finito, lei si girò verso di me con la faccia sorridente e sorniona che chiedeva: "Hai capito :)"?
Francamente la guardai stupito  quasi e dalla bocca mi uscì solo: "Maybe" (forse), un po' indeciso.
Il resto è qui.
Era una bella notte, il piacere palpabile, l'armonia pure, perché non regalare piacere ed affetto anche a chi non conosci. Non è un atto di sesso e se anche lo fosse, sarebbe lo stesso. Cazzo, quanta ragione. È passato così tnanto tempo eppure ricordo il suo profumo, il suo sapore, la sua pelle, la sua lingua ed i suoi occhi come se fosse appena successo. Mi ha insegnato tanto anche sulla testa e come funziona, mi ha fatto fare dei passi così grandi che ... beh. Chiaro no. Tutto il resto, come al solito, me lo tengo per me e per chi se lo merita
Ho vulto scriverlo perché non ho mai chiesto la sua data di nascita, non era molto cortese.  Fu lei che mi spiegò il perché ed il come lo "specchio", nelle relazioni funzioni e funziona anche troppo bene. Oddio, forse una scorpionaccia pure lei? Non lo saprò mai ma è così buffo e strano trovare quest'nalogia tra tante e una donna così bella tra tante, troppe femmine e non era una gran fica. Solo una donna e non è poco.

sabato 12 dicembre 2015

L'erba voglio

"L'erba voglio non cresce neanche nel giardino del Re", mi dicevano le nonne quando da piccolino "volevo" e non chiedevo. Era quasi una risposta automatica fino a che un giorno chiesi: "Nonna ma come, nemmeno il Re può chiedere di volere?"
"No", mi rispondevano "perché la cortesia deve averla soprattutto un Re". Mi sembrava così assurdo che il Re non potesse semplicemente ordinare eppure loro che il Re l'avevano avuto davvero, dicevano così. Si chiamava educazione. Una volta.
Oggi tutti vogliono ed hanno delle pretese che davvero non sono disposte a dare se non quando gli comoda o hanno un interesse, che sia amoroso o professionale non importa. Loro semplicemente pretendono. Eppure ancora oggi quando per modo di parlare mi viene da dire voglio, mi torna alla mente la filastrocca e mi correggo. Non voglio manco quando siamo in session e cerco mentalmente di far capire che quell'ordine è quello che cercano e che si, a me fa pure piacere che per qualche ora mi fa sentire dio, ma che è pure il più bel modo per crescere e viversi profondamente assieme.
È un attimo di fusione,  di intesa prima mentale, poi fisica e si, pure sentimentale altrimenti rimane solo quel sesso sciatto di cui troppo ho parlato.
Le cose finiscono, la vita finisce ed anche su questo ho già detto che la fine da un senso a quello che è stato prima sopratutto se è stato bello. La fine fisica però è anche la fine delle opportunità. Penso a papà con cui non ho mai avuto un bel rapporto. Lui che parlava bene e faceva poco a me che toccava fare e poco parlare. Anche per questo  non sono al primo approccio uno che sembra un compagnone, anzi sono parecchio orso. No, drago. In genere sono i genitori ad avere la testa per i figli, a me è capitato spesso il contrario ed era un esempio da non seguire. Eppure adesso manca e ci litigavo quasi tutti i giorni.  Manca perché quando finisce qualcosa, con essa cessa anche l'opportunità di confrontarsi e di imparare e di migliorarsi. Quando finisce una relazione anche per causa di forza maggiore, è lo stesso. Se una storia è stata negativa, allora magari c'è pure un senso di sollievo ma se è stata positiva allora ti ha dato, ti ha cambiato comunque in meglio, ti ha fatto crescere e un pezzo dell'altra ti rimane dentro per forza. Nel bene e nel male.
Se hai amato (davvero), non puoi smettere di amare. Quando ti alzi la mattina e vai davanti allo specchio a lavarti i denti, vedi una persona che è quel che è, quello che ha vissuto, passato, condiviso. Rinnegare gli altri è rinnegare se stessi ma ribadisco, per capire questo bisogna avere dei sentimenti ed una morale e a quanto pare è rimasta cosa per pochi. Organismi in estinzione che non servono più ad un cazzo e si buttano via come roba sporca, infetta.
Ecco, questo è diventato il peggior nemico di noi stessi. Così come nel bdsm, nella vita per apprezzare le belle cose, bisogna rimanere un po bambini. Il piacere di scappare e di andare a fare una session (leggasi, incontrare la persona che più ti piace), è come riuscire a mettere le mani sul lecca-leccone visto in vetrina in pasticceria. Riuscire a vedersi anche solo per stringersi, è come poter sognare di volare con il Pan, contro il Capitan Uncino, invincibili e liberi. Persa la storia, la favola finisce. Si ritorna grandi ma i grandi senza sogni, sono come i fiori di plastica. Ci sono ma non sono vivi e non hanno profumo.
Poi tornano. Alle  volte tornano, richiamano, ricercano te che hai dato il tuo profumo e ti sei ammaliato del loro. La loro pelle, il loro piacere, i loro sogni e paure, la loro gioia, i pianti e le vittorie. Si, perché anche questo è profumo. Lo cercano ancora ma hanno tagliato le, radici, la forza con cui la pianta cresceva, lenta ma decisa e robusta.
Ecco, questa è la loro peggior condanna per il male, la superficialità che distribuiscono.  Non esiste un fiore uguale. Non esisterà MAI più, in nessun luogo.
La forza senza dolcezza è abuso.
I gesti senza rispetto sono solo egoismo.
Le parole senza sincerità sono solo frodi.
Il piacere senza sentimento è solo illusione e insoddisfazione.


mercoledì 9 dicembre 2015

La sottomissione


Una ragazza a me molto cara  quando gli proposi di diventare la mia schiava mi rispose con voce squillante dall’emozione: “E’ bello appartenere a qualcuno”. Dal blog di Cavaliere Amaranto.


Oh che bello. Diventi schiava ed appartieni. Siiiiiiiii! Bellissimo!!! Così uno schiocco di dita. Se il vostro ragazzo, marito, convivente, vi dicesse una cosa del genere, probabilmente avrete tre fasi in ordine sparso.
1) lo guardate in modo strano della serie: questo è pazzo.
2) lo riempite di improperi.
3) lo spedite a fotbar.


Cosa cazzo è che vi fa dire siiiiiiiiiii a chi ha un bollino da master che magari si è appiccicato da solo e no a chi a quel bollino manco ci pensa?
"Il bisogno di appartenere a qualcosa di più grande" dice ello. Oh cazzo. I master avranno davvero le mani, i piedi, la testa e l'uccellone più grande degli altri? E dove sta scritto?


Bisogna fidarsi... anche questa è bella. Anche del marito bisogna fidarsi, del ragazzo e del convivente. Bisogna fidarsi con chi lavori e per certi lavori, fidarsi significa pure anche mettere in gioco la pelle. No, non necessariamente un soldato. Edilizia estrema, trivellazioni, pozzi marini, miniere, etc. etc..

Così sali in cima ad un grattacielo in costruzione e ti fidi, subito, perché chi è li ha il bollino e questi si che ce l'hanno e vai. Wuaahahahah scusate. Non rido del post, rido del concetto.
Così come nel lavoro, la fiducia nasce dalla conoscenza reciproca. Se tizio ti dice spostati che arriva una trave, poi quella trave deve arrivare dove va posta e non nel tuo capocollo. Così alla fine non nasce dalla fiducia ma dal rapporto con i compagni di lavoro e con la partner. La fiducia si evolve e cresce con il rapporto e non vice versa e manco da sola. Si evince in modo di nuovo in modo lapalissiano, che ogni rapporto nasce dal dialogo. Dalla veridicità di quello che si dice prima e di quello che si fa dopo e questo che genera l'intesa attraverso la conoscenza ed il rapporto reciproco.


Si da anche il caso che il bdsm è fatto di persone nude spesso e volentieri e questa non basta. Si da di nuovo il caso che una trave puoi posarla magari sia da destra che da sinistra, alle volte pure in piano ma in un rapporto no. Ognuno ha il suo modo e se "tizio" ti tocca da sinistra tu ti trovi ad essere magari a disagio piuttosto che provare piacere. Mentre magari è vero il contrario. Il bdsm è fatto di SENSAZIONI non di gesti. I gesti e le parole  volte causano le sensazioni ma non sempre in modo autonomo.


Niente qui sovrasta o sostituisce un normale rapporto di coppia. Semmai è tutto estremizzato. Più rischi, più devi fidarti, più devi fidarti e più devi avere per forza un rapporto più profondo rispetto ad un tradizionale. Capisco di più il "tradimento di fiducia" in un rapporto tradizionale che qui (non s'era capito è), perché qua non ci sono compromessi. Ogni compromesso di per se è una mezza bugia e può anche essere fatale sia per la pelle che per i sentimenti. Senza RISPETTO, ASSOLUTA VERITÀ E COERENZA, tutto è destinato a fare un bel botto con "morti"e feriti anche gravi.
Prima di salire in barca, pensateci.


martedì 24 novembre 2015

Fiducia una sega

"Se saprai sorridere con chi sorride, piangere con chi soffre, allora, figlio mio, chi potrà contestarti il diritto di esigere una società migliore? Nessuno, perché tu stesso, con le tue mani, l’avrai creata!" Tommaso da Kempis

Che diavolo ha a che vedere l'empatia con il bdsm? Guardatevi il video va.





Legame. Senza legame non c'è appartenenza,  senza appartenenza e legame non esiste relazione. Ergo, non c'è manco bdsm. Semplice in fondo. Ho dedicato anni a cercare di spiegare e di capire dove, nei rapporti SM vi sia patologia e dove invece vi sia un sano rapporto.  Avevo sempre considerato come marginali le persone borderline  veramente tali qui, come rari casi e mi sono dovuto ricredere.

Do pure la colpa al mezzo. Questo coso esalta la bugia e la menzogna, fa si che non sia possibile vedere, soprattutto nei rapporti a distanza ma bisogna prima di tutto credere e dare fiducia. Questo è un paese dove tanto si regge sulla solidarietà per via di uno stato incapace a dare servizi e perché alla fine ci piace e ci rende tutti più umani.
Questo coso rende possibili reperire informazioni ed imparare nel peggio quello che c'è di peggio. Facile. È stato facile dire una cosa e farne un'altra perché se ne stava pensando un'altra con uno scopo opposto. Si certo, se te accorgi subito,  rimedi subito ma quando il tempo passa quello che succede è perdere la fiducia nel prossimo. Senza fiducia guardate non si fa niente, proprio niente. Manco un idraulico chiami o porti l'auto dal gommista. La fiducia è la base, proprio il primo passo di una società, come cazzo fai a vivere senza fiducia?
Oddio magari sta cosa ci voleva, in fondo impari ma a quale cazzo di costo?  Una pulzella sana cerca fiducia. Anche uno/a stronzo/a cerca fiducia pur essendo freddamente deciso/a però a tradirla in partenza.
Il prossimo giro se mai ce ne sarà uno, devo per forza non dare per scontato niente ed i segnali sono tanti da tenere in considerazione. Adesso, di nuovo, che cazzo te le fai della verità? Quando danno è fatto e non si torna indietro. C'è una cosa fondamentale sul riconoscimento di questi individui, gli rendi difficile seguitare a mascherarsi e fare i loro porcacci comodi con i loro "bersagli".

sabato 21 novembre 2015

Em-patia e Norimberga

“Un cuore comprensivo è tutto, è un insegnante, e non può essere mai abbastanza stimato. Si guarda indietro apprezzando gli insegnanti brillanti, ma la gratitudine va a coloro che hanno toccato la nostra sensibilità umana"
C.G. Yung

Vi avevo parlato di Norimberga. Ebbene l'argomento non era il processo di per se per quale bisognerebbe fare delle considerazioni a parte. Il centro della questione è il nazismo ed i suoi effetti, l'applicazione del medesimo da parte dei suoi principali attori. Cosa pensavano, perché tanto cinismo nel praticare lo sterminio di massa. Perché tanta disumana leggerezza.
Ci furono diversi psicologi che seguirono la cosa, il primo fra tutti il Gilbert  che  con il suo libro "nelle tenebre di Norimberga" riporta gli stati d'animo dei prigionieri tedeschi. Da quel libro e dalle cronache fu tratto l'ultimo film.
La conclusione a cui il Gilbert arriva è che i gerarchi non erano più intelligenti, più dotati, ma individui nella norma come me e come voi. Eppure furono capaci di concepire macchine per lo sfruttamento e l'eliminazione di milioni di persone come se queste fossero che ne so, palline da tennis. Una persona, un un'unità,  un numero. Fine dell'immane, assurda frittata. Ebbene, Gilbert affermò che l'elemento comune era la totale assenza di empatia.
Guardate che questa "cosa" è stranamente presente nelle pantegane topesche mentre ci sono delle pantegane e dei pantegani umani che con sta roba ci si puliscono letteralmente il culo.
Com'è sto fatto e cosa è davvero questa dannata empatia?

Così, se qualcuno avesse dei dubbi.




""Empatia", secondo la definizione iniziale di Edith Stein, designa "una genere di atti, nei quali si coglie l'esperienza vissuta altrui". Usa inoltre questo concetto per determinati atti percettivi particolarmente in relazione ad altre persone. (Edith Stein chiama con Max Scheler l'atto dell'empatia nella propria esperienza  "percezione interiore". A differenza del giudizio (Ein-Sicht), che è rivolto ad afferrare e comprendere argomenti, idee e concetti mentali di un altro (o le conseguenze causali di un fatto nella natura e nella storia), l'em-patia (Ein-Fühlung) indica un atto conoscitivo ­ oppure la somma di atti percettivi -, che è rivolto alla percezione soggettiva  dell'altro, alla sua "esperienza" interiore e perciò anche alla sua stessa personalità. "Sentire (fühlen), e in particolare  em-patizzare ein-fühlen), è un altro particolare penetrare nel mondo che la persona si rappresenta come tale", dice un conoscitore della sua filosofia." Da http://www.ocd.pcn.net/edsi_kor.htm

In parole più semplici potremmo definire l'uomo in due aspetti: quello materiale e quello emozionale. Nella prima metà l'uomo percepisce la realtà ed il valore materiale di certe cose. Caldo, freddo. Il valore e la bellezza di un gioiello. La bellezza dell'arte come realizzazione  materiale e via così.  I sentimenti in questo caso sono legati alla sola sfera personale. Amo, ma non sento il tuo amore. Piango, ma non sento il tuo pianto. Rido, ma non sento il tuo riso. Mi importa solo di quello che mi importa. Senza sentimenti non si può stare ma sono sommersi di egoismo smisurato. Lo chiamano anche narcisismo, "l’espressione del mancato soddisfacimento del loro desiderio primario di essere riconosciuti per il proprio valore speciale." A loro tutto è dovuto, le loro decisioni sono insindacabili. Non hanno nessun rispetto se non per quello che gli fa comodo o li esalta, fintanto che lo fa. 
Credo che dire non ti perdono,  sia un altro modo per dire voglio giustizia o vendetta. Così come se tutto ti è dovuto, innegabilmente non devi niente a chi non gli fa comodo. Insomma, necessariamente dire una cosa significa anche accettare o significare il contrario solo con un'esagerata dose di ipocrisia. Le monete hanno sempre due facce. È un dato di fatto.   Sta di fatto che un narciso può dire tutto quello che gli viene ala bocca con assoluta naturalezza e l'esatto contrario dopo poco che ha cambiato idea e la sua idea non tiene semplicemente conto di chi ha intorno.  Questi esistono fintanto che i narcisi gli vedono, poi no.
Così che si che è possibile gestire queste persone. Basta che si sappia chi sono e come sono. Ah, mentre son qua a scrivere, sento Renzi che dice che bisogna taggare le teste di cazzo a scanso della privacy. Bene, occhio che però l'altra faccia della medaglia è quella di creare il grande fratello e per di più con le caste reali e virtuali. Ci vuole equilibrio. SEMPRE. Articolo complesso stasera è.  :)
Meditate. :)

Vi lascio con un pensiero di Emily Dickison e con una canzone. Molto bella, molto empatica, pure molto bdsm e con una nota. Cercate, per me una slave è prima di tutto una partner ed una donna. Cercate, non ho mai parlato di bdsm come un coso, un divertimento, un passatempo, una cosa degradante o comodo. Non è che mi importi troppo ma siccome molti si scordano... ecco. :)


“Se potrò impedire a un cuore di spezzarsi,
non avrò vissuto invano.
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena,
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido,
non avrò vissuto invano.”

 

giovedì 19 novembre 2015

Il non dialogo

A cosa può arrivare il non dialogo. Prima dell'11/9 gli usa erano così (pressappoco), strutturati. Polizia comunale, polizia statale, Fbi per i reati federali. CIA, per lo spionaggio ed il controspionaggio fuori degli USA. Nessuno di loro praticamente si parlava. Se uno aveva una info su un tizio aerobomba, non lo diceva agli altri. Il risultato era che la testa non sapeva cosa facevano mani e piedi. In effetti poi gli aerei sono caduti e con dei bei botti pure. Per Francia e Belgio avete ancora dei dubbi?
All'inizio del, cinema andavano di moda i "cappelloni", gli western. Trovatemene uno che sia dalla parte dei nativi. Siamo cresciuti,  noi, con l'idea che i cattivi fossero loro. Poi arrivò "Balla coi lupi". No. Non è vero, il primo fu "Piccolo, grande uomo" con Dustin Hoffman. Beh, guardatevelo. Negli anni 70 quelli turbolenti erano i neri. Martin Luther King? Un casinista reazionario. Malcom X? N'altra testa di cazzo poi tutti abbiamo capito chi erano le teste di cazzo no? :)
L'assenza di dialogo distrugge prima le nostre teste che sentiamo solo una campana anche se solo prodotta dalla nostra mente. In secondo luogo crea dei danni a chi e intorno a noi, comunque sia, comunque vada. Capire è la parte fondamentale per la convivenza.  Poi chiaro che subito dopo c'è il rispetto per la diversità.
Dipende a chi si crede e anzi, a chi e cosa in legame indissolubile, si vuol credere e questo fa un'abnorme differenza.
Beh per le teste di cazzo storiche e non ci vuole poi tanto ad informarsi. Basta andare a fine IIGM e magari qualcuno sa cosa sia successo a Norimberga. Magari è ma non ci conto mica tanto. Una su tutte la dico: come cavolo fece Speer a diventare quello che fu nonostante la sua cultura. L'ennesima dimostrazione che la stronzaggine non dipende dal livello di studio.

È notte, sono le 00:14 e ho sonno ma anche no. Mi piacerebbe tanto che la testa potesse andare su tumblr a postare qualche foto porcella o qualche altra semplicemente bella o dolce o selvaggia anche magari sono di un bel piatto infarcito. Ci penso e ho quasi paura perché oramai so che se ci vado, poi mi si contorce lo stomaco. Se scrivo, per lo meno penso a quello che scrivo e mi rifuto di sentire e di pensare. Evito di tornare a quello che ho creduto e magari evito di fare una strage virtuale. Di quelle che prendi un fucile e spari ai mostri, tipo doom. Avevo scritto della fata turchina e dei troll. Forse è pure peggio. È tipo la Circe che trasforma tutto in porci o porcheria. Lo sappiamo che i maiali sono intelligenti e sensibili e pure affettuosi ma sono pure di uno sporco unico e ineguagliabile. Ecco.
Ah, devo pure ringraziare alcuni blog femminili  che nonostante il bordello successo in Francia non hanno fatto una piega. Seguitano a postare culi, cosce, cazzi e quant'altro fa sesso e  nessuna ma nessuna parola per i poveri cristi crepati o feriti a Parigi. Quasi fosse un altro mondo. Forse lo è ma devo smettere di seguirli. Se vedete la lista a sx diminuire, questa è la ragione. Certo, il mondo è bello perché vario ma alle volte è parecchio, ma parecchio brutto. Penso che dopo millenni che hanno trattato le donne come niente, oggetti da usare, violentate, uccise ed abusate in così malo modo da farle sparire pure dai testi sacri che è doppiamente assurdo che alle fine, proprio loro possano comportarsi peggio di noi e se questo è vero allora... ve lo meritate.

"La gente falsa non parla, insinua. Non conversa, spettegola. Non elogia, adula. Non desidera, brama. Non chiede, esige. Non sorride, mostra i denti. La gente falsa è povera di spirito, poiché non cammina, striscia nella vita, sabotando la felicità altrui. La gente falsa ignora la bellezza e la nobiltà d’animo perché non ama, e così finisce per non vivere, esiste appena". Marisina Vescio

Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. La vittima d’una ingiustizia che non t’aspettavi, d’un fallimento che non meritavi. Ti senti anche offeso, ridicolo, sicché a volte cerchi la vendetta. Scelta che può dare un po’ di sollievo, ammettiamolo, ma che di rado s’accompagna alla gioia e che spesso costa più del perdono. UN CAPPELLO PIENO DI CILIEGE,  Oriana Fallaci
Bello no? Tra ieri e oggi hanno ammazzato altri 2-3 ostaggi. Le teste di cazzo le perdona Dio. Se c'è. Cara Oriana (visto che eravamo quasi paesani), non esiste soddisfazione più bella che "condividere" il dolore anche con chi l'ha causato. Aĺle volte ti devi abbassare al loro livello ma se non fosse così, nessun criminale mai sarebbe preso. Due piccioni con una fava. Psicologia e giustizia. Anche questo è un dato di fatto. 

mercoledì 18 novembre 2015

Liberté, egalité, fraternité


Guerre ri religione? No. Guerre di principi?  Si.
Una volta avevo letto che: "per ottenere la libertà bisogna combattere, per perderla è sufficiente non fare niente.".  Era attribuito ad un grande della nostra storia mondiale,  il Sig. Benjamin Franklin. Non sono mai riuscito a trovare similari e conferma attribuzione ma è un concetto verissimo.
La libertà parte dalla mente ed è prima di tutto equidistanza tra gli elementi che si valutano o a quello che si pensa. Facile insomma dire e parlare presi dall'emozione del momento, difficile è confermare o fare le stesse valutazioni al sopraggiungere di un qualsiasi elemento nuovo condizionante. La libertà è il valore primario per quale ogni cosa vale la pena di vivere. La libertà di decidere, di pensare, di andare e di fare. Libertà è pensiero puro,  sentimento puro. Libertà senza uguaglianza sarebbe niente. Il più stronzo, più intelligente, più bravo magari in alcuni settori economico-sociali farà presto a fare man bassa di risorse o di libertà altrui. Nemmeno l'equità è sufficiente a far si che giustizia legale e sociale sia trovata e mantenuta. Eguaglianza è avere prima di tutto gli stessi diritti e gli stessi doveri l'uno verso gli altri. L'eguaglianza è quello che da un senso di giustizia alla libertà e che va pure oltre il rispetto. Questo è come l'equità.  È semplicemnte implicito nell'uguaglianza.
E infine la fraternità. Il vecchio testamento è in comune con le grandi religioni monoteiste e la storia di Caino e Abele la raccontano tutti. E beh mi pare quasi superfluo raccontare cosa sia la fraternità e cosa non anche se qualcuno preferisce parecchio mettere davanti il desiderio o l'interesse o il comodo a questo sentimento. Gli tirza il cazzo o gli prude la passera e chi se ne fotte. Poi il contrario o forse no. L'importante è fare. Già. Lo diceva pure la Fallaci nella citazione di qualche post fa. "L'importante è fare" ma non è mica vero. Fare male è peggio che non fare e non fare è il non vivere e siamo di nuovo all'equidistanza, alla ruota del carro.
Perché è indubbio che qualsiasi male che tu dai che alla fine provoca una reazione, soprattutto se lo fai a qualcuno incolpevole. Che sia uomo, donna, bambino non importa.  È la gratuità del male che lo rende peggiore del male stesso ed alle volte la giustizia arriva a diventare "vendetta".
Così ritorno all'amato S. Agostino che diceva che tutti i pregi portati all'estremo diventano difetti.  La parsimonia diventa avarizia, l'amore diventa gelosia e così in tutte le cose della vita. Ne avevo già parlato in tempi non sospetti ma anche questo è passato da un orecchio all'altro così, senza lasciare traccia.
Così è come quello che tirava i sassi e gli dicevano "basta, basta". E lui smetteva per un po e poi rincominciava. Un giorno chiamarono i gendarmi senza dirgli niente e lui si mise a piangere implorando di non essere punito.
Ecco. Molti qua sono così.  Fanno i grandi, distribuiscono dolore e se qualcuno/a sbotta, la "colpa" è la sua.
Mentre son qui in tv si parla di droni e di privacy. Il garante dice che si potranno anche abbattere. Si penso io, fintanto che si vedono. Quando saranno grandi poco più che un insetto o che tutti ne avremo uno, sarà impossibile. La privacy crea la libertà per mostri di Parigi. Il controllo è oppressione. La migliore libertà è non avere niente da nascondere soprattutto in campo sociale e sessuale anche perché se nascondi poi va a finire che puoi provare  negare anche l'evidenza.
Buona serata a chi legge, se c'è.

martedì 17 novembre 2015

Il bdsm e il vanilla.

Ne ho parlato tante volte ma a quanto pare o non ci arrivate oppure fate recchie da mercante oppure ancora a seconda di quello che vi fa comodo e credo che sia questa parte che la fa da padrona.
Il bdsm non è un rapporto a parte. Non è, un flipper, un videogame, un diversivo per la sera. Oddio, per qualcuno si ma è bene dirlo subito (vedi post "Se..").
Il bdsm è fatto di PERSONE non di vibratori. Quando qualcuno definisce me, te, voi come "BDSM" vi porta sullo stesso livello di uno di quei cosi o poco ci manca.
Per quello affibbio definizioni di "cose" al posto di nomi o per quanto possibile li associo. Ripeto, a me pare ovvio, ad alcuni no.
Do' sempre un foglio in bianco a tutti, nessuno escluso. Non mi frega di religione, razza, altezza, peso, colore di capelli e quant'altro. Considero tutti come PERSONE con egual diritti ma anche egual doveri. In base a quello che fate, decido. Credo e spero che la cosa francamente sia reciproca perché come non ho nessuna voglia di considerare nessuno come un passatempo, un diversivo o una con cui fare sesso estremo, mi pare particolarmente degradante e non lo voglio per me.
Il bdsm non è un rapporto "normale". Mi piace parecchio paragonarlo ad un rapporto "soldato-comandante", condito parecchio da profondi sentimenti di affetto se non di amore puro.
E' chiaro che se tu lavori in un magazzino, sia abbastanza difficile che ti capiti che ti crolli addosso uno scaffale. Oddio, dipende dal magazzino ma l'equazione regge. Così se lavori in una acciaieria, il lavoro è particolarmente pericoloso e se sei un soldato, spesso e volentieri dagli ordini che ricevi o dalla situazione in cui ti trovi ci puoi anche rimettere la pelle o qualche pezzo di corpo.
Il bdsm  è qualcosa di molto simile. Fatto male è particolarmente rischioso, fino a giocarsi la vita. Non è un lavoro, è sesso e senza intesa prima e legame dopo, è solo un susseguirsi di gesti convulsi anche se divertenti.
Se il vostro ufficiale vi dice: "alzati e corri che dobbiamo individuare un cecchino", tu ti alzi e corri punto. Il rischio che il cecchino ti centri è alto e l'ufficiale lo sa eppure te l'ordina. Qui chiaramente non c'è nessun cecchino, nessuno che ti spara ma se non ubbidisci a quello che ti viene chiesto, ciao. Non è che si cambia perché non ti piace e diventa solo gioco di ruolo. In questo, quando ci si stufa, si smette. Qui si smette se ci si stufa di quell'altro/a o se quel che ti dice o fa, non ha nessun senso e si diverte solo lui/lei.
Comparare e mettere le due cose assieme è semplicemente impossibile a meno di non aver così tanti compromessi da renderlo altro rispetto a quello che è partito. Non vi torna? Pace. Quando ci avrete battuto il muso per anni, forse capirete.
Non avete le idee chiare? Di nuovo, non venite.
Non avete chiaro quali siano i vostri obblighi e i vostri doveri? Non venite, non aprite manco bocca.
Non avete chiaro cosa vi è dovuto e cosa no che significato profondo è fare un'azione o dichiarare qualcosa in questi rapporti? Andate a giocare con le bambole, le vostre però.

venerdì 13 novembre 2015

E che vi fotte


 Introduzione: 
   «La vita cos’è, Francois?» «Non lo so. Ma a volte mi domando se non sia un palcoscenico dove ti buttano di prepotenza, e quando ti ci hanno buttato devi attraversarlo, e per attraversarlo ci sono tanti modi, quello dell’indiano, quello dell’americano, quello del vietcong…» «E quando l’hai attraversato?» «Quando l’hai attraversato, basta. Hai vissuto. Esci di scena e muori.» «E se muori subito?» «È lo stesso: il palcoscenico puoi attraversarlo più o meno alla svelta. Non conta il tempo che ci metti, conta il modo in cui lo attraversi. L’importante, quindi, è attraversarlo bene.» «E cosa significa attraversarlo bene?»
    «Significa non cadere nel buco del suggeritore. Significa battersi. Come un vietcong. Non lasciarsi sgozzare, non addormentarsi al sole, non paralizzarsi nella puntura, non chiacchierare e basta come fanno gli ipocriti e, tutto sommato, anche noi. Significa credere in qualcosa e battersi. Come un vietcong.» «E se sbagli?» «Pazienza. L’errore è sempre meglio del nulla.» (O. Fallaci)

5 gg fa ho perso il telefono e l'ho ricomprato. Oggi ho ritrovato il telefono. Che culo! A sto punto però mi auguro che non mi rispediscano a casa anche il tablet. Ah, me l'hanno rubato quando è morto papà. Una bella felicità e francamente mi è importato meno di un cazzo di andare a fare la denuncia. Spero proprio che gli sia piaciuto quello che c'era dentro, qualsiasi cosa ci fosse.

Oh Grande Spirito, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la saggezza di capirne la differenza. (Preghiera Cherokee)
Come diceva l'amico Shink, bisogna andare oltre e per quello il personale e non importa se usi o hai bastone e carota anche perché questa finisce troppo spesso nel culo di qualcuno. Sempre per l'etica della reciprocità, nel mio culo, ci infilo le carote che piacciono a me quando piacciono a me e se piacciono a me.

 Innamorarsi è raro, ma non difficile. La vera impresa è conservare quel sogno d’amore anche dopo la sua trasformazione in realtà. Perché se incontrarsi resta una magia, è non perdersi la vera favola. (M. Gramellini)
Vi è stato detto più volte che credo che la qualità delle persone sia nel loro gesti piuttosto di quello che dicono.  Non v'e nessuna relazione tra uno stronzo acculturato ed una brava persona ignorante. Questa dipende sempre e solo dall'empatia non dai titoli di studio o dal modo che uno ha di esprimersi, non me lo invento, è un dato di fatto. Raccontare cazzate costa niente, tenervi  fede si, parecchio.

  Se non hai niente dentro, non troverai mai niente fuori. È inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sé. (T. Terzani)   
Chiunque non cambi è per definizione un  ottuso. Cambiare è l'anima dell'evoluzione e del miglioramento. Non mi frega un cazzo cosa dite di me e di Darwin,  questo è, e questo rimane. Una parte del contributo su wiki di quel signore è mio e non c'è stato nessuno che l'abbia modificato perché non c'è niente da variare. Cambiare però rimane il fulcro fondamentale della vita che cambiare è prima di tutto apprendere. Qualcuno/a si limita a voler rinnovare l'arredamento di casa e visto che non ce la fa, chiede aiuto a qualcun altro promettendogli una festa, un'accoglienza nel nuovo arredamento e via così. Una volta finito il lavoro, si dimentica anche di come ti chiami. Non lo chiamo rinnovamento, la chiamo stronzaggine ma è sempre il mio personale modo di vedere è, voi non siete mica obbligati a condividere il mio pensiero. No, no. Però se avessi da fare qualche lavoretto siate così gentili da lasciare il vostro nominativo e nr di telefono, grazie.

   La rovina non sta nell’errore che commetti, ma nella scusa con cui cerchi di nasconderla. (M. Gramellini)
Vi ho anche detto e ridetto che la rete è pericolosa e pure talmente tanto che avete pensato tutti che fosse una minaccia diretta. È la rete che è tutto questo, indirettamente o direttamente che sia. La rete ha bucato me e lo rifarà che mi piaccia o no. L'unico modo per non farmi bucare è non esserci. Per voi è lo stesso. Più sei noto, più è facile ricevere un attacco o che la tua identità sia rivelata anche a singoli pezzi. Ogni tanto ricevo una bordata da un ip chiaramente fasullo, inevitabile. Non importa quando e come. Nessuno può dirlo, ma succederà.  È quello che è. Troppe teste, tutte alla caccia di curiosità, tutte con troppi mezzi perché si sia difendibili. È come in auto, prima o poi la freghi. Più km fai, più il rischio si alza.

   Le persone più belle che abbiamo conosciuto sono quelle che hanno conosciuto la sconfitta, la sofferenza, lo sforzo, la perdita e hanno trovato la loro via per uscire dal buio. Queste persone hanno una stima, una sensibilità, e una comprensione della vita che le riempie di compassione, gentilezza e un interesse di profondo amore. Le persone belle non capitano semplicemente; si sono formate. (F. Novà)
Dal mio punto di vista si sputtana da solo chi le puttanate le fa e per renderla fruibile al mondo, Forrest Gump usava dire: Stupido è, chi lo stupido fa. Se le fai a casina tua non ti vede nessuno, se le fai in rete ti vede il mondo poi ti lamenti che il mondo ti vede. Sempre per la mia personale opinione, due volte rincitrullito. Capita di sbagliare ma siamo tutti maggiorenni e vaccinati. Se vado a tirare due scoppi fisici o morali a tizia, non è lei che sbaglia, sono io. Se lei li mette in evidenza e beh, fa bene.

   E piangi quando hai voglia di piangere! Che tu sia uomo o donna, piccolo o cresciuto, noto o sconosciuto. Piangi con coraggio… a costo di essere chiamato fragile. Ridi con gusto… a costo di essere chiamato sciocco. Indignati con fervore! A costo di essere chiamato pazzo. Ama senza riserve. Ricorda che tutto l’amore che non dai e tieni per te, è amore senza senso. Rifiuta le cose che ti fanno soffrire ed esprimi sempre la tua opinione. Emozionati. A chi ti dice che non puoi vivere di sogni, rispondi che nessuno è mai morto perché sognava troppo. Rischia, qualunque sia lo scotto, perché niente ti costerebbe di più di una vita spesa a preservare l’immagine, l’apparenza, l’orgoglio. C’è solo un prezzo che non devi mai pagare. Quello che offende la tua dignità. Poi, stai pure sereno, perché quando sarai morto diranno di te soltanto cose belle. Diventerai un brav’uomo e basta, qualunque vita tu abbia vissuto. E allora non aspettare. Vivi ora e vivi come ti pare. (S. Santorelli)
I siti bdsm sono pochi in italia. Quelli free dove si concentrano tutti sono 4-5 tutti limitati. Per controllare se dentro gabbia, legami, appartenenza, o manette matte se esiste ancora, mastrodesade c'è e quanti nick similari si incontrano, ci vuole uno sputo, anche solo per curiosità. "Paolino" aveva scelto maestrodesade, un altro va in giro con masterdesade e ce ne saranno di sicuro altri simili. Così immagino che ce ne saranno pure per pensieri impuri, a schiava innamorata a schiava d'amore e così per tizia e caia. Se li cambiano i modi di parlare e di scrivere sono unici. Ho degli "amici" su fb che nick diversi ne hanno 4 o 5 ma appena aprono bocca ci si accorge tutti che fanno capo al medesimo stronzo/a. Anche il sistema dell'auto che si accorge di quando vi addormentate, funziona cosi.  L'unico modo è non scrivere e quindi non esserci.  Beh, non ne sentirò la mancanza nel caso. Ah, lo faccio a posta a fare i soliti errori e mantenere il mio stile. Qualcuno avesse dei dubbi in merito.

 Io penso che le persone non si dimenticano, non puoi dimenticare chi un giorno ti faceva sorridere, chi ti faceva battere il cuore, chi ti faceva versare anche qualche lacrima..Le persone non si dimenticano..Cambia il modo in cui noi le vediamo, cambia il posto che occupano nel cuore, il posto che occupano nella nostra vita! Ci sono persone che sono entrate nella mia vita in punta di piedi e ne sono uscite esattamente nello stesso modo... Ci sono persone che hanno creato un gran casino, che hanno sconvolto i miei piani, che hanno confuso le mie idee... Ci sono persone che nonostante tutto, sono ancora parte della mia vita..Io non dimentico nessuno. Non dimentico chi ha toccato con mano, almeno per una volta la mia vita. Perché se lo hanno fatto, significa che il destino ha voluto che mi scontrassi anche con loro prima di andare avanti. (L. Ligabue)
Gli algoritmi di google e parte del segreto da qualche miliardo di dollari. Ogni spider legge i contenuti di quello che pubblicate. La forma è un corollario. Ad alcuni basta indicare di cercare forme ricorrenti o parole specifiche. Questi sono venuti di moda dopo l'11/9.  Restringendo il campo al bdsm, siti e blog sono pochi. Sex blogs un po di più,  in lingua italiana pochi! Trovare chi pubblica con un altro nick è come trovare 40 preti vestiti di nero sul monte  Bianco. Riuscire a cambiare modo di fare, scrivere, presentarsi, agire e reagire è roba da spie, ci vogliono anni di allenamento. Pure questo è un dato di fatto.

  Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perchè la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e da più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie d’uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perchè senza crisi tutti i venti sono lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutto con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla. (A. Einstein)
Quando finisce una presunta amicizia dopo che ti ho imprestato il trapano, l'ombrello, la cassetta degli attrezzi e pure uno svitatore con tutto il set di punte e tu tronchi l'amicizia per non riportare il quanto, vengo a riprenderli. Così come da ragazzino quando imprestavo pallone e qualche soldatino e si scordavano di chi erano. Li riporti, poi quando ti riservono vieni a richiederli e ti verranno dati senza nessuna remora. Smetti di riportare e qui hai chiuso ma il resto lo riporti, eccome se lo riporti. Non fa una piega mi pare.

L'altro gg ho risposto a Carlotta in merito. Che mi fottano un segreto industriale fa parte del gioco, che mi fottano i sentimenti no. Quello per me è un limite invalicabile oltre il quale non si va per nessuna ragione. È un po come il vero ladro. Ti entra in casa, non te ne accorgi e ti fotte le cose, pure il tablet. Il furto con destrezza. Quello che non accetto è che entrino e ti massacrino di botte per prenderti anche poco ma magari qualche ricordo importante.  Ecco, per quelli li, poca pietà e di nuovo, non è questione di vendetta verso una in particolare è questione di giustizia in generale. Ribadisco, non esiste il reato di stronzaggine. Ad uno/a stronzo/a si può oggettivamente rispondere solo in modo stronzo o non lo fare affatto. Voi fate come vi pare, io pure.

 Capirai. Capirai che è necessario star soli per poter amare qualcuno senza averne bisogno. Capirai che è molto più importante la tua felicità e che non è possibile vivere le vite degli altri perché col tempo una scelta così folle la pagheresti cara. Capirai che è più facile scambiare affetto per amore, come se entrambe fossero simili, ma credimi, non lo sono. Capirai che si nasce e si vive comunque soli. Nessuno, con tutto l’amore che possa provare riuscirebbe a colmare i vuoti lasciati da qualcuno che probabilmente non si sarà mai nemmeno reso conto di come una mancanza possa marcare la vita ed il destino di qualcun altro. (A. Pappalardo)
Come si chiamano le "cose" che per interesse che io chiamo comodo, raccontano bugie, garantiscono altre cose che non sono in effetti disposte a mantenere? Ipocriti, egoisti, falsi, traditori, opportunisti? Alle volte lo sono tutto assieme, il che non cambia il fatto che pure una pantegana non riesca ad avere un bel nugolo di pantegani disposti a qualsiasi compromesso pur di montarla. Che non si offendano i topi o i roditori con e senza pelo, potrebbe pure essere una criceta, una cangura, quello che vi pare e piace sia al maschile che al femminile. Pure questo è un dato di fatto. Alle volte secondo coscienza e sufficiente  scrivere io ho sbagliato e pace fatta con se stessi ed il mondo. No signori, ci sono molti modi di sbagliare. Chi sbaglia per reazione a una ripetuta offesa non è di certo equiparabile a chi quella l'ha condotta e la persegue con coscienza, freddezza, insensibilità e violenza. Se l'errore nel caso fossi io e beh, di ERRORE, anzi di ORRORE chiunque te lo dia, lo dai a "te, a tua sorella, a tuo marito, moglie e figli o a chi cazzo ti pare" sopratutto se ho non ho fatto assolutamente nulla di che. Chi sbaglia paga. Punto.

   Molti vivono circondati dalle proprie balle, dalle bugie che continuiamo a raccontarci. Diventano come bolle di sapone che ci volteggiano intorno. Quando ci si fermano davanti agli occhi, falsano qualcosa, distorcono l’espressione. Ma noi viviamo facendo finta di niente, nella speranza che se ne vadano via da sole. Ci sono giorni però, che le bolle diventano di marmo e non si può più fingere. (F. Volo)
Vi ho anche detto che la mattina voglio alzarmi da letto e sentirmi pulito e non una carogna e nei limiti del possibile cerco di non essere MAI il primo ad iniziare una battaglia ma se attaccato pesantemente reagisco. Sfido voi. La reazione dipende molto dall'offesa. Credo che valga per tutti o siete talmente masochisti da aver perso anche la dignità pur di avere piacere. Oddio di gente con dignità qua pochi, parecchio pochissimi direi. E se non ce l'hanno che cazzo vogliono poi? Riguardo, attenzioni, rispetto,  con quale diritto? Fino a prova contraria è il dovere che crea il diritto non vice versa fatta eccezione di quelli inalienabili e imprescindibili. Se non rispetti l'altrui diritto, questo di per se, non esiste.

  Preferisco chi delude a chi illude; mentre il primo ti lascerà con un pugno di sabbia in mano, il secondo ti avrà fatto credere che era polvere d’oro.   Quando curi una malattia puoi vincere o perdere. Quando ti prendi cura di una persona vinci sempre. (Pach Adams)
Per alcune "cose" non ho bei ricordi. Ho l' illusione di avere dei bei ricordi. Le porcate scoperte o rivelate, superano di gran lunga il bello a cui credevi. Lascia passare del tempo e vedrai che tutto si rivela per quel che è nonostante che alle volte si duri fatica a credere alla realtà scoperta. Nessuno e ribadisco nessuno può venirmi a chiedere di mantenere qualcosa che egli/ella stesso/a non vuole e non può mantenere. Anche in sto caso potere e volere, spesso sono la stessa cosa.

    Non aver mai paura di uno scontro. Anche quando i pianeti collidono, dal caos nasce una stella. (C. Chaplin)
Qualcuno seguita a dire magari che tutto questo è rabbia ma non è così. Rimango deluso, immensamente deluso dalle persone e non da una in particolare ma per tutti quelli che adottano questo genere di comportamenti verso il prossimo. Non me ne frega niente di avere un buon ricordo da conservare e far conservare verso tali persone. Non c'è niente da conservare perché un gesto, l'ultimo, in qualsiasi campo lo si applichi, rovina di brutto anche i miliardi fatti bene prima. Voi confondete spesso e volentieri la decisione alla rabbia e la vendetta alla giustizia, vi basta spesso fare qualche post incazzato su un social network placare l'anima senza fare un cazzo. A me no e posso finire. Ah, scrivo quel che mi sento e come mi sento. Magari c'è uno o una che invece di fare porcate ha voglia di fare gentilezze e di non smaialare tutto. Magari, tze.

martedì 27 ottobre 2015

Nei vari gruppi, comunità e relazioni. 7 regole d'oro.

1 - Tutti noi non vogliamo rompimenti di cazzo.  Ebbene non li causare se manco voi li volete. Chi semina vento, raccoglie tempesta.
2 - Non aprite bocca (e 12), non promettete, non chiedete di mantenere se non site disposti a farlo. Nessuno ve lo chiede. Se poi vengono a cercarvi a casa o si vendicano, muti. Chi non piange del suo mal, pianga se stesso.
3 - Non ignorate chi avete portato a letto. Quello/a poi si incazza ancora di più. In questo paese non va in galera nessuno. Se chi è offeso pesantemente reagisce,  alla fine quello paga una multa voi diventate lo zimbello del paese o/e della rete vita natural durante senza contare i casini in casa, al lavoro e con gli amici.
4 - La rete non è casa vostra, è una comunità.  Abbiate delle regole di convivenza civile e rispettosa di chi avete davanti. Gli autoreferenziati, amanti, schiavi,  schiave, master o  mistress vanno bene per il circo. I gruppi bdsm non dovrebbero essere un circo e nemmeno le storie. Non fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te (perché prima o poi ve lo rifanno,  tranquilli).
5 - 4 anni fa ogni nuovo pc, telefono, tablet che si connetteva alla rete era sistematicamente violato dopo 20 minuti senza che voi vi accorgeste di niente. Non rompete il cazzo al prossimo perché quando siete qui, siete in mutande. Dalla padella, nella brace.
6 - Chiunque amministri un gruppo o una comunità,  lo faccia a tempo e che abbia esperienza di vita. Gli stronzi isterici, le puttanelle in vena di mettersi in mostra o di fottere, i masteroni che sanno far tutto e che si fanno pubblicità mentre amministrano,  fuori dalle palle. Pure le mezze seghe che sono diventati dom e sub in meno di 1 mese. L'abito non fa il monaco (e se questo è Torquemada, poi sono cazzi vostri).
7 - La vita è fatta di rapporti. Chiunque ha un'azienda ha bisogno di dipendenti e clienti seri. Ha bisogno di altre aziende e di altri dipendenti. È una ruota che gira, se sbagli, fai delle azioni per scusarti o far perdonare il tuo errore. Se hai ragione difendila perché nessuno qua ha bisogno di buffoni o gente poco seria. Vale nel lavoro e nella vita. Anche i dipendenti hanno bisogno di ditte serie o perderanno il lavoro. Prima di cercare di infilzare un dito un occhio a chi hai davanti, attento alla trave che ti stanno infilando nel culo

Non avete capito, non vi è chiaro, avete capito ma fate comunque come cazzo vi pare?  Rileggete perché a prendere una tramvata è meno che uno sputo. Non è una minaccia, è una promessa ed un dato di fatto. Della serie che è quello che succede qui e nella vita indipendentemente da me. L' ho detto qui su in a suo tempo alle varie Giorgie, Nadie, Antonelle, Francesche, Rosselle, Katie, Sabrine, Margherite, Sare di varia natura, Patrizie, Paole, Barbare, echecazzononmelericordotutte. 

domenica 22 settembre 2013

Serenità e coscienza di se


Sono passati oramai più di trent’anni da quel giorno sul divano dove tutto è cominciato. Avevo già deciso di mollare la musica per il judo prima ed il karate-do dopo.

Quella sera prima ed i giorni che seguirono furono uno stravolgimento mentale non indifferente. No, non c’era internet e per approfondire bisognava riuscire a trovare i testi in versione libro, pochi, sulle arti marziali, sui punti di pressione, sulle tecniche più antiche. Si perché il judo era già qualcosa di diverso dal ju-jitsu tradizionale. Oramai era uno sport olimpico e si faceva tutto in funzione delle gare e dei colpi che si potevano tirare. Il problema degli atleti italiani era che mal riuscivano ancora a combattere con una frattura in corso.
Ma quei punti di pressione non mi uscivano dalla testa. Si perché un punto se non porta ad una frattura ed è semplicemente nervoso ha tre effetti principali. Se sei leggero provochi solletico, se colpisci come devi se non uccidi, fai un male cane, se sei “giusto”, quella pressione provoca piacere in punti particolarmente nascosti che solo chi ha approfondito conosce. Non li insegnavano quasi più e dovevi chiedere per sapere. Curiosità, la base di ogni apprendimento.
Così mentre nel dojo colpivamo con in mente sempre quell’ hikken issatsu ( ), per fermarsi un attimo prima di fare seriamente male a qualcuno, poi a casa la mente volava. Certamente non era un De Ashi Barai (出足払), a fare la differenza ma piuttosto qualcos’altro.
Nonostante il controllo spinto al massimo qualcuno si faceva comunque male. Una proiezione non pulita ed una clavicola se ne va. Una parata con una mano aperta e la differenza tra il fermare un calcio è tra una lussazione, una frattura o letteralmente aprirsi la mano. Alle volte una questione di pochi cm, di rapidità di intuire da dove viene il colpo. Alle volte il peso spostato sulla gamba sbagliata ed il successivo movimento ti procurava una storta ad un caviglia o i legamenti del ginocchio che andavano a ramengo. Nessuno voluto, semplicemente capita ed è legato a quello che fai. E’ semplicemente intrinseco nella disciplina.
Ci vogliono anni per cominciare a padroneggiarla ed alle volte gli anni non bastano. Sbagliare significa fallire, fare male al solo scopo di fare male, significa di nuovo fallire. Non insegnerò mai a chiunque passi, non scriverò mai di tecniche del genere perché voglio guardare in faccia a chi insegno. Non mi importa, ma non voglio essere responsabile di qualcuno che poi le usa per far male a qualcun alto e non è detto che sia solo fisico. Non credo ai professionisti fai da te e non credo nei professionisti e lo ribadisco con forza e sincerità.


Dolore, significa ogni volta più dolore ed è come l’eroina. Ad un certo punto non ti fa più niente, ti ci vuole solo l’estremo dell’estremo ed è troppo tardi. Non si torna indietro se non dopo anni di pausa e se ricominci ritorni quasi subito all’estremo dell’estremo. Ne ho abbastanza del dolore. Ne porto i segni con me e li ho visti addosso alla gente. C’è qualcos’altro che da piacere oltre che questo ma prima bisogna trovare serenità. Questo è un “gioco” che è fatto di umiliazioni, di situazioni forti, di sentimenti forti. Mettere in piazza un ricordo significa non avere rispetto per il dono che la donna che hai con te ti fa. Quello della sua interezza come essere umano con tutta la sua complessità e bellezza. Quella è una cosa tra me e lei senza compromessi.