E' da qualche giorno che parlo con un'amica di situazioni vissute e qualcuna tutt'ora in vita. Non se riuscirò a scrivere sto post in modo asettico ed in modo comprensibile da tutti visto l'andazzo generale.
La domanda che mi è stata posta è "Tu ti vuoi bene"?
Risposta: Non sempre. Più che altro non amo quello che mi succede intorno. Trovo incomprensibile andare ad elemosinare attenzione ed amore verso qualcun* che non ha intenzione di dartelo. Puoi mandare messaggi, pubblici, privati per un po'. Poi basta perché ti umili anche verso i tuoi stessi bisogni che dovrebbero essere uno standard non una ricerca o una pretesa. L'umiliazione qua è ricchezza, come la dominazione e la sottomissione. così diventa solo qualcosa di sciatto e di basso, vuoto, insulso.
Così se ti chiedono di sparire, allora sparisce tutto ma proprio tutto anche quello che stato dedicato, scritto magari da una discussione privata e messo a disposizione dei lettori perché ne facessero buon uso. Sono spariti i ricordi, sparito il tempo, sparito tutto quello che è stato. Pufff con tre effe :).
Ho pubblicato tante volte le frasi dell'ultimo samurai visto che quel film è pieno di zen e di filosofia orientale. Si lo so che non è vero, che è un'idealizzazione di figure storiche ma non sposta il punto di una virgola. Per citare i valori occidentali che non sono molto diversi in teoria ma poi nella pratica tutti e due sono antitetici.
"Il signore diceva: " In nome di Dio, di San Michele e di San Giorgio io ti faccio cavaliere. Sii leale, forte, generoso." Un cavallo veniva subito dato al nuovo cavaliere e pure il ceffone per farlo traballare e risvegliare.
- Tu crederai a tutto ciò che la Chiesa insegna ed osserverai i suoi comandamenti. 忠義, Chugi: Dovere e Lealtà
- Tu proteggerai la Chiesa.
- Tu difenderai tutti i deboli. 仁, Jin: Compassione
- Tu amerai il paese dove sei nato. 名誉, Meiyo: Onore
- Tu non ti ritirerai mai davanti al nemico. 勇, Yu: Eroico Coraggio
- Tu farai la guerra ad oltranza contro gli Infedeli.
- Tu adempierai i tuoi doveri feudali, se non sono contrari alla legge di Dio. 名誉, Meiyo: Onore
- Tu non mentirai mai, e sarai fedele alla parola data. 誠, Makoto: Completa Sincerità
- Tu sarai liberato e generoso con tutti. 仁, Jin: Compassione
- Tu sarai il campione del diritto e del bene, contro l'ingiustizia e il male. 義, Gi: Onestà e Giustizia; 礼, Rei: Gentile Cortesia.
Non v'è molto di diverso tra questi ed i principi del Bushi-do, solo che in quest'ultimo la chiesa non v'è. Da buon "non credente", non vi sono alternative, parrebbe logico e quasi pacchiano spiegare. Noi non crediamo nelle favole ma se parliamo di magia IL mago è MERLINO, LA strega è MORGANA ed il Re, ARTU'. Già, Merlino risvegliò l'alito del DRAGO per farlo nascere. Oh che strano, un drago buono in occidente.
Così se vuoi sparire ed è un diritto di tutti, per il mio personale e contestabilissimo punto di vista è "...perché ti vergogni di quello che hai fatto.
PERCHE' TI VERGOGNI DI QUELLO CHE HAI FATTO
PERCHE' TI VERGOGNI DI QUELLO CHE HAI FATTO".
No, non è strillata è che ha l'eco :). Oh, dove l'ho sentita? Boh! ;)
Siccome faccio sempre conto di parlare con gente che ha la cultura di un paracarro e non me ne vogliate, spesso è così. Da http://www.treccani.it/vocabolario/vergogna/
vergógna s. f. [lat. verecŭndia; cfr. verecondia]. – 1. a. Sentimento più o meno profondo di turbamento e di disagio suscitato dalla coscienza o dal timore della riprovazione e della condanna (morale o sociale) di altri per un’azione, un comportamento o una situazione, che siano o possano essere oggetto di un giudizio sfavorevole, di disprezzo o di discredito: sentire, avere, provare v. di qualche cosa; avrei v. di comportarmi vigliaccamente come ha fatto lui; non hai v. delle bugie che hai detto?; aveva sempre nascosto, per v., il suo passato; non hai v. di andare in giro così (mezza nuda, o vestito come un pezzente, ecc.)?; gente che non ha, che non sente v., spudorata; e in genere, non avere v., non avere pudore. b. Con sign. meno grave, riguardo, ritegno suggerito da senso di discrezione o da timidezza: non bisogna avere v. di chiedere ciò a cui si ha diritto; il bambino sa tante poesie, ma ha v. di recitarle quando c’è qualche estraneo (più com., in questo senso, si vergogna). c. La manifestazione esterna del turbamento prodotto dalla vergogna, e soprattutto il rossore del volto: si fece avanti pieno di v.; arrossire di v. (o per la v.), essere rosso di v.; E di trista v. si dipinse (Dante); la donna, che assai onesta persona era, udendo così dire al marito, tutta di v. arrossò (Boccaccio); Tutto avvampato di v. in faccia (Ariosto). 2. a. Fatto o situazione che costituisce o che reca disonore e discredito, e il disonore stesso o discredito che ne è la conseguenza: meglio la morte che la v.; cose che fanno v., che tornano a v. di chi le fa; povertà non fa v. (prov.); rimanere in v., rimanere disonorati, e nell’uso ant. anche come equivalente di tornare a v., essere di disonore: li falli d’Edippo ... paiono rimanere in v. del figlio (Dante); come esclam., vergogna!, che vergogna!, con tono di forte biasimo: rispondere così ai genitori, vergogna! b. Molto frequente con sign. concreto, fatto, comportamento o persona che è causa di discredito o che merita condanna e riprovazione: è una v. quello che hai fatto; che v. questa sporcizia per le strade!; è una vera v., questo disservizio postale; quando è necessario, non è v. chiedere un favore; quel ragazzo è la v. di tutta la famiglia. c. Al plur., le vergogne, le parti genitali (come sinon. più fam. e solo scherz. dell’ormai raro pudenda): andava in giro per casa mezzo nudo, o mezza nuda, senza neanche curarsi di nascondere le vergogne. ◆ Dim., non com., vergognétta, vergognùccia (più com. il plur. vergognétte, nel sign. 2 c di vergogna, con riferimento a bambini); pegg., non com., vergognàccia..
vergógna s. f. [lat. verecŭndia; cfr. verecondia]. – 1. a. Sentimento più o meno profondo di turbamento e di disagio suscitato dalla coscienza o dal timore della riprovazione e della condanna (morale o sociale) di altri per un’azione, un comportamento o una situazione, che siano o possano essere oggetto di un giudizio sfavorevole, di disprezzo o di discredito: sentire, avere, provare v. di qualche cosa; avrei v. di comportarmi vigliaccamente come ha fatto lui; non hai v. delle bugie che hai detto?; aveva sempre nascosto, per v., il suo passato; non hai v. di andare in giro così (mezza nuda, o vestito come un pezzente, ecc.)?; gente che non ha, che non sente v., spudorata; e in genere, non avere v., non avere pudore. b. Con sign. meno grave, riguardo, ritegno suggerito da senso di discrezione o da timidezza: non bisogna avere v. di chiedere ciò a cui si ha diritto; il bambino sa tante poesie, ma ha v. di recitarle quando c’è qualche estraneo (più com., in questo senso, si vergogna). c. La manifestazione esterna del turbamento prodotto dalla vergogna, e soprattutto il rossore del volto: si fece avanti pieno di v.; arrossire di v. (o per la v.), essere rosso di v.; E di trista v. si dipinse (Dante); la donna, che assai onesta persona era, udendo così dire al marito, tutta di v. arrossò (Boccaccio); Tutto avvampato di v. in faccia (Ariosto). 2. a. Fatto o situazione che costituisce o che reca disonore e discredito, e il disonore stesso o discredito che ne è la conseguenza: meglio la morte che la v.; cose che fanno v., che tornano a v. di chi le fa; povertà non fa v. (prov.); rimanere in v., rimanere disonorati, e nell’uso ant. anche come equivalente di tornare a v., essere di disonore: li falli d’Edippo ... paiono rimanere in v. del figlio (Dante); come esclam., vergogna!, che vergogna!, con tono di forte biasimo: rispondere così ai genitori, vergogna! b. Molto frequente con sign. concreto, fatto, comportamento o persona che è causa di discredito o che merita condanna e riprovazione: è una v. quello che hai fatto; che v. questa sporcizia per le strade!; è una vera v., questo disservizio postale; quando è necessario, non è v. chiedere un favore; quel ragazzo è la v. di tutta la famiglia. c. Al plur., le vergogne, le parti genitali (come sinon. più fam. e solo scherz. dell’ormai raro pudenda): andava in giro per casa mezzo nudo, o mezza nuda, senza neanche curarsi di nascondere le vergogne. ◆ Dim., non com., vergognétta, vergognùccia (più com. il plur. vergognétte, nel sign. 2 c di vergogna, con riferimento a bambini); pegg., non com., vergognàccia..
Ebbene la vergogna non è altro che la PAURA di essere giudicati per aver fatto qualcosa in piena libertà di coscienza e capacità di intendere e di volere. Ognuno è e rimane libero di cambiare idea ma nessuno si esime dalle responsabilità prese nei confronti del prossimo senza costrizione. Non la prendete come una minaccia verso nessuno ma rimane il quanto. Infatti non in tutti gli stati e le nazioni del mondo vi è lo stesso criterio legislativo. C'è chi parte dal principio che se vai in giro a metter foto e poi tornano indietro e beh, son cavoli tuoi. Insomma è un po' come dire che se fai acrobazie con una tavola su un corrimano, non è colpa del corrimano e di chi ce l'ha messo ma tua che ci salti su. Foto e film non sono corrimano, non è un uso "improprio" così la vedo e nonostante quello che possiate pensare, non le chiedo, non le faccio. Una sola volta ho detto, se ti va filma e fotografa, le mettiamo su youtube così che tra qualche anno possiamo rivederle e riderci su. Vedere come siamo cambiati" ma stavo credendo a delle false promesse e beh, chi le riguarderà? Non importa, erano false pure quelle.
Se vai in giro a fare porcellate e la tua partner, il tuo partner si accorge e si sente offes*, e beh prova a chiedere scusa. In genere la prima la passano così aspettiamo la seconda con bibite e noccioline come ho detto spesso all'amico Shink, poi arrivano le legnate che "il lupo perde il pelo ma non il vizio". C'è chi fa un passettino in avanti e personalmente la trovo una più equidistante posizione, come quella del Texas che dice che puoi mettere in rete quello che ti pare ma se causi un danno, ne rispondi con un indennizzo. Ovvio che il danno è da dimostrare e l'indennizzo pure ma succede.
Se vai in giro a fare porcellate e la tua partner, il tuo partner si accorge e si sente offes*, e beh prova a chiedere scusa. In genere la prima la passano così aspettiamo la seconda con bibite e noccioline come ho detto spesso all'amico Shink, poi arrivano le legnate che "il lupo perde il pelo ma non il vizio". C'è chi fa un passettino in avanti e personalmente la trovo una più equidistante posizione, come quella del Texas che dice che puoi mettere in rete quello che ti pare ma se causi un danno, ne rispondi con un indennizzo. Ovvio che il danno è da dimostrare e l'indennizzo pure ma succede.
Un ciccio biriccio nel corso degli ultimi quattro anni è diventato cicco spezzatino, ciccio formaggio, poi è sparito il ciccio ed è diventato vegetariano. E' apparsa una pagina anonima e dai che si continua a far danni. Sapete come funziona qua in Italia vero? Se qualcuno vi mette davanti un problema, prima l'attaccate poi l'evitate. Quindi evitate anche l'argomento fintanto che a giri larghi non ci cadete pure voi e allora andate a cercare un gruppo di persone finiti nello stesso guaio e fate casino perché vi ascoltino. Insomma, non c'è niente meglio per capire che ricevere "un calcio diretto nei testicoli".
Quindi, come per me e te e purtroppo troppi altri. Inutile andare a elemosinare attenzione, amore, rispetto, lealtà, riconoscenza verso qualcuno che della vergogna ne ha fatto l'ennesima difesa della propria nullità o di una vita trascorsa solo a riscuotere egoistiche opportunità fregandosene di tutto e tutti. Non dimenticare il male che ti ha fatto e se c'è ancora, guarda prima il male che il poco o il falso bene che ottieni.
Non me ne vogliate se qualcun* qua ci si riconosce. E' purtroppo diventato davvero un modo di fare troppo comune perché i casi siano solo personali.
Non me ne vogliate se qualcun* qua ci si riconosce. E' purtroppo diventato davvero un modo di fare troppo comune perché i casi siano solo personali.
YOU ARE NOT OBLIGATED TO FORGIVE YOUR ABUSER IN ORDER TO RECOVER.YOU ARE NOT OBLIGATED TO FORGIVE YOUR ABUSER IN ORDER TO RECOVER.YOU ARE NOT OBLIGATED TO FORGIVE YOUR ABUSER IN ORDER TO RECOVER.YOU ARE NOT OBLIGATED TO FORGIVE YOUR ABUSER IN ORDER TO RECOVER.
YOU ARE NOT OBLIGATED TO FORGIVE YOUR ABUSER IN ORDER TO RECOVER.Fuck what you’ve been told, forgiving and forgetting doesn’t always work"
Servisse a qualcosa, a tenerti stretto qualcuno che davvero ti ama. Qualcuno per cui la "tua" assenza è un buco profondo nella sua esistenza. Qualcuno per cui il non esserci l'altra (te), fosse semplicemente la mancanza dell'aria che respira per essere vivo. Qualcuno che ti ricambia con la stessa dedizione, rispetto e amore che "tu" gli dai, posso capire. Anzi si, avanti così. Se è una persona vera, capirà. E' che TU devi comprendere quando stai solo cercando di tirar fuori del sangue da una rapa. Devi cambiare ortaggio. E' un po' come quello che metti dentro nello stomaco. Mettici le cose giuste e vedrai che stai meglio. Questo è "l' ordine" nella vita".
Qui dovrebbe quasi essere la perfezione. Nessuno ti obbliga, anche i comandi sono "inganni" perché il piacere di stare assieme sia ancora più intenso. Non dovrebbe esserci fine all'amore. Non credo davvero si possa smettere di amare qualcuno. Semmai ci sono interessi che alle fine ti portano "a litigare". È stupido ma è così. Ci portiamo qui dentro il cuore di tutti i giorni e questo è lo sbaglio. Prendo ad esempio il tuo desiderio di provare con un'altra donna che è stato ed è il desiderio di molte e che poi fa ai cozzi con la paura di perdere qualcuno o qualcosa. Il partner o l'intensità. Fare e vivere l'uno per l'altra in reciprocità che questa è la vera chiave del piacere. Fidarsi non è non aver paura a spogliare il corpo. Fidarsi è dare la propria anima a chi ne ha rispetto e la custodirà con cura. Anche questo è volersi bene in un certo qual modo. Dare il giusto a chi se lo merita perché E' giusto così e gli altri, quelli che ti usano ed abusano, metterli dove meglio stanno. Nel nulla da dove provengono e dove credono di vivere.
Non elemosinare una presenza, non chiedere di essere a chi non è e mai sarà. Non siamo sbagliati amica mia, siamo LIBERI, siamo VERI.
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