"Mi manchi”. Penso sia questa la frase più bella che ci si possa sentir dire. Perché il “ti amo” implica un’univocità. Io amo te. Punto. Te lo dico. Ora lo sai. Ti puoi intenerire ma anche preoccupare o infastidire o rattristare perché tu non lo provi ma il “Mi manchi” significa che hai lasciato un vuoto nella persona che te lo dice e tu, solo tu, puoi riempire quel vuoto. Come un pezzo di puzzle. L’incastro perfetto che nessun altro può essere. “Mi manchi” è come “Per essere me interamente, ho bisogno che ci sia anche tu”.
Non smettevo di pensarci su perché alla fine il "ti amo e mi manchi" sono entrambi dei sentimenti inspiegabili. Nessuno può farti capire quanto sia vero l'amore che provi ma il mi manchi è il senso della profondità del sentimento. Mi manchi è quel vuoto che senti quando non è vicino a te la persona che ti porti dentro. "Mi manchi" è il kara a cui si da tanta importanza in quasi tutte le filosofie orientali e buddiste. Per assurdo non puoi quasi misurare il ti amo ma puoi misurare il dolore che senti quando la forza e la grandezza del vuoto dell'assenza, arriva e ti investe.
L'incastro perfetto come citato, una frase che ho sentito troppe volte e a cui (purtroppo), non credo più. Mi ricorda molto quella bellissima frase sul bacio del Cyrano: "Ma poi che cos'è un bacio? Un giuramento fatto poco più da presso, un più preciso patto, una confessione che sigillar si vuole, un apostrofo rosa messo tra le parole "T'amo"; Un segreto detto sulla bocca, un istante d'infinito che ha il fruscio d'un'ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo di potersi respirare un po' il cuore e assaporarsi l'anima a fior di labbra" e che dura un battito di ciglia.
Non importa quanto ne hai parlato, non importa quante notti hai passato fuori ad ogni stagione per far si che gli altri dormissero sogni tranquilli. Non importa quante cose hai fatto, cosa hai detto e tenuto FEDE, non importa quanti lettori hai hai avuto, quante persone ti sei portato a letto, quante ne hai fatte strillare di piacere inarrivabile. Quando si riaprono gli occhi, davanti non c'è più nessuno. Non c'è mai stat*, non è mai esistit*, non ci sono quindi più i ricordi, non esistono più i giorni ed ogni parola o momento è solo vuoto e coincide drammaticamente con la mancanza di qualcuno che semplicemente non c'è.
Provate a cancellare dal vocabolario la parola "domenica" e non sostiruirla con niente. Non esistono più i calendari. Ogni giorno di vita ne mancherebbe uno ed ogni cosa che fate in quel giorno che non c'è, semplicemente non l'avrete vissuta. Provate a pensare ai telefoni che non funzionano, ai pc, al giorno di riposo che non avrete più. Anche se avrete dormito, non vi sarete riposati perché quel giorno non c'è mai stato e mai ci sarà. Non avrete sognato le cose più belle, non avrete il pranzo in famiglia o con gli amici, non potrete fare tardi il sabato sera perché il giorno dopo è semplicemente lunedì. Se in un week end passato al mare avete conosciuto il/a vostr* partner, nemmeno l*i esisterà più e se avete avuto dei figli assieme, nemmeno loro saranno mai esistiti. Ecco, questo è il senso della mancanza in senso negativo, quello che ti lasciano dentro alcuni "rifiuti" umani che la vita ti ha messo sulla strada.
No, signori, non siamo tutti uguali, non abbiamo tutti gli stessi diritti ma vanno "conquistati" e sostenuti con le azioni di tutti i giorni. C'è un'assurda, incommensurabile differenza tra quella testa di cazzo di nome Mohamed Lahouaiej Bouhlel e Salvo D'Acquisto perché anche un cieco riesce a capirla. Fino a che non ci si arriva, nessuna legge, nessuna storia, nessuna parola sarà mai giustizia.
“Siamo talmente abituati a persone che ci prendono per il culo, che quando finalmente conosciamo qualcuno che è davvero sincero cerchiamo sempre qualcosa che non vada. Ormai è diventata un'abitudine.” Bob Marley
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