Vorrei che vi leggeste questo estratto in cui sono inciampato per caso. Ho tolto dei passi ma in fondo c'è la "sorpresa". No, non si tratta di bdsm né di coppie eppure la sostanza è la stessa.
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Oggi affronto la parola lealtà, perché è una di quelle a cui sono più affezionata. Magari affronterò anche la parola fiducia, la parola patto, la parola riabilitazione, la parola cambiamento, la parola trasparenza e onestà e quella più bella di tutte che è futuro. Parole che ci siamo giocati, perché svilite o trasformate in altro che non è più quello.
leale agg. [dal fr. ant. leial, mod. loyal, che è il lat. legalis «legale»]. – Di persona che parla e agisce con sincerità e franchezza, che ha vivo il sentimento dell’onore e rifugge così dalla finzione come dal tradimento (Fonte: Enciclopedia Treccani)
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La lealtà è una bella parola, migliore di fedeltà: presuppone riconoscimento di dignità reciproca e condivisione di obiettivi. In una coppia che si ama la lealtà è comune visione del mondo, capacità di comprendersi e rispettarsi, libertà reciproca nel rinnovare quel patto eterno d’amore che fa stare insieme una vita o, almeno, camminare insieme per un pezzo importante di strada. Significa accettare le differenze, smussare gli angoli, sopportarsi un po’ in nome di un bene più alto, di un progetto comune.
“Se stiamo insieme ci sarà un perché e vorrei riscoprirlo stasera”, cantava quello là.
La fedeltà implica, al contrario, un reciproco rapporto di potere: stiamo insieme, mi devi qualcosa. Non guardare la donna d’altri, sei mia, siamo nostri per sempre anche se ci siamo scordati il perché. Non rinnoviamo alcun patto, perché ce lo siamo giurati all’inizio e così sarà fino a che morte non ci separi. Non c’è bisogno nemmeno di discutere: se non mi sei fedele è perché mi vuoi tradire. Nella fedeltà c’è il concetto di fede, nella lealtà c’è il concetto di legge. Il divino e l’umano, il trascendente indiscutibile o l’immanente continuamente riscritto.
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Si è leali perché si è liberi di non tradire, si è fedeli perché è vietato – o disdicevole – tradire. Nella lealtà non c’è calcolo, nella fedeltà talvolta c’è calcolo e convenienza.
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Non siamo d’accordo su tutto ma in virtù del comune progetto condiviso smussiamo gli angoli e ci sopportiamo un po’. Poi uno dei due (il marito o la moglie) decide di cambiare casa, di coabitare con quella coppia di conoscenti che ci è sempre stata antipatica, di comprare una nuova auto invece della lavatrice che si è rotta, di andare in vacanza a Rimini invece che all’isola di Ponza che ci piaceva tanto. Non discute con noi, decide perché è ora di cambiare verso, ti dice che te l’aveva detto e sei tu che non te lo ricordi. Ti accusa di essere contro perché in realtà ti piace un altro e lo vuoi tradire. ...Perché la parola TRADIRE viene da tradĕre «consegnare», attraverso il significato di «consegnare ai nemici», «consegnare con tradimento». Chi tradisce di solito non parla con sincerità e franchezza."
Di Ilda Curti, suo sito. e si parla di politica. E' un bellissimo articolo se si vuole di protesta per un sistema che fa acqua da tutte le parti in cui i valori sono a seconda della situazione. Non dico altro perché poi mi incazzo e siccome son stanco morto, nun ci ho voglia di bacarmi le palle con le solite stronzate contornate da migliaia di falsità.
Buona sertata.
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