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domenica 3 agosto 2014

Ricatto e costrizione


Stamattina ho letto qualcosa che mi ha fatto un po' sorridere.
C'è una ragazza nel solito gruppo segreto che dalla data di nascita, sempre che sia vera, potrebbe verosimilmente essere mia figlia. Pubblica una frase del genere e visto che non ho l'autorizzazione a citarla né ne ho l'intenzione, la riscrivo di sana pianta perché mi interessa il sunto ed il concetto, non la frase esatta.

Parliamo di forzature e "ricatto". Il ricatto (sottinteso), e la forzatura è alla base del bdsm. Tu obbedisci o verrai punita. Rimane chiaro che sia nel ricatto che nella punizione deve esserci consensualità e piacere per entrambi.
Torno a l'insolito destino nell'azzurro mare di agosto. Fai le cose e dormirai in casa, sii una brava donna/amante e avrai quello che desideri. E' un modo "rude" di insegnare ma se c'è qualcosa da insegnare, funziona. Certo che tutti non apprezzeranno il modo perché il bdsm rimane una pratica di nicchia. Cosa insegna Gennarino a Raffaella? Prima di tutto l'umiltà e azzera le differenze sociali e culturali. Qui non esistono e non devono esistere. Solo due persone che si confrontano.

Esistono poi i limiti, quelli che ognuno di noi ha e che sono spesso diversi perché siamo tutti diversi. I limiti invalicabili non si superano mai. Non esistono ricatti in questo caso. Si scelgono i partner anche proprio in funzione di questi limiti. Se siamo di gusti diversi, inutile spogliarsi. Magari si rimane buoni amici ma non c'è affinità.Come si fa a far superare ad una persona i suoi limiti più normali invece? Spesso con il ricatto e con l'arma di una punizione. La richiesta di molti è spesso "forzami a fare perché da sola non ci riesco", "vorrei farlo ma non ne ho il coraggio". Queste sono possibili consensualità. La testa ha dei limiti particolari che passano prima di tutto dall'accettazione dei propri gusti e che per cultura, possono pure essere molto distanti dai canoni comuni della società. E' chiaro che alla fine della forzatura o dell'imposizione ci deve essere qualcosa che all'inizio magari era schifo, terrore, repulsione o quel che altro vi pare, poi debba diventare piacere ed anche molto spinto. Non ci sarebbe percorso di crescita senza una cosa del genere.
Il bdsm è molto simile come struttura a quello che fa un soldato. Chi sceglie di arruolarsi in un esercito prima o poi sa che dovrà sparare ad una persona o che quell'altra persona con idee uguali e contrarie, sparerà a lui.
Così come ci insegna la storia, dobbiamo rendere la recluta capace di affrontare quello che ha scelto di fare attraverso l'addestramento. L'azzeramento dei modi di pensare e la reazione giusta, adeguata ed istintiva alla situazione che andrà ad affrontare. Si pensa che ogni soldato sia un malato estremo di adrenalina e noi siamo meno estremi ma altrettanto malati. Noi non dobbiamo ferire nessuno né moralmente, né fisicamente. Noi cerchiamo e diamo piacere divertendoci ma allo stesso modo cerchiamo di superare i limiti che abbiamo. L'ho detto più volte che il vero percorso del bdsm non è la dominazione o la sottomissione ma sono solo dei mezzi. Noi cerchiamo prima di tutto la nostra dimensione ed ogni session, incontro o quello che vi pare è prima di tutto un momento introspettivo molto profondo. Noi cerchiamo di stare bene con noi stessi e con gli altri. Cerchiamo libertà e rispetto di accettarsi ed essere accettati per come siamo e non per come gli altri vorrebbero che fossimo.
Quindi che nessuno si stupisca se la slave non ubbidisce poi si trova a prendere 20 vergate. Chi ha capito il meccanismo è che vergate > dolore > endorfine > piacere. Alla fine è un modo di esaltare quello che si fa. Qui non esistono veri schiavi o vere schiave. In ogni momento la safeword deve potere essere pronunciata e rispettata da entrambi. Stiamo insieme per piacere non per costrizione o farsi del male. Se avete domande, avanti.  :)

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