"....e ora credo, guardandomi indietro, che non abbiamo combattuto contro il nemico, ma che abbiamo combattuto contro noi stessi, e il nemico era dentro di noi.
Per me adesso la guerra è finita, ma sino alla fine dei miei giorni resterà sempre con me, come sono sicuro che ci sarà Elias, che si è battuto contro Raa per quello che ha chiamato "il possesso della mia anima".
Qualche volta mi sono sentito come il figlio di quei due padri.
Ma sia quel che sia: quelli che tra noi l'hanno scampata hanno l'obbligo di ricominciare a costruire; insegnare agli altri ciò che sappiamo, e tentare con quel che rimane delle nostre vite di cercare la bontà: è un significato in questa esistenza."
La frase finale del film "Platoon" di O. Stone. Bellissimo per i miei gusti nonostante le fucilate e i morti ammazzati.
Oggi un post complesso che parla di appartenenza e di possesso. Ne avevo già fatti altri ma qua ci sono le spiegazioni del mio personale ragionamento e conclusione. Il possesso alla fine l'estremizzazione del desiderio. La mia prof di italiano diceva sempre che era importante prima di scrivere o pronunciare qualche cosa di conoscere il significato della parola e della sua etimologia e come al solito, dopo che ho sentito pronunciare troppe volte la parola "padrone", mi sono dato una rinfrescatina.
Non parlo di adesso ma da quando il bdsm è diventato di moda.
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Togliendo quelle affermazioni dal contesto di guerra, possono facilmente essere riportate nella vita di tutti i giorni e sopratutto qui, dove abuso e distorsione sono appena, appena oltre al limite di quello che si fa.
Forse è per questo che mi sforzo tanto di promuovere i miei concetti. Non esiste altro ragionamento possibile per me e non perché non vi siano altre possibilità. Anzi, ve ne sono di infinite solo che hanno un valore intrinseco minore di questa.
Mi sento padrone quando gioco? Si. Ma mi sforzo di rimanere uomo e non padrone. Accetto quel dono che mi viene fatto in quei momenti, lo considero un privilegio e qualcosa di cui devo farne buon uso. Posso far sentire lei un'oggetto? Si, ma con uno scopo. Quello di farle apprezzare di più ciò che sto facendo, il piacere che sto dandole sempre che ci riesca.
Fallibile, come tutti.
Questo è il quanto.
Vi metto due video. Uno è quello di "Platoon", l'altro è l'adagio sulla quarta corda e completo, di Samuel Barber. Buona visione e buon ascolto.
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