Un giorno la ragazza camminando nella foresta distrattamente in cerca di bacche selvatiche da cui preparare un ottimo rosolio, si trovò tutt’ad un tratto in uno spiazzo ben riparato nel cui centro c’era una bestia orrenda di dimensioni spropositate. Era completamente coperto di scaglie disposte a formare una corazza impenetrabile.
La testa era decorata di corni appuntiti atti sia alla difesa che all’attacco che si snodavano fin giù lungo la schiena e ancora su per la coda cambiando forma e dimensioni. Quattro zampe potenti finivano in altrettante zampe con 4 dita anch’esse artigliate. Per ogni zampa uno sperone ed una nodosa coda, finiva con un rostro all’apparenza osseo che sembrava in grado di tagliare in due con un colpo solo la più grossa querce che vi fosse nel bosco.
Sui fianchi due potenti ali ripiegate completavano l’imponente evoluzione naturale. La sua bocca irta di denti acuminati avrebbe sicuramente potuto fare di lei uno spuntino pomeridiano senza quasi accorgersene.
Il mostro se ne stava li a riposare e si accorse dell’arrivo della ragazza quasi all’ultimo momento. Aprì gli enormi occhi da rettile squadrandola per capire le sue intenzioni e quasi simultaneamente emise un Ruggito gutturale ed orrendo da metter paura come se tutto il resto non fosse stato sufficiente a farlo. La ragazza si trovo di fronte ad una situazione complicata. La fuga avrebbe sicuramente dato segno di debolezza e quel coso che sicuramente era un drago, se l’avrebbe pappata senza troppe difficoltà. Fare finta di niente? Oramai non era più certamente possibile. Decise quindi di avvicinarsi lentamente per valutarne le intenzioni e sperò in un Dio benevolo e commiserevole.
La bestia continuò ancora a ruggire ma sempre più pacatamente pur senza mai perderla di vista. La ragazza allungò la mano e quasi come se tutta la paura sparisse d’un colpo, si trovò ad accarezzargli il muso ammirando estasiata e stupita quella immensa montagna di muscoli protetti da migliaia di scaglie iridescenti. Il drago scosse la testa girandosi all’indietro e con dei colpetti del muso accuratamente calcolati e senza nessuna pretesa d’offesa, la invitò chiaramente ma decisamente a salirgli in groppa.
Non fu difficile.
Il drago si alzò sulle zampe cercando di sentire la posizione dell’amazzone e spiegò le immense ali iniziando a correre sempre più veloce.. un colpo, due tre e su.. su.. su … fino a sfiorare la cima degli alberi in volo radente ma indirizzato ad un decollo deciso. Flooop, Floop e ancora Flooop e ad ogni colpo d’ala sempre più su.
La ragazza strinse le gambe per la paura e la bellezza della posizione e accadde qualcosa di ancora più inaspettato.. Le sue cosce si fusero con la pelle del drago… e giù fino ai piedi divenne parte della bestia. Senti il sangue caldo mescolarsi con il suo, la sua vista si annebbiò insieme ai sui pensieri per poi divenire nuovamente lucidissima ma con una sensibilità diversa. Poteva afferrare il battito d’ali d’una libellula o di un colibrì. Poteva sentirne il suono e ammirarne ogni singolo movimento. La sua stessa aria gli veniva fornita dall’animale. Il fuoco era oramai dentro di lei ed il drago saliva e saliva e saliva.
La portò lassù dove il cielo finisce e s’incontra con le stelle rimanendo statico per un attimo. Sotto di loro la terra era un’immensa perla blu.
...
Un attimo quasi a toccare un sogno e poi giù sempre più veloce. Giù sopra le nuvole quasi a sfiorarle, poi sotto di esse sopra le montagne innevate e attraverso le valli disegnando piroette acrobatiche. La ragazza avrebbe voluto urlare di gioia per quel senso di assoluta libertà ma non le usci altro che dalla bocca che un ruggito simile a quello della bestia. Il drago non si fermò, trovò la cima di un vulcano in eruzione e con un giro della morte vi si gettò dentro.
Nessun attimo di terrore. La ragazza era sicura, sentiva la sua forza scorrere nelle sue vene. Il drago sentiva la sua umanità dentro di se.
Giùùùùùùùùùù! Dentro il fiume di lava quasi una navigazione attraverso decine di cunicoli sotterranei. La lava non bruciava era calore, era forza, era potenza così come la sua cavalcatura. I repentini cambi di direzione erano come mille otto volanti, il drago era a suo agio, la ragazza altrettanto ed in un attimo sfociarono nelle profondità degli oceani e la bestia nuotò.
La portò negli abissi Laurenziani, videro la vita delle profondità ed i meravigliosi picchi sottomarini. Videro i calamari giganti inseguiti dai capodogli, videro i pesci e le creature luminescenti che vivono nella notte e risalirono su verso le barriere coralline incontrando ogni forma di vita di mille colori e forme fino a nuovamente risalire l’aria e ricominciare il volo su per i cieli.
Lentamente il drago riporto la ragazza al luogo dove l’aveva trovata con un atterraggio sicuro ma deciso. La ragazza ebbe un sobbalzo e rapidamente riprese la sua forma completamente umana. Accarezzò l’animale sdraiandosi sulla sua schiena ed ascoltandone ancora il respiro di fuoco che fino a pochi secondi fa alitava anche dentro di lei. Poi scese. Il drago la guardò e si capirono. Oramai erano tutt’uno. Il drago sarebbe ritornato all’appuntamento nel bosco per riportarla di nuovo con se.
Lei si riassettò confusa ed estasiata. Come avrebbe potuto raccontare una cosa del genere? Come avrebbe spiegato la sua assenza che in fondo era solo di poche ore? Come avrebbe potuto riordinare dentro di se tutte quelle sensazioni che aveva provato? Mentre s’incamminava verso casa cercava di recuperare razionalità e ordine mentale ma allo stesso tempo di godersi ancora quella meravigliosa avventura. Quando finalmente rientrò si rese conto che non erano passate poche ore ma diversi mesi. Tutti l’avevano data per dispersa e la protessero da ulteriori uscite da sola. Il drago e la ragazza non s’incontrarono più ma dentro di se quelle sensazioni erano ancora vive e reali. Quella fusione non le aveva dato solo sensazioni ma in effetti erano stati una cosa sola. Quando si separarono parte del drago era rimasta dentro di lei e parte di lei dentro il drago. Languore, stupore, nostalgia e desiderio attanagliarono il drago fino alla notte dei tempi in cui in un'altra vita, si sarebbero incontrati nuovamente per essere per sempre uno.
Io ho cavalcato il drago un giorno.
Io sono il drago.
ecco, e che rispondo ad un senza parole? :)
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