Ieri sera parlando con un'amica discutevamo dell'importanza della parola di sicurezza e sull'affidabilità della stessa durante un rapporto bdsm.
Giustamente Lei mi dice che se uno è matto la safe word non serve perché se è matto che gliela dico a fare? Effettivamente non ha tutti i torti anzi, parecchie ragioni. Sta di fatto che la parola di sicurezza mi sarebbe tornata utile alle volte per evitare di sbagliare a comprendere quando l'abitudine di una slave a dire sempre no, fosse davvero veritiera. Quindi si, anche in una scena blanda, stupida e semplice, la SF può essere utile.
Oggi per la prima volta ho letto il testo sul sito di Ayzad sull'SSC. Ve ne riporto un passo così che mi sento meno solo, un po' meno vecchio visto che con sorpresa ci ho trovato queste parole: "C'era una volta un S/m sano, sicuro e consensuale perché c'erano catene strette e intrecciate composte da gruppi di appassionati che si parlavano l'un l'altro molto attivamente, che ritenevano importante e difendevano la propria reputazione e che testimoniavano accuratamente e con onestà sulla reputazione degli altri. Queste persone stavano lontane da quelle che fra di esse avevano una reputazione rovinata, specie se il "crimine" era stato di superare il consenso. A quei tempi e in quei circoli, l'onore era più importante di dimostrare la propria abilità, l'abilità era più importante di un manuale alto così, e si dedicava più tempo ed energia a mantenere reputazione, amicizia, fraternità, rispetto e conoscenze che a vantarsi di quanto giravi e dove."
Adesso ognuno si fa i cazzi suoi, si superano facilmente i limiti, ci si vanta di più di quello che si sa fare, si gira e si frulla con il solo intento: "sotto un'altra".
Quel che facciamo in fondo è quello di spingerci oltre, cerchiamo piaceri estremi e per definizione Sano è un concetto che va poco d'accordo con questo stato. C'è un esempio però che racchiude la differenza tra il non SSC di come era prima e l'SSC di come dovrebbe essere adesso e lo vedo sopratutto nel fisting. Venti anni fa, dove valeva di più il passaparola che la conoscenza, c'erano più muscoli sfinterei distrutti e sfibrati di quelli che ne vedo adesso. Si arriva all'introduzione di grossi oggetti e relativi piaceri con un "know-how" facilmente reperibile in rete. Ci ha permesso di correggere alcuni errori nelle pratiche e di far si che in tanti "giochi" siano certamente più sicuri e che il bottom, dopo l' "utilizzo" ritorni più facilmente e serenamente allo stato "pre scena". Lo svantaggio è che questo "know-how" ha permesso di imparare tante tecniche di base a "cani e porci" con il risultato che tanti top rimangono tali ma sono ben lontani dalla figura di master o mistress propri del bdsm. Famolostranisti estremi appunto.
In genere mi faccio uno schema mentale, in cui i soft limits sono il centro di un cerchio più grande e gli hard, il perimetro dello stesso cerchio. All'interno del cerchio "faccio come mi pare" quindi il dialogo prima di iniziare è bene che sia ampio ed esaustivo. Non mi piace pensare di fare un percorso ad ostacoli tra i soft e gli hard ma penso comunque che sia importante mantenere una visione d'insieme del tutto. Chiaro puoi sbagliare (mi piace poco quando succede, anzi per nulla), ma se l'azione successiva ti permette di rimediare a quell'errore allora va bene. "Tutto quello che è riparabile non è mai davvero rotto" come concetto di base ed è importante capire reciprocamente con chi ci si rapporta.
C'è a chi piace costantemente essere spinta nel superamento dei limiti, chi invece quei limiti li affronta con un "passo più" lungo. Quindi "TU" ti devi adattare a lei, e lei si deve adattare a "TE".
Alcuni, altrettanto giustamente dicono l'esatto contrario: io faccio come mi pare e tu ti adatti a me perché sono io che controllo e "spingo". Non è sbagliato manco così alla fine purché sia chiaro fin dal principio "come si vuole" e che la safe word sia presente. Che si usi o no.
Già, perché anche se c'è, difficilmente si usa. Perché il bottom vuole vedere fino a quanto resiste, perché ha paura di deludere, perché se si affida si affida punto e basta, perché non vuole interrompere comunque la scena o per un altro centinaio di motivi tutti validi. Però è come l'uscita di sicurezza. Non serve, fintanto che non si presenta la malaugurata occasione che urge uscire di corsa e bisogna fermarsi e che qualcuno, con un "urlo" adatto, possa segnalarti l'esigenza riportandoti alla realtà.
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